Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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La scuola è di tutti

Al sindaco

Comune di Labico

e p/c

Ai coniugi Gusai

Dirigente Scolastico IC “L. da Vinci”

Presidente Consiglio di Istituto IC “L. da Vinci”

Al personale docente e non docente dell’IC “L. da Vinci”

Ai genitori degli alunni IC “L. da Vinci”

 

OGGETTO: MANCATA COMUNICAZIONE INVITO OPEN DAY E CONCERTO

Egregio signor Sindaco,

Avevamo pensato di scrivere una lunga lettera in cui facevamo il punto di tutte le volte che ai consiglieri di opposizione non sono state recapitate le comunicazioni o gli inviti da parte dei cittadini o delle istituzioni. Ma non ne vale la pena, conosciamo molto bene il suo modo di intendere le istituzioni e l’uso che ne fa. Per cui ci limitiamo a rammaricarci e a censurare il comportamento di chi è venuto meno ai propri doveri di neutrale amministratore.

wp_20170202_002Agli scriventi risulta che il personale dell’IC “L. da Vinci” di Labico – in occasione dell’Open Day e del concerto in onore dei coniugi Gusai, che generosamente hanno destinato alla scuola somme e macchine importanti per la crescita dei nostri ragazzi – aveva predisposto un invito, rivolto a tutti i consiglieri comunale, per assistere all’evento organizzato per lunedì 30 gennaio. Gli inviti sono stati consegnati a qualcuno dell’amministrazione che si era impegnato a recapitarli a tutti. Almeno questi erano gli accordi. Sta di fatto che questi inviti non sono mai stati recapitati ai destinatari o, almeno, non sono mai stati recapitati agli scriventi. Di converso, gli esponenti di giunta erano presenti al gran completo, in prima linea, a prendersi meriti che non hanno, né hanno mai avuto.

Questo gesto, che ad alcuni può sembrare insignificante, la dice lunga sui comportamenti di chi attua simile politica istituzionale. Se i rapporti politici qualcuno può intenderli compromessi, a causa di tali comportamenti, deve essere sempre fatto salvo il rispetto personale. La politica è fatta anche di scontri, a volte duri, ma questi non devono mai sconfinare nell’oltraggio o nell’ostracismo gratuito, anche perché il rispetto della persona resta centrale nella vita di chi rappresenta le istituzioni, qualsiasi sia il ruolo che svolge.

Ancora una volta Lei, o chi per Lei, ha fatto un torto difficilmente recuperabile agli occhi dei quasi due terzi di cittadini che noi rappresentiamo. Il mancato invito a noi corrisponde a un mancato invito alla stragrande maggioranza di labicani. Né potremo mai accettare la solita scusa a Lei avvezza, cioè “Io non ne sapevo nulla!” Nel nostro comune non c’è foglia che si muova se Lei non ordina o predispone. Non Le sfugge mai niente, ma davanti alle proprie responsabilità, anche le più palesi, nega ogni addebito. Lei ha sempre fatto così. La sua visione accentratrice offusca anche i rapporti umani. Ci consola l’idea che da qui a qualche mese i cittadini saranno chiamati a votare e a scegliere una nuova amministrazione e di sicuro non sarà Lei a prevalere.

wp_20170202_003Naturalmente, noi ci scusiamo con chi aveva lavorato affinché i rappresentanti dei cittadini fossero presenti e gioissero per la bella iniziativa; ci scusiamo con il Dirigente Scolastico e con il personale della scuola che lavorano tutti i giorni, pur tra mille difficoltà e pochi mezzi, per far crescere i nostri ragazzi; ci scusiamo con il presidente del Consiglio di Istituto e tutti i genitori i quali, magari, avranno pensato a uno sgarbo da parte nostra, ben conoscendo però l’impegno che sempre abbiamo dimostrato per la qualità scolastica, intesa come struttura e come luogo di crescita e aggregazione; ci scusiamo, in modo particolare, con i coniugi Gusai, che hanno dimostrato una sensibilità e una generosità difficilmente riscontrabile in questi tempi così difficili, e il fatto stesso che il loro pensiero sia stato per la scuola non può che riempirci di gioia e impegnarci affinché l’istruzione abbia le attenzioni che si merita.

Chiudiamo qui questa triste vicenda di trascuratezza e mancato rispetto nei nostri confronti, se un torto è stato commesso non lo è stato per noi, ma per l’intera collettività che ha visto privati i rappresentati dei cittadini a presenziare a un’iniziativa fondamentale per la crescita della nostra comunità.

