Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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La fine dell’impero

Consiglio Comunale frizzante ma educato. C’era da deliberare il DUP, Documento Unico di Programmazione, e il bilancio di previsione. C’erano poi altri atti collegati alla manovra di bilancio, e, infine, tre punti controversi e in parte lacunosi. Totale nove proposte di deliberazione.

Per ordine. I primi quattro punti erano propedeutici al bilancio stesso; il primo, riguardava i servizi a domanda individuale, le cui tariffe sono rimaste invariate rispetto il 2016; secondo e terzo non incisivi per il nostro comune e ininfluenti ma ugualmente da deliberare; il quarto, riguardava il programma triennale delle opere pubbliche. In questo caso, sia io che il consigliere Tulli abbiamo mosso delle osservazioni e chiesto delucidazioni su due opere: il campo di calcio e la scuola. Risposte tecniche e siamo andati avanti. Risultato delle votazioni uguale per tutti: favorevoli 5, astenuti 2 (io e Nello).

Siamo entrati nel vivo del consiglio con il punto 5, “Esame ed approvazione DUP aggiornato e bilancio pluriennale triennio 2017/2019”. E’ l’atto più importante dell’amministrazione perché pianifica l’andamento economico per ogni anno. Punto molto dibattuto e risposte non sempre esaustive. Premetto che speravamo nella convocazione della commissione, sia per esaminare il bilancio nelle varie voci, sia, eventualmente, presentare qualche emendamento migliorativo. Purtroppo ciò non è avvenuto. Che cosa emerge dai dati del bilancio? Un dato incontrovertibile, ammesso dagli stessi esponenti di maggioranza: incapacità e ritardi nella riscossione e conseguente incapacità e ritardi nella spesa. Di chi la colpa? Non certo dell’opposizione, va da sé che la risposta è automatica. Ciò che è successo con gli accertamenti dell’anno scorso ha strascichi importanti che ci porteremo ancora dietro per un po’. Comporteranno problemi di quadratura dei conti. Per fare un esempio, l’amministrazione è in gravissimo ritardo con le riscossioni, tanto da determinare seri problemi nei pagamenti dei cittadini. C’è una massa enorme di mancati introiti da tassazione, più di 4.000.000 di euro, a fronte di altrettanti milioni di spese che non riusciamo ad onorare. Quest’anno, ad esempio, TARI doppia, 2016 e 2017, e conseguente pagamento rateizzato che occuperà le famiglie per ben otto rate: maggio, luglio, settembre, ottobre, novembre e dicembre del 2017, febbraio e aprile del 2018. Un vero salasso. Noi abbiamo chiesto l’individuazione delle responsabilità. Intanto, abbiamo puntato il dito contro la società AeG che a nostro giudizio ha responsabilità gravi: mancata armonizzazione dei software AeG/comune (almeno questo è emerso!), dati non corrispondenti con i subalterni delle particelle catastali, ritardo nella correzione degli errori, ritardo nell’aggiornamento del database delle riscossioni. Poi, contro il  RUP (Responsabile Unico del Procedimento) per mancata vigilanza e carenza di determinazione contro la AeG. Infine, ma non ultima, contro la maggioranza che non ha fatto valere i diritti dei cittadini che sono sovrani rispetto a quelli della società che ha gestito la partita.. Queste lacune, ma soprattutto la mancata determinazione ad affrontare il problema con serietà, hanno innescato un meccanismo che ha fatto tilt: da novembre 2015 a maggio 2017 siamo nel panico, a svantaggio dei cittadini che si vedono costretti a pagare colpe che non hanno: tutti noi vittime della leggerezza di alcuni. Non sarà facile per molte, moltissime famiglie. fare fronte a tutte queste rate. Se aggiungiamo il servizio idrico integrato, la rateizzazione del debito derivato dal depuratore e i debiti non riconosciuti, ecco la miscela esplosiva. Nessun allarmismo, per carità, ma questa è la situazione. Inoltre, le difficoltà economiche di alcune famiglie potrebbero creare ulteriori problemi di esigibilità. Credo che questo lo abbiano capito anche gli esponenti di maggioranza.

Dal punto di visto tecnico, è stato molto difficile leggere il bilancio perché non sono state riportate in dettaglio le cifre del 2016. Diciamo che è stato un bilancio determinato al buio, senza confronti con l’anno precedente, dato indispensabile per capire l’andamento reale dei conti. Nell’analisi dei dati ci siamo trovati una massa enorme di residui di cui ignoriamo gli anni. Tra questi, più di 800.000 euro di dubbia esigibilità, cioè non si sa se l’amministrazione riuscirà mai a recuperarli. Poi, capitoli non chiari, cifre non corrispondenti, dati non riportati; un esempio su tutti, il mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione, non riportati, che appesantiscono ulteriormente l’analisi del bilancio. Una gran confusione che con toni decisi abbiamo messo in risalto.

Noi crediamo che bisogna assolutamente fare chiarezza sui conti perché è difficile procedere al buio. I prossimi amministratori dovranno armarsi di santa pazienza e riportare tutto nell’alveo della normalità, della trasparenza e della legalità. Ricordo che il compito di chi amministra è la fermezza nell’alleggerire i problemi dei cittadini non peggiorarli. Messo ai voti il punto, cinque a favore (la maggioranza) e due voti contrari (io e Nello Tulli).

Punto 6, Approvazione scadenza TARI 2016. Bel pasticcio! La data, 2016, ci fa capire che è in arrivo quello che avremmo dovuto pagare lo scorso anno. Ricordo che nel precedente consiglio abbiamo approvato lo scadenzario del 2017, quattro rate, due nel 2017 (ottobre e dicembre) e due nel 2018 (febbraio e aprile). Invece quelle del 2016 tutte in questo anno: maggio, luglio, settembre e novembre. E non è detto che maggio si rispetti. Proprio per questo motivo c’è stato un forte diverbio tra me e il responsabile d’aria, che è anche il RUP dell’accertamento del 2015. Le bollette sono ancora in stampa e non c’è la certezza che la consegna delle 2400 lettere avverrà in tempo utile per fare fronte al pagamento della prima rata (31 maggio). Restano fuori ancora 700 utenze che necessitano correzioni e non ancora mandate a ruolo. Un vero problema! Questo ritardo e la faciloneria nella gestione della questione sottoporrà i cittadini a un vero tour de foce di pagamenti. Conclusione: gli altri sbagliano e i cittadini pagano. Mi auguro che la responsabilità non ricada sui nuovi amministratori.

