Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Sollecitare è legittimo

Trovo singolare che il sindaco, sempre attento a rispondere alle interrogazioni e alle comunicazioni dei consiglieri di opposizione, a distanza di circa due settimane dall’interrogazione sul lotto edificato a Colle Spina e a circa 10 giorni alla comunicazione sull’ampliamento previsto a via della Stradella, lotto CTS, non abbia trovato il tempo e il modo di dare una risposta alle obiezioni mosse dal sottoscritto. Capisco che siamo a dicembre e che le feste sono oramai prossime, ma non riesco a spiegarmi questo ritardo oltremodo eccessivo. Lui sempre così attento alla comunicazione e all’immagine! Ora, non vorrei essere il solito malpensante, ma non vorrei averlo messo involontariamente in imbarazzo per dover rendere conto ai cittadini su un permesso a costruire – nel primo caso – rilasciato dagli uffici al proprio figlio e su una semplice SCIA – nel secondo caso – rilasciato al proprio fratello!

Probabilmente le considerazioni espresse nei due casi dal sottoscritto, interrogazione e comunicazione, possono essere frutto di errata interpretazioni delle norme, ma è doveroso da parte di un consigliere di opposizione verificare che tutto sia regolare. Ci può stare, in fondo insegno lettere non urbanistica, ma proprio in virtù di questo probabile errore sarebbe opportuno che il sindaco in persona si adoperasse nel più breve tempo possibile a fare chiarezza. E’ un dovere morale chiarire questa questione. Ripeto, può essere che tutto sia regolare, ci mancherebbe, ma è meglio saperlo.

Giusto per ricordarlo, nel primo caso, il permesso a costruire a Colle Spina, rilasciato a settembre, ha costretto la polizia municipale a chiedere il sequestro in virtù della mancanza di antisismica. Successivamente è stato dissequestrato, ma resta sempre il dubbio che le due villette trifamigliari si stanno costruendo in virtù di una legge regionale, il Piano Casa, che pone limiti precisi per i lotti vincolati. La mia interrogazione chiede se è legittimo il rilascio del permesso a costruire in quei lotti che risultano vincolati ad altro, in questo caso Attrezzature di interesse comune (Attrezzature collettive pubbliche). Non quindi edilizia privata. Ma resta il dubbio della corretta interpretazione della norma e la mia interrogazione va in questa direzione. Per certo, i membri del Consorzio Colle Spina si stanno muovendo per tutelare i propri interessi ed io sto dalla loro parte.

Nel secondo caso, i lavori che si stanno eseguendo e che prevedevano l’ampliamento del supermercato CTS, almeno così si legge negli atti, si eseguono in virtù di una semplice SCIA. Ora, tutti sanno, anche io che insegno lettere e non urbanistica, che quel titolo non è sufficiente ad eseguire quel tipo di lavoro, c’è bisogno d’altro. Forse di un permesso a costruire? Non lo so, in fondo insegno lettere e non urbanistica! Fatto sta che appena ho fatto richiesta di accesso agli atti e subito dopo aver presentato la comunicazione, è stata presentata un’altra SCIA. Domanda legittima: ma se il titolo rilasciato prima andava bene, perché subito dopo si è presentata la richiesta per un altro titolo? Lo so, la questione è ingarbugliata! Già venerdì scorso, l’ing. Callori, nuovo responsabile del dipartimento urbanistico, aveva segnalato dubbi sulla legittimità di quell’atto specifico. Oggi, dopo mia sollecitazione, mi ha confermato che quel titolo per quel tipo di lavoro non va bene e che avrebbe comminato la sanzione prevista dalla legge. Inoltre, avrebbe verificato quanto avevo richiesto nella missiva del 12 dicembre u.s.