Distinti saluti

Labico, 2 febbraio 2017

I Consiglieri comunali

Maurizio Spezzano

Nello Tulli

La vittoria dell’onestà

Chi la dura la vince. Così recita un adagio popolare molto efficace. Siamo stati pazienti e abbiamo fatto i passi necessari. Abbiamo denunciato le irregolarità dell’appalto della scuola media e il giudice ci ha dato ragione. Ci siamo costituiti parte civile, perché né l’amministrazione di allora (Giordani) né quella di oggi (Galli) hanno fatto nulla per tutelare i cittadini e i nostri diritti. Lo abbiamo fatto noi e avevamo ragione. Questo dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la buona politica c’è ed è viva, fa la sua parte e sta con il popolo. Grazie a chi ha creduto in noi e continua a manifestarci fiducia e consenso.

Di seguito troverete delle dichiarazioni che abbiamo rilasciato agli organi di stampa e il video, in una sorta di intervista doppia, in cui spieghiamo esattamente ciò che è successo. Questa è veramente la vittoria dell’onesta sulla faciloneria, le furbate e il disprezzo dei cittadini. Grazie.

Legalità e trasparenza vince la battaglia sull’appalto sospetto. Per il tribunale di Velletri l’affidamento dei lavori della scuola media è stato ottenuto grazie alla commissione di un reato.

E’ con una comprensibile soddisfazione che Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano commentano l’epilogo di una lunga vicenda iniziata ben 7 anni fa e che li ha visti combattere una battaglia solitaria alla ricerca della verità. “Finalmente il tribunale di Velletri ha riconosciuto quello che noi sostenevamo da tempo, ossia che i lavori per la scuola media siano stati affidati con una procedura viziata da alcune gravissime irregolarità. Purtroppo nessuno, a cominciare dal sindaco, all’epoca ci aveva ascoltati ed è stata necessaria una lunga lotta giudiziaria per ottenere finalmente il riconoscimento delle nostre ragioni”.

Tullio Berlenghi ripercorre la vicenda dall’inizio: “Il 6 novembre 2009 io e Maurizio Spezzano, dopo aver letto su un giornale locale la notizia dell’affidamento dei lavori per la ristrutturazione della scuola media, ci siamo recati al Comune per avere informazioni sull’appalto e abbiamo subito capito che c’era qualcosa di strano: la scelta del tipo di procedura, alcune irregolarità riscontrate nella pubblicazione del bando, l’assenza – all’epoca – di un elenco dei fornitori, le modalità e la curiosa sostanziale simultaneità di consegna delle buste, alterazioni nella compilazione dell’albo pretorio, l’evidente somiglianza della grafia di chi aveva compilato le domande (come confermato dalla perizia disposta dal tribunale). Insomma c’erano ragioni a sufficienza per far nascere non poche perplessità sull’ineccepibile regolarità dell’iter. Abbiamo immediatamente segnalato la questione sia al responsabile del procedimento sia al sindaco, al quale abbiamo chiesto di verificare la correttezza della procedura. Ovviamente non abbiamo avuto risposta e ci è stato fatto capire che non avevano alcuna intenzione di fare alcun tipo di verifica: l’iter sarebbe proseguito senza indugio. Io ho provato ad assistere all’apertura delle buste, ma, guarda caso, il responsabile del procedimento ha deciso di rinviare la stessa. Alla fine la procedura si è conclusa. Di cinque ditte partecipanti, due non avevano presentato la domanda,  due avevano la documentazione incompleta e l’aggiudicataria ha potuto ottenere l’appalto con un ribasso irrisorio: 4,78%, a fronte di una media di oltre il 20% delle gare ‘regolari’.

Abbiamo usato tutti gli strumenti per chiedere all’amministrazione di effettuare dei controlli, ma non c’è stato verso. Abbiamo fatto notare che l’irregolarità della procedura, oltre ad essere inaccettabile sotto il profilo amministrativo, comporta un danno per la collettività (nel caso in questione intorno ai centomila euro). Di fronte all’assordante silenzio di Giordani e Galli non abbiamo avuto altra scelta che rivolgerci alla magistratura. A seguito della nostra segnalazione sono partite le indagini e si è avviato un processo. Neanche questo è servito a smuovere i nostri amministratori. Pur essendo, infatti, il comune parte lesa, si sono guardati bene dal costituirsi parte civile. L’abbiamo dovuto fare noi, quando, chiamati a testimoniare in udienza, siamo venuti a conoscenza del processo in corso, durante il quale si è scoperto addirittura che una delle ditte “partecipanti” non aveva mai compilato il modulo (ma che, in caso di partecipazione, avrebbe offerto un ribasso del 20/25 per cento). Sarebbe bastata una telefonata per scoprirlo e nessuno al comune di Labico aveva ritenuto di farlo. Sciatteria o cosa?”