Io e il consigliere Tulli ci siamo molto irritati per il mancato rispetto della promessa del sindaco di chiedere i danni alla società AeG per inadempienza contrattuale. Così come ci siamo irritati verso il responsabile del procedimento che a nostro giudizio ha cincischiato, penalizzando i cittadini. Messo ai voti, io ho preferito non partecipare, mentre la maggioranza ha votato a favore e Nello si è astenuto.

Punto 7, Riapprovazione progetto preliminare campo sportivo, apposizione vincolo espropriativo. Anche questo un mezzo disastro. Punto ritirato perché gli atti erano carenti e non presi in visione dai consiglieri. Solo per informazione, io e Nello abbiamo avuto modo di “sbirciare” la cartografia. Secondo noi se resta così si prospetta una situazione peggiore della volta precedente! In più i costi passano da poco più di un 1.900.000 a 2.650.000. Questo incremento trova solo parzialmente giustificazione. Torneremo sull’argomento perché la maggioranza intende convocare un altro consiglio comunale il 18 maggio proprio per l’analisi di questo punto. Una sola nota polemica: quei manifesti affissi in gran quantità in paese non rappresentano nulla, non rispecchiano la verità dei fatti, non sono opera dei nostri uffici, né del progettista. ! Recavano l’intestazione del comune ma non sono roba nostra. Oltretutto, non corrispondono a nessun progetto visionato dai consiglieri. Servivano solo a creare confusione per buttare discredito su di noi che avevamo condotto una battaglia giusta. Molte delle nostre osservazioni (ricordate i miei 11 punti critici?) sono state accolte a dimostrazione della bontà della nostra posizione. Chiederci scusa non guasterebbe, senza voler fare polemica.

Punto 8. Modifica al Piano di Emergenza Comunale. Lacunoso e improvvisato. Abbiamo chiesto il ritiro del punto perché non rispecchia la situazione reale del nostro comune. Richiesta respinta pur concordando in toto con le nostre osservazioni. Questo punto lo avevamo già deliberato, ma avendo la Regione mosso alcuni rilievi, puta caso coincidenti con i nostri, è tornato là dove era partito, in tutti i sensi! Inascoltati allora, inascoltati oggi. Restano le stesse identiche lacune di novembre. Però noi pagheremo ugualmente il tecnico: 10.000 euro. Per farvi capire la paradossale situazione che abbiamo riscontrato, basta un solo dato: nell’atto di oggi, così come in quello di novembre, abbiamo fatto rilevare, tra i tanti errori, uno macroscopico: in caso di calamita naturale, chiunque chiami il COC (Centro Operativo Comunale) – prefettura, questura, protezione civile, ministero dell’Interno – comporrà il numero fornito, ma, dall’altra parte, risponderà “una voce” a noi cara, quella del nostro amico Massimo Ciocci. Mi fermo qui, giudicate voi. 5 a favore (la maggioranza), 2 astenuti (io e Nello).

Ultimo punto, 9, Magazzino comunale, approvazione progetto definitivo per l’apposizione del vincolo espropriativo e dichiarazione di pubblica utilità. Altra questione ingarbugliata. Punto aggiunto il giorno prima del consiglio, consegnato in mattinata. Fino alle ore 18 circa gli atti non erano disponibili. Alla nostra richiesta di illegittimità la segretaria ha confermato la nostra osservazione. La maggioranza ha fatto quadrato e, forzando regolamento e legge, lo ha approvato ugualmente. Premetto che questo punto era stato ritirato dal consiglio precedente, su nostra sollecitazione, perché non conforme ai requisiti di legge, almeno questo è stato quello che noi abbiamo affermato. Il sindaco lo ha riproposto ma senza rimuovere le criticità emerse precedentemente. Sta di fatto che ci accingiamo a comprare un immobile, a parziale pagamento di oneri di urbanizzazione mai versati, che presenta elementi che dovrebbero ostacolarne l’acquisto. Votazione: 5 favorevoli (la maggioranza), mentre noi non abbiamo partecipato al voto.

In sintesi, non è facile riassumere quattro ore di consiglio comunale! Pensavamo che questo sarebbe stato l’ultimo, invece ce ne sarà sicuramente un altro il 18 maggio, a consiglio comunale in teoria sciolto e non in grado di deliberare se non atti improcrastinabili. Vedremo cosa succederà.

Dal resoconto emerge con chiarezza che siamo arrivati alla fine dell’impero, e come tutte le dinastie in disfacimento emerge la debolezza dell’azione politica. Il bilancio, le scadenze delle rate, il piano di emergenza comunale, il campo sportivo, l’acquisizione dell’immobile sono tutti punti di debolezza. Mai come questa volta tanti abbagli e tutti insieme.

Sono convinto che io e Nello siamo stati all’altezza della situazione, abbiamo dimostrato capacità di analisi e di proposta. Se avessero seguito le nostre indicazioni forse non ci saremo trovati in queste condizioni. Chiedere ai cittadini di pagare in un solo anno, anche se a rate, l’importo di due anni di TARI risulta essere un balzello non indifferente. Hanno sempre sbandierato ai quattro venti la loro attenzione verso i ceti deboli, ma nei fatti si sono smentiti. Ricordo ancora l’incontro avuto con i dirigenti della società AeG, eravamo determinati a mettere a nudo la loro protervia. Se il sindaco e i suoi consiglieri ci avessero dato ascolto, piuttosto che mostrarsi “timidi” nei loro confronti e arroganti nei nostri e in quelli dei cittadini, avremmo trattato la questione in un altro modo e di sicuro sarebbe finita a vantaggio di tutti noi. Invece, siamo stati accusati di seminare bugie ed oggi i nodi vengono al pettine. Ci era stato assicurato che il comune avrebbe intrapreso azioni legali contro la società, invece ci troviamo a dover pagare sei rate di imposte in sette mesi. Inutile infierire, il ciclo è finito e i cittadini sapranno valutare. L’undici giugno c’è la possibilità di ripristinare politiche di buonsenso e vicinanza ai cittadini.

Buona campagna elettorale a tutti, anche ai nostri avversari, affinché tutto si svolga serenamente mettendo i cittadini nella condizione di scegliere in libertà e in base a uomini e idee.

