Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

Archivio per il tag “IMU”

Amministrazione virtuosa

ARCOBALENO5Oggi ho protocollato due importanti proposte di delibere, che spero il consiglio approvi nella prossima seduta che si svolgerà, presumibilmente, il 30 novembre.

Sono due regolamenti che interessano aspetti importanti:

il primo, Regolamento per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari sul territorio comunale di Labico e le distanze da mantenere da strade, edifici ed attività, cerca di disciplinare nel nostro territorio l’uso dei fitofarmaci per l’agricoltura, la cui limitazione è consigliata dall’Unione Europea e che il nostro Paese ha fatto propria. Ciò determinerebbe la regolamentazione dell’uso anche presso il territorio comunale, a favore dell’agricoltura biologica, alla salvaguardia dell’ambiente, ma, soprattutto, alla salvaguardia della salute. Infatti, questo diserbante, il glifosate (principio attivo principale della maggioranza dei diserbanti chimici) è fortemente cancerogeno e responsabile dell’insorgenza di numerosi tipi di tumori. E’ stato bandito già da qualche anno in molti Paesi europei, mentre altri sono in procinto di farlo. Viene considerato responsabile dell’inquinamento delle falde acquifere ed è molto pericoloso per gli stessi operatori che lo usano; è responsabile di un gran numero di tumori che interessano anche i bambini.

il secondo, Regolamento di aiuto alle fasce deboli per il pagamento di tributi comunali con la forma del baratto amministrativo ai sensi dell’art. 24 della L. 164 del 2014, è rivolto ai morosi virtuosi, cioè a coloro che, attraversando un momento di difficoltà economica, possono avere la possibilità di avere uno sconto sulle imposte comunale in cambio di piccoli lavori per la comunità. E’ una norma prevista dalla legge di stabilità ed è stata recentemente introdotto in molti comuni che vogliono tutelare le fasce deboli della popolazione attraverso il baratto amministrativo. Trovo questa possibilità, anche se non risolutiva dei problemi del reddito, molto utile per le famiglie in momentanea difficoltà economica dovuta alla perdita del lavoro o a una limitazione delle entrate, ma che, da buoni cittadini, intendono ugualmente assolvere al dovere di pagare le imposte. Baratto, appunto, perché l’equivalente del debito viene convertito in lavoro sociale da svolgere d’accordo con il comune. Il vantaggio non riguarderebbe solo l’amministrazione e il cittadino che fa uso di questo strumento, ma l’intera comunità che ha la possibilità di avere parchi ordinati, strade curate, fontane funzionanti, erba tagliata, cunette pulite, servizi che molte volte lo stesso comune non è in grado di svolgere, sia per la carenza di personale che per carenza di fondi che il governo centrale non eroga più ai comuni.

Spero di essermi fatto interprete della volontà generale, indipendentemente dall’appartenenza di schieramento. In tal modo pensiamo, come gruppo di Legalità e Trasparenza e come singoli, di dare un contributo migliorativo alla vita sociale del nostro paese. Secondo la nostra visione, l’amministrazione ha il compito di migliorare la qualità della vita e di aiutare i bisognosi, queste proposte di regolamento vanno in questa direzione, puntando a far crescere tutti e a dimostrare che la buona politica esiste ancora e fa il proprio lavoro, non per scopi personali ma guardando alla collettività. Noi continueremo a spingerci oltre, augurandoci che la maggioranza e le opposizioni sappiano cogliere le novità che queste proposte mettono in campo. Il banco di prova per dare una svolta sarà il prossimo consiglio comunale: attendiamo di misurare la volontà della maggioranza di venire incontro ai cittadini tartassati dalle imposte locali che continuano a crescere e a pesare sulle famiglie. Noi continueremo comunque a fare la nostra parte, così come è stato in questi tre anni e mezzo. Nel nostro piccolo, proviamo a fare fatti e non parole, ciò che i cittadini chiedono alla politica.

Un grazie di cuore mio personale a chi, messo al corrente di questa iniziativa, si è prodigato a condividere obiettivi e finalità, ben conscio che i benefici sarebbero stati di tutta la popolazione. Grazie ancora.

Di seguito, il testo di accompagno della proposta di delibera indirizzata al sindaco e ai consiglieri; il regolamento sull’uso dei fitosanitari e il regolamento del baratto amministrativo.

lettera accompagno delibere

regolamento comunale prodotti fitosanitari

regolamento baratto amministrativo comune di labico

Al momento opportuno ricordatevi che ……..

labicoStrana la politica labicana: comune oramai allo stremo, cittadini vessati in tutti i modi con le imposte locali, servizi a ranghi ridotti, piano di rientro dal debito del depuratore che paralizzerà Labico per i prossimi dieci anni – un debito non causato dai cittadini ma dall’incapacità amministrativa e politica di questa maggioranza. Eppure, malgrado ciò, c’è chi trova il coraggio e il tempo di dire che non è vero. Allora, trovo normale sgomberare un po’ di false verità invitandovi a ricordarvene al momento opportuno. Il bilancio all’amministrazione lo facciamo noi, raccontandovi la verità e non le loro favole frutto di parole misere e ingannevoli.