Conclude Maurizio Spezzano: “Il Tribunale di Velletri ci ha dato pienamente ragione. Con la sentenza del 7 ottobre scorso, il Giudice monocratico ha confermato che l’appalto per i lavori di ristrutturazione della scuola media è stato viziato dalla commissione di un reato molto grave, turbativa d’asta. E’ gravissimo che si speculi sull’intervento ad un edificio che ospita i nostri figli. Ed è ancora più grave l’assoluta indifferenza con cui il sindaco e il vicesindaco di allora hanno gestito la vicenda. Tra l’altro stiamo parlando dello stesso edificio del quale denunciamo da tempo l’inadeguatezza strutturale in caso di eventi sismici. Al di là delle responsabilità penali accertate, ci sono delle responsabilità politiche e amministrative di gran lunga più preoccupanti. Forse è davvero il caso che Labico decida di voltare pagina”.

Questo è il link per il video:

http://www.ibarbari.it/video/labico-la-sentenza-sullappalto-sospetto-cera-reato/

Al momento opportuno ricordatevi che ……..

labicoStrana la politica labicana: comune oramai allo stremo, cittadini vessati in tutti i modi con le imposte locali, servizi a ranghi ridotti, piano di rientro dal debito del depuratore che paralizzerà Labico per i prossimi dieci anni – un debito non causato dai cittadini ma dall’incapacità amministrativa e politica di questa maggioranza. Eppure, malgrado ciò, c’è chi trova il coraggio e il tempo di dire che non è vero. Allora, trovo normale sgomberare un po’ di false verità invitandovi a ricordarvene al momento opportuno. Il bilancio all’amministrazione lo facciamo noi, raccontandovi la verità e non le loro favole frutto di parole misere e ingannevoli.

Al momento opportuno ricordatevi che, il bugiardino, ovvero la voce del padrone denominato Labico News, distribuito recentemente come regalo natalizio, non è a costo zero, bensì è stato pagato con i soldi dei cittadini, e in un momento di grave prelievo fiscale anche questa somma pesa, e anche tanto, soprattutto se rapportata al fatto, ad esempio, che la scuola media da molto tempo non riesce a fornire neanche le fotocopie agli alunni perché non ci sono soldi per cambiare il toner. Così come nelle altre scuole. Ma ciò non toglie che per loro i soldi ci sono sempre!

gALLI DENUNCIACIAl momento opportuno ricordatevi che, questa amministrazione non ha mai cercato il dialogo con le opposizioni, anzi, ha sempre cercato di frenare l’azione dirompente del nostro gruppo, arrivando a querelare me – come nel passato Tullio Berlenghi – perché troppo avvezzo a dire e scrivere la verità, pensando di mettere paura alla voce contro, a chi non ha intenzione di indietreggiare neanche di un millimetro, anzi, pronto a rilanciare e a far emergere la verità in ogni occasione. Un’amministrazione che impiega più di due anni per eleggere le commissioni comunali previste dallo Statuto come la giudicate voi? E come giudicate se le stesse commissioni una volta elette non vengono convocate? E come la mettete se gli ordini del giorno da me presentati vengono votati e mai tradotti in atti deliberativi? E come la mettete se della mia proposta di realizzare una cooperativa di giovani che si occupi della raccolta differenziata – togliendola a Lazio Ambiente, facendo risparmiare ai cittadini un bel gruzzoletto – non se ne sa più nulla? E della proposta del PiediBus con l’obiettivo di suscitare nei bambini l’amore per il proprio paese e infondere coraggio nell’affrontare la realtà che li circonda?

Al momento opportuno ricordatevi che, a distanza di due anni Labico è paralizzato, non c’è un atto di questa amministrazione che abbia prodotto un solo effetto benefico sulla popolazione. A mo’ di esempio, ricordo che il sindaco aveva giurato, ancor prima dell’insediamento, che mai e poi mai avrebbe aumentato le imposte comunali. Credo che siano sotto gli occhi di tutti gli aumenti vertiginosi delle tariffe comunali, i cui effetti devastanti si produrranno anche per gli anni a venire.

Al momento opportuno ricordatevi che, le associazioni, citate a sproposito dal sindaco nel suo editoriale, sono state ridimensionate nella loro attività, a vantaggio del comitato pro Labico, che per le sue manifestazioni attinge a piene mani alla disponibilità del bilancio comunale e delle attività commerciali e associative, le quali, malgrado l’ostilità del sindaco, continuano ad offrire la loro proposta culturale. Vi ricordate dell’associazione che voleva promuovere la nocciola labicana a cui fu impedito di svolgere la manifestazione dopo l’esposizione anche economica da parte dei soci con relative querele di parte? Vi ricordate di Asperu Sordo che ha sollevato più di una volta la questione dell’abbandono di spazi cari ai labicani e che si sono ritrovati soli e ripudiati? Vi ricordate il fiorire di associazioni labicane che oggi per l’abbandono dell’a mministrazione non espletano più nessuna attività ludica?

