Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Oggi parliamo di urbanistica

urbanisticaCome sapete il consigliere Ulsi si è dimesso, per cui a una settimana di distanza dal consiglio del 22 maggio, ne è stato convocato un altro per procedere alla surroga di Giordani, primo dei non eletti, ma lo stesso è stato “surrogato” a sua insaputa, come la casa di Scajola al Colosseo.

Il ritorno in Consiglio dell’ex mai troppo amato sindaco mi spinge a riprendere il tema dell’urbanistica, trattando tre argomenti: PUA, PRG e abusi edilizi veri e presunti.

PUA: acronimo di Piano Utilizzazione Aziendale, è un atto che permette, a chi ne ha titolo, di ampliare la propria azienda a patto che il progetto risponda a determinati criteri. Considerato che tale piano interviene in deroga al Piano Regolatore, il Consiglio è l’unico organo che può deliberare. Invece, a Labico succede, sindaco Giordani, che tale atto, mai portato in Consiglio, sia diventato realizzabile. Non solo, su un atto di per sé già dubbio, interviene addirittura il tentativo di modificare il piano originario, chiedendo una variante in corso d’opera. Dopo aver constatato la discutibile legittimità dell’atto, in sede di Commissione ho sollevato dubbi sulla opportunità di deliberare su questa PUA, mancante dei requisiti previsti per l’approvazione, perché viziato già all’origine. Ciò che mi ha decisamente colpito è la faciloneria con cui si tratta la materia urbanistica: trovandosi in difficoltà davanti le mie osservazioni, sia i tecnici del comune che la stessa maggioranza, lavandosene le mani, hanno attribuito la responsabilità al già sindaco non rimpianto e al già tecnico ancor meno rimpianto. Fatto sta che l’atto, una volta giunto in Consiglio, è stato ritirato, in attesa di non so cosa. Io ho voluto comunque dire la mia, mettendo il risalto ciò che avevo sostenuto in Commissione: secondo me, sarebbe opportuno investire della questione le autorità preposte, anche perché di urbanistica si finisce in galera e non so se il gioco vale la candela. Di certo, noi faremo i passi necessari per fare chiarezza su tutta questa vicenda. Credo che la devastazione del territorio perpetrata negli anni passati possa bastare, per cui è il tempo della riflessione e dell’analisi di ciò che è successo. Ho chiesto, e ribadisco, che venga istituita una commissione comunale di controllo per valutare l’impatto che questa colata di cemento ha avuto sul nostro territorio. Credo che sia una richiesta di buon senso e se la maggioranza non ha paura istituisca la commissione da subito.

PRG, la grande illusione, la torre su cui si è costruita la fortuna di questa maggioranza. Dalla data di approvazione, 31 gennaio 2007, ad oggi, giugno 2015, dopo la presentazione di 161 osservazioni, 12 sedute di consiglio e non so quante di commissione urbanistica, sono passati esattamente sette anni e mezzo e la Regione continua a sollecitare l’amministrazione ad inviare per intero la cartografia! Fa quasi rabbia pensare che dall’opposizione noi abbiamo sempre messo in risalto i limiti di quel PRG, perché puntava solo sul cemento in modo disarmonico, disordinato e senza logica. Abbiamo sempre criticato le scelte della maggioranza che non ha mai contrastato con proposte serie la nostra ostilità verso un piano che distruggeva il paese invece di arricchirlo. Abbiamo proposto più di una correzione, ma ostinatamente hanno seguito la logica degli affari sugli interessi dei cittadini. Basta solo uno sguardo alla cartografia per rendersi conto che non era fattibile un disegno urbanistico come quello. Oggi, la Regione ha comunicato il diniego all’approvazione senza le dovute correzioni. Il sindaco e la Giunta attribuiscono la responsabilità al tecnico che ha redatto il piano, lo stesso che ha incassato fior di migliaia di euro, nostri, delle nostre tasse. Io invece penso che le responsabilità siano politiche perché non hanno mai voluto confrontarsi con noi che avevamo in mente un’idea diversa di comunità, la cui urbanistica è parte integrante. Ora stanno rimettendo mano al PRG, quasi a nostra insaputa, non avendoci comunicato neanche il nome del tecnico individuato per redigere le dovute correzioni. Infatti, la determina dirigenziale che individuava il tecnico non è stata mai pubblicata sull’albo pretorio del comune, almeno per loro stessa ammissione. La trasparenza impone determinati riti, anche quello di informare chi pensa al territorio in modo difforme dalla maggioranza. C’era una sorta di tacito accordo basato sul rispetto istituzionale, che prevedeva, un confronto sul futuro del PRG, cosa abbastanza normale in un paese “normale”. Invece, al di là delle parole di circostanza nulla. Si sa solo che il nuovo tecnico costa alle casse del comune, cioè a noi, ben 40.000 Euro, che sommate all’onorario del precedente tecnico fanno qualcosa come 100.000 Euro. Se una parte di quei soldi sono di coloro che rappresento, mi piacerebbe poter dire la mia e indicare esattamente ciò che intendo per urbanistica. Lo faccio per Labico e per il rispetto che si deve a un paese così ricco di storia.