Al momento opportuno ricordatevi che, il bugiardino, ovvero la voce del padrone denominato Labico News, distribuito recentemente come regalo natalizio, non è a costo zero, bensì è stato pagato con i soldi dei cittadini, e in un momento di grave prelievo fiscale anche questa somma pesa, e anche tanto, soprattutto se rapportata al fatto, ad esempio, che la scuola media da molto tempo non riesce a fornire neanche le fotocopie agli alunni perché non ci sono soldi per cambiare il toner. Così come nelle altre scuole. Ma ciò non toglie che per loro i soldi ci sono sempre!

gALLI DENUNCIACIAl momento opportuno ricordatevi che, questa amministrazione non ha mai cercato il dialogo con le opposizioni, anzi, ha sempre cercato di frenare l’azione dirompente del nostro gruppo, arrivando a querelare me – come nel passato Tullio Berlenghi – perché troppo avvezzo a dire e scrivere la verità, pensando di mettere paura alla voce contro, a chi non ha intenzione di indietreggiare neanche di un millimetro, anzi, pronto a rilanciare e a far emergere la verità in ogni occasione. Un’amministrazione che impiega più di due anni per eleggere le commissioni comunali previste dallo Statuto come la giudicate voi? E come giudicate se le stesse commissioni una volta elette non vengono convocate? E come la mettete se gli ordini del giorno da me presentati vengono votati e mai tradotti in atti deliberativi? E come la mettete se della mia proposta di realizzare una cooperativa di giovani che si occupi della raccolta differenziata – togliendola a Lazio Ambiente, facendo risparmiare ai cittadini un bel gruzzoletto – non se ne sa più nulla? E della proposta del PiediBus con l’obiettivo di suscitare nei bambini l’amore per il proprio paese e infondere coraggio nell’affrontare la realtà che li circonda?

Al momento opportuno ricordatevi che, a distanza di due anni Labico è paralizzato, non c’è un atto di questa amministrazione che abbia prodotto un solo effetto benefico sulla popolazione. A mo’ di esempio, ricordo che il sindaco aveva giurato, ancor prima dell’insediamento, che mai e poi mai avrebbe aumentato le imposte comunali. Credo che siano sotto gli occhi di tutti gli aumenti vertiginosi delle tariffe comunali, i cui effetti devastanti si produrranno anche per gli anni a venire.

Al momento opportuno ricordatevi che, le associazioni, citate a sproposito dal sindaco nel suo editoriale, sono state ridimensionate nella loro attività, a vantaggio del comitato pro Labico, che per le sue manifestazioni attinge a piene mani alla disponibilità del bilancio comunale e delle attività commerciali e associative, le quali, malgrado l’ostilità del sindaco, continuano ad offrire la loro proposta culturale. Vi ricordate dell’associazione che voleva promuovere la nocciola labicana a cui fu impedito di svolgere la manifestazione dopo l’esposizione anche economica da parte dei soci con relative querele di parte? Vi ricordate di Asperu Sordo che ha sollevato più di una volta la questione dell’abbandono di spazi cari ai labicani e che si sono ritrovati soli e ripudiati? Vi ricordate il fiorire di associazioni labicane che oggi per l’abbandono dell’a mministrazione non espletano più nessuna attività ludica?

Al momento opportuno ricordatevi che, l’equità fiscale invocata e predicata dal sindaco e dal vice sindaco non esiste. In consiglio comunale, l’opposizione per venire incontro alle esigenze delle classi meno abbienti, ha presentato più di un emendamento e più di un ordine del giorno per prevedere sgravi a chi ne aveva diritto, cosa, per altro, che tutti i comuni hanno fatto. Ebbene, tutto ciò è stato annullato dai voti contrari e compatti di questa maggioranza, penalizzando più del dovuto i bisognosi che non hanno i mezzi per fare fronte alle imposte comunali. Loro sostengono che le tasse non sono aumentate e che i cittadini non pagano nulla! Vogliamo parlare dell’aumento dello scuolabus? e dei buoni pasto? e della spazzatura? e dell’acqua? e della chiusura della biblioteca? e dell’ICI sui terreni edificabili? e dove sono i 200.000 euro per il minor costo del servizio spazzamento delle strade? e i 100.000 euro in più del costo del servizio idrico integrato? e i 76.000 euro per il raggiungimento obiettivi? e i 10.000 euro della biblioteca? e la possibile svendita degli immobili comunali (Palazzo Giuliani e Palazzo ex Eca)? e i 2.000.000 di euro di mutuo contratto per l’anticipo di cassa? e i quasi 4.000.000 di euro di debito dei depuratori? Soldi, non bruscolini! E dei servizi sociali con relativa chiusura del consultorio e del centro vaccinale, generosamente regalato al centro anziani? e dell’incapacità di individuare un luogo idoneo per ubicare eventualmente un nuovo consultorio e centro vaccinale? Fatti, non chiacchiere!

