Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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La volpe e l’uva

Eccomi, beccati con il sorcio in bocca. Le bugie nell’immaginario collettivo hanno due rappresentazioni: naso lungo e gambe corte. Non so perché ma quelli di rinnovare ce li hanno entrambi. In merito all’articolo “In Spezzano veritas“, infarcito di parole scritte a casaccio, mi permetto di contraddire ogni loro parola. Infatti, ho avuto modo di recarmi nuovamente negli uffici per avere conferma di ciò che ho sostenuto. E non poteva essere altrimenti: ho date, costi e smentite. Per cui li metterò a tacere con le prove, non con le chiacchiere. Dopo, spero facciano una bella immersione in un bagno di umiltà, gli farà bene al corpo e allo spirito.

Per ora, visto che non ho tempo per scrivere grandi romanzi e a Copenaghen questa volta non ci sono potuto andare, mi limito a raccontare una favola, è di Esopo, che molto avrebbe scritto su questi personaggi. La morale finale si addice alla perfezione.

“LA VOLPE E L’UVA

Una volpe affamata vide dei grappoli d’uva che pendevano da un pergolato, e tentò di afferrarli più e più volte. Ma non ci riuscì. “Robaccia acerba!” disse allora tra sé e sé; e se ne andò. Così, anche fra gli uomini, c’è chi, non riuscendo per incapacità a raggiungere il suo intento, ne dà la colpa alle circostanze e agli uomini. Nel nostro caso all’opposizione e strada facendo ai dipendenti”.

Esopo, XXXII; Fedro, IV, 3.

Ora facciamo due conti semplici semplici che possono capire anche loro. I nostri sostengono, anche con una certa superficialità, che non ci sono cifre da 40.000 euro (da me citate), accusando chi mi ha informato di aver dichiarato cose inesistenti, anzi che lo hanno fatto male, e che mi sono inventato determine che non ci sono. Confermo che i miei informatori sono gli uffici, non le chiacchiere da bar o le mezze verità come fanno loro. E gli uffici, che lavorano in situazioni di effettiva difficoltà, sono sempre ben disposti a rispondere alle richieste dei consiglieri. Per cui, ancor prima di iniziare, a loro va la mia solidarietà per gli attacchi continui che subiscono da chi dovrebbe proteggerli e invece li fa diventare bersagli. Solidarietà massima ai lavoratori sempre e comunque.

Intanto, non mi informano ma mi informo, c’è una bella differenza (anche l’uso dell’italiano fa una bella differenza!!). Le famose opere migliorative da realizzare nell’ambito dell’opera pubblica dei lavori di ampliamento della scuola del primo ciclo (elementare) Maestra Iole, hanno un importo di 100.000 euro circa che la ditta “offre” al nostro comune (non sono regalati, fanno parte dell’offerta tecnica e migliorativa!!). Questo emerge dal computo metrico. Di questa cifra, 60.000 euro sono stati utilizzati per il tetto, la restante cifra, per un importo di circa 44.050, sono opere che riguardano altro. Nel computo metrico iniziale, erano destinati, per sei interventi: a) riqualificazione aiuole; b) area svago; c) vernici speciali; d) impianto fotovoltaico; e) sensori luci bagni; f) sensori ottici rubinetti bagni. Per intenderci, nell’aria svago erano previsti dei giochi che ad oggi non ci sono, né sono previsti nel nuovo computo metrico.

Per capire meglio la storia delle determine, cito un po’ di date. Intanto l’appalto è lungo, molto lungo, iniziato nel decennio precedente. Ma relativamente a ciò che ci interessa, tutto ha inizio il 15 dicembre 2016, quando il comune di Labico presenta il computo metrico estimativo delle opere a compensazione (i restanti 43.928,06) in variante a quello iniziale, cioè previsto nel computo metrico tecnico di assegnazione dell’appalto.

Il 30 dicembre 2016, si accettano le proposte e il responsabile del dipartimento firma la prima determina.

Il 5 gennaio 2017 viene firmato l’atto di sottomissione, tra il comune e la ditta, la quale si impegna a realizzare quelle opere.

