Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Metti l’asfalto … togli l’asfalto, … metti l’asfalto … togli l’asfalto …

Prendo a prestito un commento ironico di un mio amico per parlare di scuola e fare un po’ di chiarezza. Si rende necessario farlo, visto che abbiamo portato allo scoperto l’amministrazione a rispondere, almeno in questa fase, seppure con le mezze verità.

I lavori al plesso delle scuole del primo ciclo sono durate una eternità, lamentando noi, e con noi i genitori, la dilatazione dei lavori di adeguamento. Quest’anno, a settembre, in fretta e furia hanno fatto entrare i ragazzi nelle nuove aule. Felici noi e con noi i genitori, anche se qualche riserva l’abbiamo mostrata subito, ad esempio sul collaudo del soppalco: ci hanno risposto che era tutto a posto, invece non lo era per niente, perché hanno dovuto adeguare la struttura ancorandola meglio. Quindi piccola bugia, perdonabile! Conseguentemente, hanno asfaltato il cortile interno, fuori ogni logica e ogni buonsenso! Gli uffici, allora c’era ancora l’arch. Lupi, ci hanno risposto in modo sibilino: nessuno sapeva di chi fosse la responsabilità. L’architetto per uscire dall’impasse si è assunto la responsabilità, cosa a cui non ha creduto nessuno, forse neppure il buon Lupi. Le scuse furono le più assurde: ce lo ha chiesto il dirigente; è più economico perché non è prevista manutenzione; è meno pericoloso; ecc. ecc. Noi abbiamo rilevato che l’asfalto non si addice ad una scuola, soprattutto abbiamo trovato assurda la sostituzione del prato con il catrame, anche solo per una questione estetica, oltre che ambientale. La maggioranza e l’assessore hanno mantenuto il punto, accusandoci di fare sciacallaggio e di prendere a pretesto ogni cosa pur di fare consenso (neanche fossimo loro!!!!). Addirittura, con il solito post anonimo di Rinnovare per Labico – che nel 90% dei casi non firma mai e quindi non si sa chi sia l’interlocutore – accusarono la cittadina che per prima pubblicò la foto sui social di essersi trasformata in “direttore del cantiere”. Da lì a qualche giorno la natura fece il suo corso e cominciò a “fiorire” l’asfalto: l’erba più forte della testa dura di chi aveva deciso per l’asfalto, cominciò a fare capolino, aumentando sempre più. Ricordo bene che Danilo Giovannoli, in un post sul suo profilo, promise che in caso di vittoria alle elezioni amministrative l’asfalto lo avremmo tolto noi il giorno dopo l’insediamento, proprio come segno di discontinuità rispetto a questa amministrazione. Da allora più nulla.

All’improvviso, venerdì, ecco i mezzi meccanici che iniziano i lavori di rimozione. Naturalmente come è mio costume mi sono prima informato, ho scattato qualche foto e le ho pubblicato sul mio profilo facebook. Ho rintracciato una determina dirigenziale di novembre che elencava dei lavori a scuola e ho citato anche quella. E’ stata una piccola bugia che mi serviva per stanare l’amministrazione! Ci sono caduti dentro con tutte le scarpe! Era ciò che volevo, facendo immediatamente centro: Nadia, persona perbene, ma assessore un po’ lacunosa, pur di assaporare il gusto di darmi del bugiardo, mi ha rimproverato, con espressioni abbastanza educate, ma molto colorite, di non aver detto le verità! E’ vero, non è esattamente la verità, la verità è molto più grave. E ora elenco tutte le mancate verità:

  • Questi lavori sono frutto di una determina dirigenziale, in fase di approvazione, di 40.000 euro circa, che con la scusa dei miglioramenti da apportare ai lavori già fatti inserisce anche la rimozione dell’asfalto, non previsto nell’appalto originario. O meglio, si preferisce far credere che i lavori non costino nulla, ma in realtà costano eccome. Nessuno lavora per la gloria, soprattutto se utilizza mezzi meccanici importanti.
  • I lavori interessano anche il tetto della scuola. Domanda: ma se la scuola è stata appena consegnata – in realtà il cantiere non è ancora chiuso – perché c’è già la necessità di migliorare ciò che in teoria dovrebbe già “essere migliore”?
  • Ancora, se il cantiere ufficialmente, così come mi è stato riferito, non è stato ancora consegnato, come mai gli alunni sono stati già collocati nelle varie aule? Dovesse essere questa una bugia, con quale determina sono stati autorizzati ad entrare all’interno del cortile della scuola con mezzi meccanici?
  • Mi è stato detto che i lavori verranno fatti i giorni in cui la scuola è chiusa, si presume venerdì pomeriggio, sabato e domenica, per non disturbare le lezioni. Domanda: Ma se c’era la necessità di portare a termine questi lavori, non potevano concluderli e poi consegnare la scuola?
  • Se l’asfalto era la migliore soluzione – sbandierato anche in modo piuttosto arrogante nei giorni di polemica – perché si sta ripristinando il prato?
  • Se, come dicono loro, è la società ad avere la responsabilità della rimozione del prato sostituito dal catrame – lavori eseguiti, a loro dire, spontaneamente, senza che l’amministrazione ne fosse informata – perché si è atteso così tanto per ripristinare ciò che era previsto nel computo metrico originario? Da allora sono passati sei mesi e nel frattempo la natura ha fatto il suo corso facendo saltare lo strato di catrame, lo avevamo detto noi, i genitori e il personale scolastico.
  • Se una società non esegue i lavori a regola d’arte previsti dall’appalto, l’amministrazione ha il dovere di intervenire immediatamente, chiamando a giudizio la società. Non aspettare sei mesi! C’è la documentazione di contestazione dei lavori fatti senza l’autorizzazione dell’amministrazione? A me è stato riferito di no. Spero, naturalmente, che si siano sbagliati e che la contestazione alla società ci sia. Ma un dubbio mi sorge: nessuna società modifica di sua sponte i lavori previsti da un appalto senza che ci sia l’assenso di chi deve controllare, si rischia di non prendersi a carico gli interventi fatti! Chi è che mente?

Mi fermo qui. Questa è la dimostrazione che qualcosa non va. Io credo che sarebbe stato molto più semplice scusarsi con i cittadini per quell’asfalto bituminoso, ne avremmo preso atto e tutto sarebbe finito lì: la società avrebbe rifatto subito i lavori di ripristino del prato e avremmo risparmiato qualcosa, magari destinandolo alle attività didattiche. Invece, il loro modo di fare urta la sensibilità dei cittadini, ancor di più dei genitori dei bambini che frequentano la scuola. Voler per forza trovare sempre un altro responsabile è veramente insopportabile, anche perché sia l’educazione che il rispetto implicano in qualche caso l’umiltà di dire: HO SBAGLIATO. ABBIAMO SBAGLIATO. Niente di più umano.

Termino, non voglio giudicare e non voglio emanare sentenze, a me interessa che i cittadini vengano rispettati, sempre, in ogni circostanza. E’ a loro che noi dobbiamo la deferenza. Fare l’amministratore è un incarico rivolto al bene comune, alla collettività, alla gestione parsimoniosa delle risorse collettive. Per cui, dire scusa davanti all’errore – magari in buona fede – è una gran bella cosa. Io mi scuso per questo post che non avrei mai voluto scrivere, ma le circostanze e la cocciutaggine mi hanno assecondato a farlo. Chiedo umilmente scusa a tutti.

CHE STA SUCCEDENDO A LABICO?

Succedono strane cose a Labico, alcune apparentemente incomprensibili, altre comprensibilissime e nascondono la fame di interessi che circonda il nostro paese.

Succede, ad esempio, che le elezioni si avvicinano e la nostra amministrazione inizia la politica del recupero consensi. Qual è lo strumento migliore per confondere le carte se non utilizzare i soldi del comune per fare campagna elettorale? Sembra il gioco delle tre carte: ti illudono con una vincita pianificata e poi ti svuotano il portafogli. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma lo fanno tutti”! Vero, anzi verissimo. A Labico, ad esempio, lo abbiamo visto fare nel 2007 e nel 2012 e ci accingiamo a vederlo anche nel 2017, anzi, in questo caso non solo sono partiti in grandissimo anticipo, addirittura un anno prima del canonico inizio, ma in modo massiccio! Nei dieci mesi restanti, da qui alle elezioni, hanno la necessità di recuperare tutte le chiacchiere e distintivo previste dal programma elettorale del 2012 e tutte le corbellerie fatti in questi quattro anni. Chiacchiere madornali, programmi mai attuati, anzi in molti contesti addirittura peggiorati: lottizzazioni, servizi, tasse, rapporti con i cittadini, depuratori, debiti, scuola, trasporti, Colle Spina. C’è da aggiungere altro? Gli unici che vivono altrove senza accorgersene sono loro. O meglio, se ne sono accorti benissimo e sono partiti al contrattacco!