Abusi edili reali e presunti. E’ successo che la nostra amministrazione ha portato in giudizio un privato per un presunto abuso mai sanato. Questa è la motivazione ufficiale, in realtà la situazione è ben diversa. Infatti, è vero che il privato ha commesso l’abuso, un po’ come tutti quelli che vivono ai lotti, trasformando un terrazzo in cucina, tuttavia, lo stesso ha presentato domanda di sanatoria nei tempi dovuti, come molti altri, e versato il dovuto. Avendo sollecitato l’accoglimento della pratica, si è sentito rispondere in più occasioni che si era in dirittura d’arrivo. In realtà, con somma sorpresa, al posto della sanatoria è arrivato un decreto di demolizione e, alle proteste del medesimo, gli è stato riferito che della pratica c’erano poche tracce! Tra corsi e ricorsi, testimonianze, perizie giurate, avvocati, tecnici e quant’altro sembrava non dovesse mai arrivare la parola fine. La nostra attenta amministrazione ha allora intimato l’abbattimento, non della terrazza diventata cucina, ma di un gazebo coperto da una tenda, una legnaia e un manufatto di metallo che serviva per il deposito degli attrezzi. Evitando di incorrere nella durezza della legge, il nostro ha ben pensato di demolire i manufatti, come da richiesta del comune. Neanche il tempo di finire l’opera di demolizione ed ecco arrivare la sentenza definitiva: secondo il giudice aveva ragione il privato, imputando all’amministrazione la responsabilità dell’accaduto, in quanto la richiesta di condono era stata presentata nei tempi dovuti e gli uffici avrebbero dovuto sanare l’abuso come da richiesta. Non solo, il giudice ha messo in risalto l’inadeguatezza degli uffici nell’espletamento dei propri doveri. Questa vicenda è emblematica di come vanno le cose a Labico: tecnici pagati fior di migliaia di euro che approvano PUA omettendo l’iter corretto della pratica, sanatorie in base ad articoli di legge che permettono speculazioni da parte di alcuni costruttori, varianti in corso d’opera che modificano di gran lunga il progetto originario, torri di avvistamento in pieno centro storico che fanno a pugni con il progetto di recupero e le prescrizioni che riguardano il cuore del paese, lottizzazioni mai terminate, strade non asfaltate e buche tappate ad minchiam, ecc. ecc. Ora, se questo privato volesse chiedere i danni alla nostra amministrazione, chi paga? Chi lo risarcirà di tutti i soldi spesi in tecnici ed avvocati?

Morale della storia: per amministrare ci vuole anche il buon senso, compito della politica non è l’arroganza del potere, ma la corretta amministrazione che parte già dalla scelta dei collaboratori: se un tecnico viene pagato migliaia di euro deve rendere qualcosa alla cittadinanza, deve svolgere il proprio compito con dignità e moralità, non invece rispondere a logiche di parte o a ordini impartiti da qualche ufficio.

Ecco quindi la conclusione: PUA, PRG, abusi edilizi veri o presunti sono figli di scelte sbagliate, di tecnici inadeguati, di complicità politiche. I temi trattati sono piccoli esempi dello scempio nel nostro territorio, del consumo del suolo in modo indiscriminato, della malapolitica e del cattivo amministratore. Noi, su queste tematiche, abbiamo idee opposte a quelle della maggioranza, quindi, un Giordani in più o in meno non fa differenza, la differenza la fa la qualità politica di chi rappresenta le istituzioni. Fatevi due conti e poi decidete con chi stare.

C’è bisogno di aria nuova – L’ultimo numero dell’Agora’

Labico_primo-consigl.-Consiglieri-tot.Le vacanze sono finite e si riprende da dove avevamo interrotto. Ecco pronto l’ultimo numero dell’Agora’, che contiene i resoconti dei consiglio comunali di luglio e di agosto, l’interrogazione parlamentare, un fondo scritto a più mani e un editoriale in ultima pagina.