Naturalmente, quanto ho chiesto e verificato rientra nei compiti di un consigliere comunale ed è chiaro che l’interlocutore è il sindaco e gli uffici. Se esiste il dubbio che ci siano delle falle è giusto sollevare la problematica. Ciò non vuol dire essere nemico di qualcosa o di qualcuno, semplicemente il consigliere rivendica il diritto alla chiarezza e alla trasparenza degli atti amministrativi. Che colpa ne ha il consigliere, in questo caso io, se il permesso a costruire e la SCIA sono intestati rispettivamente al figlio e al fratello del sindaco? Io ho verificato gli atti a prescindere dai nomi, quelli non mi interessano, mi interessa la legalità. Se gli atti sono legittimi si va avanti, se gli atti presentano eventuali anomalie gli uffici risolvono e il sindaco sta sereno. A sua volta, il consigliere è contento che tutto si sia risolto positivamente e ritorna a fare il consigliere.

Ora, dopo questa dovuto chiarimento, mi auguro che il sindaco accolga questo breve sfogo come uno stimolo necessario ad accelerare i tempi delle risposte, augurandomi oltremodo che l’assessore all’urbanistica, che ha la competenza dell’area, possa dargli una mano e vergare di proprio pugno la risposta.

Naturalmente, approfitto della presente comunicazione per augurare ai nostri amministratori Buone Feste e Buon Anno.

Movimenti dinamici

Ancora una volta tocca occuparmi di urbanistica o materia affine. Ho verificato che da un po’ di tempo c’è un certo dinamismo intorno all’urbanistica, potrebbero essere gli ultimi colpi di coda di chi sa che la cuccagna sta per terminare o un progetto ben definito di chi si crede invincibile e imbattibile. Sta di fatto che tutto questo è sospetto, che non significa illegale, di sicuro è il termometro di quello che succederà da qui al mese di maggio, quando, finalmente, saremo chiamati ad esprimerci e scegliere gli amministratori futuri del nostro paese. Come abbiamo affermato da almeno dieci anni, l’urbanistica è il nervo scoperto di questo comune, girano intorno ad essa troppi interessi, non sempre chiari e non sempre a norma. Il nostro compito sarà quello di ripristinare le regole della legalità, di rimettere in moto le giuste procedure e riconoscere i diritti di chi li ha in virtù di legge e non di favore.

La comunicazione/interrogazione che ho inviato al comune in data odierna mette il dito sulla piaga: si stanno eseguendo lavori, ma è difficile risalire a chi e perché e come li fa. Ciò non significa che non si possano fare, ma essa vanno eseguiti nel solco delle norme che regolano l’assetto urbanistico. Si muove terra? Bene, bisogna che ci siano le autorizzazioni. Ci sono? Bene, perché allora non c’è un cartello che lo affermi così come dice la legge? Non ci sono? Male, bisogna provvedere. Ecco, questo è lo spirito che intendiamo ripristinare: diritto a chi ce l’ha, perseguire chi ne abusa. Non è difficile capirlo. Noi aspettiamo fiduciosi, di certo anticipo che sarà compito della nuova amministrazione ripristinare le regola del gioco. Noi vogliamo giocare pulito, ma per farlo abbiamo bisogno del sostegno di chi rispetta la legalità, non di opportunisti o ricollocazioni da ultima spiaggia. Abbiamo bisogno del sostegno di chi come noi vuole mettere al centro di tutto l’armonia con le istituzioni senza prevaricazioni o favoritismi. I cittadini dovranno valutare il lavoro fatto e giudicare l’operato di chi ha amministrato e di chi si mette in gioco perché vuole amministrare con lo spirito giusto, nel solco della legalità e della trasparenza. Il resto verrà da sé.

Questa è la comunicazione di oggi. Buona lettura. Chi vuole lo condivida sul proprio profilo. Grazie e ricordate che solo uniti si vince.

Al Sindaco

All’Ass.Urbanistica

Al Comandante Polizia Municipale

Al Resp. Dipartimento Urbanistica

OGGETTO: Segnalazione lavori di sbancamento

Con la presente, il sottoscritto consigliere comunale, Maurizio Spezzano, segnala che in via della Stradella, fianco supermercato CTS, da circa una ventina di giorni/un mese, è in corso movimentazione terra senza che all’esterno, come da normativa, ci sia nessun cartello che indichi i termini dei lavori, né fornisca informazioni sui lavori che si stanno effettuando per poter risalire al titolare o al responsabile di tale attività.