Il 19 gennaio 2017 viene firmata la seconda determina che affida i lavori alla ditta, per un importo di 43.928,06.

Che cosa cambia rispetto a prima? Molto. Intanto cambia quello che era previsto nel computo metrico iniziale: i vialetti del “prato” (parola che suona stonata a chi è abituato a ragionare in metri cubi di cemento!!) che dovevano essere di brecciolino, a settembre diventano di asfalto bituminoso. (ancora non si sa chi lo abbia ordinato!), che con sommo scuorno fanno arrabbiare tutto un paese. A distanza di mesi, cinque per l’esattezza, si decide di eliminare l’asfalto, perché forse faceva schifo anche a loro, e si decide, così dice il computo metrico approvato, di rivestire una gran parte in quadrotti di gomma antitrauma, (zona est e zona ovest (?)), e la parte perimetrale delle aiuole a corteccia di pino (ma non c’era il pericolo che i bambini si potessero fare male?). Inoltre, è prevista la  sistemazione della pavimentazione interna in gomma (le parti saltate, per intenderci!), e poi udite udite, nuova targa in marmo del costo di 850 euro. Ma non l’avevano già messa la targa autocelebrativa? Che targa è questa? Mi auguro che si limitino a indicare il nome della scuola. Questi sono i lavori che si devono fare, possibilmente prima delle elezioni, così possono inaugurare un’altra volta.

La cosa grave sapete qual è? Che nel computo metrico iniziale era previsto l’impianto fotovoltaico. Avete capito bene, l’impianto fotovoltaico per un costo di 12.000 euro. Cucù, il fotovoltaico non c’è più! C’erano vernici speciali, c’erano sensori delle luci (a proposito, le luci della scuola sono quasi sempre accese di sera, di chi è la colpa? dell’opposizione?), c’erano sensori ai rubinetti del bagno, c’erano i giochi per l’aria svago.

Ecco, ho finito. Non c’è altro da aggiungere. Avevo scritto bugie? Ci sono le determine? Ci sono i 40.000 euro? Sono stati variati i lavori? I cittadini mi renderanno giustizia: se ho detto bugie è giusto che io paghi, ma se in Spezzano veritas loro si dovrebbero dimettere e anche di corsa. Io ho tutti gli atti, vecchi e nuovi. Se qualcuno che non si fida e vuole visionarli, sono disponibile in qualsiasi momento a metterli a disposizione. Per il resto ci sono chiacchiere e distintivo. Io non dico bugie, non fa parte della mia cultura. Orgoglioso delle mie origini contadine, fatte di sacrifici e onestà, mi hanno insegnato che non si mente ed è preferibile davanti agli errori, che pure ci possono essere, di avere l’umiltà di chiedere scusa. Io di solito lo faccio. Non so loro.

Metti l’asfalto … togli l’asfalto, … metti l’asfalto … togli l’asfalto …

Prendo a prestito un commento ironico di un mio amico per parlare di scuola e fare un po’ di chiarezza. Si rende necessario farlo, visto che abbiamo portato allo scoperto l’amministrazione a rispondere, almeno in questa fase, seppure con le mezze verità.