Labico, credo, sia l’unico caso al mondo in cui la maggioranza attacca in modo sfrontato e arrogante chiunque provi a contestare l’agire amministrativo e politico di questa maggioranza, scambiando la LEGITTIMA CRITICA in attacco personale, confondendo, come è loro abitudine, il pubblico con il privato o viceversa e il ruolo, maggioranza con opposizione. Mi viene in mente il gran proliferare di comunicati di contrattacco dell’ultimo periodo, in cui mostrano di aver cambiato strategia, mettendo in atto una sorta di difesa cautelativa, uno stillicidio di attacchi a chiunque azzardi a dire la propria, dimenticandosi del gioco democratico delle parti, in cui chi amministra la cosa pubblica è soggetto e oggetto, per legge democratica, di critica.

Ciò che stupisce è la indelicatezza e il linguaggio aggressivo e offensivo non consoni a chi esercita funzioni pubbliche. Ancor più grave, come a ragione faceva notare Tullio Berlenghi, che si usano strumenti non adatti a tali sfoghi da crocicchio: il sito istituzionale del nostro comune. Anzi, si è pensato, addirittura, di spendere soldi pubblici, nostri, per stampare manifesti di parte (si guardi alla velina sul bilancio).

Sul linguaggio indecoroso e minaccioso mi vengono in mente due esempi. Il primo in piena crisi da bolletta verde e mi vede coinvolto in prima persona: avendo smarrito la bussola del raziocinio, si è pensato di attaccarmi in modo rude e velenoso, non sull’aspetto politico – cosa più che legittima – ma su quello personale, definendomi “frustrato”, mettendo in dubbio le mie qualità di docente, arrivando addirittura a offendere la mia regione di appartenenza e il mio comune di provenienza, invitandomi a cambiare paese. Tradotto si potrebbe interpretare così: levati dai coglioni e tornatene in Calabria, sempre se ti vogliano (chiedo scusa per la volgarità, rischio di mettermi a loro pari!). Il secondo esempio è di qualche giorno fa, in cui, rispondendo a una critica legittima di Paris, si arriva alla minaccia bella e buona. Cito testuale “… il signor Paris si scava da solo la fossa …”. Si scava da solo la fossa! E che linguaggio è questo? Chi è questo pirata della penna che usa tal smodata forma di usare la lingua per tentare di ridurre al silenzio chi mette in risalto strafalcioni amministrativi a danno dei cittadini? Quale ratio spinge il sindaco a far pubblicare il comunicato di un anonimo estensore di sproloqui sul sito istituzionale del comune? Si sarà posto l’amletico dubbio del “chi ha scritto?” il signore del castello di Lugnano? Neanche il coraggio di firmarsi! O, probabilmente, il mandante di tale minaccia è proprio lui, visto che non ne ha preso le distanze. Ciò che colpisce è l’aggressività di bassa lega che si scorge in ogni parola, maiuscole incluse, una rabbia livorosa che non trova giustificazione in chi dovrebbe interpretare il proprio ruolo in ben altro modo. Che dovremmo dire noi cittadini, che parole dovremmo usare nei loro confronti dopo il colossale danno dei depuratori? E dopo gli esagerati accertamenti fiscali? E sugli esosi costi dei servizi sempre più carenti ma sempre più gravosi? E sulle inconcluse lottizzazioni che gridano vendetta e che lasciano i cittadini in quelle perenni condizioni di precarietà? E gli abitanti di Colle Spina sempre illusi da promesse elettorali e poi sistematicamente abbandonati al loro destino?

E’ frustrante avere a che fare con gente così. Ora sì frustrante, atteggiamento nobile di chi si vergogna per loro non avendo il coraggio di farlo da sé. Non getto la spugna per rispetto di chi ha aspettato anni per vedere finalmente un po’ di luce. L’uscita da questo incubo è imminente, i cittadini, finalmente si sono accorti di tutto ciò che è successo in questi anni. Sono venuti al pettine tutti i nodi irrisolti e ingarbugliati che questa maggioranza ha creato.