Al momento opportuno ricordatevi che, l’equità fiscale invocata e predicata dal sindaco e dal vice sindaco non esiste. In consiglio comunale, l’opposizione per venire incontro alle esigenze delle classi meno abbienti, ha presentato più di un emendamento e più di un ordine del giorno per prevedere sgravi a chi ne aveva diritto, cosa, per altro, che tutti i comuni hanno fatto. Ebbene, tutto ciò è stato annullato dai voti contrari e compatti di questa maggioranza, penalizzando più del dovuto i bisognosi che non hanno i mezzi per fare fronte alle imposte comunali. Loro sostengono che le tasse non sono aumentate e che i cittadini non pagano nulla! Vogliamo parlare dell’aumento dello scuolabus? e dei buoni pasto? e della spazzatura? e dell’acqua? e della chiusura della biblioteca? e dell’ICI sui terreni edificabili? e dove sono i 200.000 euro per il minor costo del servizio spazzamento delle strade? e i 100.000 euro in più del costo del servizio idrico integrato? e i 76.000 euro per il raggiungimento obiettivi? e i 10.000 euro della biblioteca? e la possibile svendita degli immobili comunali (Palazzo Giuliani e Palazzo ex Eca)? e i 2.000.000 di euro di mutuo contratto per l’anticipo di cassa? e i quasi 4.000.000 di euro di debito dei depuratori? Soldi, non bruscolini! E dei servizi sociali con relativa chiusura del consultorio e del centro vaccinale, generosamente regalato al centro anziani? e dell’incapacità di individuare un luogo idoneo per ubicare eventualmente un nuovo consultorio e centro vaccinale? Fatti, non chiacchiere!

Al momento opportuno ricordatevi che, la decantata lista delle opere pubbliche è stata deliberata dalla precedente amministrazione e non da questa. Vogliamo parlare della scuola che continua a cadere a pezzi o degli interminabili lavori al plesso delle elementari che rappresentano un autentico pericolo per i bambini che là studiano, come opportunamente hanno fatto notare le mamme, tanto da costringere il sindaco a una girandola di comunicati, atti e contro atti fino alla chiusura della scuola per due giorni? o della dislocazione ad minchiam delle classi nei vari plessi? o della continua elemosina che ripetutamente si chiede alla regione per sistemare alla carlona una classe formata da bambini che ogni anno restano fuori, senza programmare invece una realtà consolidata? o dell’incapacità di usare le due aule della scuola dell’infanzia? o del tanto decantato progetto Eiffel? o dell’adeguamento dei depuratori? O dei lavori infiniti al marciapiede di via Roma? O dell’irrealizzabile caserma dei carabinieri? o dell’abbandono dei parchi, ancor di più il parco Tulli? o dello scacazzato parco della moralità? o del cimitero abbandonato? o dei dossi sempre promessi e mai realizzati? o della sicurezza di via Casilina? o del continuo blocco dei lavori del Palazzo ex Eca? O dell’abbandono del centro storico? o del ghetto in cui si vorrebbe relegare l’idea della nuova scuola? o del mercato contadino che è durato lo spazio di un mattino, mai sostenuto e incoraggiato dall’amministrazione malgrado le sollecitazioni del gestore de I Cerchi e mie? o dell’incompiuta via Leonardo da Vinci? E chi più ne ha più ne metta!

Al momento opportuno ricordatevi che, il tanto decantato piano regolatore è svanito nel nulla, sparito, disperso, scomparso, defunto, morto, estinto! Ci hanno costruito intorno una fortuna di consenso! Ora i cittadini si trovano ad essere cornuti e gabbati. Era stato promesso benessere e ricchezza dai terreni edificabili e ora si trovano anche con il portafoglio vuoto, perché oltre al danno la beffa: hanno pagato l’ICI su terreni che non saranno edificabili. Sconvolto tutto il loro assetto urbanistico! E non finisce qui! Ancora più poveri: il vecchio piano defunto ci è costato fior di quattrini, intanto si accingono a dare l’incarico ad altro tecnico che dovrà essere nuovamente pagato. Chi pagherà il danno alla collettività? Chi risarcirà le tasche dei labicani? O vogliamo parlare delle lottizzazioni? o delle opere di urbanizzazione? o del recupero del centro storico, che vede sorgere dal nulla garitte neanche fossimo in tempo di guerra? o delle fidejussioni che non ci sono? o delle società che hanno costruito a piacimento e poi si sono sciolte come neve al sole? o dei certificati di abitabilità?