Al momento opportuno ricordatevi che, la decantata lista delle opere pubbliche è stata deliberata dalla precedente amministrazione e non da questa. Vogliamo parlare della scuola che continua a cadere a pezzi o degli interminabili lavori al plesso delle elementari che rappresentano un autentico pericolo per i bambini che là studiano, come opportunamente hanno fatto notare le mamme, tanto da costringere il sindaco a una girandola di comunicati, atti e contro atti fino alla chiusura della scuola per due giorni? o della dislocazione ad minchiam delle classi nei vari plessi? o della continua elemosina che ripetutamente si chiede alla regione per sistemare alla carlona una classe formata da bambini che ogni anno restano fuori, senza programmare invece una realtà consolidata? o dell’incapacità di usare le due aule della scuola dell’infanzia? o del tanto decantato progetto Eiffel? o dell’adeguamento dei depuratori? O dei lavori infiniti al marciapiede di via Roma? O dell’irrealizzabile caserma dei carabinieri? o dell’abbandono dei parchi, ancor di più il parco Tulli? o dello scacazzato parco della moralità? o del cimitero abbandonato? o dei dossi sempre promessi e mai realizzati? o della sicurezza di via Casilina? o del continuo blocco dei lavori del Palazzo ex Eca? O dell’abbandono del centro storico? o del ghetto in cui si vorrebbe relegare l’idea della nuova scuola? o del mercato contadino che è durato lo spazio di un mattino, mai sostenuto e incoraggiato dall’amministrazione malgrado le sollecitazioni del gestore de I Cerchi e mie? o dell’incompiuta via Leonardo da Vinci? E chi più ne ha più ne metta!

Al momento opportuno ricordatevi che, il tanto decantato piano regolatore è svanito nel nulla, sparito, disperso, scomparso, defunto, morto, estinto! Ci hanno costruito intorno una fortuna di consenso! Ora i cittadini si trovano ad essere cornuti e gabbati. Era stato promesso benessere e ricchezza dai terreni edificabili e ora si trovano anche con il portafoglio vuoto, perché oltre al danno la beffa: hanno pagato l’ICI su terreni che non saranno edificabili. Sconvolto tutto il loro assetto urbanistico! E non finisce qui! Ancora più poveri: il vecchio piano defunto ci è costato fior di quattrini, intanto si accingono a dare l’incarico ad altro tecnico che dovrà essere nuovamente pagato. Chi pagherà il danno alla collettività? Chi risarcirà le tasche dei labicani? O vogliamo parlare delle lottizzazioni? o delle opere di urbanizzazione? o del recupero del centro storico, che vede sorgere dal nulla garitte neanche fossimo in tempo di guerra? o delle fidejussioni che non ci sono? o delle società che hanno costruito a piacimento e poi si sono sciolte come neve al sole? o dei certificati di abitabilità?

Al momento opportuno ricordatevi che, la tanto decantata raccolta differenziata funziona solo per senso di responsabilità dei cittadini. Il ribrezzo invece lo si prova nei confronti di chi continua a seminare lungo il territorio labicano rifiuti vari e speciali, come l’eternit, a cui l’amministrazione non riesce a fare fronte anche per incapacità. Da tempo propongo un sistema di videosorveglianza dei punti strategici del paese in modo da avere l’intero territorio sotto controllo. Ma la maggioranza si dimostra sorda anche in questo. Così come si è dimostrata miope nell’aver ceduto a Lazio Ambiente quella che un tempo è stata l’isola ecologica di Labico, al Pantano. Ancor più miope “regalare” 24.000 euro a un privato per lo smaltimento delle falciature quando si sarebbe potuto farlo a costo zero con un accordo di servizio con Lazio Ambiente stesso, a scomputo del

regalo dell’isola ecologica. L’efficacia della raccolta differenziata si misura anche con le pesate della differenziata (carta, cartone, vetro, plastica, alluminio), questa sì vera trasparenza. Dove sono quelle degli anni precedenti? Dove sono i conti chiesti e mai avuti degli anni passati? A quanto ammonta lo sconto per il nostro comune? Quanto verrà scomputato ai cittadini?

Al momento opportuno ricordatevi che, la povertà culturale del nostro comune si misura anche con ciò che “culturalmente” propongono al nostro paese. Al di là della festa di San Rocco, mi dite una manifestazione degna di nota organizzata dal comune? Niente, il baratro più totale. Panorama culturale pari a zero. E’ l’unico paese del circondario che non ha una visione d’insieme di “bene culturale”. Il paese è talmente spoglio che già alle otto di sera sembra calato il coprifuoco: piazza inesorabilmente vuota. E per i nuovi labicani? Il nulla, non un solo progetto di inserimento effettivo. Certo, questa situazione è loro congeniale: meno ci incontriamo e meglio è, per loro. I cittadini non si incontrano e non parlano, non si confrontano e questo rafforza il loro potere contrattuale in periodo elettorale. Un motivo in più per dargli il benservito.