Inoltre, la terra mossa viene depositata sul lotto frontale, stessa strada e stessa altezza, attualmente recintato con dei faldoni in lamiera, dove in passato, come si ricorderà, era presente un avvallamento. Anche in questo caso, allo scrivente non risulta che tale attività possa essere messa in atto dovessero mancare le dovute autorizzazioni.

Lo scrivente dichiara, inoltre, che in data odierna, 12/12/2016, alle ore 13:00, si è recato presso gli uffici comunali competenti per reperire informazioni circa i lavori segnalati, facendo presente le problematiche connesse. Gli impiegati presenti, hanno dichiarato che loro sono all’oscuro di tutto e che ignorano se anche il Responsabile del Dipartimento, ing. Marco Callori, non in servizio in data odierna, sia a conoscenza dell’attività segnalata; fanno presente, inoltre, che sono impossibilitati ad accedere alle pratiche per verificare se ci sono le autorizzazioni richieste.

In virtù della premessa, lo scrivente chiede di:

  1. verificare se ad oggi sosta state rilasciate le autorizzazioni del caso;
  2. effettuare sopralluoghi nei siti indicati;
  3. verificare se sono state alterate le linee di livello sia dello sbancamento del primo sito che di riempimento nel secondo;
  4. rilasciare copia delle dichiarazioni eventualmente redatte dai dipartimenti interessati dalla presente comunicazione, quelle dell’Assessore all’Urbanistica e quelle del Sindaco, ricostruendo fatti e circostanze che hanno determinato tali lavori;
  5. individuare eventuali responsabili, qualora ci fossero responsabilità, e perseguirli in forza delle norme previste;
  6. convocare una commissione ad hoc che discuta di urbanistica;
  7. riferire in Consiglio Comunale prevedendo un apposito punto all’ordine del giorno.

In virtù di quanto in premessa, si chiede di verificare nel più breve tempo possibile – attraverso apposito sopralluogo – se quanto segnalato corrisponda al vero e in caso di accertata violazioni ripristinare le regole della legalità. Nel caso in cui, invece, ci siano tutte le dichiarazioni e autorizzazioni previste, si chiede di verificare i motivi della mancata pubblicità dell’eventuale autorizzazione, così come prevede la norma.

Si resta in attesa di un riscontro alla presente nel tempo necessario per le verifiche e si inviano distinti saluti.

Labico, 12 dicembre 2016.

Il consigliere comunale

Maurizio Spezzano

Permesso senza permesso?

Lo avevo detto e ho insistito. Il 25 ottobre ho presentato  una interrogazione su un permesso a costruire a Colle Spina che, secondo me, presentava più di un dubbio; il 28 sindaco e assessore mi rispondono sostenendo che tutto era regolare, ma la loro risposta non mi è parsa per nulla convincente; il 2 dicembre in Consiglio Comunale ripropongo la questione e sindaco e assessore scaricano le responsabilità sul tecnico, sostenendo che non è loro compito controllare. Per nulla soddisfatto, mercoledì 7 dicembre ripresento un’altra interrogazione, aggiungendo nuovi elementi che potrete trovare nell’interrogazione stessa. Ribadisco il nocciolo della questione: a mio giudizio, e da quel che ho capito anche della norma, quel permesso a costruire non poteva essere concesso perché interessa dei lotti vincolati a standard urbanistici previsti dal Piano Particolareggiato di Colle Spina e confermati nel PRG adottato. Non sono previste deroghe e a tal proposito la stessa Regione Lazio ha chiarito meglio ogni aspetto della vicenda. Che fare? Io insisto nel mantenere fermo il punto chiedendo all’amministrazione di fare chiarezza e verificare che tutto sia a norma, che anche il Consorzio Colle Spina, territorio interessato dal permesso a costruire, faccia la sua parte per evitare che anche altri standard possano fare la stessa fine. Trovo singolare che gli uffici non abbiano fatto con rigore le verifiche del caso, così come invece ho fatto io, e che il sindaco e l’assessore si limitino a rispondere evasivamente alla prima interrogazione e ancor più evasivamente in Consiglio Comunale. Ripeto, che fare? Non ho intenzione di subire ragioni che non comprendo, per cui insisterò fino a che l’intera vicenda non sarà chiarita. Per evitare incomprensioni o equivoci, l’interrogazione è stata inviata per giusta conoscenza anche al comandante della polizia municipale e al responsabile del Dipartimento Urbanistica.