Al momento opportuno ricordatevi che, la tanto decantata raccolta differenziata funziona solo per senso di responsabilità dei cittadini. Il ribrezzo invece lo si prova nei confronti di chi continua a seminare lungo il territorio labicano rifiuti vari e speciali, come l’eternit, a cui l’amministrazione non riesce a fare fronte anche per incapacità. Da tempo propongo un sistema di videosorveglianza dei punti strategici del paese in modo da avere l’intero territorio sotto controllo. Ma la maggioranza si dimostra sorda anche in questo. Così come si è dimostrata miope nell’aver ceduto a Lazio Ambiente quella che un tempo è stata l’isola ecologica di Labico, al Pantano. Ancor più miope “regalare” 24.000 euro a un privato per lo smaltimento delle falciature quando si sarebbe potuto farlo a costo zero con un accordo di servizio con Lazio Ambiente stesso, a scomputo del

regalo dell’isola ecologica. L’efficacia della raccolta differenziata si misura anche con le pesate della differenziata (carta, cartone, vetro, plastica, alluminio), questa sì vera trasparenza. Dove sono quelle degli anni precedenti? Dove sono i conti chiesti e mai avuti degli anni passati? A quanto ammonta lo sconto per il nostro comune? Quanto verrà scomputato ai cittadini?

Al momento opportuno ricordatevi che, la povertà culturale del nostro comune si misura anche con ciò che “culturalmente” propongono al nostro paese. Al di là della festa di San Rocco, mi dite una manifestazione degna di nota organizzata dal comune? Niente, il baratro più totale. Panorama culturale pari a zero. E’ l’unico paese del circondario che non ha una visione d’insieme di “bene culturale”. Il paese è talmente spoglio che già alle otto di sera sembra calato il coprifuoco: piazza inesorabilmente vuota. E per i nuovi labicani? Il nulla, non un solo progetto di inserimento effettivo. Certo, questa situazione è loro congeniale: meno ci incontriamo e meglio è, per loro. I cittadini non si incontrano e non parlano, non si confrontano e questo rafforza il loro potere contrattuale in periodo elettorale. Un motivo in più per dargli il benservito.

Al momento opportuno ricordatevi che, malgrado le dichiarazioni del consigliere di Colle Spina, il quartiere vive una delle sue peggiori stagioni: invasa dal cemento, dal silenzio di questa maggioranza e dalle ville bi-tri-quater-penta-esa-eptafamigliari non ha altra prospettiva che quella del quartiere dormitorio. Non è stato compiuto un solo passo che porti alla cessione degli standard e sciogliere il consorzio che si dimostra sempre più un orpello decorativo di nessuna utilità. Amichevolmente, consiglio al presidente di rassegnare le dimissioni ed impegnarsi nella lotta per la piena emancipazione del quartiere e non invece limitarsi a gestire la normale amministrazione, non essendo riuscito neppure a far votare i bilancio degli ultimi anni. L’unico atto concreto del quartiere è frutto di un gruppo di residenti che ha lottato per avere il mercato settimanale e uscire dall’isolamento indotto dalla malapolitica. Senza voler assumermi paternità, ma mi piace ricordare che l’ordine del giorno che vincolava la maggioranza a istituire il mercato è stato mio a nome del gruppo e dei cittadini di Colle Spina. Poi più nulla. Ecco, questa è la realtà del quartiere, che invece di crescere, a causa della lacunosa gestione, diviene sempre più degradato.

Al momento opportuno ricordatevi di tutto questo. Guardate intorno a voi, fate un’analisi seria della situazione, confrontate con quello che avviene negli altri comuni, confrontate imposte, servizi e vivacità. Paragonate lo stato di abbandono del nostro comune. Guardate a cosa fanno gli altri, guardate ai lavori pubblici, alla vivacità culturale, alla rinascita dei centri storici, alla partecipazione dei cittadini, alla disponibilità umana degli altri amministratori, guardate alla capacità di condurre la macchina amministrativa. E poi chiedetevi: ma a Labico, c’è tutto questo? Gli altri comuni vivono una situazione deficitaria come la nostra? Pagano per gli errori commessi da altri? Crescono o arretrano? Compito di ogni buona amministrazione è la crescita generalizzata, cioè di tutti. In questo paese si sono arricchiti in pochi e sempre gli stessi, coloro che hanno abusato della pazienza di tutta la cittadinanza. E’ il momento di dire BASTA. Di porre un freno all’ingordigia dei pochi guardando a tutti. Per fare questo è necessario sbarazzarsi di modi antichi e barocchi di fare politica. Avere il coraggio di liberare il paese da chi da decenni ha abusato della nostra pazienza. Fa parte del gioco democratico allontanare miseramente chi ha ridotto il paese così, per guardare avanti con fiducia senza abbandonarsi alla sconforto. Ci sono fior di potenzialità nel nostro comune che attendono di fare la propria parte per la crescita collettiva. La stagnazione pluridecennale ha bisogno di una sana bonifica: mai più amministratori così, ma più un sindaco che si barrica nel comune ed esce solo per le feste comandate con la sua bella fascia tricolore. Apriamo simbolicamente le finestre del palazzo comunale e facciamo entrare aria nuova, prima che la muffa ci faccia ammalare definitivamente. Labico ha bisogno d’altro, ha bisogno dell’altra Labico.