I lavori al plesso delle scuole del primo ciclo sono durate una eternità, lamentando noi, e con noi i genitori, la dilatazione dei lavori di adeguamento. Quest’anno, a settembre, in fretta e furia hanno fatto entrare i ragazzi nelle nuove aule. Felici noi e con noi i genitori, anche se qualche riserva l’abbiamo mostrata subito, ad esempio sul collaudo del soppalco: ci hanno risposto che era tutto a posto, invece non lo era per niente, perché hanno dovuto adeguare la struttura ancorandola meglio. Quindi piccola bugia, perdonabile! Conseguentemente, hanno asfaltato il cortile interno, fuori ogni logica e ogni buonsenso! Gli uffici, allora c’era ancora l’arch. Lupi, ci hanno risposto in modo sibilino: nessuno sapeva di chi fosse la responsabilità. L’architetto per uscire dall’impasse si è assunto la responsabilità, cosa a cui non ha creduto nessuno, forse neppure il buon Lupi. Le scuse furono le più assurde: ce lo ha chiesto il dirigente; è più economico perché non è prevista manutenzione; è meno pericoloso; ecc. ecc. Noi abbiamo rilevato che l’asfalto non si addice ad una scuola, soprattutto abbiamo trovato assurda la sostituzione del prato con il catrame, anche solo per una questione estetica, oltre che ambientale. La maggioranza e l’assessore hanno mantenuto il punto, accusandoci di fare sciacallaggio e di prendere a pretesto ogni cosa pur di fare consenso (neanche fossimo loro!!!!). Addirittura, con il solito post anonimo di Rinnovare per Labico – che nel 90% dei casi non firma mai e quindi non si sa chi sia l’interlocutore – accusarono la cittadina che per prima pubblicò la foto sui social di essersi trasformata in “direttore del cantiere”. Da lì a qualche giorno la natura fece il suo corso e cominciò a “fiorire” l’asfalto: l’erba più forte della testa dura di chi aveva deciso per l’asfalto, cominciò a fare capolino, aumentando sempre più. Ricordo bene che Danilo Giovannoli, in un post sul suo profilo, promise che in caso di vittoria alle elezioni amministrative l’asfalto lo avremmo tolto noi il giorno dopo l’insediamento, proprio come segno di discontinuità rispetto a questa amministrazione. Da allora più nulla.

All’improvviso, venerdì, ecco i mezzi meccanici che iniziano i lavori di rimozione. Naturalmente come è mio costume mi sono prima informato, ho scattato qualche foto e le ho pubblicato sul mio profilo facebook. Ho rintracciato una determina dirigenziale di novembre che elencava dei lavori a scuola e ho citato anche quella. E’ stata una piccola bugia che mi serviva per stanare l’amministrazione! Ci sono caduti dentro con tutte le scarpe! Era ciò che volevo, facendo immediatamente centro: Nadia, persona perbene, ma assessore un po’ lacunosa, pur di assaporare il gusto di darmi del bugiardo, mi ha rimproverato, con espressioni abbastanza educate, ma molto colorite, di non aver detto le verità! E’ vero, non è esattamente la verità, la verità è molto più grave. E ora elenco tutte le mancate verità:

  • Questi lavori sono frutto di una determina dirigenziale, in fase di approvazione, di 40.000 euro circa, che con la scusa dei miglioramenti da apportare ai lavori già fatti inserisce anche la rimozione dell’asfalto, non previsto nell’appalto originario. O meglio, si preferisce far credere che i lavori non costino nulla, ma in realtà costano eccome. Nessuno lavora per la gloria, soprattutto se utilizza mezzi meccanici importanti.
  • I lavori interessano anche il tetto della scuola. Domanda: ma se la scuola è stata appena consegnata – in realtà il cantiere non è ancora chiuso – perché c’è già la necessità di migliorare ciò che in teoria dovrebbe già “essere migliore”?
  • Ancora, se il cantiere ufficialmente, così come mi è stato riferito, non è stato ancora consegnato, come mai gli alunni sono stati già collocati nelle varie aule? Dovesse essere questa una bugia, con quale determina sono stati autorizzati ad entrare all’interno del cortile della scuola con mezzi meccanici?
  • Mi è stato detto che i lavori verranno fatti i giorni in cui la scuola è chiusa, si presume venerdì pomeriggio, sabato e domenica, per non disturbare le lezioni. Domanda: Ma se c’era la necessità di portare a termine questi lavori, non potevano concluderli e poi consegnare la scuola?
  • Se l’asfalto era la migliore soluzione – sbandierato anche in modo piuttosto arrogante nei giorni di polemica – perché si sta ripristinando il prato?
  • Se, come dicono loro, è la società ad avere la responsabilità della rimozione del prato sostituito dal catrame – lavori eseguiti, a loro dire, spontaneamente, senza che l’amministrazione ne fosse informata – perché si è atteso così tanto per ripristinare ciò che era previsto nel computo metrico originario? Da allora sono passati sei mesi e nel frattempo la natura ha fatto il suo corso facendo saltare lo strato di catrame, lo avevamo detto noi, i genitori e il personale scolastico.
  • Se una società non esegue i lavori a regola d’arte previsti dall’appalto, l’amministrazione ha il dovere di intervenire immediatamente, chiamando a giudizio la società. Non aspettare sei mesi! C’è la documentazione di contestazione dei lavori fatti senza l’autorizzazione dell’amministrazione? A me è stato riferito di no. Spero, naturalmente, che si siano sbagliati e che la contestazione alla società ci sia. Ma un dubbio mi sorge: nessuna società modifica di sua sponte i lavori previsti da un appalto senza che ci sia l’assenso di chi deve controllare, si rischia di non prendersi a carico gli interventi fatti! Chi è che mente?

