Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Osservazioni ragionate al progetto del campo di calcio

Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di ieri, martedì 15 marzo 2017, c’era anche quello relativo all’Apposizione dei vincoli espropriativi dei lotti individuati nella variante al PRG come zona sportiva. Io e il consigliere Nello Tulli abbiamo ribadito con forza che il nuovo campo sportivo è necessario e va, senza ombra di dubbio, realizzato. Ciò non significa che questi debba essere realizzato in modo approssimativo, ma deve avere la giusta collocazione, i giusti equilibri all’interno della zona prescelta, facilmente raggiungibile, ma soprattutto, guardando al futuro, efficiente e modificabile. Elementi questi che nella cartografia allegata all’atto sono lacunosi o mancanti. Noi, con elementi inconfutabili alla mano, abbiamo fatto notare le criticità presenti nell’atto. Le nostre ragioni, seppure all’atto del voto sono non siano state accolte, hanno trovato in alcuni consiglieri di maggioranza e nel sindaco  un parziale accoglimento, segno che non era pretestuosa la nostra posizione, ma abbiamo dimostrato capacità amministrativa e politica. Peccato che ancora una volta si sia persa una occasione per lavorare insieme al bene di Labico. Se avrete l’accortezza di leggere il documento che segue, non potrete che condividere le nostre ragioni. Certo, alcuni punti sono un po’ tecnici, ma il linguaggio adoperato è il più semplice possibile e serve a mettere in risalto le criticità. Ci auguriamo che all’atto pratico se ne tengo conto, così come ci è stato assicurato, in modo che Labico possa dotarsi di un campo di calcio il più moderno e usufruibile possibile da parte di tutte le realtà sportive del nostro comune. Per completezza di informazione, all’atto del voto, per marcare la nostra posizione non abbiamo votato contro né ci siamo astenuti, abbiamo preferito uscire dall’aula per lanciare un messaggio. Alla maggioranza la capacità di cogliere il significato.

I consiglieri comunale, Maurizio Spezzano e Nello Tulli, ribadiscono con forza e determinazione la volontà di addivenire a una soluzione condivisa del problema legato agli impianti sportivi di nuova realizzazione, collaborando, nel rispetto delle posizioni, con chiunque manifesta la volontà di dotare il nostro comune di impianti nuovi e funzionanti al servizio delle collettività, primo fra tutti un nuovo campo di calcio, la cui attività sportiva agonistica e non agonistica riveste una importanza fondamentale per lo sviluppo psicofisico dei ragazzi.

Tale opera, più volte invocata dai gruppi di minoranza e dalle società che agiscono nel territorio, è necessaria per il normale svolgersi delle attività sportive nel nostro comune. La nostra cittadina risulta essere carente in strutture sportive all’avanguardia, soprattutto se si guarda al settore calcio. Infatti, l’attuale e unico campo a disposizione delle società non risponde del tutto ai criteri previsti dalla normativa sportiva vigente, così come più volte manifestato sia da chi svolge attività agonistica, sia dagli organi federali, che hanno indicato in più occasioni le criticità da sanare.

E’ necessario, quindi, provvedere affinché questo gap sia colmato nel più breve tempo possibile per permettere ai vari soggetti che si occupano di sport di tentare un salto di qualità sia nell’utilizzo che nella gestione.

Dallo studio degli atti allegati al dispositivo di deliberazione e del progetto preliminare emergono elementi che rendono tale opera lacunosa nella sostanza e nella forma, come si cercherà di sintetizzare nei punti elencati, figlia più di necessità elettorale legata al consenso che non piuttosto al bisogno di fornire realmente la nostra comunità di un impianto all’avanguardia. Se il progetto preliminare dovesse essere votato nella veste che si propone in Consiglio, si rischierebbe di fare un danno non solo allo sport, ma alle stesse casse comunali, già deficitarie, e ai cittadini che contribuiscono con le imposte al corretto funzionamento dell’Ente pubblico. Il progetto preliminare proposto in questa sede presenta criticità serie per una molteplicità di fattori che risaltano immediatamente all’occhio anche dei non esperti di urbanistica o edilizia sportiva. Molte di queste si sarebbero potute risolvere se si fosse ottemperato al principio basilare di tutte le democrazie: la partecipazione degli attori sportivi e dei soggetti interessati, primo fra tutti la società sportiva di calcio che milita con onore in seconda categoria. Di sicuro i consigli tecnici avrebbero fornito gli strumenti di conoscenza adeguati per la realizzazione di un impianto ottimale, al passo con le realtà che circondano il nostro paese.