Piccola nota a margine: Si chiude un’era. Molti consiglieri non si presenteranno più, praticamente tutti, tranne qualche piccola eccezione. I saluti li farò subito dopo la presentazione delle liste. Mi limito qui a ringraziare tutti il sindaco e consiglieri di maggioranza, chiedendo scusa loro se in qualche occasione ho alzato i toni. Ma io sono un passionale e il carattere fa il resto. Penso di non aver serbato rancore per nessuno, anche nei momenti di rabbia. Al di là della politica restano i rapporti umani, siamo tutti della stessa comunità e tutti insieme dobbiamo concorrere a migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini. Grazie a tutti, sindaco, assessori, consiglieri.

Grazie al mio compagno di viaggio: Nello Tulli, ha saputo sostenermi e consigliarmi. Ho apprezzato la sua generosità politica e ne sono contento. A presto.

CHE STA SUCCEDENDO A LABICO?

Succedono strane cose a Labico, alcune apparentemente incomprensibili, altre comprensibilissime e nascondono la fame di interessi che circonda il nostro paese.

Succede, ad esempio, che le elezioni si avvicinano e la nostra amministrazione inizia la politica del recupero consensi. Qual è lo strumento migliore per confondere le carte se non utilizzare i soldi del comune per fare campagna elettorale? Sembra il gioco delle tre carte: ti illudono con una vincita pianificata e poi ti svuotano il portafogli. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma lo fanno tutti”! Vero, anzi verissimo. A Labico, ad esempio, lo abbiamo visto fare nel 2007 e nel 2012 e ci accingiamo a vederlo anche nel 2017, anzi, in questo caso non solo sono partiti in grandissimo anticipo, addirittura un anno prima del canonico inizio, ma in modo massiccio! Nei dieci mesi restanti, da qui alle elezioni, hanno la necessità di recuperare tutte le chiacchiere e distintivo previste dal programma elettorale del 2012 e tutte le corbellerie fatti in questi quattro anni. Chiacchiere madornali, programmi mai attuati, anzi in molti contesti addirittura peggiorati: lottizzazioni, servizi, tasse, rapporti con i cittadini, depuratori, debiti, scuola, trasporti, Colle Spina. C’è da aggiungere altro? Gli unici che vivono altrove senza accorgersene sono loro. O meglio, se ne sono accorti benissimo e sono partiti al contrattacco!

Labico, credo, sia l’unico caso al mondo in cui la maggioranza attacca in modo sfrontato e arrogante chiunque provi a contestare l’agire amministrativo e politico di questa maggioranza, scambiando la LEGITTIMA CRITICA in attacco personale, confondendo, come è loro abitudine, il pubblico con il privato o viceversa e il ruolo, maggioranza con opposizione. Mi viene in mente il gran proliferare di comunicati di contrattacco dell’ultimo periodo, in cui mostrano di aver cambiato strategia, mettendo in atto una sorta di difesa cautelativa, uno stillicidio di attacchi a chiunque azzardi a dire la propria, dimenticandosi del gioco democratico delle parti, in cui chi amministra la cosa pubblica è soggetto e oggetto, per legge democratica, di critica.

Ciò che stupisce è la indelicatezza e il linguaggio aggressivo e offensivo non consoni a chi esercita funzioni pubbliche. Ancor più grave, come a ragione faceva notare Tullio Berlenghi, che si usano strumenti non adatti a tali sfoghi da crocicchio: il sito istituzionale del nostro comune. Anzi, si è pensato, addirittura, di spendere soldi pubblici, nostri, per stampare manifesti di parte (si guardi alla velina sul bilancio).

Sul linguaggio indecoroso e minaccioso mi vengono in mente due esempi. Il primo in piena crisi da bolletta verde e mi vede coinvolto in prima persona: avendo smarrito la bussola del raziocinio, si è pensato di attaccarmi in modo rude e velenoso, non sull’aspetto politico – cosa più che legittima – ma su quello personale, definendomi “frustrato”, mettendo in dubbio le mie qualità di docente, arrivando addirittura a offendere la mia regione di appartenenza e il mio comune di provenienza, invitandomi a cambiare paese. Tradotto si potrebbe interpretare così: levati dai coglioni e tornatene in Calabria, sempre se ti vogliano (chiedo scusa per la volgarità, rischio di mettermi a loro pari!). Il secondo esempio è di qualche giorno fa, in cui, rispondendo a una critica legittima di Paris, si arriva alla minaccia bella e buona. Cito testuale “… il signor Paris si scava da solo la fossa …”. Si scava da solo la fossa! E che linguaggio è questo? Chi è questo pirata della penna che usa tal smodata forma di usare la lingua per tentare di ridurre al silenzio chi mette in risalto strafalcioni amministrativi a danno dei cittadini? Quale ratio spinge il sindaco a far pubblicare il comunicato di un anonimo estensore di sproloqui sul sito istituzionale del comune? Si sarà posto l’amletico dubbio del “chi ha scritto?” il signore del castello di Lugnano? Neanche il coraggio di firmarsi! O, probabilmente, il mandante di tale minaccia è proprio lui, visto che non ne ha preso le distanze. Ciò che colpisce è l’aggressività di bassa lega che si scorge in ogni parola, maiuscole incluse, una rabbia livorosa che non trova giustificazione in chi dovrebbe interpretare il proprio ruolo in ben altro modo. Che dovremmo dire noi cittadini, che parole dovremmo usare nei loro confronti dopo il colossale danno dei depuratori? E dopo gli esagerati accertamenti fiscali? E sugli esosi costi dei servizi sempre più carenti ma sempre più gravosi? E sulle inconcluse lottizzazioni che gridano vendetta e che lasciano i cittadini in quelle perenni condizioni di precarietà? E gli abitanti di Colle Spina sempre illusi da promesse elettorali e poi sistematicamente abbandonati al loro destino?

E’ frustrante avere a che fare con gente così. Ora sì frustrante, atteggiamento nobile di chi si vergogna per loro non avendo il coraggio di farlo da sé. Non getto la spugna per rispetto di chi ha aspettato anni per vedere finalmente un po’ di luce. L’uscita da questo incubo è imminente, i cittadini, finalmente si sono accorti di tutto ciò che è successo in questi anni. Sono venuti al pettine tutti i nodi irrisolti e ingarbugliati che questa maggioranza ha creato.