Al momento opportuno ricordatevi che, malgrado le dichiarazioni del consigliere di Colle Spina, il quartiere vive una delle sue peggiori stagioni: invasa dal cemento, dal silenzio di questa maggioranza e dalle ville bi-tri-quater-penta-esa-eptafamigliari non ha altra prospettiva che quella del quartiere dormitorio. Non è stato compiuto un solo passo che porti alla cessione degli standard e sciogliere il consorzio che si dimostra sempre più un orpello decorativo di nessuna utilità. Amichevolmente, consiglio al presidente di rassegnare le dimissioni ed impegnarsi nella lotta per la piena emancipazione del quartiere e non invece limitarsi a gestire la normale amministrazione, non essendo riuscito neppure a far votare i bilancio degli ultimi anni. L’unico atto concreto del quartiere è frutto di un gruppo di residenti che ha lottato per avere il mercato settimanale e uscire dall’isolamento indotto dalla malapolitica. Senza voler assumermi paternità, ma mi piace ricordare che l’ordine del giorno che vincolava la maggioranza a istituire il mercato è stato mio a nome del gruppo e dei cittadini di Colle Spina. Poi più nulla. Ecco, questa è la realtà del quartiere, che invece di crescere, a causa della lacunosa gestione, diviene sempre più degradato.

Al momento opportuno ricordatevi di tutto questo. Guardate intorno a voi, fate un’analisi seria della situazione, confrontate con quello che avviene negli altri comuni, confrontate imposte, servizi e vivacità. Paragonate lo stato di abbandono del nostro comune. Guardate a cosa fanno gli altri, guardate ai lavori pubblici, alla vivacità culturale, alla rinascita dei centri storici, alla partecipazione dei cittadini, alla disponibilità umana degli altri amministratori, guardate alla capacità di condurre la macchina amministrativa. E poi chiedetevi: ma a Labico, c’è tutto questo? Gli altri comuni vivono una situazione deficitaria come la nostra? Pagano per gli errori commessi da altri? Crescono o arretrano? Compito di ogni buona amministrazione è la crescita generalizzata, cioè di tutti. In questo paese si sono arricchiti in pochi e sempre gli stessi, coloro che hanno abusato della pazienza di tutta la cittadinanza. E’ il momento di dire BASTA. Di porre un freno all’ingordigia dei pochi guardando a tutti. Per fare questo è necessario sbarazzarsi di modi antichi e barocchi di fare politica. Avere il coraggio di liberare il paese da chi da decenni ha abusato della nostra pazienza. Fa parte del gioco democratico allontanare miseramente chi ha ridotto il paese così, per guardare avanti con fiducia senza abbandonarsi alla sconforto. Ci sono fior di potenzialità nel nostro comune che attendono di fare la propria parte per la crescita collettiva. La stagnazione pluridecennale ha bisogno di una sana bonifica: mai più amministratori così, ma più un sindaco che si barrica nel comune ed esce solo per le feste comandate con la sua bella fascia tricolore. Apriamo simbolicamente le finestre del palazzo comunale e facciamo entrare aria nuova, prima che la muffa ci faccia ammalare definitivamente. Labico ha bisogno d’altro, ha bisogno dell’altra Labico.

L’avidità al potere

ARCOBALENO5

L’anno nuovo non inizia nel migliore dei modi per i labicani. Come se non bastasse l’eccessiva tassazione del governo centrale, a Labico si è aggiunta quella dell’amministrazione Galli-Scaccia, un grande pasticcio amministrativo. Questi signori, nel tentativo di salvare se stessi, hanno ben pensato di far pagare la loro incapacità amministrativa ai cittadini imponendo un carico fiscale che ha pochi uguali in Italia.

Ora si accingono, alle spalle di tutti noi, a gestire il futuro predissesto con la stessa disinvoltura con la quale hanno affossato il paese. Il progetto finanziario di rientro dal debito che lorsignori hanno presentato significherà la paralisi amministrativa per i prossimi 10 anni, da qui al 2022, costringeranno i cittadini ad ulteriori sacrifici, tassando al massimo, immobilizzando amministrativamente il paese, ben sapendo che non saranno in grado di cambiare neanche una lampadina fulminata, lasciando però immutati i loro privilegi, incluse le consulenze, le indennità di sindaco, vicesindaco e giunta.

Il piano di rientro non è altro che l’ennesimo salasso alle spalle di chi ha sempre pagato onestamente. Le bollette dell’acqua che in questi giorni stanno arrivando alle famiglie sono il primo assaggio. Ci preme ricordare che oltre alla frustata di questi giorni è in previsione un ulteriore aumento del 2% annuo fino al 2022 del servizio idrico integrato. Questi signori fanno finta di non sapere che la Regione Lazio, su sollecitazione del CAL, è in procinto di commissariare la gestione del servizio idrico integrato, trasferendolo ad ACEA ATO 2, che si prenderà i benefici lasciando a noi i debiti. Sarà un ulteriore salasso, perché si perderà parte del patrimonio comunale, lasciando inalterata la situazione debitoria.

La TARSU, il cui abbattimento dei costi sarà alle spalle dei lavoratori e della qualità del servizio, implicherà una diminuzione dei costi di circa 200.000 euro all’anno, ma che il GalliScaccia ben si guarda dal restituire ai cittadini i “vantaggi” della rinegoziazione del contratto con Lazio Ambiente. Infatti, anche questa cifra concorrerà ad accumulare i 300.000 e passa euro che ogni anno dovremo sborsare per coprire il debito per i prossimi dieci anni. In questo caso oltre al danno la beffa: si fa la raccolta differenziata con l’auspicio di veder abbattere la bolletta dei costi, ma la cifra rinegoziata ha già la sua destinazione, il debito del depuratore.