L’autunno si fa caldo e l’approssimarsi dell’approvazione del bilancio non sarà indolore per i cittadini labicani. L’inconsistenza di questa maggioranza e di questo sindaco sono sotto gli occhi di tutti, malgrado ciò continuano a mantenere i loro privilegi, a partire dall’approvazione scandalosa dell’assunzione delle due unità di supporto agli uffici comunali.

Tutto latita, dalla mancata attivazione dei centri estivi per i bambini all’estate labicana, al problema scuola, alla manutenzione del verde e delle strade, alla ricognizione dell’ovvio. Il paese è in totale stato di abbandono, i cittadini sempre più tartassati e i servizi peggiorano in qualità e quantità. Malgrado ciò la maggioranza non vede, non sente e non dice nulla, prova a spostare l’attenzione su altre questioni, come ad esempio proibirci di diffondere il nostro bollettino negli spazi commerciali, contravvenendo a tutte le norme in materia di libertà di parola e di opinione.

Sarebbe il caso che ognuno di noi facesse un’attenta analisi degli ultimi anni amministrativi, focalizzando in modo particolare la propria attenzione nel periodo che va dal sequestro del depuratore ad oggi, provando a incastrare le varie figure alle tessere dell’indagine.

Qualcuno, negli alti palazzi, ha preso sottogamba tutto, noi no. Noi da subito abbiamo rivelato che questa vicenda avrebbe affossato il comune. Dispiace ammetterlo, purtroppo è così. Bisogna assolutamente trovare dei rimedi, ma non possono essere gli stessi che il problema l’hanno creato. Bisogna cambiare aria in comune e far sloggiare il prima possibile chi ne ha le responsabilità, per primo il sindaco e la sua maggioranza che hanno continuato a dormire malgrado la casa continuasse ad imbarcare acqua ogni giorno di più. Noi nel nostro piccolo continueremo a fare la nostra parte a servizio dei cittadini e di certo non ci tireremo indietro dall’assumere le giuste risoluzioni che vanno nella direzione di liberare il paese da questa cappa opprimente e stagnante. Labico non può continuare ad agonizzare, ha bisogno di nuova linfa e nuove energie.

Maurizio Spezzano

Cliccando qui sotto potrete scaricare l’ultimo numero dell’Agora’

Agorà_1_19 agosto 2013

Quando la paura fa novanta e terrorizza i senza senza argomenti

pauraUna cosa è certa. L’opposizione che preoccupa Alfredo Galli si chiama Legalità e Trasparenza. Tra denunce, cause civili, intimidazioni di vario tipo Galli ha dimostrato – con le sue scomposte reazioni – di soffrire molto la nostra azione politica. Non stupisce quindi sapere che, nei giorni scorsi, alla vista della nostra pubblicazione “Agorà” in un locale pubblico del paese, sia andato su tutte le furie. La sola idea che qualcuno possa muovere delle critiche nei suoi confronti, abbia la supponenza di vergarlo nero su bianco e finanche l’ardire di diffonderlo nel “suo” paese, gli fa perdere il lume della ragione. Sembra – a sentire le chiacchiere del paese – che, alla vista dell’odioso oltraggio (ossia Agorà), abbia iniziato a lanciare contumelie, asserendo che quella pubblicazione sarebbe illegale con una velata accusa di connivenza (se non di complicità) nei confronti del gestore del locale per non aver prontamente provveduto ad eliminare l’illecita pubblicazione. Strano che il primo cittadino – a cui la legge attribuisce importanti responsabilità in merito alla pubblica sicurezza – di fronte ad un evidente (almeno a suo dire) illecito non abbia avviato una procedura per il ripristino della legalità. Avrebbe potuto – e dovuto – chiamare gli organi preposti e far sequestrare il corpo del reato, nonché avviare un’azione giudiziaria nei confronti dei responsabili. Niente di tutto questo. In compenso, subito dopo la sua uscita si è notata la sparizione delle numerose copie di Agorà. Che buffa coincidenza.