Mi fermo qui. Questa è la dimostrazione che qualcosa non va. Io credo che sarebbe stato molto più semplice scusarsi con i cittadini per quell’asfalto bituminoso, ne avremmo preso atto e tutto sarebbe finito lì: la società avrebbe rifatto subito i lavori di ripristino del prato e avremmo risparmiato qualcosa, magari destinandolo alle attività didattiche. Invece, il loro modo di fare urta la sensibilità dei cittadini, ancor di più dei genitori dei bambini che frequentano la scuola. Voler per forza trovare sempre un altro responsabile è veramente insopportabile, anche perché sia l’educazione che il rispetto implicano in qualche caso l’umiltà di dire: HO SBAGLIATO. ABBIAMO SBAGLIATO. Niente di più umano.

Termino, non voglio giudicare e non voglio emanare sentenze, a me interessa che i cittadini vengano rispettati, sempre, in ogni circostanza. E’ a loro che noi dobbiamo la deferenza. Fare l’amministratore è un incarico rivolto al bene comune, alla collettività, alla gestione parsimoniosa delle risorse collettive. Per cui, dire scusa davanti all’errore – magari in buona fede – è una gran bella cosa. Io mi scuso per questo post che non avrei mai voluto scrivere, ma le circostanze e la cocciutaggine mi hanno assecondato a farlo. Chiedo umilmente scusa a tutti.

La scuola è di tutti

Al sindaco

Comune di Labico

e p/c

Ai coniugi Gusai

Dirigente Scolastico IC “L. da Vinci”

Presidente Consiglio di Istituto IC “L. da Vinci”

Al personale docente e non docente dell’IC “L. da Vinci”

Ai genitori degli alunni IC “L. da Vinci”

 

OGGETTO: MANCATA COMUNICAZIONE INVITO OPEN DAY E CONCERTO

Egregio signor Sindaco,

Avevamo pensato di scrivere una lunga lettera in cui facevamo il punto di tutte le volte che ai consiglieri di opposizione non sono state recapitate le comunicazioni o gli inviti da parte dei cittadini o delle istituzioni. Ma non ne vale la pena, conosciamo molto bene il suo modo di intendere le istituzioni e l’uso che ne fa. Per cui ci limitiamo a rammaricarci e a censurare il comportamento di chi è venuto meno ai propri doveri di neutrale amministratore.

wp_20170202_002Agli scriventi risulta che il personale dell’IC “L. da Vinci” di Labico – in occasione dell’Open Day e del concerto in onore dei coniugi Gusai, che generosamente hanno destinato alla scuola somme e macchine importanti per la crescita dei nostri ragazzi – aveva predisposto un invito, rivolto a tutti i consiglieri comunale, per assistere all’evento organizzato per lunedì 30 gennaio. Gli inviti sono stati consegnati a qualcuno dell’amministrazione che si era impegnato a recapitarli a tutti. Almeno questi erano gli accordi. Sta di fatto che questi inviti non sono mai stati recapitati ai destinatari o, almeno, non sono mai stati recapitati agli scriventi. Di converso, gli esponenti di giunta erano presenti al gran completo, in prima linea, a prendersi meriti che non hanno, né hanno mai avuto.