Tra le criticità maggiormente incisive, sia dal punto di vista politico/sociale sia da quello tecnico, che i consiglieri di minoranza hanno riscontrato, si possono elencare i seguenti:

  • Mancato coinvolgimento delle associazioni sportive. Tale lacuna si sarebbe potuta risolvere con una conferenza dei servizi – prevista nei casi in cui le deliberazioni incidono pesantemente sul bilancio dell’Ente o sulla trasformazione del territorio – elemento indispensabile per addivenire a una soluzione condivisa e responsabile. Fare in fretta non sempre è la migliore soluzione per risolvere i problemi.
  • Mancato coinvolgimento delle opposizioni. Mai i consiglieri di minoranza sono stati invitati a partecipare ad incontri con le parti interessate (progettisti e tecnici), né mai il sindaco e l’assessore competente hanno mostrato la sia pur minima apertura verso i rappresentanti della maggioranza dei cittadini. Ancora una volta, lo Statuto Comunale risulta essere calpestato e gli spazi di democrazia e confronto retrocessi a orpelli decorativi; infatti, ancora una volta e nei momenti decisivi, le Commissioni competenti non vengono convocate come invece è prassi e norma.
  • Progetto tenuto quasi segreto e fatto in fretta e furia in vista della scadenza naturale del mandato amministrativo. Dopo quattro anni di inerzia totale, paralizzante per le sorti della nostra comunità, si prevede di stravolgere l’assetto urbanistico al solo fine di approvare un atto che non avrà ricadute immediate sul territorio se non il consenso elettorale che potrebbe scaturire da tale decisione, né darà frutti nell’immediato essendo l’iter abbastanza lungo e i lavori previsti non presumono nel breve periodo nessun inizio.
  • Lascito pesante in eredità della probabile futura amministrazione di un’opera che incide profondamente sul bilancio dell’Ente. La prassi amministrativa corrente non prevede che le amministrazioni in scadenza di mandato, due mesi e mezzo, decidano in solitaria l’assetto urbanistico e di bilancio in modo così invasivo, compromettendo il rapporto fiduciario con la cittadinanza chiamata ad esprimersi con le elezioni amministrative. I quasi due milioni di euro con accensione di mutuo presso il Credito Sportivo risultano deleteri per le casse del comune, già pesantemente provato per i debiti accertati derivanti dalla vicenda dei depuratori. I nuovi amministratori si troveranno a gestire scelte urbanistiche e finanziarie non concordate, che rischiano, se fatte in tal modo, di realizzare un’opera sicuramente migliorabile nei suoi aspetti determinanti, ma difficilmente modificabili a lavori avviati.
  • Apposizione del vincolo espropriativo solo su una parte dei lotti destinati ad accogliere la zona sportiva. Tale scelta risulta essere penalizzante sia per i proprietari dei lotti rimasti esclusi sia per la validità del progetto stesso che nasce monco, inficiando gli standard previsti dalla stessa variante al PRG adottato dieci anni orsono e non ancora approvato. La Regione, infatti, potrebbe anche revocare questi standard non trovandoli confacenti al PRG stesso, arrecando danno ai proprietari delle particelle interessate.
  • Progetto preliminare lacunoso in più parti. Soprattutto nella parte realizzativa non vi è certezza che dei due campi di calcetto possano essere costruiti, così come la club house, la copertura delle tribune, ecc. Scorporando una parte dei lavori a data da destinarsi rafforza l’ipotesi che sia stato solo un valido pretesto elettorale e nulla più.
  • La totale mancanza di viabilità. Dal progetto presentato la viabilità non è segnata oppure risulta lacunosa. Ad oggi viene indicato un percorso veicolare impossibile da realizzare. Infatti, la particella che da progetto dovrebbe assolvere a tale funzione non è indicata tra quelle oggetto di apposizione del vincolo espropriativo. In più, l’ulteriore viabilità indicata è collocata all’interno di due lotti attigui destinati ad espansione urbanistica.