Ora è difficile ricostruire con esattezza l’episodio, che però parte da un dato di fatto inconfutabile: la convinzione del sindaco che la nostra pubblicazione sia illecita. Comprensibile persuasione da parte di chi interpreta in modo così distorto il concetto di democrazia da pensare che aver vinto le elezioni con poco più di un quarto dei voti dei cittadini labicani significhi essere il sovrano del paese, nei confronti del quale non sono ammesse le critiche. Non è un caso che abbia promosso azioni civili e penali nei confronti dei suoi detrattori, non è un caso che abbia abusato del suo potere per proibire con miserabili giustificazioni le riprese dei consigli comunali, non è un caso che – lui sì, violando apertamente la legge che pretende di insegnare agli altri – non abbia calendarizzato le mozioni dell’opposizione e abbia atteso oltre un anno per rispondere alle interrogazioni (ma non in consiglio comunale, sottraendosi, come sempre, al confronto). E allora noi, instancabili, lo interroghiamo nuovamente – per il momento in forma libera, riservandoci di porre le medesime domande nelle sedi proprie – per chiedergli: davvero ha nuovamente affermato che Agorà sarebbe illegale? E, in tal caso, perché non ne ha fatto disporre il sequestro? Perché non ha il coraggio di affrontare in nostra presenza – in consiglio comunale o in un dibattito pubblico – la presunta illegittimità della nostra pubblicazione? Teme di fare l’ennesima brutta figura, che è la ragione per la quale fa di tutto per rendere difficile ai cittadini la partecipazione ai consigli comunali?

Per quanto riguarda la sparizione delle copie di Agorà le risparmiamo la domanda e proviamo ad immaginare che siano sparite nel nulla. Del resto, con lei ad amministrare questo paese sono già spariti nel nulla 4 milioni di euro, cosa vuole che siano alcune decine di fogli in formato A4?

Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano

Agorà: le interrogazioni di luglio

Oggi abbiamo pubblicato l’ultimo numero dell’Agorà che raccoglie tutte le interrogazioni presentate negli ultimi otto giorni. Di sicuro avrete avuto modo di leggerle, ma se non l’avete fatto potete scaricare il file e stamparlo a piacimento, possibilmente diffondendolo tra amici e conoscenti.

L’apparente semplicità delle interrogazioni mette a nudo la pochezza di questa amministrazione comunale, capitanata, così come piace scrivere a un dotto giornalista locale, dal sig. Alfredo Galli che ogni giorno di più si dimostra inadeguato all’incarico ricoperto. La vicenda depuratore è emblematica della sua inconsistenza e, dopo mesi e mesi, qualsiasi soluzione verrà individuata sarà penalizzante per i cittadini già tartassati da tutte le altre imposte: acqua, IMU, TARES, scuolabus, buoni mensa. Per non parlare della fatiscenza dei servizi sempre più decadenti e dimenticati: scuola, viabilità, parchi, sport, illuminazione, cimitero. Quest’anno c’è addirittura l’aggravante della mancata istituzione dei campi scuola estivi, malgrado alcune associazioni volessero farsene carico.

Mi chiedo se gli elettori di questo signore siano soddisfatti di tutto questo. Mi auguro di no. Qui non è più una questione di schieramento ma di buona amministrazione, la stessa che manca a Labico. Il tira a campare con i tempi che corrono, e ci superano, non è più consentito a nessuno, soprattutto a noi che siamo gravati da un debito talmente alto da condizionare la vita politico amministrativa dei prossimi anni: chiunque vinca, data la pochezza di colui che ha governato e governa ancora le leve del comando, dovrà fare i conti con quattro milioni di debito fuori bilancio. E non certo per colpa nostra, o vuole attribuire la responsabilità ad altri, gioco che gli ha portato sempre bene? Stavolta il gioco si fa duro e, come ci insegnano i Blues Brothers, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a ballare.

Maurizio Spezzano

Cliccando qui sotto si può scaricare il file in pdf per una comoda lettura.

Agorà_1_18 luglio 2013

Un’amministrazione arroccata su se stessa

Ho già espresso la mia valutazione su questa maggioranza e l’ho fatto nelle sedi opportune ma anche attraverso comunicati stampa o articoli vari. Trovo veramente drammatica la situazione in cui ci hanno cacciato: totalizzare quattro milioni di euro di debito per la vicenda del depuratore in poco più di un anno non è roba da tutti. Certe cose possono avvenire ovunque, ma la stranezza sta nella gestione labicana della vicenda. Inizialmente, come ogni volta che c’era la necessità di attribuire responsabilità, questa veniva addossate al solito Giordani. Nel tempo, però, ci siamo accorti che gli errori non erano tutti suoi: lui serviva da foglia di fico, ma ora che non c’è più, di chi è la colpa? Chi ha temporeggiato facendo incancrenire il caso? Di chi è la colpa per essere riuscito a far marcire una vicenda che ha del paradossale? Non era un difetto di Giordani, ma un difetto di produzione dell’intera maggioranza, la vecchia e la nuova (tanto poco cambia, anzi per alcuni versi anche peggio!). Sono convinto che se si fossero seguite alla lettera le indicazioni che venivano dai vari Enti intermedi, forse non ci saremo trovati in questa si-tuazione che rischia di affossare prima il comune e poi le famiglie, o viceversa, a seconda dei punti di vista.