Come si può giudicare l’atteggiamento di non curanza che si ha verso i cittadini che lamentano disagi e che né il sindaco, né l’assessore all’urbanistica, né l’ufficio tecnico risolvono di loro sponte se non sollecitati dall’opposizione? Come si classificano i lavori di riparazione di un collettore fognario a Santa Maria eseguiti solo perché il sottoscritto è stato costretto ad allegare in consiglio comunale ben 12 foto, a pubblicare un video sui social network e a minacciare una denuncia presso le autorità competenti per veder risolto un problema che pendeva sui residenti di quel quartiere da anni, oggetto di denuncia nelle sedi proprie da parte dell’opposizione dal 2007, quando si segnalava in continuazione lo stato di precarietà dei servizi di quella lottizzazione non rispondente ai criteri deliberati dal consiglio comunale? Domanda lunga ma necessaria! Infatti, sta ancora lì, inconclusa, non presa in carico dal comune, senza l’asfalto e con le fogne in perenne stato di precarietà. Tutto questo non sarebbe successo se le fidejussioni fossero state svincolate solo alla conclusione delle opere di lottizzazione. Non hanno mai fatto autocritica e assunto le responsabilità su questa situazione che interessa più della metà del paese! Ebbene, sulle fogne segnalate sono intervenuti, dopo anni di segnalazioni, ma, probabilmente, solo perché la perdita dei consensi è così catastrofica che pensano di portarsi a casa qualche sorriso di circostanza prima della mazzata finale che pioverà sul loro capo a maggio prossimo. Non si chiama forse “campagna elettorale” questo intervento tardivo?

Termina qui la prima puntata di riflessione sullo stato di agitazione della maggioranza, che indigna, fa rabbia, perché obbliga anche gli spiriti tolleranti, che non sono io, a prendere parte alla contesa e augurarsi che maggio arrivi il prima possibile e faccia tabula rasa di questo modo di amministrare e di concepire il ruolo politico di indirizzo.

Invito i cittadini, tutti i cittadini, a cominciare a fare le dovute analisi sulla situazione labicana, a non dare credito e ascolto a coloro che già cominciano ad entrare nelle case provando a ritrovare una verginità politica che non possono avere, a proporre candidature per una lista, espressione di questa maggioranza, già agonizzante. Le responsabilità di tutto ciò che è successo a Labico hanno nome e cognome, in molti casi hanno anche una parentela e tanti interessi. Attenti al falso, comincia a circolarne parecchio, soprattutto ad opera dei soliti servitori che pensano di sfamarsi con le briciole.

L’umiliazione degli onesti

Questo che leggerete è il volantino che come opposizioni volevamo diffondere domenica in piazza e che il sindaco ha ben pensato di negarci. Avremmo potuto farlo ugualmente, non avendo bisogno di nessuna autorizzazione per volantinare un documento politico dei gruppi, ma noi rispettiamo le regole e l’educazione politica, cosa che non si può dire di questa maggioranza e di questo gruppo che pubblica ingiurie anonime impunemente firmate Rinnovare per Labico. Noi alle ingiurie, alle calunnie e alle diffamazioni rispondiamo con la politica. Alla paura dei miserabili, rispondiamo con il coraggio della legalità. Cambiare e Vivere Labico e Legalità e Trasparenza hanno condotto una battaglia alla luce del sole senza alzare i toni né ingiuriare chicchessia, pur avendone tutte le ragioni. Evidentemente chi sta dall’altra parte e condivide l’azione di questa maggioranza si sente il terreno franare sotto i piedi e prova a contrattaccare cercando di condurci nel loro terreno fatto di calunnia e di razzismo. Ci saremo aspettati una presa di distanza dal sindaco, dalla giunta e dalla maggioranza dal volantino diffamante, ma l’educazione politica non è nel loro dna. A loro piace così, gli piace sguazzare nell’ingiuria e nella arroganza. Meglio così, delle loro scuse non sappiamo che farcene, non essendo sincere ci darebbero anche fastidio. Noi andremo avanti nella nostra azione sempre più forte e sempre più incisiva. Sveglia labicani, la primavera di liberazione è prossima!

Cambiare e Vivere Labico – Legalità e Trasparenza

Ne abbiamo sentite di cotte e di crude, in questi giorni di panico da bolletta verde, non ultimo che, “il sindaco è stato costretto”. Battuta da commedia pura! Scaricare le responsabilità sugli altri senza assumersene le proprie non paga più, i cittadini hanno capito benissimo cosa è successo, chi è nel giusto e chi è nel torto; chi ha cercato di difendere i cittadini e chi li ha additati. Per contrastare le menzogne e far emergere la verità non c’è che un metodo: affrontare per punti la questione.

Lotta politica e non personale. Galli accusa le opposizioni di aver agito per motivi personali ed elettorali: niente di più falso. In tutti i comuni del mondo, il sindaco è a capo dell’amministrazione e le opposizioni chiamano in causa chi comanda non chi esegue. Fare opposizione non significa prendersela con la persona, ma con il ruolo. Muovere obiezioni al modo di fare politica rientra nel gioco democratico della contrapposizione di vedute. Non è mai un fatto personale ma politico. La verità è che Galli, come sua abitudine, avrebbe voluto una opposizione sottomessa alla sua volontà: impossibile per chi come noi ha una visione diametralmente opposta alla sua. Voler far passare a tutti i costi che le opposizioni ce l’abbiano con Galli non corrisponde al vero, significa molto più semplicemente che l’agire di Galli è contraria al buon senso e agli interessi dei cittadini. Chi la mette sul personale, come ha fatto Galli, è mancante di argomenti e non sa come contrapporsi alle giuste obiezioni dell’opposizione. Lui vorrebbe convertire la lotta politica a un fatto personale, gioco che non fa per noi, perché dal nostro punto di vista sono le soluzioni ad essere diverse. Sono stati il sindaco e la sua giunta ad aver scelto di alzare i toni, al solo scopo di distogliere l’attenzione dal problema vero, facendosi passare per vittime e non per carnefici. Hanno individuato nelle opposizioni i nemici, minacciando, inoltre, di denuncia i cittadini che sui social manifestavano, legittimamente, la loro indignazione. A un primo timido tentativo di chiedere scusa e riconoscere alle opposizioni il contributo alla risoluzione del problema, è seguita la grande ira: Galli e la sua giunta sono partiti al contrattacco con le solite argomentazioni e le solite minacce, fino ad arrivare alla intimidazione velata, cioè, informare che l’amministrazione aveva i dati dei firmatari della petizione e i corrispondenti possibili evasori! Ha provato a giocare sporco, ma non c’è riuscito perché l’indignazione è stata unanime: tutto il paese contro, non una parte. Questo avrebbe dovuto indurlo alla riflessione e alla moderazione, doti che il sindaco di Labico ha mostrato di non possedere, mostrando una rabbia fuori dal comune.