A garanzia della solvibilità, il comune ha previsto la “svendita” di parte del patrimonio immobiliare comunale, circa 800.000 euro, senza indicare quali siano questi immobili interessati. Palazzo Giuliani? Il palazzo ex ECA? Parte del comune? Le carte non indicano nulla.

Secondo noi devono andarsene, dimettersi, sparire dalle stanze del comune e passare mano a chi ha idee e forza per cambiare e combattere i privilegi di questa casta stracciona. Chiediamo ai cittadini un sussulto di orgoglio: facciamo che la forza dell’indignazione li costringa alle dimissioni, in modo che la politica torni ad essere lo strumento a servizio dei cittadini e non contro di loro.

NOI SIAMO DALLA PARTE DEI CITTADINI ONESTI, PRESENTEREMO UN RICORSO ALLA CORTE DEI CONTI PER FAR BOCCIARE IL PIANO PREVISTO.

USEREMO TUTTE LE ARMI DELLA POLITICA PER RESPINGERE L’ATTACCO AI DIRITTI DEI CITTADINI.

Lista Civica – LEGALITA’ e TRASPARENZA LABICO

Grazie, basta così

Nei giorni scorsi Labico è stata tappezzata con i manifesti della lista “Rinnovare per Labico”, in cui si dà notizia di una sentenza di assoluzione (in primo grado) per la questione dei pasti pagati dalla collettività e forniti gratuitamente ad un’azienda privata per decisione del sindaco Galli. Non è certo l’unica e neppure la più grave delle tante penose vicende che caratterizzano l’azione politica dei nostri amministratori. Per evitare che l’uso urlato di slogan riesca nel tentativo di distogliere l’attenzione dai fatti, ci troviamo costretti a ricostruire, ancora una volta, la questione.

Tutto nacque nell’estate del 2008 quando venne portata in consiglio comunale una delibera per dare un contributo finanziario ad una struttura privata. Nella premessa di quella delibera c’era scritto, nero su bianco, che il comune già forniva – a quella struttura – cinque pasti giornalieri. Si era potuto scoprire così che, nel mese di novembre del 2006, una non meglio precisata direttiva comunale autorizzava l’erogazione dei cinque pasti giornalieri a favore della struttura privata, senza che venisse siglato alcun accordo tra il Comune e il centro di infanzia sulle modalità di erogazione dei pasti e sul modo in cui questi pasti avrebbero potuto costituire un vantaggio per le famiglie dei bambini che frequentavano la struttura. Insomma un vero e proprio “regalo” da un soggetto pubblico ad un privato che veniva fatto, guarda caso, proprio a pochi mesi dalle elezioni amministrative comunali. Buona parte degli atti relativi a quel periodo sono privi di protocollo e qualcuno potrebbe dubitare della loro autenticità. Non è un caso che l’erogazione gratuita dei pasti all’azienda privata sia stata interrotta in gran fretta quando sono stati sollevati dubbi sulla correttezza della procedura (la sospensione, a differenza dell’atto autorizzativo, è avvenuta con documento protocollato). Se il sindaco fosse stato davvero convinto della bontà della sua azione amministrativa non avrebbe modificato di una virgola la situazione. Invece c’è stata una continua correzione di rotta. La delibera fu ritirata e corretta tre volte prime di essere approvata e la polemica tra opposizione e maggioranza divenne molto accesa, al punto che – dopo la pubblicazione di un volantino della maggioranza dai toni particolarmente aggressivi – il gruppo di opposizione decise di chiedere alla magistratura di valutare se la procedura seguita per l’erogazione dei pasti presso una struttura esterna fosse corretta. Non abbiamo denunciato nessuno e tantomeno abbiamo diffamato qualcuno. Abbiamo semplicemente svolto il compito di controllo che qualunque cittadino – e, a maggior ragione, se è consigliere comunale – ha il pieno diritto di esercitare. Del resto prima il pubblico ministero, poi il giudice dell’udienza preliminare hanno giudicato illegittima la procedura seguita per concedere la fornitura dei pasti ed è iniziato un procedimento per individuare eventuali responsabilità penali. Ma questo a noi interessa ben poco. La nostra battaglia per la legalità l’abbiamo vinta nel momento in cui l’amministrazione – proprio per la nostra azione di controllo – è stata costretta a fare tutto alla luce del sole e seguendo un iter procedurale corretto. Non è un caso che il nuovo capitolato d’appalto della mensa preveda la possibilità che vengano forniti pasti alle strutture private (mentre prima non era possibile) e non è un caso che per fornire i pasti e ed erogare risorse pubbliche ad un privato sia stata necessaria una delibera di consiglio comunale (mentre prima era stata sufficiente una telefonata direttamente alla ditta che forniva i pasti). Adesso almeno i cittadini possono sapere tutto e giudicare l’operato dell’amministrazione, mentre per ben due anni soldi pubblici venivano spesi a favore di un’azienda privata senza che nessuno ne sapesse nulla. Sulla vicenda processuale preferiamo non pronunciarci, per due ragioni: la prima è che mancano ancora le motivazioni della sentenza, la seconda è che non è – al momento – una sentenza definitiva, quindi potrebbero emergere fatti nuovi.