  • Viabilità “riferita” incompatibile con il Piano di Emergenza Comunale. Tale incompatibilità è data dal fatto che il percorso indicato attraversa la zona prospicente l’ingresso del palazzetto dello sport, indicato nel PEC come centro operativo in caso di calamità naturali. La realizzazione di un impianto sportivo comunale deve essere necessariamente coordinata con la strategia di prevenzione per la riduzione dei danni derivanti da eventi antropici o da calamità naturali. Il combinato disposto dell’art. 108 del D.Lgs. n. 112 del 1998, recante “Funzioni conferite alle Regioni ed agli Enti locali” che affida all’amministrazione comunale la predisposizione di piani comunali e/o intercomunali di emergenza, e della legge n. 225 del 1992, “Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”, come modificata dal decreto-legge n. 59 del 2012, che, al comma 3- bis dell’articolo 15, stabilisce che ciascun Comune deve dotarsi di un “Piano di emergenza comunale”, impone agli enti locali di pianificare con molta attenzione i nuovi interventi sul territorio, per i quali si ritiene opportuno predisporre il tempestivo e pressoché contestuale adeguamento del citato piano piano di emergenza comunale;
  • Direzione del campo da gioco nel lato corto del perimetro previsto per la realizzazione. Tale soluzione risulta essere incongruente rispetto alla massa di lotti prevista dall’apposizione del vincolo espropriativo. Infanti, tali lotti sono collocati in senso verticale rispetto la Casilina, mentre la collocazione del campo da gioco è collocato in senso orizzontale, senza possibilità di ulteriore ampliamento anche in funzione degli altri servizi da realizzare. Inoltre, dalle misure effettuate, la lunghezza del campo di calcio, copre per intero la larghezze dell’area oggetto all’apposizione prevista, con un residuo di cinque metri circa per lato dell’area eventualmente espropriata.
  • Inserimento della zona sportiva all’interno di aree previste di espansione urbanistica. Tale scelta condiziona due ordini di fattore: a) riperpetuare l’errore del vecchio campo sportivo, inserito in un contesto fortemente antropizzato, privo di servizi e di viabilità; b) zona di espansione urbanistica a ridosso della zona sportiva, con tutte le penalizzazioni del caso che potrebbero venire ai futuri residenti. In tal modo, pur essendo oggi all’apparenza campagna, nei fatti il campo sportivo viene inglobato in una zona che funziona da tappo verso l’esterno e circondato da zone di futura antropizzazione.
  • Incongruenze cartografiche. Dal confronto delle planimetrie allegate, risulta chiara l’incongruenza della viabilità: in un primo caso viene indicata, successivamente il percorso sparisce dalla planimetria, senza che se ne colga la ratio di tale scelta.

Queste in sintesi le criticità che emergono dallo studio degli atti. In virtù di tali osservazioni, i consiglieri di minoranza auspicano che il sindaco, la giunta e i consiglieri di maggioranza, riflettano senza preconcetti e avviino uno studio serio sulla fattibilità di tale opera. Si rischia di commettere lo stesso errore già decisivo per le sorti del vecchio campo sportivo. Noi crediamo che il campo di calcio vada fatto ma nel rispetto delle previsioni future e non solo per dare sfogo ad attese di natura elettorale e di consenso. Costruire un impianto sportivo importante necessita di analisi seria e rigorosa, sia dal pinto di vista della fattibilità che della fruibilità. A noi sembra che manchino entrambe, per cui auspichiamo un ripensamento e un approfondimento degli atti con l’aiuto degli attori attivi presso le associazioni sportive di Labico. La conferenza dei servizi invocata dai consiglieri di minoranza è la soluzione migliore per addivenire alla realizzazione di un impianto che i cittadini aspettano da anni. Condividere un’opera così importante è il segnale che si va nella giusta direzione, allontanando il sospetto che ancora una volta la decisione piova dall’alto senza possibilità di migliorie che invece dovrebbero essere doverose.