Ruolo delle opposizioni. Come opposizioni abbiamo dimostrato senso delle istituzioni e realismo davanti la gravità della situazione che si è venuta a creare. Gli animi si sono esacerbati quando il sindaco ha accusato le opposizioni di agire per motivi personali ed elettorali. Sostenere tale posizioni, come ha fatto Galli e la sua giunta, è contro il buonsenso, sminuisce le capacità intellettive dei cittadini di cogliere il senso delle proporzioni. Ricordiamo per l’ennesima volta: noi abbiamo fatto la nostra parte, siamo stati propositivi, abbiamo alzato la voce contro la società, ma quando ci siamo trovati davanti a un muro l’atteggiamento è cambiato. Essere accusati ingiustamente non aiuta a rasserenare gli animi. Davanti a un problema così rilevante cosa fa un buon sindaco? Cerca la soluzione migliore e possibilmente anche l’aiuto di tutti, opposizioni comprese, non si blinda nelle proprie convinzioni: così ci si schianta contro un muro; cosa puntualmente avvenuta. Ad esempio, aver prorogato i tempi per le verifiche al 30 giugno, non smuove di un millimetro la validità dei sessanta giorni previsti per muovere ricorso. Il risultato, invece, sarebbe stato centrato con l’annullamento del procedimento, così come abbiamo consigliato noi e come è sembrato per un attimo volesse fare anche lui dopo esserci confrontati. Poi ha cambiato idea e sono stati pubblicati una serie di avvisi che hanno generato ulteriore confusione in un momento in cui ci sarebbe voluta chiarezza e indurre alla calma i cittadini. Noi abbiamo suggerito la soluzione, l’unica possibile, che tutelava sia i cittadini, su cui grava il peso maggiore, sia l’amministrazione, costringendo la società a rimediare alla grande mole di errori riscontrati (lo stiamo vedendo in questi giorni con la quasi totalità di accertamenti ICI/IMU annullate e TARSU/TARI annullate o rettificate), evitando l’umiliazione di perdere giornate di lavoro per presentarsi presso uno sportello che dovrebbe avere chiara la situazione. Cosa altro avremmo dovuto fare? Stare zitti? Aspettare alla finestra che il sistema crollasse? Gioire delle disgrazie dei cittadini? Niente di tutto questo, abbiamo scelto di farci carico delle preoccupazioni dei cittadini, abbiamo deciso di stare dalla parte di chi ha sempre pagato, non da quella degli evasori, informando correttamente e con sollecitudine sulla prassi da seguire.

Lotta all’evasione. Tutti si sono chiesto il motivo per cui il sindaco e la sua giunta decidono di affidarsi a una società di riscossione per recuperare “l’evasione” ma pochi coloro che hanno trovato la risposta corretta. Facendo passare la loro velina informativa, hanno fatto credere che l’operazione è giusta e che i furbi vanno colpiti. Come questione di principio non fa una grinza, è giusto, giustissimo scovare l’evasione e punire i furbi. E’ il principio più importante dell’equità: chi deve è giusto che paghi. Ma a Labico sarà andata veramente così? NO, non è andata così. Per due motivi. E ve lo spieghiamo noi. Primo Il sindaco Alfredo Galli, Giorgio Scaccia, Nadia Ricci, Luciano Galli, Andrea Giordani, stanno lì da svariati lustri, sempre con incarichi determinanti: Alfredo Galli da non meno di 35, sempre con incarichi di potere, vicesindaco, sindaco, vicesindaco, sindaco; Scaccia da sindaco, assessore al bilancio, vicesindaco con delega al bilancio; Ricci da assessore; Luciano Galli da capogruppo; Andrea Giordani, vicesindaco, sindaco, trombato e oggi consigliere semplice e degradato. Non sembra ci sia stato grande ricambio, quindi se c’è evasione oggi loro ne sono i responsabili politici, avendo governato ininterrottamente questo paese da quando contava meno di 2000 anime ad oggi che ne conta 6500 quasi! Ci si chiede, perché non hanno applicato la stessa determinazione a scovare l’evasione dalla prima elezione? Per TARSU E TARI, perché non hanno effettuato le verifiche delle metrature a tempo debito, quando, ad esempio, venivano concessi permessi a costruire come pioggia in autunno? Perché non hanno controllato quelle stesse case che a distanza di decenni sono prive di abitabilità ed il comune non è stato in grado di prendere in carico le opere di urbanizzazione in molti casi, addirittura, mai portate a termine? Si può concludere, senza possibilità di smentita, che gli omessi controlli hanno pregiudicato la lotta vera all’evasione. Questo il primo motivo. Il secondo motivo si chiama DEPURATORE. Questa è la verità nascosta e minimizzata, se non quasi rimossa, quella che fa male e che loro sono determinati a nascondere fino in fondo. Non siamo noi a dirlo ma gli atti che accompagnano il piano di rientro del debito, dove si dichiara che l’amministrazione metterà in atto strumenti per la lotta all’evasione. Ma perché nasconderlo e non dichiararlo palesemente? Semplice, perché per anni hanno sostenuto che i costi non sarebbero pesati sui cittadini. Oggi che il barile è stato raschiato viene fuori la verità: le responsabilità politiche di tutta la vicenda. Chi erano gli esponenti politici di rilievo all’epoca del sequestro dei depuratori, aprile 2012? Chi era sindaco? Giordani. Chi era vicesindaco con delega ai LL.PP.? Alfredo Galli. Chi aveva la delega all’ambiente? Luciano Galli? Chi era assessore al bilancio? Scaccia. Chi era assessore all’istruzione? Ricci. Chi c’è oggi in maggioranza? Loro. Chi avrebbe dovuto verificare attraverso i controlli che tutto era a norma? Chi dettava la linea politica.