Come si può giudicare l’atteggiamento di non curanza che si ha verso i cittadini che lamentano disagi e che né il sindaco, né l’assessore all’urbanistica, né l’ufficio tecnico risolvono di loro sponte se non sollecitati dall’opposizione? Come si classificano i lavori di riparazione di un collettore fognario a Santa Maria eseguiti solo perché il sottoscritto è stato costretto ad allegare in consiglio comunale ben 12 foto, a pubblicare un video sui social network e a minacciare una denuncia presso le autorità competenti per veder risolto un problema che pendeva sui residenti di quel quartiere da anni, oggetto di denuncia nelle sedi proprie da parte dell’opposizione dal 2007, quando si segnalava in continuazione lo stato di precarietà dei servizi di quella lottizzazione non rispondente ai criteri deliberati dal consiglio comunale? Domanda lunga ma necessaria! Infatti, sta ancora lì, inconclusa, non presa in carico dal comune, senza l’asfalto e con le fogne in perenne stato di precarietà. Tutto questo non sarebbe successo se le fidejussioni fossero state svincolate solo alla conclusione delle opere di lottizzazione. Non hanno mai fatto autocritica e assunto le responsabilità su questa situazione che interessa più della metà del paese! Ebbene, sulle fogne segnalate sono intervenuti, dopo anni di segnalazioni, ma, probabilmente, solo perché la perdita dei consensi è così catastrofica che pensano di portarsi a casa qualche sorriso di circostanza prima della mazzata finale che pioverà sul loro capo a maggio prossimo. Non si chiama forse “campagna elettorale” questo intervento tardivo?

Termina qui la prima puntata di riflessione sullo stato di agitazione della maggioranza, che indigna, fa rabbia, perché obbliga anche gli spiriti tolleranti, che non sono io, a prendere parte alla contesa e augurarsi che maggio arrivi il prima possibile e faccia tabula rasa di questo modo di amministrare e di concepire il ruolo politico di indirizzo.

Invito i cittadini, tutti i cittadini, a cominciare a fare le dovute analisi sulla situazione labicana, a non dare credito e ascolto a coloro che già cominciano ad entrare nelle case provando a ritrovare una verginità politica che non possono avere, a proporre candidature per una lista, espressione di questa maggioranza, già agonizzante. Le responsabilità di tutto ciò che è successo a Labico hanno nome e cognome, in molti casi hanno anche una parentela e tanti interessi. Attenti al falso, comincia a circolarne parecchio, soprattutto ad opera dei soliti servitori che pensano di sfamarsi con le briciole.

Interrogazione cimitero

Come promesso, ho protocollato subito un’interrogazione su quanto è successo ieri al cimitero. Sarebbe opportuno prestare maggiore attenzione, ma soprattutto sarebbe opportuno dotare il cimitero di un segnale acustico da azionarsi almeno 15 minuti prima della chiusura, evitando di chiudere dentro le persone, come appunto è successo ieri. Da quel che mi hanno riferito, non è la prima volta che succede. Per cui, l’adozione del segnalatore acustico potrebbe essere uno strumento utile, soprattutto per gli anziani. 

Resto in attesa di un riscontro da parte dell’amministrazione, ma soprattutto resto in attesa per conoscere i tempi della definizione delle procedure di appalto tante volte sbandierata dal sindaco. La gestione attuale presenta tutti i problemi da noi denunciati e che necessitano di procedure più chiare. Il tempo ci darà ragione anche su questo.

INTERROGAZIONE

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • il sottoscritto è venuto a conoscenza di un increscioso episodio avvenuto in data 10 marzo 2016 presso il cimitero di Labico;
  • Sembrerebbe che delle persone siano rimaste chiuse dentro il cimitero dopo la chiusura e che ciò sia avvenuto in modo del tutto casuale;
  • Per liberare i malcapitati, mi è stato comunicato, che siano intervenuti i carabinieri chiamati dai cittadini che avevano sentito invocare aiuto da chi era rimasto all’interno;
  • Risulta allo scrivente che il nostro cimitero sia sprovvisto di un segnalatore acustico che avvisi coloro che si recano a fare visita ai propri cari dell’imminente chiusura e che si proceda seguendo gli orari;

SI CHIEDE DI SAPERE

  • Se il sindaco e gli uffici preposti siano a conoscenza di questo episodio;
  • Se non sia il caso di valutare l’eventule installazione di un segnalatore acustico che avvisi della chiusura del cancello, cosa che già avviene in tutti i cimiteri;
  • Se non valuti positivamente questa eventualità, anche per evitare che tale episodio si ripeta e veda protagoniste le persone anziane;
  • Se l’amministrazione ha in serbo di espletare finalmente l’appalto per la gestione del cimitero o se si ha intenzione di continuare con la parziale gestione odierna e prorogare all’infinito questo modo di gestire il servizio.

