Oggi parliamo di urbanistica
Come sapete il consigliere Ulsi si è dimesso, per cui a una settimana di distanza dal consiglio del 22 maggio, ne è stato convocato un altro per procedere alla surroga di Giordani, primo dei non eletti, ma lo stesso è stato “surrogato” a sua insaputa, come la casa di Scajola al Colosseo.
Il ritorno in Consiglio dell’ex mai troppo amato sindaco mi spinge a riprendere il tema dell’urbanistica, trattando tre argomenti: PUA, PRG e abusi edilizi veri e presunti.
PUA: acronimo di Piano Utilizzazione Aziendale, è un atto che permette, a chi ne ha titolo, di ampliare la propria azienda a patto che il progetto risponda a determinati criteri. Considerato che tale piano interviene in deroga al Piano Regolatore, il Consiglio è l’unico organo che può deliberare. Invece, a Labico succede, sindaco Giordani, che tale atto, mai portato in Consiglio, sia diventato realizzabile. Non solo, su un atto di per sé già dubbio, interviene addirittura il tentativo di modificare il piano originario, chiedendo una variante in corso d’opera. Dopo aver constatato la discutibile legittimità dell’atto, in sede di Commissione ho sollevato dubbi sulla opportunità di deliberare su questa PUA, mancante dei requisiti previsti per l’approvazione, perché viziato già all’origine. Ciò che mi ha decisamente colpito è la faciloneria con cui si tratta la materia urbanistica: trovandosi in difficoltà davanti le mie osservazioni, sia i tecnici del comune che la stessa maggioranza, lavandosene le mani, hanno attribuito la responsabilità al già sindaco non rimpianto e al già tecnico ancor meno rimpianto. Fatto sta che l’atto, una volta giunto in Consiglio, è stato ritirato, in attesa di non so cosa. Io ho voluto comunque dire la mia, mettendo il risalto ciò che avevo sostenuto in Commissione: secondo me, sarebbe opportuno investire della questione le autorità preposte, anche perché di urbanistica si finisce in galera e non so se il gioco vale la candela. Di certo, noi faremo i passi necessari per fare chiarezza su tutta questa vicenda. Credo che la devastazione del territorio perpetrata negli anni passati possa bastare, per cui è il tempo della riflessione e dell’analisi di ciò che è successo. Ho chiesto, e ribadisco, che venga istituita una commissione comunale di controllo per valutare l’impatto che questa colata di cemento ha avuto sul nostro territorio. Credo che sia una richiesta di buon senso e se la maggioranza non ha paura istituisca la commissione da subito.
PRG, la grande illusione, la torre su cui si è costruita la fortuna di questa maggioranza. Dalla data di approvazione, 31 gennaio 2007, ad oggi, giugno 2015, dopo la presentazione di 161 osservazioni, 12 sedute di consiglio e non so quante di commissione urbanistica, sono passati esattamente sette anni e mezzo e la Regione continua a sollecitare l’amministrazione ad inviare per intero la cartografia! Fa quasi rabbia pensare che dall’opposizione noi abbiamo sempre messo in risalto i limiti di quel PRG, perché puntava solo sul cemento in modo disarmonico, disordinato e senza logica. Abbiamo sempre criticato le scelte della maggioranza che non ha mai contrastato con proposte serie la nostra ostilità verso un piano che distruggeva il paese invece di arricchirlo. Abbiamo proposto più di una correzione, ma ostinatamente hanno seguito la logica degli affari sugli interessi dei cittadini. Basta solo uno sguardo alla cartografia per rendersi conto che non era fattibile un disegno urbanistico come quello. Oggi, la Regione ha comunicato il diniego all’approvazione senza le dovute correzioni. Il sindaco e la Giunta attribuiscono la responsabilità al tecnico che ha redatto il piano, lo stesso che ha incassato fior di migliaia di euro, nostri, delle nostre tasse. Io invece penso che le responsabilità siano politiche perché non hanno mai voluto confrontarsi con noi che avevamo in mente un’idea diversa di comunità, la cui urbanistica è parte integrante. Ora stanno rimettendo mano al PRG, quasi a nostra insaputa, non avendoci comunicato neanche il nome del tecnico individuato per redigere le dovute correzioni. Infatti, la determina dirigenziale che individuava il tecnico non è stata mai pubblicata sull’albo pretorio del comune, almeno per loro stessa ammissione. La trasparenza impone determinati riti, anche quello di informare chi pensa al territorio in modo difforme dalla maggioranza. C’era una sorta di tacito accordo basato sul rispetto istituzionale, che prevedeva, un confronto sul futuro del PRG, cosa abbastanza normale in un paese “normale”. Invece, al di là delle parole di circostanza nulla. Si sa solo che il nuovo tecnico costa alle casse del comune, cioè a noi, ben 40.000 Euro, che sommate all’onorario del precedente tecnico fanno qualcosa come 100.000 Euro. Se una parte di quei soldi sono di coloro che rappresento, mi piacerebbe poter dire la mia e indicare esattamente ciò che intendo per urbanistica. Lo faccio per Labico e per il rispetto che si deve a un paese così ricco di storia.