Ecco, c’è poco da aggiungere, non si può sfuggire alla verità o si pensa che i cittadini siano veramente ingenui? Per salvarsi loro tirano in ballo le opposizioni e i cittadini: dalle dichiarazioni rilasciate da questi signori – sindaco, giunta e maggioranza – sembra che a favorire l’evasione siamo noi tutti quanti noi. Per chiarezza, noi dell’opposizione siamo stati e lo siamo ancora oggi per la lotta dura all’evasione, perché sottraendosi al pagamento delle imposte non si penalizza il comune, ma i cittadini che si vedono ridurre i diritti.

Probabilmente Galli, con le elezioni alle porte, si stava sfregando le mani al pensiero della manna che gli stava piovendo dal cielo, contando, presumibilmente, sulla “complicità” delle opposizioni: con tutti gli euro entrati avrebbe potuto pianificare lavoretti preelettorali su richiesta, magari l’abbassamento di qualche centesimo di punto del costo dei servizi comunali (dichiarato in più occasioni), un po’ di fumo negli occhi et voilà, il giochetto è fatto, vincitore per altri cinque anni. La rabbia dei cittadini e la ferma, dura e decisa reazione delle opposizioni gli ha reso indigesto il programmino studiato, verosimilmente, a tavolino!

I pifferai. Davanti alle responsabilità di questa maggioranza, come ha reagito il sindaco e la sua giunta? Accusando i cittadini di essere stati preda dei malvagi pifferai, che hanno costretto tutti a firmare inconsapevolmente, consegnato moduli di autotutela sbagliati, essersi prestati alle mire politiche ed elettorali delle opposizioni, alcuni identificati, addirittura, con nome e cognome! Mai dichiarazione è stata più falsa, offensiva, arrogante, fuorviante, disgustosa di questa. Trattare i cittadini come delle stupide marionette nelle mani di ambiziosi senza scrupoli offende l’onore di tutti, di chi subisce quest’onta e di chi la pronuncia. Solo chi è fuori dal tempo si permette di insultare i cittadini. Così come solo chi è fuori dalla logica va in tv a dichiarare, da sindaco, che la colpa è di altri e non la propria, tentando invano di scindere le responsabilità politiche da quelle amministrative e scaricare sull’agnello sacrificale di turno la colpa, facendo irrigidire i conduttori e creando brusio in sala. Queste sparate la dicono lunga sulla lucidità del sindaco travolto dall’ondata di cartelle pazze. Ma si sarà chiesto veramente se la colpa di tutta la vicenda è solo della società? E dov’era quando gli è stato comunicato che stavano per partire ben 9853 avvisi di accertamento? Perché non ha fermato tutto e preteso che si procedesse all’analisi e poi alle correzione degli errori, invece di umiliare gli onesti costretti a rivolgersi a professionisti pagando lauti onorari? Ricordiamo al sindaco che fu lui ad ammettere che i dati forniti potevano contenere degli errori perché gli archivi non erano aggiornati. Ecco, il sindaco tutto questo non se lo ricorda né se lo è chiesto, ha tirato dritto per la sua strada incurante di tutto e di tutti, ostinato. Eppure ci sarebbe voluto poco, bastava prendere atto degli errori e annullare gli accertamenti, così come noi abbiamo suggerito, fino a quando i responsabili, società e responsabile del procedimento, non avessero provveduto a correggere ogni cosa. Invece, siamo rimasti tutti colpiti dall’ostinazione con cui ha continuato a sostenere una situazione insostenibile, ma ancor di più ci ha colpito il gruppetto che gli sta intorno che, sostenendo a parole la lotta delle opposizioni e dei cittadini, nei fatti lo ha incoraggiato ad andare avanti. Ancora più ambigua la posizione dell’assessore Scaccia, non dimentichiamoci assessore al bilancio, da cui dipende l’ufficio che ha avvallato l’intera procedura, non una parola di distinguo, confermando ciò che pensiamo: bravo di chiacchiera meno d’azione. Pessima scelta e pessimi consiglieri!

L’arroganza. Da parte nostra c’è stata determinazione per far cambiare idea a Galli e alla giunta, ma dopo un primo approccio con il sindaco, in cui sembrava voler condividere la nostra posizione, ha cambiato registro e ha mostrato il volto dell’arroganza del potere, scagliandosi con veemenza contro le opposizioni, i cittadini, con chiunque la pensava in modo diverso dal suo, personalizzando lo scontro e alzando i toni. Insomma, ha fatto l’esatto opposto di ciò che fa una persona rimasta sola e che brancola nel buio. Non solo non ha tenuto conto della volontà popolare che gli chiedeva di annullare il provvedimento, ma ha iniziato a dare in pasto al social network comunicati senza capo né coda, redatti senza pensare alle conseguenze che avrebbero prodotto sui cittadini. Un comunicato smentiva l’altro, seminando confusione ed incertezza. All’apice dell’ira, ha ben pensato di rispondere con un atto pubblico in cui negava il Consiglio Comunale chiesto legittimamente dai consiglieri di opposizione per affrontare la discussione nel luogo deputato della politica, creando i presupposti per uno scontro ancora più duro, fino a scagliarsi con rabbia contro i cittadini rei di essere sodali dei consiglieri di opposizione. Di pochi giorni fa, addirittura la negazione della piazza chiesta dalle opposizioni per volantinare un documento in cui si provava a fare luce sulle dinamiche della vicenda. Tutto questo entrava in contrasto con l’ennesimo comunicato del suo gruppo, in cui si chiedeva a parole di abbassare i toni, ma in realtà aizzava i cittadini contro le opposizioni.

Conclusioni. “Abbassare i toni” lo invochiamo noi che da questa vicenda abbiamo imparato che il sindaco di Labico è fuori tempo massimo, ha superato ogni limite ed ogni convenienza sociale. Lui e il suo gruppo si sono chiusi nelle stanze del comune, ricordando quel famoso soldato giapponese, che nascosto nella foresta e fuori dal mondo, inconsapevole del fatto che la guerra fosse finita, continuava a combattere con il nemico immaginario. Ecco, oggi Galli è così, nella sua foresta con le sue residue truppe combatte una guerra che ha già perso e se ne accorgerà da qui a qualche mese, quando i cittadini oramai esasperati dalla sua presenza gli daranno il benservito a colpi di matita sulle schede elettorali. Da questa vicenda abbiamo imparato che gli unici ad essere stati colpiti sono stati i cittadini onesti, coloro che hanno sempre pagato con puntualità. I veri evasori, a causa della grande confusione che regna sovrana, rischiano di trarne ancora una volta benefici e sfuggire ai loro doveri di contribuenti. Ecco, questi sono coloro che andrebbero scovati e sanzionati pesantemente, ma il sindaco è troppo presa dalla guerra immaginaria contro le opposizioni e i cittadini per accorgersene. Il furore che lo avvolge un risultato comunque lo ha raggiunto: umiliare gli onesti e la storia di Labico, un sindaco così mancava negli annali labicani, ora c’è.