E’ la scuola, bellezza!

scuola media labico

Questa lettera l’ho protocollata oggi. Purtroppo, ho potuto constatare di persona lo stato dei riscaldamenti presso il plesso delle scuola medie: c’è un intero piano freddo, con l’assurdo di una classe, la III B, il cui riscaldamento non è mai partito dal giorno di accensione. Domanda: è così difficile provvedere a sistemare la valvola diffettosa? Possibile che per tutto si trovano i fondi e per la scuola mai? Possibile che a un mese dall’accensione dei riscaldamenti non si sia trovato un tecnico libero per riparare il guasto?

Io continuo a restare allibito e con me tutti coloro che vogliono cambiare e si imbattono in un muro di indifferenza. Mi auguro che là dove non arrivo io ci arrivino i genitori indignati degli alunni.

 

Al sindaco

Comune di Labico

Al Responsabile Ufficio tecnico

Al capo Dipartimento LL.PP.

p/c

Comando Polizia Municipale

Oggetto: Riscaldamento Scuola Media – Labico

Con la presente per comunicare che ho avuto modo di recarmi in data odierna presso il plesso scolastico delle medie di Labico e ho constatato di persona che l’impianto di riscaldamento del primo piano, là dove sono ubicate le classi della sez. B, non sono funzionanti o funzionano male o funzionano ad intermittenza. In modo particolare ho constatato, e poi confermato dai docenti e dagli alunni, che l’impianto della classe III B non è mai entrato in funzione, rendendo impossibile fare lezione in modo idoneo, perché i ragazzi, a ragione, si lamentano delle basse temperature, peggiorate quando le giornate sono prive di sole.

Mi è stato anche riferito che la classe destinata alla I B è chiusa da tempo per cause che non mi hanno saputo spiegare, ma che da ciò che mi è stato riferito dovrebbe trattarsi di un inconveniente risolvibile con un piccolo intervento. Lo stesso dicasi della classe destinata alla II B che, a detta degli alunni e dei docenti, presenta infiltrazioni d’acqua piovana dal tetto, causando oltre all’umidità, lo stacco di intonaci.

Ora è chiaro che tale situazione non può perdurare oltre in quanto ostacola il regolare svolgimento delle lezioni, presentando un ambiente ostile alla fruibilità degli spazi scolastici e al giusto stato d’animo per fare lezione in modo adeguato. Mi auguro che si ponga mano ai lavoro necessari per far cessare questa eterna precarietà delle strutture scolastiche, il cui ambiente deve essere il più confortevole possibile affinché gli alunni, i docenti e il personale tutto della scuola svolga al meglio le proprie mansioni.

Si resta in attesa di un sollecito riscontro alla presente.