Labico 11 marzo 2016

Il consigliere comunale

Maurizio Spezzano

Il sindaco scappa

Non è mai successo che un sindaco rifiuti di confrontarsi nelle sedi deputate, nel nostro caso parliamo del Consiglio Comunale. Eppure è così: il sindaco di Labico, Alfredo Galli, ha paura del confronto e con artificiosi contorcimenti linguistici, senza il supporto di nessuna norma, non convoca il Consiglio Comunale come legittimamente chiesto dai consiglieri di opposizione il 25 gennaio 2016. Non solo, a dare forza alla richiesta ci avevano pensato i cittadini con ben 1506 firme, depositate il 9 febbraio 2016, che chiedevano l’annullamento del procedimento e l’avvio della discussione in Consiglio Comunale.

Il sindaco – con il suo comportamento e contraddicendo il dettato legislativo che regolamenta la vita politica dei comuni – fa venire meno il suo ruolo di garante della legalità e dei diritti dei cittadini. Secondo noi, la fuga dal confronto non annulla il problema, semmai lo aggrava sempre di più; infatti, in altri comuni e davanti a problemi ancor più gravi i sindaci si sono comportati in ben altro modo. Evidentemente, Alfredo Galli ignora la prassi che vuole sempre il Consiglio Comunale al centro della vita politica di un comune. Nessun sindaco è mai sfuggito alla sue responsabilità di fronte ai cittadini, indubbiamente quello di Labico ha una visione distorta del significato di democrazia. Fuggire e non sostenere il confronto la dice lunga sulla sua capacità politica.

Ha ragione Tullio Berlenghi: questo sindaco ha perso la serenità, per cui, non essendo più nelle condizioni di poter garantire la governabilità e il libero confronto delle idee, sarebbe opportuno che rassegnasse le dimissioni, ne va del bene del nostro paese. Sarebbe il modo giusto per riportare serenità e dare una guida autorevole al nostro comune.

manifesto sindaco

Intervista a Il Giornale dei Monti Prenestini

Pubblico l’intervista che ho rilasciato a Il Giornale dei Monti Prenestini qualche giorno fa. Ho provato a sintetizzare quanto è successo in questo mese, inclusa la volontà dei consiglieri di opposizione di collaborare con il Sindaco conseguentemente all’annullamento del procedimento così come avevamo chiesto. Davanti alla chiusura del Sindaco e della maggioranza, abbiamo continuato per la nostra strada, cioè anteponendo gli interessi dei cittadini su ogni altra cosa. Questo è l’unico motivo che ci ha spinti ad essere in prima linea, non come, in modo quasi subdolo, continua i ripetere il Sindaco e la sua Giunta, secondo cui a muoverci è l’interesse politico e le ambizioni personali, confermando ancora una volta che Egli non vive a Labico, non sente ciò che i cittadini lamentano, non vede il disagio creato dalla sua insensata scelta di colpire nel mucchio, facendo fare le spese soprattutto agli onesti che, oltre ad aver sempre pagato, si trovano a dover pagare onerose consulenze professionali per “confermare” la propria innocenza. Le risposte date ai consiglieri di opposizione, la fermezza nel non voler rivedere il suo operato con l’annullamento del procedimento, la figuraccia davanti ogni telecamera, la volontà di non convocare legittimamente un consiglio comunale straordinario – così come richiesto dai consiglieri nel rispetto delle norme che regolano la vita degli Enti Locali, rafforzata in un secondo momento da ben 1506 cittadini – dimostra la mancata serenità nel guidare il comune e la visione proprietario della vita politico-amministrativa. Per tale ragione, risulta impossibile ogni possibilità di dialogo con chi viaggia a fari spenti nella notte. L’opposizione c’è e farà la sua parte, seguiremo la vicenda passo passo e faremo emergere ogni contraddizione.