Qui trovate allegata sia la prima interrogazione che la risposta del sindaco e dell’assessore.

Al sindaco di Labico con richiesta di risposta scritta e iscrizione del punto all’odg. del prossimo Consiglio Comunale.

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • in data 25/10/2016 prot. 8443 lo scrivente ha presentato interrogazione inerente il permesso a costruire n° 5/2016, che a detta dell’interrogante presentava anomalie di sostanza e di merito, mancando, presumibilmente, dei presupposti per il rilascio
  • in data 28/10/2016 prot. 8566 il sindaco in persona e l’assessore all’urbanistica rispondevano all’interrogazione in cui, oltre a minimizzare il tutto, rivendicavano come lecito il premesso a costruire, sostenendo che esso “è conforme alla normativa vigente, sia con riguardo alla legislazione statale e regionale che rispetto agli strumenti urbanistici vigenti, generali, particolari e attuativi”, accusando il sottoscritto, tra le altre cose, di “una certa superficialità e arroganza alle quali tuttavia siamo ormai abituati e di cui pertanto non possiamo meravigliarci in alcun modo”.
  • in data 2/12/2016, in occasione del Consiglio Comunale, il sottoscritto, ha sollevato nuovamente la questione, come da registrazione audio del consiglio comunale, in quanto le risposte avute all’interrogazione non erano state reputate esaustive dallo scrivente;
  • in tale occasione, sia il sindaco che l’assessore interrogati, al di là del timido tentativo di difendersi dalle argomentazioni del sottoscritto, pur ribadendo “la non competenza” sul caso, hanno ribadito la legittimità del permesso a costruire in questione, cercando però di sviare l’attenzione su altro argomento oggetto dell’interrogazione, senza entrare nel merito dei quesiti posti dall’interrogante;
  • nella medesima occasione, il sindaco ha scaricato la responsabilità del rilascio del permesso a costruire sul responsabile del dipartimento, non più operativo presso il comune e non più interpellabile dal sottoscritto;
  • il sottoscritto ha ricordato che è compito della politica, nella fattispecie il sindaco e l’assessore, verificare che l’operatività degli uffici preposti rispondano a criteri di legalità e trasparenza, inclusi i controlli previsti e necessari in tutti i settori, a maggior ragione in urbanistica, oggetto a Labico di interessamento nel tempo da parte degli organi politici che hanno rivendicato e rivendicano con forza maggiore chiarezza e maggiori controlli;
  • dagli atti sembra emergere che il richiedente del permesso a costruire, presumibilmente, non aveva titolo a presentare a proprio nome la richiesta in quanto tecnico e non proprietario o impresa di costruzione;
  • il Piano Casa, utilizzato come pretesto per la richiesta del permesso a costruire, non è applicabile per i lotti in questione, indicati nel P.P (e successivamente nel PRG adottato dal Comune ma non approvato dalla Regione Lazio), “Attrezzature collettive pubbliche” (Capo III), più specificatamente come aree destinate ad “Attrezzature di interesse comune” (art. 43), classificando dette aree come AC (attrezzature civiche);
  • Con la deliberazione della Giunta Regionale del Lazio n° 50 del 15 marzo 2013, si integra il punto 4.6 della DGR n° 20/2012, a seguire al comma 5, aggiungendo il seguente periodo: “Resta pertanto stabilito che in presenza di vincoli conformativi relativi a strumenti urbanistici vigenti o adottati trova applicazione, a tempo indeterminato, l’art. 2, co. 2, lett. F, della L.R. 21/2009 e ss.mm.ii, cosicché tali previsioni urbanistiche sono da ritenersi ostative al rilascio di titoli edilizi in applicazione del Piano Casa”.
  • da una verifica da me effettuata nulla risulta al Consorzio Colle Spina del rilascio del permesso in questione, malgrado all’art. 19 della Convenzione stipulata tra il Consorzio e il Comune stesso si conviene quanto segue: “Il Comune in accordo con il Consorzio stabilisce di dover subordinare il rilascio delle concessioni edilizie ai singoli consorziati solo laddove i medesimi abbiano ottemperato a tutti gli oneri consortili derivanti dalla presente convenzione”.