I Consiglieri Comunali

Maurizio Spezzano e Nello Tulli

Resoconto del Consiglio Comunale di venerdì 8 novembre 2013

vauroIl Consiglio comunale di venerdì 8 novembre si è aperto all’insegna della malinconia, le notizie confuse sulle condizioni di salute del nostro amico Massimo Ciocci credo abbiano turbato tutti, si stava aprendo un senso di vuoto in ognuno di noi. Lui che non perdeva un Consiglio e che spesso fuori da ogni protocollo interveniva con le sue battute taglienti non c’era e la sedia rimasta vuota era lì a testimoniare l’abisso che si apriva nei nostri pensieri. Doveroso da parte nostra serbare un ricordo di Massimo, mantenere viva la memoria per mantenere vivo il ricordo di un protagonista della vita labicana.

All’inizio del Consiglio ho ricordato la vicenda dei due lavoratori della Antonelli Dolciaria che il giudice ha reintegrato nei posti di lavoro: che questa sconfitta suoni come allarme per tutti gli altri che pensano di poter disporre liberamente dei propri dipendenti. E’ stata una grande vittoria della democrazia sulle vessazioni che troppo spesso vengono attuate nei posti di lavoro.

Ho sollevato poi la questione dei lavoratori GEA che non percepiscono lo stipendio da mesi. Anche qui, purtroppo, si segnalato deficienze organizzative e salariali che mortificano coloro che quotidianamente svolgono la loro mansione. Già di per sé risultano essere sottopagati, se poi si aggiunge che non vi è la certezza che alcuni mesi arretrati siano regolarmente saldati si apre un abisso sull’intera questione. Il rispetto della dignità dei lavoratori è primaria, tutto il resto passa in secondo piano. Ci auguriamo che gli impegni assunti dall’amministrazione siano concretizzati al più presto e che le condizioni di normalità abbiano il sopravvento sull’emergenza depuratore che inghiotte ogni energia finanziaria del comune.

Punto 1: Approvazione verbali

Tutto regolare. Le delibere sono state votate all’unanimità. Ho segnalato nuovamente l’anomalia della delibera del luglio 2012 non ancora portata in Consiglio e mancante della parte dibattimentale. E’ una irregolarità grave che deve essere sanata al più presto.

Punto 2: Regolamento TARES

Superfluo anticipare che ho provato ad oppormi all’approvazione di questo regolamento utilizzando ragionamenti puntuali e inconfutabili. Purtroppo, essendo stata individuata questa tariffa come condizione salvifica della vicenda depuratore c’è stato poco da fare. Ho ribadito con forza che la legge non impone ai comuni di passare alla TARES avendo la possibilità di restare in regime TARSU. Ciò comporterebbe un risparmio di ben 350.000 euro, cifra importante in questo momento di seria difficoltà per tutte le famiglie. Il costo del servizio è di circa 1.100.000 euro, perché chiedere con la TARES 1.459.501? Dove va la differenza? Invece, segreto di Pulcinella, fare cassa è l’unico modo per tentare di pianificare, parole loro, un piano finanziario di rientro dal debito del depuratore. Come già anticipato, purtroppo, è chiaro che i danni e il debito scaturiti da quella vicenda hanno cominciato a pesare sulle nostre spalle. Io ho continuato a ribadire che il danno, si presume, sia stato causato da chi aveva in gestione il servizio e che l’amministrazione dovrebbe rifarsi su chi ne ha le responsabilità. Qualora dovessero emergere connivenze politico-amministrative sarà la magistratura a procedere contro costoro. Noi da sempre abbiamo criticato il comportamento dell’amministrazione per i mancati controlli e lo abbiamo denunciato con chiarezza nel luglio 2012, distribuendo in tutte le case lo speciale depuratori. Dispiace che il mio ragionamento non sia stato compreso fino in fondo dai consiglieri, sarebbe stata un’ottima possibilità di riscatto dopo l’approssimativa gestione della vicenda.