 Abbiamo incontrato il consigliere del Comune di Labico Maurizio Spezzano, capogruppo della Lista Civica – Legalità e Trasparenza, per ricostruire la vicenda delle c.d. “cartelle pazze” balzata all’attenzione mediatica nazionale sia tramite il servizio di “Striscia la Notizia” sia di “Mi manda Rai 3”.

Consigliere potrebbe ricostruire di cosa si tratta?

Il comune di Labico ha affidato il servizio per l’accertamento e la riscossione delle imposte a una società esterna che dopo aver effettuato i controlli necessari, e incrociato tutti i dati è emerso che i cittadini di Labico sono tutti possibili evasori. Naturalmente tutto questo non può essere vero ma, affinché si accerti la verità, devono essere i cittadini a dimostrarlo, quegli stessi cittadini che negli anni in questione, dal 2009 al 2015, hanno sempre pagato regolarmente. Questo entra in contrasto con quanto stabilito con il capitolato di appalto.

Qual è l’entità dei soggetti coinvolti?

Praticamente tutti, bambini inclusi: 6.400 abitanti, circa 2.500/2.600 famiglie, destinatari di ben 9.583 cartelle di accertamento. L’equivalente di una cartella e mezzo per abitante. E’ facilmente comprensibile che questo non può essere possibile. Ci troviamo sicuramente di fronte a errori madornali che la pubblica amministrazione avrebbe dovuto sanare d’ufficio impedendo di umiliare in questo modo tutta la popolazione.

Qual è la sua opinione in merito a questa vicenda?

Premetto con forza che pagare le tasse e combattere l’evasione è giustissimo. Ogni buon cittadino dovrebbe essere virtuoso nei confronti della pubblica amministrazione mostrando in tal modo rispetto verso i propri concittadini, consapevole che pagando le tasse si garantiscono i servizi a tutti. Relativamente a questa vicenda grottesca, e in quanto rappresentante del popolo, nutro grossa preoccupazione per l’accaduto. Questa vicenda ha segnato tutti, in modo particolare i virtuosi che si sentono beffati e preoccupati di dimostrare la propria “innocenza”. Ancora oggi mi sembra incredibile ciò che è successo e di come, al di là dei proclami, chi doveva intervenire non lo ha fatto con celerità e decisione. Mi riferisco in modo particolare al Sindaco e alla sua Giunta.

A suo parere come dovrebbe intervenite l’amministrazione ed in particolare il Sindaco di Labico?

Sono convinto che la situazione sia stata gestita malissimo. La politica, che imprime linee di indirizzo alla propria amministrazione, avrebbe dovuto intervenire immediatamente al primo sospetto. Mi spiego: quando la società ha scaricato il report con i dati, il Sindaco e la Giunta avrebbero dovuto accorgersi immediatamente del singolare risultato e imporre immediatamente al responsabile del procedimento la sospensione dell’operato e la verifica della correttezza dei dati. Voglio dire che il Sindaco avrebbe dovuto annullare il procedimento e procedere alla correzione d’ufficio dei dati. Ciò avrebbe dato serenità a tutti e presumo alla stessa amministrazione che ne sarebbe uscita fuori a testa alta dimostrando rispetto per i cittadini destinatari delle cartelle.

Anche dal weekend scorso lei si è impegnato in prima persona per la raccolta firme: quali sono gli obiettivi? Fino ad ora che risultati si sono raggiunti?

Veramente siamo in molti in prima linea, io come consigliere comunale, ma con me anche l’altro consigliere di opposizione, Nello Tulli e più di tutti, i cittadini “feriti”. Da subito ci siamo coordinati e abbiamo mosso i passi nel rispetto delle istituzioni e dei contribuenti. Nell’ordine: abbiamo subito chiesto l’annullamento del procedimento, un consiglio comunale straordinario, abbiamo partecipato a un incontro con la società appaltatrice del servizio per l’accertamento e la riscossione delle imposte, abbiamo contattato gli organi di stampa, presentato una interrogazione alla Camera dei Deputati e un’altra al Sindaco, abbiamo prodotto un modello per l’autotutela che abbiamo distribuito in piazza durante la raccolta delle firme. In due fine settimana, per un totale di poco più di dieci ore, abbiamo raccolto 1.500 firme. Un risultato strepitoso, del quale noi stessi siamo rimasti colpiti per la grande affluenza di cittadini che ha fatto la fila per firmare. Queste firme consegnate nelle mani del Sindaco sono il simbolo del disagio ma anche della speranza che venga fatta giustizia. Un buon sindaco ascolta la voce del popolo e agisce in suo nome. Tornare indietro e annullare il procedimento non è un atto di vigliaccheria, ma un atto di coraggio come già il Sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia ha fatto per una vicenda analoga. Solo il sindaco può farlo con l’ausilio del responsabile del procedimento.