Sulla questione appare necessario fare qualche altra considerazione. In primo luogo quello che conta – al di là dell’accertamento di eventuali responsabilità penali o amministrative – è il giudizio politico sulle azioni di chi governa un paese. Molte scelte, formalmente legittime, potrebbero essere piuttosto discutibili. Per esempio un’amministrazione comunale potrebbe assegnare gratuitamente un locale di proprietà del comune al titolare di una rivendita di giornali. Un’attività che riveste indubbiamente un qualche interesse per la collettività e che, quindi, potrebbe giustificare la decisione degli amministratori, ma quanti troverebbero da ridire? E se il locale venisse dato senza alcun atto amministrativo? Non sorgerebbero ulteriori perplessità sul comportamento degli organi decisionali? E qual è il confine tra il lecito, l’illecito e il penalmente rilevante? L’unico organo titolato a rispondere a questa domanda è la magistratura e se un cittadino ha dei dubbi ha il diritto-dovere di attivare un suo intervento, nel proprio interesse e in quello della comunità a cui appartiene.

Su questo punto ci agganciamo ad un altro aspetto dello sgangherato attacco della coalizione di maggioranza, quello del costo per la collettività del processo. Intanto ci piacerebbe capire di quali costi stiamo parlando. Ci sono costi per l’amministrazione comunale per il processo? Sarebbe opportuno saperlo, perché la responsabilità penale è personale e non sarebbe elegante che gli amministratori avessero deciso di usare i fondi comunali per sostenere le spese legali di questo processo. In attesa di avere maggiori lumi in merito e considerato che saremmo ben felici se si adottasse la regola secondo la quale chi si è reso responsabile di sprechi della pubblica amministrazione pagasse di suo (anche noi, ovviamente, alla bisogna), facciamo un breve quanto necessariamente incompleto resoconto di alcuni degli sperperi del denaro pubblico degli ultimi anni:

Debiti fuori bilancio. Qualche anno fa il consiglio comunale fu costretto a pagare i costi di una transazione per evitare ulteriori problemi. Anche in quella circostanza il sindaco aveva seguito una procedura molto “singolare” per l’affidamento dell’esecuzione di un’opera. A lavoro ultimato la ditta chiedeva di essere pagata, ma nessuno si è degnato di dare risposta e così, tra solleciti e diffide, si era arrivati ad un costo di gran lunga superiore a cui si sono aggiunte le spese legali sostenute dal comune. Errori su errori dei nostri amministratori e spreco di denaro pubblico. Il conto, ovviamente, alla cittadinanza.

Questione Eiffel. Qualche anno fa è stato sottoscritto un accordo con un privato (il quale, in modo del tutto casuale, ha ottenuto degli appalti e l’inserimento di particelle in zona edificabile nel piano regolatore) per realizzare una sorta di città dell’arte, previo acquisto di un mucchio di ferraglia attualmente “parcheggiato” nella proprietà di un privato cittadino. Costo iniziale dell’operazione: 300mila euro.

Area di sviluppo industriale. Un’altra straordinaria cantonata di Galli e compagnia. Sono arrivati in consiglio comunale spavaldi e baldanzosi con una bella delibera preconfezionata per la devastazione di una vasta area del territorio labicano. Insensibili alle perplessità dell’opposizione hanno approvato l’atto, salvo poi ritirarlo quando hanno capito che gli abitanti di Colle Spina li avrebbero inseguiti con i forconi. Costo dell’operazione 20mila euro. Per il saldo rivolgersi al sig. Pantalone.

Pista ciclabile. Ne abbiamo parlato decine di volte. Il comune aveva annunciato in pompa magna la realizzazione di una bellissima pista ciclabile (la “più lunga della provincia di Roma”…). L’opera è inutile, incompleta (lo sarebbe anche se fosse terminata), ancora in fase di realizzazione, ma già in avanzato stato di degrado e abbandono. Costo previsto: circa 200mila euro.

Biblioteca comunale. Le vicissitudini della nostra biblioteca non sono facilmente riassumibili. Possiamo solo dire che, tra ristrutturazione locali, acquisto libri, pagamento della quota di adesione al sistema bibliotecario, l’ordine di grandezza delle spese sostenute ammonta a qualche centinaio di migliaia di euro. Risultato? Labico al momento non ha la biblioteca.

Depuratore comunale. La vicenda è fin troppo nota e anche qui ci sono indagini in corso della magistratura. Resta il fatto che a causa dell’incapacità dei nostri amministratori ci siamo ritrovati con depuratori inadeguati e fuorilegge (lo dicono i magistrati, non noi) al punto da farne disporre il sequestro. Questa faccenda ci è già costata oltre quattro milioni di euro di debito. Chi lo pagherà?

In effetti, con credenziali così, siamo stupiti anche noi dell’incomprensibile perdita di consensi di Alfredo Galli e della sua coalizione. Davvero molti elettori labicani dimostrano un ben magra gratitudine nei confronti di chi, in tanti anni di duro impegno nelle istituzioni, ha fatto davvero tanto per il paese. Ora però, forse, basta così. Grazie.

Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano

 

Chiare, fresche e dolci acque …… un’amministrazione penosa – Interrogazione potabilità dell’acqua

mattoneCome promesso, in giornata ho protocollato l’interrogazione sulla vicenda della potabilità dell’acqua. La responsabilità della tardiva comunicazione alla popolazione è tutta del sindaco il quale, oltre a percepire lo stipendio, ha la responsabilità sanitaria sull’intero territorio comunale. Quell’ordinanza scarna che non dice nulla, generica nel contenuto e priva delle informazioni necessarie dovrebbe essere immediatamente sospesa e sostituita da una comunicazione con le dovute informazioni, inclusi i parametri superati e la tipologia di inquinamento, onde evitare allarmi e allarmismi. Ricordo, che il 14 marzo 2013, ho protocollato al comune una interrogazione e una mozione sull’acqua, chiedendo le verifiche sulla potabilità e le analisi di rito, ma alla risposta vaga del sindaco non è seguito nulla. La mozione è ancora nel suo cassetto, presumo.

Questa vicenda ha dell’incredibile e rasenta la denuncia penale per l’omessa tempestiva comunicazione ai cittadini, né a salvarlo può essere il consueto scaricabarile, perché se qualche funzionario ha taciuto o ha omesso la comunicazione al sindaco, costui deve essere subito rimosso per incapacità; di converso, qualora la responsabilità del ritardo sia da attribuire al sindaco deve immediatamente dimettersi per manifesta incapacità amministrativa. Ricordo che, anni addietro, per lo stesso motivo venne sciolto il consiglio comunale di Napoli, non vedo perché lo stesso non possa verificarsi per Labico.

Da un po’ di tempo questo sindaco è diventato una macchietta, non ne azzecca una, a furia di prendere cantonata trascina nel vortice delle disgrazie l’intera cittadinanza. E’ svogliato, distratto, violento nel linguaggio, intollerante, approssimativo, incapace di dare risposte ai cittadini. Vogliamo elencarne qualche episodio? Presto detto: la vicenda depuratore è nota a tutti e i risvolti economici a breve peseranno sulle tasche dei labicani, eccome se peseranno! la segretaria del sindaco, la quale continua a svolgere mansioni non regolamentate da nessun atto, venendo meno i presupposti di legge per continuare a permanere presso gli uffici comunali, eppure, malgrado ciò il sindaco fa finta che tutto sia normale; l’aumento dei costi di tutti i servizi comunali, dallo scuolabus, al buono pasto a tutte le altre imposte comunali acqua, IMU, TARES, ecc.; la classe aggiunta della scuola dell’infanzia collocata nel plesso delle medie è da attribuire alla sua responsabilità, avendo permesso il saccheggio del paese da parte di palazzinari senza scrupoli, senza mai curarsi di intraprendere una politica dei servizi, soprattutto quella scolastica, malgrado l’opposizione da sempre, di certo da quando io rivesto la carica di consigliere, metta in risalto il problema. In merito alla classe aggiunta c’è da chiarire un aspetto che forse i cittadini ignorano e che la dice lunga sul comportamento di questo signore: alla protesta dei genitori per la collocazione della classe, il Consiglio di Istituto, organi rappresentativo di tutte le anime della scuola, genitori inclusi, convoca ad hoc una riunione per discutere della vicenda, invitando anche il sindaco ed il tecnico comunale, con l’obiettivo di risolvere la questione e sentire la voce dell’amministrazione comunale. Ebbene, questo signore si assenta senza mandare comunicazione a nessuno, senza avere l’accortezza e l’educazione istituzionale per far pervenire una comunicazione sull’accaduto, ignorando il confronto con le componenti scolastche. Risultato è stato che il Consiglio d’Istituto si è assunto l’onere e la responsabilità di votare una delibera che ha imposto lo spostamento della classe nel plesso dell’infanzia, suscitando la perplessità dei genitori e delle maestre sul grado di sicurezza della classe e di tutte le altre classi, anche perché i lavori di adeguamento e messa in sicurezza sono lì a venire (qualora servisse un pretesto grave per farlo dimettere seduta stante eccolo lì, è servito su un piatto d’argento!!!); il PRG, partito in pompa magna, con mirabolanti dichiarazioni amplificate da prezzolati a servizio, giace agonizzante in qualche ufficio della regione; della città dell’arte, altra bufala dal costo esorbitante, ammasso di ferraglia attribuita ad Eiffel, non se ne sa più nulla, forse è tornata in sud America a nostra insaputa; raccolta differenziata, scandalo dello scandalo, da anni a regime, ma i vantaggi sono solo per Gaia, per noi costi e aumenti esorbitanti; statuto e regolamento comunale, da quasi due anni devono essere adeguati alla sopravvenuta legge che ha modificato la composizione del consiglio comunale, ma anche quest’obbligo normativo si è arenato in qualche cassetto della sua scrivania; risposte alle interrogazioni in consiglio comunale e discussione delle mozioni non pervenute per continua “dimenticanza”; la sagra della nocciola, divenuta in breve una vicenda ridicola e gravissima, dai risvolti tragicomici, squalificata a fatto di cronaca nera per la complicità di giornalisti a servizio, umiliando decine di produttore che avevano puntato sulla valorizzazione della nocciola labicana, prodotto tutelato e riconosciuto dalla Regione Lazio. A poco servono le giustificazioni tardive all’associazione, dopo aver fatto esasperare gli animi a causa dei continui rimandi e dalla mancanza di comunicazione. Anche questa vicenda ha screditato il nome di Labico un po’ ovunque, oltre ad aver fatto perdere le somme anticipate da chi si era impegnato in prima persona per la buona riuscita della manifestazione; poi, ancora, il comportamento irritante nei pochi Consigli Comunali svolti, Colle Spina, l’urbanistica, le lottizzazioni, il mercato contadino fatto morire dall’oggi al domani, le emergenze continue perché non si programma, eccetera, eccetera, eccetera.