PER TUTTI QUESTI MOTIVI SI CHIEDE DI SAPERE

  1. se le argomentazioni istruite dallo scrivente sono sufficienti per intraprendere azioni di verifica degli atti e delle procedure previste in questi casi, cosa che si sarebbe già dovuta effettuare d’ufficio una volta presentata la prima interrogazione
  2. se non sia il caso di sospendere il permesso a costruire in questione in atto di autotutela, rimarcando ancora una volta che gli standard urbanistici sono parte integrante del P.P e del PRG adottato, pertanto non modificabili con atto amministrativo;
  3. come intende proseguire nell’applicazione della corretta interpretazione del cosiddetto Piano Casa più volte rivisto dagli stessi legislatori;
  4. se non sia il caso di convocare la commissione urbanistica per discutere di questa tematica e delle problematiche ad essa connesse.

Labico, 7 dicembre 2016

Si prega voler inviare copia della presente interrogazione anche

Al comandante della polizia municipale

Sede

Al responsabile del Dipartimento urbanistica

Sede

Consigliere comunale

MAURIZIO SPEZZANO

La vittoria dell’onestà

Chi la dura la vince. Così recita un adagio popolare molto efficace. Siamo stati pazienti e abbiamo fatto i passi necessari. Abbiamo denunciato le irregolarità dell’appalto della scuola media e il giudice ci ha dato ragione. Ci siamo costituiti parte civile, perché né l’amministrazione di allora (Giordani) né quella di oggi (Galli) hanno fatto nulla per tutelare i cittadini e i nostri diritti. Lo abbiamo fatto noi e avevamo ragione. Questo dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la buona politica c’è ed è viva, fa la sua parte e sta con il popolo. Grazie a chi ha creduto in noi e continua a manifestarci fiducia e consenso.

Di seguito troverete delle dichiarazioni che abbiamo rilasciato agli organi di stampa e il video, in una sorta di intervista doppia, in cui spieghiamo esattamente ciò che è successo. Questa è veramente la vittoria dell’onesta sulla faciloneria, le furbate e il disprezzo dei cittadini. Grazie.

Legalità e trasparenza vince la battaglia sull’appalto sospetto. Per il tribunale di Velletri l’affidamento dei lavori della scuola media è stato ottenuto grazie alla commissione di un reato.

E’ con una comprensibile soddisfazione che Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano commentano l’epilogo di una lunga vicenda iniziata ben 7 anni fa e che li ha visti combattere una battaglia solitaria alla ricerca della verità. “Finalmente il tribunale di Velletri ha riconosciuto quello che noi sostenevamo da tempo, ossia che i lavori per la scuola media siano stati affidati con una procedura viziata da alcune gravissime irregolarità. Purtroppo nessuno, a cominciare dal sindaco, all’epoca ci aveva ascoltati ed è stata necessaria una lunga lotta giudiziaria per ottenere finalmente il riconoscimento delle nostre ragioni”.