Ho presentato un ordine del giorno che impegnava il Consiglio a respingere il Regolamento. Purtroppo mi sono trovato da solo a sostenere questa battaglia, perché anche l’altro consigliere di opposizione ha preferito astenersi piuttosto che dare man forte alla mia istanza., votando poi contro il regolamento. Tale atteggiamento è una contraddizione in termini. Avrei compreso se avesse votato a favore del Regolamento, perché allora l’astensione sul mio ordine del giorno? Messo ai voti il ritiro, il risultato è stato il seguente: favorevole, io; contrari, la maggioranza; astenuti, Tulli.

Sono stati poi votati due ordini del giorno di Tulli, a cui ho espresso voto favorevole, ma che non potranno produrre gli effetti sperati per il semplice fatto che la TARES avrà vita breve. Infatti, il 31 dicembre, quindi fra poco più di un mese, questa tassa sarà già morta perché verrà sostituita da una delle nuove prodotta da questo governo esattore e nemico del popolo.

Dopo una breve sospensione, è stato messo ai voti l’altro mio ordine del giorno. Chiedevo di:

  1. 1.      limitare i servizi prestati da Lazio Ambiente, ex Gaia, alla sola raccolta dell’umido e dell’indifferenziato;
  2. 2.      dare vita a una cooperativa di giovani con lo scopo di effettuare la raccolta differenziata;
  3. 3.      farsi promotori, presso i sindaci del circondario, di un consorzio giovanile per estendere il servizio della raccolta differenziata anche agli altri comuni.

L’obiettivo è la razionalizzazione dei costi e la possibilità di creare posti di lavoro. Alla fine la maggioranza e il consigliere Tulli hanno optato per il sostegno al mio ordine del giorno. Votazione finale, unanimità. Mi aspetto ora, che il tanto entusiasmo verso questa iniziativa corra con le proprie gambe e che l’amministrazione dimostri serietà e propositi veri per mettere in cantiere ogni iniziativa atta a produrre gli aspetti sperati. Non dovessero farlo loro, mi metto a disposizione per lavorarci io, è una ghiotta occasione e un’opportunità concreta per realizzare qualcosa di diverso. Per Labico sarebbe la prima volta.

Mi permetto di fare una piccola polemica sia con gli esponenti di maggioranza che con qualcuno dell’altra opposizione: è stato detto e scritto che nessun comune sarebbe rimasto con la TARSU e che tutti avrebbero approvato il regolamento TARES. Niente di più falso. Tanti, tantissimi comuni dell’intero territorio nazionale hanno fatto ciò che ho proposto io: si sono rifiutati, sostenuti dalla legge da me citata, di applicare le tariffe TARES. Cito solo tre comuni: uno di centrosinistra, Massa; uno di centrodestra, Termoli; uno a noi vicino, Anagni. Ma ci sono per l’Italia centinaia e centinaia di comuni che non se la sono sentita di spremere ulteriormente i cittadini. Se non avevano argomenti prima non possono averli adesso, quindi, per favore, facciano ammenda e siano più umili. Li invito a chiedere scusa ai cittadini, perché affossano le famiglie e rovinano i commerciati.