Labico, 18 dicembre 2014

Il Consigliere Comunale

Maurizio Spezzano

Una scuola dubbia

attenzione-bambini

Si resta sempre basiti davanti all’approssimazione con cui si affrontano i problemi importanti, in alcuni casi si resta anche senza parole. In questo caso è il problema di sempre, sempre uguale, sempre identico, con un copione che si ripete all’infinito: la scuola. La situazione apparente si può riassumere più o meno così. A chiusura iscrizione alla scuola dell’infanzia di Labico si scopre che, come ogni santo anno da anni, una ventina di bambini restano fuori, perché le strutture sono insufficienti. Sta di fatto che a Labico questa tiritera si ripete da sempre, da quando il paese su spinta cementizia cresce a dismisura. Gli uffici si mettono al lavoro riuscendo ad avere un finanziamento per avviare una classe aggiunta in modo da far rientrare i bambini esclusi. Fatto questo, il passo successivo è l’ubicazione della nuova classe. Si cerca una soluzione – sicuramente precaria – e si individua nella scuola del primo ciclo la sede più idonea. Mancando di aule si decide di sgomberare la biblioteca della scuola per fare posto alla classe, con sommo dolore delle maestre e di chi si era impegnato per la sua realizzazione. Finale della storia, a breve i 19 bambini rimasti senza scuola inizieranno il loro percorso didattico con ben due mesi di ritardo, in una classe di fortuna, in un plesso che non è il loro. In realtà la questione non è così semplice come quella appena descritta, perché, prima di arrivare a questa soluzione, c’è tutto un lavorio sommerso fatto di parole e congetture. Andando per gradi si può riassumere l’intera vicenda in questo modo: Bambini esclusi: ogni anno a Labico si presenta lo stesso problema. Gli spazi sono insufficienti per cui un numero variabile di bambini resta fuori. In tutti questi anni l’amministrazione non ha mai fatto nulla per risolvere definitivamente il problema. Ha vivacchiato sperando nel perdono dei genitori messi a tacere con le classi verdi, invenzione di chi non sa programmare. Domanda: è così difficile immaginare che se si aggiungono case su case crescono anche gli abitanti e con loro i bambini? Evidentemente chi guarda al proprio naso non sa cosa c’è oltre. Per cui, questa situazione durerà in eterno se non si interviene per tempo. Peccato che per loro il tempo è scaduto e spero, lo spero di cuore, che alla prima possibilità i cittadini si ricordino di tutto questo e provvedano seguendo la tutela dei propri diritti. Presentazione del progetto: resisi conto che sarebbe successo di nuovo come già in passato, hanno ripresentato lo stesso progetto e per un anno ancora si è tirato a vivacchiare. Il progetto ha un costo e la gestione della classe verde va fatto in trasparenza. Chi si prenderà cura dei bambini? Insegnanti abilitati? Nominati da chi? Per fare cosa? C’è una programmazione didattica idonea? Chi vigilerà? Di chi sarà la responsabilità, dell’amministrazione o del Dirigente Scolastico? Domande legittime che tutte le persone di buon senso si pongono. Scelta della sede: questo è il vero nodo della questione! A chi compete la scelta della sede, al Dirigente Scolastico o all’amministrazione? C’è in corso il classico rimpallo di responsabilità. Perché? Semplice, perché le scelta è quasi obbligata: mancando gli spazi bisogna adeguare qualcosa ad un’altra cosa. Uno spazio didattico, in questo caso una classe, non è la sommatoria di banchi, sedie, cattedra e lavagna! No! Bisogna calcolare la luminosità, l’esposizione, i metri quadri per alunno, la sicurezza, la fruibilità degli altri spazi. Una classe non è uno spazio autonomo, è un pezzo di un intero corpo, per cui non può stare staccato. Funziona se il resto del corpo funziona. Da noi no! Si è scelto di ubicare la classe smontando la biblioteca nella scuola del primo ciclo. Due i torti: primo, non si può “annullare” un pezzo di scuola per generarne un altro, soprattutto se quel pezzo è costato sacrificio ed è utile allo svolgimento delle attività didattiche generali, dell’intero istituto. Non si possono legare le stringhe delle scarpe con una mano solo, il nodo non verrebbe mai bene! Bisogna che le mani collaborino. In questo caso non hanno collaborato; secondo, presso la sede deputata della scuola dell’infanzia ci sono due aule non utilizzate, poste al piano superiore. Domanda: perché non si è ubicata la classe lì che è il luogo naturale di una classe dell’infanzia? Problemi di sicurezza? Se è così, allora l’intero edificio non è sicuro? Non esistono parti a norma ed altre non a norma, in considerazione che le classi sono poste verticalmente e non orizzontalmente. Chi ha deciso che quelle aule non erano idonee? Se è così, perché l’amministrazione non è intervenuta per tempo per mettere a norma le aule e gli spazi comuni? La verità è che non c’è una testa che decide, ma come sempre è frutto del compromesso, e il compromesso è il pane e companatico di questa maggioranza, decisionista con i deboli mai con i forti. Sta di fatto che i bambini si trovano in uno spazio che non li avvolge e coinvolge, di