Abusi edili reali e presunti. E’ successo che la nostra amministrazione ha portato in giudizio un privato per un presunto abuso mai sanato. Questa è la motivazione ufficiale, in realtà la situazione è ben diversa. Infatti, è vero che il privato ha commesso l’abuso, un po’ come tutti quelli che vivono ai lotti, trasformando un terrazzo in cucina, tuttavia, lo stesso ha presentato domanda di sanatoria nei tempi dovuti, come molti altri, e versato il dovuto. Avendo sollecitato l’accoglimento della pratica, si è sentito rispondere in più occasioni che si era in dirittura d’arrivo. In realtà, con somma sorpresa, al posto della sanatoria è arrivato un decreto di demolizione e, alle proteste del medesimo, gli è stato riferito che della pratica c’erano poche tracce! Tra corsi e ricorsi, testimonianze, perizie giurate, avvocati, tecnici e quant’altro sembrava non dovesse mai arrivare la parola fine. La nostra attenta amministrazione ha allora intimato l’abbattimento, non della terrazza diventata cucina, ma di un gazebo coperto da una tenda, una legnaia e un manufatto di metallo che serviva per il deposito degli attrezzi. Evitando di incorrere nella durezza della legge, il nostro ha ben pensato di demolire i manufatti, come da richiesta del comune. Neanche il tempo di finire l’opera di demolizione ed ecco arrivare la sentenza definitiva: secondo il giudice aveva ragione il privato, imputando all’amministrazione la responsabilità dell’accaduto, in quanto la richiesta di condono era stata presentata nei tempi dovuti e gli uffici avrebbero dovuto sanare l’abuso come da richiesta. Non solo, il giudice ha messo in risalto l’inadeguatezza degli uffici nell’espletamento dei propri doveri. Questa vicenda è emblematica di come vanno le cose a Labico: tecnici pagati fior di migliaia di euro che approvano PUA omettendo l’iter corretto della pratica, sanatorie in base ad articoli di legge che permettono speculazioni da parte di alcuni costruttori, varianti in corso d’opera che modificano di gran lunga il progetto originario, torri di avvistamento in pieno centro storico che fanno a pugni con il progetto di recupero e le prescrizioni che riguardano il cuore del paese, lottizzazioni mai terminate, strade non asfaltate e buche tappate ad minchiam, ecc. ecc. Ora, se questo privato volesse chiedere i danni alla nostra amministrazione, chi paga? Chi lo risarcirà di tutti i soldi spesi in tecnici ed avvocati?
Morale della storia: per amministrare ci vuole anche il buon senso, compito della politica non è l’arroganza del potere, ma la corretta amministrazione che parte già dalla scelta dei collaboratori: se un tecnico viene pagato migliaia di euro deve rendere qualcosa alla cittadinanza, deve svolgere il proprio compito con dignità e moralità, non invece rispondere a logiche di parte o a ordini impartiti da qualche ufficio.
Ecco quindi la conclusione: PUA, PRG, abusi edilizi veri o presunti sono figli di scelte sbagliate, di tecnici inadeguati, di complicità politiche. I temi trattati sono piccoli esempi dello scempio nel nostro territorio, del consumo del suolo in modo indiscriminato, della malapolitica e del cattivo amministratore. Noi, su queste tematiche, abbiamo idee opposte a quelle della maggioranza, quindi, un Giordani in più o in meno non fa differenza, la differenza la fa la qualità politica di chi rappresenta le istituzioni. Fatevi due conti e poi decidete con chi stare.