Punto 3: Tariffe TARES

Approvato il regolamento si è passati alle tariffe. Questo punto sarebbe decaduto d’ufficio qualora non avessimo votato il punto precedente. C’è poco da dire, non c’erano margini di manovra, questa imposta sarà una mazzata mai vista, tutti subiranno la durezza delle tariffe, in modo particolare le attività commerciali e le famiglie che vedranno crescere in modo esponenziale la loro quota. E’ una imposta ingiusta, vessatoria, cattiva e punitiva e a poco serviranno gli ordini del giorno approvati. Lo spirito di queste tariffe è quello di colpire i produttori di rifiuti, ma senza tenere conto della ricchezza. Si sarebbe potuto scegliere un metodo progressivo come per le tasse, chi più ha più paga, invece si è colpito nel mucchio, con la contraddizione che chi più ha meno paga. Esempio? La banca paga poco più di 3 euro a m2, il fruttivendolo arriva a pagare, addizionali incluse, quasi 32 euro a m2. E’ questa la giustizia sociale? E’ questo ciò che vogliono i cittadini? Mai, io non potrò mai per nessuna ragione al mondo approvare una simile schifezza che va contro le famiglie, i lavoratori, i piccoli commercianti, i monoreddito, i pensionati. Questa tassa rischia di non essere pagata da nessuno e le tredicesime da sole non basteranno a fare fronte a questa bastonata.

Votazione: a favore delle tariffe, 6, la maggioranza; contrari 2, io e Tulli. Dovendo marcare ulteriormente il mio dissenso, sull’immediata eseguibilità non ho partecipato al voto

Punto 4: Recesso dai consorzi ASP Colline Romane e Castelli della Sapienza.

Ho votato a favore, questi carrozzoni non mi hanno mai fatto simpatia. E’ giusto che scompaiano perché sono degli enti inutili e dannosi, non producono nulla e in molti casi sono luoghi di potere per trombati. Con somma soddisfazione ho potuto dire la mia sull’ASP che nel nostro territorio si è contraddistinta per le colate di cemento in barba a ogni norma di salvaguardi del PRG. Certo, lo spirito che ha spinto l’amministrazione a recedere sono i risparmi legati alla vicenda del depuratore, non certo una visione critica dei consorzi. Comunque, una bella notizia per i cittadini, anche se i risparmi saranno di poche decine di migliaia di euro. Ho fatto notare, comunque, come nell’ambito amministrativo ci siamo vaste contraddizioni: si scioglie l’ASP due settimane dopo averne esaltato la funzione con il progetto legato all’albergo diffuso. Che dire, misteri dell’impossibile!!

Votazione: favorevoli 7 (la maggioranza e io); contrari 1 (Tulli).

Approfittando del punto, ho presentato un ordine del giorno che impegnava il sindaco e la giunta a chiedere alla Società Poste Italiane il potenziamento del servizio di sportello. Essendo cresciuta la popolazione è giusto che il servizio si metta a pari della crescita aumentando gli operatori.

Votazione: favorevoli 6 (quattro di maggioranza, io e Tulli); astenuti 1 (Ricci); Non partecipa al voto 1 (Galli L.).

Punto 5: Regolamento parco giochi.

Più che una discussione sembrava una lezione di grammatica! Il punto doveva regolamentare i parchi (????). A una prima lettura ho avuto l’impressione che la lingua italiana avesse subito maltrattamenti; a una lettura più attenta ne ho avuto la certezza. Ho fatto notare che sarebbe stato meglio rimandare l’approvazione al prossimo consiglio, se non altro per dignità letteraria. Ulsi, che aveva redatto il tutto, si era un po’ incaponito – è stato mio alunno e mi scuserà per il termine, anche perché gli voglio bene come a un figlio – poi ha capito anche lui. Sul contenuto ho contestato la parte che vieta l’ingresso al parco ai cani, ricordando che c’è una legge dello stato che è superiore a qualsiasi regolamento, né ci si può giustificare sostenendo che alcuni genitori non vogliono cani nel parco. Costoro se sono intolleranti verso gli animali lo saranno anche verso gli uomini, per cui è meglio che siano loro a restare a casa. I cani possono essere portati al parco, osservando piccoli accorgimenti: museruola e guinzaglio. Vuol dire che l’amministrazione creerà spazi idonei per i nostri amici animali.