Tante e tante altre le questioni, mi chiedo: di quale prova c’è ancora bisogno per dimostrare l’incapacità di questo signore a rappresentare gli interessi dei cittadini nelle istituzioni? Cosa altro deve avvenire prima di organizzare una grande mobilitazione per chiederne le dimissioni? Non è umiliante per tutti noi continuare a far percepire lo stipendio a un sindaco così? Rischiamo di diventare la barzelletta dell’intero territorio.

 

INTERROGAZIONE: POTABILITA’ DELL’ACQUA

Al sindaco di Labico con richiesta di risposta scritta e iscrizione del punto all’odg. del prossimo Consiglio Comunale

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • il 26 agosto 2013 il Sindaco di Labico ha emanato un’ordinanza – n. 75, prot. n. 4810 del 2013 – con la quale viene interdetto l’uso “per il consumo umano” dell’acqua proveniente dalla rete dell’acquedotto comunale;
  • il provvedimento è stato motivato con il ricevimento, da parte dell’ASL RMG di Colleferro, di una nota con la quale si informava l’amministrazione comunale della mancata conformità dell’acqua agli standard fissati dal d.lgs. n. 21 del 2001 recante attuazione della direttiva 98/83/CE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano;
  • dalla scarna e approssimativa premessa dell’ordinanza, nonché dal pur vago riferimento all’articolo 54 del Testo Unico degli Enti Locali, si desume che l’atto in questione abbia le caratteristiche dell’ordinanza contingibile e urgente di cui al comma 2 del citato articolo 54 del TUEL, ossia un provvedimento finalizzato a prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini;
  • considerata la specifica circostanza segnalata dall’organo sanitario competente, ad avviso dello scrivente lo strumento giuridico a cui il sindaco avrebbe dovuto fare ricorso è l’ordinanza contingibile e urgente ex art. 50, comma 5, del Testo Unico degli Enti Locali; provvedimento previsto espressamente “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale”;
  • nonostante il potenziale rischio per la salute pubblica e i requisiti di necessità e urgenza dell’atto, la pubblicazione dell’ordinanza è avvenuta solo il 27 settembre 2013 – ossia oltre un mese dopo la comunicazione dell’ASL e l’emanazione dell’ordinanza – esclusivamente con la pubblicazione sull’albo pretorio on line e l’affissione di alcuni volantini;
  • a seguito delle preoccupazioni manifestate da molti cittadini il Sindaco ha fatto pubblicare sul sito del comune una non meglio specificata “precisazione” con la quale si è affermato che l’unica zona interessata al divieto è esclusivamente quella del centro storico e che la contaminazione sarebbe “di lieve entità”;
  • Si riporta a conoscenza del sindaco che lo scrivente, in data 14 marzo 2014, ha presentato sia una interrogazione che una mozione riguardante la questione della potabilità dell’acqua e che il sindaco, come spessissimo avviene, ha risposto in modo lacunoso e di sola circostanza;

Si chiede di sapere:

  1. se il Sindaco intenda spiegare la ratio della scelta dell’atto amministrativo utilizzato;
  1. come intenda spiegare l’inaccettabile ritardo con cui è stata informata la cittadinanza di una situazione di potenziale pericolo per la propria salute, tenuto conto che per la sua natura intrinseca un’ordinanza contingibile e urgente debba essere comunicata tempestivamente e facendo uso di tutti i mezzi possibili per agevolarne la conoscibilità;
  1. per quale ragione non sia stata resa disponibile on line, nonché inviata a tutti i consiglieri comunali, la relazione dell’ASL sulla base della quale il Sindaco ha deciso di emanare l’ordinanza;
  1. per quale motivo, se il problema riguardava davvero una parte circoscritta del paese sia stata – se pur tardivamente – allarmata l’intera cittadinanza, per poi inviare una comunicazione – peraltro senza firma e priva di forma giuridica – con la quale si è semplicemente aumentata l’incertezza e la confusione nei cittadini;
  1. se il Sindaco abbia tempestivamente comunicato al Prefetto l’adozione dell’ordinanza n. 75 del 2013, così come stabilito dalla normativa vigente e se intenda fornire copia protocollata della comunicazione;
  1. per quale ragione la mozione sull’acqua presentata il 14 marzo 2013 non sia stata ancora discussa in consiglio comunale e quali siano i motivi ostativi di tale decisione.

Labico, 30 settembre 2013

MAURIZIO SPEZZANO

Navigazione articolo