Tullio Berlenghi ripercorre la vicenda dall’inizio: “Il 6 novembre 2009 io e Maurizio Spezzano, dopo aver letto su un giornale locale la notizia dell’affidamento dei lavori per la ristrutturazione della scuola media, ci siamo recati al Comune per avere informazioni sull’appalto e abbiamo subito capito che c’era qualcosa di strano: la scelta del tipo di procedura, alcune irregolarità riscontrate nella pubblicazione del bando, l’assenza – all’epoca – di un elenco dei fornitori, le modalità e la curiosa sostanziale simultaneità di consegna delle buste, alterazioni nella compilazione dell’albo pretorio, l’evidente somiglianza della grafia di chi aveva compilato le domande (come confermato dalla perizia disposta dal tribunale). Insomma c’erano ragioni a sufficienza per far nascere non poche perplessità sull’ineccepibile regolarità dell’iter. Abbiamo immediatamente segnalato la questione sia al responsabile del procedimento sia al sindaco, al quale abbiamo chiesto di verificare la correttezza della procedura. Ovviamente non abbiamo avuto risposta e ci è stato fatto capire che non avevano alcuna intenzione di fare alcun tipo di verifica: l’iter sarebbe proseguito senza indugio. Io ho provato ad assistere all’apertura delle buste, ma, guarda caso, il responsabile del procedimento ha deciso di rinviare la stessa. Alla fine la procedura si è conclusa. Di cinque ditte partecipanti, due non avevano presentato la domanda,  due avevano la documentazione incompleta e l’aggiudicataria ha potuto ottenere l’appalto con un ribasso irrisorio: 4,78%, a fronte di una media di oltre il 20% delle gare ‘regolari’.

Abbiamo usato tutti gli strumenti per chiedere all’amministrazione di effettuare dei controlli, ma non c’è stato verso. Abbiamo fatto notare che l’irregolarità della procedura, oltre ad essere inaccettabile sotto il profilo amministrativo, comporta un danno per la collettività (nel caso in questione intorno ai centomila euro). Di fronte all’assordante silenzio di Giordani e Galli non abbiamo avuto altra scelta che rivolgerci alla magistratura. A seguito della nostra segnalazione sono partite le indagini e si è avviato un processo. Neanche questo è servito a smuovere i nostri amministratori. Pur essendo, infatti, il comune parte lesa, si sono guardati bene dal costituirsi parte civile. L’abbiamo dovuto fare noi, quando, chiamati a testimoniare in udienza, siamo venuti a conoscenza del processo in corso, durante il quale si è scoperto addirittura che una delle ditte “partecipanti” non aveva mai compilato il modulo (ma che, in caso di partecipazione, avrebbe offerto un ribasso del 20/25 per cento). Sarebbe bastata una telefonata per scoprirlo e nessuno al comune di Labico aveva ritenuto di farlo. Sciatteria o cosa?”

Conclude Maurizio Spezzano: “Il Tribunale di Velletri ci ha dato pienamente ragione. Con la sentenza del 7 ottobre scorso, il Giudice monocratico ha confermato che l’appalto per i lavori di ristrutturazione della scuola media è stato viziato dalla commissione di un reato molto grave, turbativa d’asta. E’ gravissimo che si speculi sull’intervento ad un edificio che ospita i nostri figli. Ed è ancora più grave l’assoluta indifferenza con cui il sindaco e il vicesindaco di allora hanno gestito la vicenda. Tra l’altro stiamo parlando dello stesso edificio del quale denunciamo da tempo l’inadeguatezza strutturale in caso di eventi sismici. Al di là delle responsabilità penali accertate, ci sono delle responsabilità politiche e amministrative di gran lunga più preoccupanti. Forse è davvero il caso che Labico decida di voltare pagina”.

Questo è il link per il video:

http://www.ibarbari.it/video/labico-la-sentenza-sullappalto-sospetto-cera-reato/

Una interrogazione è per sempre

Giusto per non far cadere nel dimenticatoio l’ennesimo atto probabilmente dubbio, rilasciato dai solerti funzionari del nostro comune, ho presentato giusta interrogazione con lo scopo di provare a fare chiarezza. Voglio sperare che l’amministrazione comunale abbia la solerzia di rispondermi nei dovuti modi e nei dovuti luoghi, augurandomi che le risposte non siano evasive, come spesso, anzi, spessissimo capita quando c’è da difendere interessi superiori alla comprensione dell’ingenuo cittadino. Non so come andrà a finire la vicenda, certo, anche questo è un modo per far risaltare sempre più il problema labicano che si trascina da parecchi lustri: l’urbanistica. L’amministrazione, con il testa il sindaco e l’assessore, non possono fare finta di non saperlo. Così fosse sarebbe opportuno “farli” dimettere in tronco, perché l’assetto del territorio è superiore alle loro ambizioni.