Punto ritirato.

Punto 6: Regolamento utilizzo palestre scolastiche in orario extrascolastico.

Un po’ di polemiche sui costi del servizio per le associazioni, a cui si è addivenuti a una parziale rettifica. Mi sono astenuto perché avrei preferito che fossero regolamentati tutti gli spazi sportivi e non solo le palestre scolastiche. Questo regolamento ci costringerà ad approvarne un altro quando si sarebbe potuto lavorare sullo stesso testo. Inoltre, trovo disdicevole che le opposizioni non vengano mai coinvolte ma messe sempre davanti al fatto compiuto.

Votazione: Favorevoli 7 (maggioranza e Tulli); astenuto 1 (io).

Mi permetto di tornare sulla vicenda TARES. E’ chiaro a tutti che il fantasma che si aggira per il palazzo comunale e si diffonde poi in tutte le strade labicane si chiama emergenza depuratore. Questa condizionerà la vita amministrativa per molti anni, tranne se, vista l’impossibilità di uscirne, non si decida di commissariare il comune. Io non sono un veggente, ma credo, visti i numeri, che sarebbe una strada dolorosa ma utile, almeno per sanare i conti. Ciò libererebbe il comune dai debiti e contestualmente ci permetterebbe di tornare alla normalità, con la possibilità di spendere e di programmare il futuro. Così stante le cose, il comune rischia l’immobilità per almeno dieci anni, con il rischio concreto che gli altri comuni a noi vicini vadano avanti e noi restiamo al palo.

Ultimo, non si può che criticare aspramente il governo delle larghe intese: PD, PDL e Lista Cinica sono le facce della stessa medaglia che dopo aver distrutto il poco buono che c’era, affossato le eccellenze, protetto i più ricchi, oggi cercano di rifarsi a spese di tutti noi. Questa nazione rischia di affondare e le scialuppe di salvataggio sono ad esclusivo appannaggio della casta. Per tutti noi, un salvagente. Bucato.

Fare luce sulle bugie

Collegandovi da questo sito potete ascoltare il mio intervento sul regolamento della TARES. Credo che possa essere utile per fare chiarezza su alcune idiozie che ho letto circa il mio intervento, che artatamente qualcuno cerca di alterare avendo toppato clamorosamente sulla posizione assunta da altri. Ho espresso quello che ho dichiarato pubblicamente:

  1. il Regolamento non andava approvato scegliendo di restare in regime TARSU, anche perché la legge lo consente;
  2. limitare il servizio di Lazio Ambiente al solo rifiuto da conferire in discarica, creando una cooperativa di giovani con l’obiettivo di ridurre drasticamente i costi;
  3. non far pagare ai cittadini i danni del depuratore spremendoli come limoni, assumendosi ognuno le proprie responsabilità, che non possono essere le nostre.

Evidentemente questa posizione ha spiazzato più di qualcuno, soprattutto chi si omologa al pensiero unico, conscio che non abbia più nulla da dire, avendo smarrito il bene collettivo sacrificato sull’altare del governismo.

Noi siamo diversi e lo dimostriamo con le proposte concrete e non con le parole che il vento si porta via. I cittadini sapranno valutare e giudicare, la verità a noi non ha fatto mai paura. Sprattutto non tolleriamo la doppia morale. Buon ascolto.

Cliccare sul link qui sotto per aprire il collegamento.

http://chirb.it/9Brwv2

Resoconto del consiglio comunale di lunedì 29 luglio

Una bagarre scatenata in men che non si dica e non certo per colpa dell’opposizione. Il sindaco Galli sentendosi oramai onnipotente decide di applicare la legge e i regolamenti in base agli umori personali. C’è chi, come il sottoscritto, non ha nessuna intenzione di sottostare ai diktat, soprattutto se questi contravvengono alle norme statutarie.