docenti e alunni delle elementari (primo ciclo) che hanno interessi e obiettivi diversi. La progettazione didattica coinvolge l’ordine scolastico, per cui la progettazione della scuola dell’infanzia è diversa da quella del primo ciclo, a sua volta diversa da quella del secondo ciclo. Ma questo, purtroppo, chi guida, male, questo comune non può saperlo, il ragazzo è a digiuno di problematiche scolastiche e con lui l’intera compagine! Considerazioni finali. Come si concluderà l’intera vicenda? Ci sarà il consueto balletto delle responsabilità, che rimbalzeranno dalla scuola alla politica, da qui agli uffici, per poi tornare a scuola. E così via. Io credo che con un minimo di programmazione questo non sarebbe successo, sarebbe bastato fare due conti per tempo e verificare la potenzialità delle strutture. Purtroppo c’è poco da fare: fino a quando non si realizzerà un nuovo plesso scolastico questo problema si presenterà ogni anno. La scuola è la parte viva della società, è lì che si aiutano i ragazzi ad affrontare il futuro, ad essere preparati culturalmente, a diventare buoni cittadini, Le scuole che hanno un ambiente più accogliente producono di più. Non lo dico io, lo dicono gli studi fatti su un campione rappresentativo. Avere laboratori, aule luminose e spaziose, avere lavagne elettroniche, avere sale di computer, avere spazi ludici, avere la scuola nei pressi del centro vitale della comunità, avere docenti motivati e disponibili, tutto questo aiuta i ragazzi ad amare lo studio, ad amare la scuola, vero centro propulsore di energia. Sarà così a Labico? Io sono un sognatore, ma la ragione mi dice di no. Basta vedere alla bozza di scuola che questa maggioranza vorrebbe realizzare – sì, vorrebbe, perché ad oggi è solo un disegno su carta, niente di vero e di concreto, anche perché non hanno neanche un centesimo, è l’ennesimo tentativo per aggirare il problema, come la caserma, la città dell’arte, il PRG, i servizi in genere, ecc. ecc. – per rendersi conto di come la loro Weltanschauung (Visione del mondo n.d.r.) inizi all’incrocio della stazione e finisca all’incrocio dell’olmata. Sono talmente presi da se stessi che smentiscono il loro stesso operato: nel piano Regolatore adottato – in procinto di tornare indietro con tanto di lettera di accompagno da parte della Regione per manifesta incompatibilità urbanistica – avevano presentato la zona scolastica prevista come la soluzione finale a tutti i problemi. Ora che la musica è cambiata, presentano una bozza di struttura ubicata altrove, all’altezza del palazzetto dello sport, al confine con Palestrina, identificata sulla cartografia del PRG come zona sportiva. Cioè la zona scolastica prevista sul piano non si sa che fine farà, la zona sportiva muore e diventa scolastica, ma il tutto all’insaputa di tutti. Questi signori devono prima imparare l’abicì dell’urbanistica e poi, eventualmente operare! Ma della destinazione d’uso del suolo hanno mai sentito parlare? O conoscono della destinazione solo ciò che è funzionale ai loro interessi, politici, si intende! (A tal fine mi piacerebbe conoscere l’opinione dell’assessora all’urbanistica!) Oppure, hanno previsto i costi di urbanizzazione? La viabilità, il disagio sulla casilina, il costo sociale degli spostamenti, la distanza dal centro urbano, il deserto dei servizi? A proposito di disagi: ma l’eterno cantiere nel plesso del primo ciclo (Maestra Iole), al pari dell’eterno riposo, troverà mai una fine? Vedrà mai la luce la fine lavori? Riusciranno i nostri eroi a concludere prima delle elezioni per fare la consueta passerella, elogiando se stessi e dirsi che sono belli e sono bravi e che sono riusciti a farlo malgrado l’opposizione, come se opposizione fosse titolare dell’appalto? Mi auguro che questa breve sintesi sull’accaduto sia servita a far aprire gli occhi ai cittadini, a cui chiedo di vigilare, di fare scelte ponderate, di non cadere nel tranello parolaio di chi da sempre ha usato la suggestione per nascondere la propria inconsistenza. E’ una regola di vita. Questa vicenda ci ha insegnato due cose: non si sa chi ha preso la decisione e non si capisce come è possibile fidarsi ancora di questa classe politica.   PS: Mi è doveroso rivolgere un saluto ai membri del nuovo Consiglio di Istituto, a chi ha il coraggio di metterci la faccia e il tempo. Per cui, auguro a tutte le componenti un buon lavoro: al Dirigente affinché sia da guida, ai docenti un abbraccio particolare per la gran mole di lavoro in classe e fuori, al personale ATA e collaboratori perché nel silenzio dei più sono coloro che in realtà mantengono a gala la stessa scuola, ai genitori affinché collaborino per rendere la scuola sempre più importante e sempre più centrale nelle politiche amministrative. Infine, un abbraccio calorosissimo ai ragazzi, il pezzo pregiato della scuola, a loro che domani dirigeranno questo Paese, un immenso, grande e caloroso in bocca al lupo. Un grazie a chi mi ha coinvolto e a chi mi ha aiutato a mettere insieme i tasselli di questa paradossale vicenda.

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