CAMBIARE E VIVERE LABICO

Lista Civica – LEGALITA’ e TRASPARENZA

Il sindaco scappa

Non è mai successo che un sindaco rifiuti di confrontarsi nelle sedi deputate, nel nostro caso parliamo del Consiglio Comunale. Eppure è così: il sindaco di Labico, Alfredo Galli, ha paura del confronto e con artificiosi contorcimenti linguistici, senza il supporto di nessuna norma, non convoca il Consiglio Comunale come legittimamente chiesto dai consiglieri di opposizione il 25 gennaio 2016. Non solo, a dare forza alla richiesta ci avevano pensato i cittadini con ben 1506 firme, depositate il 9 febbraio 2016, che chiedevano l’annullamento del procedimento e l’avvio della discussione in Consiglio Comunale.

Il sindaco – con il suo comportamento e contraddicendo il dettato legislativo che regolamenta la vita politica dei comuni – fa venire meno il suo ruolo di garante della legalità e dei diritti dei cittadini. Secondo noi, la fuga dal confronto non annulla il problema, semmai lo aggrava sempre di più; infatti, in altri comuni e davanti a problemi ancor più gravi i sindaci si sono comportati in ben altro modo. Evidentemente, Alfredo Galli ignora la prassi che vuole sempre il Consiglio Comunale al centro della vita politica di un comune. Nessun sindaco è mai sfuggito alla sue responsabilità di fronte ai cittadini, indubbiamente quello di Labico ha una visione distorta del significato di democrazia. Fuggire e non sostenere il confronto la dice lunga sulla sua capacità politica.

Ha ragione Tullio Berlenghi: questo sindaco ha perso la serenità, per cui, non essendo più nelle condizioni di poter garantire la governabilità e il libero confronto delle idee, sarebbe opportuno che rassegnasse le dimissioni, ne va del bene del nostro paese. Sarebbe il modo giusto per riportare serenità e dare una guida autorevole al nostro comune.

manifesto sindaco

Intervista a Il Giornale dei Monti Prenestini

Pubblico l’intervista che ho rilasciato a Il Giornale dei Monti Prenestini qualche giorno fa. Ho provato a sintetizzare quanto è successo in questo mese, inclusa la volontà dei consiglieri di opposizione di collaborare con il Sindaco conseguentemente all’annullamento del procedimento così come avevamo chiesto. Davanti alla chiusura del Sindaco e della maggioranza, abbiamo continuato per la nostra strada, cioè anteponendo gli interessi dei cittadini su ogni altra cosa. Questo è l’unico motivo che ci ha spinti ad essere in prima linea, non come, in modo quasi subdolo, continua i ripetere il Sindaco e la sua Giunta, secondo cui a muoverci è l’interesse politico e le ambizioni personali, confermando ancora una volta che Egli non vive a Labico, non sente ciò che i cittadini lamentano, non vede il disagio creato dalla sua insensata scelta di colpire nel mucchio, facendo fare le spese soprattutto agli onesti che, oltre ad aver sempre pagato, si trovano a dover pagare onerose consulenze professionali per “confermare” la propria innocenza. Le risposte date ai consiglieri di opposizione, la fermezza nel non voler rivedere il suo operato con l’annullamento del procedimento, la figuraccia davanti ogni telecamera, la volontà di non convocare legittimamente un consiglio comunale straordinario – così come richiesto dai consiglieri nel rispetto delle norme che regolano la vita degli Enti Locali, rafforzata in un secondo momento da ben 1506 cittadini – dimostra la mancata serenità nel guidare il comune e la visione proprietario della vita politico-amministrativa. Per tale ragione, risulta impossibile ogni possibilità di dialogo con chi viaggia a fari spenti nella notte. L’opposizione c’è e farà la sua parte, seguiremo la vicenda passo passo e faremo emergere ogni contraddizione.

 Abbiamo incontrato il consigliere del Comune di Labico Maurizio Spezzano, capogruppo della Lista Civica – Legalità e Trasparenza, per ricostruire la vicenda delle c.d. “cartelle pazze” balzata all’attenzione mediatica nazionale sia tramite il servizio di “Striscia la Notizia” sia di “Mi manda Rai 3”.

Consigliere potrebbe ricostruire di cosa si tratta?

Il comune di Labico ha affidato il servizio per l’accertamento e la riscossione delle imposte a una società esterna che dopo aver effettuato i controlli necessari, e incrociato tutti i dati è emerso che i cittadini di Labico sono tutti possibili evasori. Naturalmente tutto questo non può essere vero ma, affinché si accerti la verità, devono essere i cittadini a dimostrarlo, quegli stessi cittadini che negli anni in questione, dal 2009 al 2015, hanno sempre pagato regolarmente. Questo entra in contrasto con quanto stabilito con il capitolato di appalto.

Qual è l’entità dei soggetti coinvolti?

Praticamente tutti, bambini inclusi: 6.400 abitanti, circa 2.500/2.600 famiglie, destinatari di ben 9.583 cartelle di accertamento. L’equivalente di una cartella e mezzo per abitante. E’ facilmente comprensibile che questo non può essere possibile. Ci troviamo sicuramente di fronte a errori madornali che la pubblica amministrazione avrebbe dovuto sanare d’ufficio impedendo di umiliare in questo modo tutta la popolazione.

Qual è la sua opinione in merito a questa vicenda?

Premetto con forza che pagare le tasse e combattere l’evasione è giustissimo. Ogni buon cittadino dovrebbe essere virtuoso nei confronti della pubblica amministrazione mostrando in tal modo rispetto verso i propri concittadini, consapevole che pagando le tasse si garantiscono i servizi a tutti. Relativamente a questa vicenda grottesca, e in quanto rappresentante del popolo, nutro grossa preoccupazione per l’accaduto. Questa vicenda ha segnato tutti, in modo particolare i virtuosi che si sentono beffati e preoccupati di dimostrare la propria “innocenza”. Ancora oggi mi sembra incredibile ciò che è successo e di come, al di là dei proclami, chi doveva intervenire non lo ha fatto con celerità e decisione. Mi riferisco in modo particolare al Sindaco e alla sua Giunta.