Quali sono le motivazioni che hanno indotto lei ad intervenire?

Dovere nei confronti dei cittadini. L’eletto ha il dovere morale di facilitare il compito della politica che appare sempre più distante dai bisogni reali dei cittadini. Io sono un eletto dal popolo e mi rapporto con la gente. Io stesso sono destinatario di bollette pazze e mi sono sentito spaesato davanti a questa vicenda. Tutto questo ha un costo per la collettività: avvocati, tecnici e tributaristi, non svolgono il loro lavoro di certo gratis. Mi sono e ci siamo chiesti: perché il cittadino onesto deve sobbarcarsi queste spese aggiuntive se negli archivi del Comune ci sono tutte le carte per fare piena luce su questa vicenda? Perché ognuno di noi deve perdere giornate lavorative per chiarire posizioni già di per sé chiare? Ecco l’importanza dell’annullamento del procedimento: evitare gravosi oneri finanziari ai cittadini e notevoli fastidi. Senza voler essere eccessivo, ho avvertito che il malessere da ansia è aumentato vertiginosamente, soprattutto nei contribuenti anziani.

Casi analoghi purtroppo non sono rari, qual è la sua opinione?

La faciloneria. In molti casi la fretta di fare cassa gioca brutti scherzi. Credo che questi motivi hanno causato quanto è successo a Labico. Dovendo mandare a ruolo il 2009, non sono stati effettuati gli appropriati controlli del caso; magari, incrociando correttamente i dati si sarebbe evitato questo disastro. In presenza di 9583 cartelle si doveva comprendere che c’era qualcosa che non andava e disporre per una verifica dei risultati. L’amministrazione di Labico non lo ha fatto, felice di poter incassare tutti quei milioni “ipotetici” che venivano fuori dalla somma degli importi di tutte le cartelle. All’origine di tutto c’è il piano di rientro dai debiti presentato alla Corte del Conti e, prima ancora, c’è la vicenda del sequestro del depuratore. Questi tre avvenimenti viaggiano a braccetto. Senza il sequestro del depuratore con ci sarebbe stato il piano di rientro e, di conseguenza, non ci sarebbe stato questo accertamento disastroso. La lotta all’evasione non parte dalla volontà “sincera” dell’amministrazione di perseguire i furbi, ma dai propositi di fare cassa per sanare i debiti. Questa è la verità.

Desidera aggiungere altro?

Faccio un appello al sindaco, chiedendogli per l’ennesima volta l’annullamento del procedimento, di disporre per le dovute correzioni e poi colpire gli evasori, quelli veri, coloro che eludono le imposte. Chiediamo di abbandonare questa strada falsamente “egualitaria” che umilia gli onesti e premia i disonesti. Le opposizioni, qualora il sindaco si mostri possibilista verso l’ipotesi dell’annullamento del procedimento, sapranno fare la loro parte, collaborando nell’interesse generale. Poi mi appello ai cittadini onesti, chiedendo loro di tenere duro, perché insieme faremo tutti i passi per arrivare alla corretta soluzione del problema.

Ringrazio anche voi de Il Giornale dei Monti Prenestini che vi siete interessati a questo caso, contrariamente ad alcuni pennivendoli di nostra conoscenza che si sono disinteressati della situazione perché servili e pavidi, legati più agli interessi personali e di parte che ai diritti dei cittadini.

Nel ringraziare il Consigliere del Comune di Labico Maurizio Spezzano, capogruppo della Lista Civica – Legalità e trasparenza, rammento inoltre ai cittadini che in caso di mancata definizione bonaria, hanno solo 60 giorni di tempo dalla notifica della cartella esattoriale per impugnarla davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.

 

 

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