Costruire è un diritto, di chi ce l’ha! Costruire su lotti vincolati non credo sia un diritto, soprattutto se questi lotti sono parte integrante di standard urbanistici vincolanti. Mi auguro che in questa battaglia i cittadini di Colle Spina siano parte integrante e che rivendichino con forza i loro diritti.

INTERROGAZIONE

Al Sindaco di Labico – e per quanto di loro competenza, all’assessore all’urbanistica e al responsabile dell’ufficio tecnico – con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • il sottoscritto, dopo aver effettuato un accesso agli atti, ha constatato che il comune di Labico ha rilasciato un permesso a costruire – n. 5/2016 – che presenta anomalie sostanziali;
  • tralasciando le altre problematiche, oggetto di valutazioni approfondite da parte dello scrivente e che saranno oggetto di eventuali ulteriori interventi nelle sedi opportune, tale permesso consente di costruire su lotti vincolati a servizi comuni nel quartiere di Colle Spina;
  • tali lotti sono stati identificati, sia dal Piano Particolareggiato che dal Piano Regolatore Generale, approvato dal consiglio comunale nel 2007, come standard urbanistici, per i quali i consorziati già stanno pagando le quote per riscattarli;
  • a rafforzare ancora di più la convinzione che qualche anormalità negli atti e nella procedura è avvenuta, è intervenuto un atto di sequestro da parte del comandante della polizia municipale;
  • con tempismo inopportuno, pochi giorni dopo l’atto di sequestro, la Giunta Municipale ha approvato un atto finalizzato ad individuare una nuova figura apicale attinta dalla pianta organica del comune di Artena, che avrà le stesse mansioni dirigenziali dell’attuale comandante della polizia municipale; dalla lettura dell’atto non è chiaro se l’amministrazione comunale intenda affiancare l’attuale comandante o revocarne la funzione;
  • riservandomi, fin d’ora, di attivare tutti i passi necessari al fine di fare chiarezza sulla regolarità e legittimità degli atti e delle procedure avviate dall’amministrazione;

 SI CHIEDE DI SAPERE

  •  se il sindaco, l’assessore, il responsabile dell’ufficio tecnico e gli uffici preposti fossero a conoscenza dell’episodio esposto in premessa relativo al permesso di costruire in apparente violazione degli strumenti urbanistici e i passi compiuti, per quanto di loro specifica competenza, in merito a tale vicenda;
  • se non sia il caso di revocare immediatamente tale permesso a costruire o sospenderlo, non essendoci, probabilmente, le condizioni per concederlo;
  • se non sia il caso di valutare attentamente l’operato degli uffici e, conseguentemente, assumere i provvedimenti del caso;
  • se non sia il caso di riferire in consiglio comunale sulle varie fasi della vicenda e chiarire i passaggi che risultano essere poco comprensibili allo scrivente;
  • se non sia invece il caso di iniziare una vera politica urbanistica che salvaguardi i diritti reali dei cittadini, iniziando dalle lottizzazioni mai sanate;
  • se non sia il caso di rivocare la delibera di giunta n° 46 che sovrappone a un nostro capo dipartimento un altro che andrà a rivestire le stesse mansioni, moltiplicando le spese che il comune di Labico non può assolutamente permettersi;
  • se non sia il caso di iniziare una vera politica di occupazione per il nostro comune, rafforzando in modo particolare il ruolo della vigilanza e della tutela del territorio, non dirottando dirigenti da altri comuni, ma attingendo a figure idonee a salvaguardia della sicurezza dei cittadini.

Labico 25 ottobre 2016

Il consigliere comunale

Maurizio Spezzano

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