A suo parere come dovrebbe intervenite l’amministrazione ed in particolare il Sindaco di Labico?

Sono convinto che la situazione sia stata gestita malissimo. La politica, che imprime linee di indirizzo alla propria amministrazione, avrebbe dovuto intervenire immediatamente al primo sospetto. Mi spiego: quando la società ha scaricato il report con i dati, il Sindaco e la Giunta avrebbero dovuto accorgersi immediatamente del singolare risultato e imporre immediatamente al responsabile del procedimento la sospensione dell’operato e la verifica della correttezza dei dati. Voglio dire che il Sindaco avrebbe dovuto annullare il procedimento e procedere alla correzione d’ufficio dei dati. Ciò avrebbe dato serenità a tutti e presumo alla stessa amministrazione che ne sarebbe uscita fuori a testa alta dimostrando rispetto per i cittadini destinatari delle cartelle.

Anche dal weekend scorso lei si è impegnato in prima persona per la raccolta firme: quali sono gli obiettivi? Fino ad ora che risultati si sono raggiunti?

Veramente siamo in molti in prima linea, io come consigliere comunale, ma con me anche l’altro consigliere di opposizione, Nello Tulli e più di tutti, i cittadini “feriti”. Da subito ci siamo coordinati e abbiamo mosso i passi nel rispetto delle istituzioni e dei contribuenti. Nell’ordine: abbiamo subito chiesto l’annullamento del procedimento, un consiglio comunale straordinario, abbiamo partecipato a un incontro con la società appaltatrice del servizio per l’accertamento e la riscossione delle imposte, abbiamo contattato gli organi di stampa, presentato una interrogazione alla Camera dei Deputati e un’altra al Sindaco, abbiamo prodotto un modello per l’autotutela che abbiamo distribuito in piazza durante la raccolta delle firme. In due fine settimana, per un totale di poco più di dieci ore, abbiamo raccolto 1.500 firme. Un risultato strepitoso, del quale noi stessi siamo rimasti colpiti per la grande affluenza di cittadini che ha fatto la fila per firmare. Queste firme consegnate nelle mani del Sindaco sono il simbolo del disagio ma anche della speranza che venga fatta giustizia. Un buon sindaco ascolta la voce del popolo e agisce in suo nome. Tornare indietro e annullare il procedimento non è un atto di vigliaccheria, ma un atto di coraggio come già il Sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia ha fatto per una vicenda analoga. Solo il sindaco può farlo con l’ausilio del responsabile del procedimento.

Quali sono le motivazioni che hanno indotto lei ad intervenire?

Dovere nei confronti dei cittadini. L’eletto ha il dovere morale di facilitare il compito della politica che appare sempre più distante dai bisogni reali dei cittadini. Io sono un eletto dal popolo e mi rapporto con la gente. Io stesso sono destinatario di bollette pazze e mi sono sentito spaesato davanti a questa vicenda. Tutto questo ha un costo per la collettività: avvocati, tecnici e tributaristi, non svolgono il loro lavoro di certo gratis. Mi sono e ci siamo chiesti: perché il cittadino onesto deve sobbarcarsi queste spese aggiuntive se negli archivi del Comune ci sono tutte le carte per fare piena luce su questa vicenda? Perché ognuno di noi deve perdere giornate lavorative per chiarire posizioni già di per sé chiare? Ecco l’importanza dell’annullamento del procedimento: evitare gravosi oneri finanziari ai cittadini e notevoli fastidi. Senza voler essere eccessivo, ho avvertito che il malessere da ansia è aumentato vertiginosamente, soprattutto nei contribuenti anziani.

Casi analoghi purtroppo non sono rari, qual è la sua opinione?

La faciloneria. In molti casi la fretta di fare cassa gioca brutti scherzi. Credo che questi motivi hanno causato quanto è successo a Labico. Dovendo mandare a ruolo il 2009, non sono stati effettuati gli appropriati controlli del caso; magari, incrociando correttamente i dati si sarebbe evitato questo disastro. In presenza di 9583 cartelle si doveva comprendere che c’era qualcosa che non andava e disporre per una verifica dei risultati. L’amministrazione di Labico non lo ha fatto, felice di poter incassare tutti quei milioni “ipotetici” che venivano fuori dalla somma degli importi di tutte le cartelle. All’origine di tutto c’è il piano di rientro dai debiti presentato alla Corte del Conti e, prima ancora, c’è la vicenda del sequestro del depuratore. Questi tre avvenimenti viaggiano a braccetto. Senza il sequestro del depuratore con ci sarebbe stato il piano di rientro e, di conseguenza, non ci sarebbe stato questo accertamento disastroso. La lotta all’evasione non parte dalla volontà “sincera” dell’amministrazione di perseguire i furbi, ma dai propositi di fare cassa per sanare i debiti. Questa è la verità.

Desidera aggiungere altro?

Faccio un appello al sindaco, chiedendogli per l’ennesima volta l’annullamento del procedimento, di disporre per le dovute correzioni e poi colpire gli evasori, quelli veri, coloro che eludono le imposte. Chiediamo di abbandonare questa strada falsamente “egualitaria” che umilia gli onesti e premia i disonesti. Le opposizioni, qualora il sindaco si mostri possibilista verso l’ipotesi dell’annullamento del procedimento, sapranno fare la loro parte, collaborando nell’interesse generale. Poi mi appello ai cittadini onesti, chiedendo loro di tenere duro, perché insieme faremo tutti i passi per arrivare alla corretta soluzione del problema.

Ringrazio anche voi de Il Giornale dei Monti Prenestini che vi siete interessati a questo caso, contrariamente ad alcuni pennivendoli di nostra conoscenza che si sono disinteressati della situazione perché servili e pavidi, legati più agli interessi personali e di parte che ai diritti dei cittadini.

Nel ringraziare il Consigliere del Comune di Labico Maurizio Spezzano, capogruppo della Lista Civica – Legalità e trasparenza, rammento inoltre ai cittadini che in caso di mancata definizione bonaria, hanno solo 60 giorni di tempo dalla notifica della cartella esattoriale per impugnarla davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.

 

 

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