Questo gesto, che ad alcuni può sembrare insignificante, la dice lunga sui comportamenti di chi attua simile politica istituzionale. Se i rapporti politici qualcuno può intenderli compromessi, a causa di tali comportamenti, deve essere sempre fatto salvo il rispetto personale. La politica è fatta anche di scontri, a volte duri, ma questi non devono mai sconfinare nell’oltraggio o nell’ostracismo gratuito, anche perché il rispetto della persona resta centrale nella vita di chi rappresenta le istituzioni, qualsiasi sia il ruolo che svolge.

Ancora una volta Lei, o chi per Lei, ha fatto un torto difficilmente recuperabile agli occhi dei quasi due terzi di cittadini che noi rappresentiamo. Il mancato invito a noi corrisponde a un mancato invito alla stragrande maggioranza di labicani. Né potremo mai accettare la solita scusa a Lei avvezza, cioè “Io non ne sapevo nulla!” Nel nostro comune non c’è foglia che si muova se Lei non ordina o predispone. Non Le sfugge mai niente, ma davanti alle proprie responsabilità, anche le più palesi, nega ogni addebito. Lei ha sempre fatto così. La sua visione accentratrice offusca anche i rapporti umani. Ci consola l’idea che da qui a qualche mese i cittadini saranno chiamati a votare e a scegliere una nuova amministrazione e di sicuro non sarà Lei a prevalere.

wp_20170202_003Naturalmente, noi ci scusiamo con chi aveva lavorato affinché i rappresentanti dei cittadini fossero presenti e gioissero per la bella iniziativa; ci scusiamo con il Dirigente Scolastico e con il personale della scuola che lavorano tutti i giorni, pur tra mille difficoltà e pochi mezzi, per far crescere i nostri ragazzi; ci scusiamo con il presidente del Consiglio di Istituto e tutti i genitori i quali, magari, avranno pensato a uno sgarbo da parte nostra, ben conoscendo però l’impegno che sempre abbiamo dimostrato per la qualità scolastica, intesa come struttura e come luogo di crescita e aggregazione; ci scusiamo, in modo particolare, con i coniugi Gusai, che hanno dimostrato una sensibilità e una generosità difficilmente riscontrabile in questi tempi così difficili, e il fatto stesso che il loro pensiero sia stato per la scuola non può che riempirci di gioia e impegnarci affinché l’istruzione abbia le attenzioni che si merita.

Chiudiamo qui questa triste vicenda di trascuratezza e mancato rispetto nei nostri confronti, se un torto è stato commesso non lo è stato per noi, ma per l’intera collettività che ha visto privati i rappresentati dei cittadini a presenziare a un’iniziativa fondamentale per la crescita della nostra comunità.

Distinti saluti

Labico, 2 febbraio 2017

I Consiglieri comunali

Maurizio Spezzano

Nello Tulli

La vittoria dell’onestà

Chi la dura la vince. Così recita un adagio popolare molto efficace. Siamo stati pazienti e abbiamo fatto i passi necessari. Abbiamo denunciato le irregolarità dell’appalto della scuola media e il giudice ci ha dato ragione. Ci siamo costituiti parte civile, perché né l’amministrazione di allora (Giordani) né quella di oggi (Galli) hanno fatto nulla per tutelare i cittadini e i nostri diritti. Lo abbiamo fatto noi e avevamo ragione. Questo dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la buona politica c’è ed è viva, fa la sua parte e sta con il popolo. Grazie a chi ha creduto in noi e continua a manifestarci fiducia e consenso.

Di seguito troverete delle dichiarazioni che abbiamo rilasciato agli organi di stampa e il video, in una sorta di intervista doppia, in cui spieghiamo esattamente ciò che è successo. Questa è veramente la vittoria dell’onesta sulla faciloneria, le furbate e il disprezzo dei cittadini. Grazie.

Legalità e trasparenza vince la battaglia sull’appalto sospetto. Per il tribunale di Velletri l’affidamento dei lavori della scuola media è stato ottenuto grazie alla commissione di un reato.