In questi mesi abbiamo sollevato il problema in tutte le sedi possibili: in Consiglio Comunale, con interrogazioni, con articoli e manifesti, con esposti alla Corte dei Conti. Io da solo sono l’autore di ben due esposti alla Corte dei Conti: la prima nel mese di ottobre, subito dopo l’approvazione del bilancio di previsione; la seconda, di questi giorni, così come avevo già annunciato in Consiglio Comunale il 17 maggio.

Malgrado tutto questo e malgrado i debiti accumulati, questa maggioranza cosa fa? Continua a “regalare” soldi a destra e a manca. Qualche esempio fra i tantissimi?

25.300 Euro per due anni a Fantasylandia, in “continuità” con la convenzione precedente, art. 4.

3.000 euro all’anno per la gestione del sito comunale al noto giornalista Daniele Flavi, senza neanche un avviso pubblico che ne desse notizia ai cittadini.

4.000 euro circa per la sistemazione degli uffici del sindaco e del vicesindaco, porta “frangi cittadino” inclusa.

575 euro, udite udite, per l’acquisto di 22 bandiere in occasione della venuta dei docenti europei che ben hanno pensato di tenere nascosti alla cittadinanza, invece di inserirli nel tessuto sociale cittadino, altri 100 euro per servizi fotografici. Servizi fotografici? Per fare cosa, far vedere che sono stato bravi o darci la prova che i docenti c’erano sul serio e che non era una finzione? Complimenti, ora fatevi una bella foto!! Detta in soldoni, la visita ci è costata circa 3.000 euro, ma al di là della bella presenza del sindaco, dell’assessore alla cultura e qualcuno che orbita intorno al gruppo, nessuno se n’è accorto.

40.000 euro, presunti, per il servizio autovelox. Qui c’è un discorso da aprire: da sempre lamento il costo eccessivo del servizio, invitando la nostra amministrazione a predisporre una postazione fissa di autovelox risparmiando sui costi del servizio. Secondo voi, perché non lo fanno? Semplice, perché incassano di meno e se come sembra il fine ultimo è FARE CASSA, è più conveniente una postazione mobile che punisca i conducenti, magari per soli 3 o 4 KM in più all’ora. Se l’obiettivo reale fosse la sicurezza dei cittadini si sarebbe già provveduto per tempo a fare vera prevenzione.

2.690 euro all’ex responsabile dell’ufficio tecnico, arch. Taccheri, per l’indennità di risultato. Avete capito bene, l’hanno cacciato perché ha centrato tutti i risultati compresa la sua cacciata. Complimenti di cuore, bella politica economica, ma soprattutto una splendida trovata!

E come diceva il buon Toto’: E IO PAGO.

Una vergogna! girando tra le determine c’è questo e altro ancora. C’è da restare basiti davanti alla faciloneria con cui si spendono i nostri soldi, soldi pubblici, soldi dei cittadini, soldi sudati, da noi! Non possiamo andare avanti così, non possiamo andare avanti con queste persone e con questo sindaco che sperpera il lavoro e le tasse dei labicani. Allora mi permetto di dare un suggerimento: Signor Sindaco, data la situazione drammatica in cui ci ha cacciato le do un consiglio, gratis naturalmente: impieghi il suo tempo a risolvere la questione del depuratore, poi si DIMETTA e da buon pensio-nato si goda la pensione, non è più idoneo a fare il sindaco. I tempi sono cambiati e Lei è fuori tempo massimo, la politica in genere e la situazione economica drammatica in cui ci troviamo non Le consentono più di gestire il comune come si faceva trent’anni fa. Perché Lei, Signor Sindaco, ha perso il contatto con la realtà, chiuso com’è nel bunker che ha ristrutturato a nostre spese in comune. Passi la mano, lo faccia non per me che le sto con l’alito addosso, ma per Labico e i labicani. E non perda tempo a denunciarmi, queste cose meschine le lasci fare a me, è il ruolo che ce lo impone. Pensi piuttosto a risolvere i problemi e in cima a tutto trovi i quattro milioni di euro con cui pagare il debito del depuratori, perché sono convinto che i labicani non la prenderanno benissimo qualora dovessero essere loro a pagare errori altrui.

Cliccandi qui sotto è possibile scaricare l’ultimo numero dell’Agora’. Buona lettura.

Agorà_1_17 giugno 2013

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