E’ con una comprensibile soddisfazione che Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano commentano l’epilogo di una lunga vicenda iniziata ben 7 anni fa e che li ha visti combattere una battaglia solitaria alla ricerca della verità. “Finalmente il tribunale di Velletri ha riconosciuto quello che noi sostenevamo da tempo, ossia che i lavori per la scuola media siano stati affidati con una procedura viziata da alcune gravissime irregolarità. Purtroppo nessuno, a cominciare dal sindaco, all’epoca ci aveva ascoltati ed è stata necessaria una lunga lotta giudiziaria per ottenere finalmente il riconoscimento delle nostre ragioni”.

Tullio Berlenghi ripercorre la vicenda dall’inizio: “Il 6 novembre 2009 io e Maurizio Spezzano, dopo aver letto su un giornale locale la notizia dell’affidamento dei lavori per la ristrutturazione della scuola media, ci siamo recati al Comune per avere informazioni sull’appalto e abbiamo subito capito che c’era qualcosa di strano: la scelta del tipo di procedura, alcune irregolarità riscontrate nella pubblicazione del bando, l’assenza – all’epoca – di un elenco dei fornitori, le modalità e la curiosa sostanziale simultaneità di consegna delle buste, alterazioni nella compilazione dell’albo pretorio, l’evidente somiglianza della grafia di chi aveva compilato le domande (come confermato dalla perizia disposta dal tribunale). Insomma c’erano ragioni a sufficienza per far nascere non poche perplessità sull’ineccepibile regolarità dell’iter. Abbiamo immediatamente segnalato la questione sia al responsabile del procedimento sia al sindaco, al quale abbiamo chiesto di verificare la correttezza della procedura. Ovviamente non abbiamo avuto risposta e ci è stato fatto capire che non avevano alcuna intenzione di fare alcun tipo di verifica: l’iter sarebbe proseguito senza indugio. Io ho provato ad assistere all’apertura delle buste, ma, guarda caso, il responsabile del procedimento ha deciso di rinviare la stessa. Alla fine la procedura si è conclusa. Di cinque ditte partecipanti, due non avevano presentato la domanda,  due avevano la documentazione incompleta e l’aggiudicataria ha potuto ottenere l’appalto con un ribasso irrisorio: 4,78%, a fronte di una media di oltre il 20% delle gare ‘regolari’.

Abbiamo usato tutti gli strumenti per chiedere all’amministrazione di effettuare dei controlli, ma non c’è stato verso. Abbiamo fatto notare che l’irregolarità della procedura, oltre ad essere inaccettabile sotto il profilo amministrativo, comporta un danno per la collettività (nel caso in questione intorno ai centomila euro). Di fronte all’assordante silenzio di Giordani e Galli non abbiamo avuto altra scelta che rivolgerci alla magistratura. A seguito della nostra segnalazione sono partite le indagini e si è avviato un processo. Neanche questo è servito a smuovere i nostri amministratori. Pur essendo, infatti, il comune parte lesa, si sono guardati bene dal costituirsi parte civile. L’abbiamo dovuto fare noi, quando, chiamati a testimoniare in udienza, siamo venuti a conoscenza del processo in corso, durante il quale si è scoperto addirittura che una delle ditte “partecipanti” non aveva mai compilato il modulo (ma che, in caso di partecipazione, avrebbe offerto un ribasso del 20/25 per cento). Sarebbe bastata una telefonata per scoprirlo e nessuno al comune di Labico aveva ritenuto di farlo. Sciatteria o cosa?”

Conclude Maurizio Spezzano: “Il Tribunale di Velletri ci ha dato pienamente ragione. Con la sentenza del 7 ottobre scorso, il Giudice monocratico ha confermato che l’appalto per i lavori di ristrutturazione della scuola media è stato viziato dalla commissione di un reato molto grave, turbativa d’asta. E’ gravissimo che si speculi sull’intervento ad un edificio che ospita i nostri figli. Ed è ancora più grave l’assoluta indifferenza con cui il sindaco e il vicesindaco di allora hanno gestito la vicenda. Tra l’altro stiamo parlando dello stesso edificio del quale denunciamo da tempo l’inadeguatezza strutturale in caso di eventi sismici. Al di là delle responsabilità penali accertate, ci sono delle responsabilità politiche e amministrative di gran lunga più preoccupanti. Forse è davvero il caso che Labico decida di voltare pagina”.

Questo è il link per il video:

http://www.ibarbari.it/video/labico-la-sentenza-sullappalto-sospetto-cera-reato/

CHE STA SUCCEDENDO A LABICO?

Succedono strane cose a Labico, alcune apparentemente incomprensibili, altre comprensibilissime e nascondono la fame di interessi che circonda il nostro paese.

Succede, ad esempio, che le elezioni si avvicinano e la nostra amministrazione inizia la politica del recupero consensi. Qual è lo strumento migliore per confondere le carte se non utilizzare i soldi del comune per fare campagna elettorale? Sembra il gioco delle tre carte: ti illudono con una vincita pianificata e poi ti svuotano il portafogli. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma lo fanno tutti”! Vero, anzi verissimo. A Labico, ad esempio, lo abbiamo visto fare nel 2007 e nel 2012 e ci accingiamo a vederlo anche nel 2017, anzi, in questo caso non solo sono partiti in grandissimo anticipo, addirittura un anno prima del canonico inizio, ma in modo massiccio! Nei dieci mesi restanti, da qui alle elezioni, hanno la necessità di recuperare tutte le chiacchiere e distintivo previste dal programma elettorale del 2012 e tutte le corbellerie fatti in questi quattro anni. Chiacchiere madornali, programmi mai attuati, anzi in molti contesti addirittura peggiorati: lottizzazioni, servizi, tasse, rapporti con i cittadini, depuratori, debiti, scuola, trasporti, Colle Spina. C’è da aggiungere altro? Gli unici che vivono altrove senza accorgersene sono loro. O meglio, se ne sono accorti benissimo e sono partiti al contrattacco!

Labico, credo, sia l’unico caso al mondo in cui la maggioranza attacca in modo sfrontato e arrogante chiunque provi a contestare l’agire amministrativo e politico di questa maggioranza, scambiando la LEGITTIMA CRITICA in attacco personale, confondendo, come è loro abitudine, il pubblico con il privato o viceversa e il ruolo, maggioranza con opposizione. Mi viene in mente il gran proliferare di comunicati di contrattacco dell’ultimo periodo, in cui mostrano di aver cambiato strategia, mettendo in atto una sorta di difesa cautelativa, uno stillicidio di attacchi a chiunque azzardi a dire la propria, dimenticandosi del gioco democratico delle parti, in cui chi amministra la cosa pubblica è soggetto e oggetto, per legge democratica, di critica.

Ciò che stupisce è la indelicatezza e il linguaggio aggressivo e offensivo non consoni a chi esercita funzioni pubbliche. Ancor più grave, come a ragione faceva notare Tullio Berlenghi, che si usano strumenti non adatti a tali sfoghi da crocicchio: il sito istituzionale del nostro comune. Anzi, si è pensato, addirittura, di spendere soldi pubblici, nostri, per stampare manifesti di parte (si guardi alla velina sul bilancio).

Sul linguaggio indecoroso e minaccioso mi vengono in mente due esempi. Il primo in piena crisi da bolletta verde e mi vede coinvolto in prima persona: avendo smarrito la bussola del raziocinio, si è pensato di attaccarmi in modo rude e velenoso, non sull’aspetto politico – cosa più che legittima – ma su quello personale, definendomi “frustrato”, mettendo in dubbio le mie qualità di docente, arrivando addirittura a offendere la mia regione di appartenenza e il mio comune di provenienza, invitandomi a cambiare paese. Tradotto si potrebbe interpretare così: levati dai coglioni e tornatene in Calabria, sempre se ti vogliano (chiedo scusa per la volgarità, rischio di mettermi a loro pari!). Il secondo esempio è di qualche giorno fa, in cui, rispondendo a una critica legittima di Paris, si arriva alla minaccia bella e buona. Cito testuale “… il signor Paris si scava da solo la fossa …”. Si scava da solo la fossa! E che linguaggio è questo? Chi è questo pirata della penna che usa tal smodata forma di usare la lingua per tentare di ridurre al silenzio chi mette in risalto strafalcioni amministrativi a danno dei cittadini? Quale ratio spinge il sindaco a far pubblicare il comunicato di un anonimo estensore di sproloqui sul sito istituzionale del comune? Si sarà posto l’amletico dubbio del “chi ha scritto?” il signore del castello di Lugnano? Neanche il coraggio di firmarsi! O, probabilmente, il mandante di tale minaccia è proprio lui, visto che non ne ha preso le distanze. Ciò che colpisce è l’aggressività di bassa lega che si scorge in ogni parola, maiuscole incluse, una rabbia livorosa che non trova giustificazione in chi dovrebbe interpretare il proprio ruolo in ben altro modo. Che dovremmo dire noi cittadini, che parole dovremmo usare nei loro confronti dopo il colossale danno dei depuratori? E dopo gli esagerati accertamenti fiscali? E sugli esosi costi dei servizi sempre più carenti ma sempre più gravosi? E sulle inconcluse lottizzazioni che gridano vendetta e che lasciano i cittadini in quelle perenni condizioni di precarietà? E gli abitanti di Colle Spina sempre illusi da promesse elettorali e poi sistematicamente abbandonati al loro destino?

E’ frustrante avere a che fare con gente così. Ora sì frustrante, atteggiamento nobile di chi si vergogna per loro non avendo il coraggio di farlo da sé. Non getto la spugna per rispetto di chi ha aspettato anni per vedere finalmente un po’ di luce. L’uscita da questo incubo è imminente, i cittadini, finalmente si sono accorti di tutto ciò che è successo in questi anni. Sono venuti al pettine tutti i nodi irrisolti e ingarbugliati che questa maggioranza ha creato.

Come si può giudicare l’atteggiamento di non curanza che si ha verso i cittadini che lamentano disagi e che né il sindaco, né l’assessore all’urbanistica, né l’ufficio tecnico risolvono di loro sponte se non sollecitati dall’opposizione? Come si classificano i lavori di riparazione di un collettore fognario a Santa Maria eseguiti solo perché il sottoscritto è stato costretto ad allegare in consiglio comunale ben 12 foto, a pubblicare un video sui social network e a minacciare una denuncia presso le autorità competenti per veder risolto un problema che pendeva sui residenti di quel quartiere da anni, oggetto di denuncia nelle sedi proprie da parte dell’opposizione dal 2007, quando si segnalava in continuazione lo stato di precarietà dei servizi di quella lottizzazione non rispondente ai criteri deliberati dal consiglio comunale? Domanda lunga ma necessaria! Infatti, sta ancora lì, inconclusa, non presa in carico dal comune, senza l’asfalto e con le fogne in perenne stato di precarietà. Tutto questo non sarebbe successo se le fidejussioni fossero state svincolate solo alla conclusione delle opere di lottizzazione. Non hanno mai fatto autocritica e assunto le responsabilità su questa situazione che interessa più della metà del paese! Ebbene, sulle fogne segnalate sono intervenuti, dopo anni di segnalazioni, ma, probabilmente, solo perché la perdita dei consensi è così catastrofica che pensano di portarsi a casa qualche sorriso di circostanza prima della mazzata finale che pioverà sul loro capo a maggio prossimo. Non si chiama forse “campagna elettorale” questo intervento tardivo?

Termina qui la prima puntata di riflessione sullo stato di agitazione della maggioranza, che indigna, fa rabbia, perché obbliga anche gli spiriti tolleranti, che non sono io, a prendere parte alla contesa e augurarsi che maggio arrivi il prima possibile e faccia tabula rasa di questo modo di amministrare e di concepire il ruolo politico di indirizzo.

Invito i cittadini, tutti i cittadini, a cominciare a fare le dovute analisi sulla situazione labicana, a non dare credito e ascolto a coloro che già cominciano ad entrare nelle case provando a ritrovare una verginità politica che non possono avere, a proporre candidature per una lista, espressione di questa maggioranza, già agonizzante. Le responsabilità di tutto ciò che è successo a Labico hanno nome e cognome, in molti casi hanno anche una parentela e tanti interessi. Attenti al falso, comincia a circolarne parecchio, soprattutto ad opera dei soliti servitori che pensano di sfamarsi con le briciole.

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