Intanto, è bene ricordare che, fedele alla regola della responsabilità verso gli elettori, non ci ho pensato due volte prima di abbandonare le dolci acque calabre per tornare a svolgere la mia mansione di consigliere comunale, è mio dovere morale non abbandonare la comunità davanti all’ennesima forzatura attuata dal sindaco, quella cioè di inserire in fretta e furia un punto all’ordine del giorno che nascondeva del marcio. Infatti, così è stato.

Prima dell’inizio del Consiglio Comunale, ho recapitato in ogni scranno l’oggetto dello scandalo: il nostro bollettino di informazione che il sindaco Galli, con un atto che rasenta l’intimidazione, ha imposto ai commercianti locali di non diffondere in nessun modo, vietandone la diffusione presso i locali commerciali, appellandosi a una legge del 1947 – già utilizzata contro di noi e archiviata dall’autorità giudiziaria – pena il sequestro del “corpo del reato” e multe salate.

Dopo l’appello, a norma di regolamento, art. 24, ho chiesto la parola per rappresentare una serie di problematiche, ma anche per esprimere vicinanza al vice sindaco colpito da un lutto famigliare. Il rancoroso sindaco ha cercato di impedirmi di parlare, ergendosi a giudice ed accusatore, cosa a cui non potevo sottostare. Da qui al caos la strada è stata breve! Il tutto veniva ripreso da una telecamera azionata da un signore seduto in prima fila. Sono seguiti momenti di alta tensione con il sindaco che inveiva contro me e il cameraman, facendo nascere una baruffa ancora maggiore, da cui non c’era verso di uscirne fuori. (Le immagini dell’accaduto le trovate a fondo pagina). Su richiesta del sindaco è intervenuta la polizia municipale e poi le forze dell’ordine. All’atto dell’identificazione si è scoperto che il cameraman era un deputato della Repubblica, l’on. Luca Frusone, del Movimento 5 Stelle, che ha potuto saggiare di persona l’inesistente democrazia presso il nostro consesso. Ancora una volta, quindi, e in modo del tutto arbitrario, il sindaco non ha permesso che fossero registrate i lavori consiliari, malattia atavica e cronica di chi si esalta della propria mediocrità ma ha paura che questa possa essere messa in piazza.

Dopo questo lungo parapiglia, prendo la parola e pongo al Consiglio una serie di problematiche, tra cui un ordine del giorno di censura contro il sindaco per l’atto intimidatorio contro i commercianti. Inutile dire che è stato bocciato dalla maggioranza, a favore solo io e il consigliere Tulli.

Primo punto all’ordine del giorno: approvazione verbali precedenti. Tutto calmo, tranne una piccolissima correzione prontamente fatta propria dalla segretaria comunale. Voto all’unanimità.

Secondo punto all’ordine del giorno: Approvazione bilancio previsionale 2013 Azienda Speciale Servizi Comuni (ex ASPER); approvazione bilancio pluriennale; impegni immediati. C’è del marcio in Danimarca? A Labico è probabile! Punto inserito in fretta e furia per compiacere chi ne aveva interesse, ma smascherato dalla nostra ferma opposizione in ancor meno tempo. Ho fatto valere da subito una questione pregiudiziale chiedendone il ritiro: la proposta era carente nella parte documentale. Atti così importanti che impegnano le economie del nostro comune non accompagnati da nessuna relazione tecnica, se non due foglietti scarni pieni di numeri che non dicevano nulla. In sostanza, si chiedeva di approvare l’atto perché bisognava assumere due unità lavorative – presumibilmente già confezionati, così come emergerà in seguito – per un costo complessivo di 30.000 euro e tutto questo ancor prima di votare il bilancio di previsione del nostro comune. Da una prima sommaria lettura emergeva con chiarezza l’incongruenza delle cifre. Tra costi del servizio e costi di adesione all’Azienda, erano stati stanziati circa 46.000 euro, ma dalla somma delle voci in realtà ne venivano fuori poco più di 36.000. Dov’erano gli altri 10.000 euro? A cosa servivano? Chi le aveva inserite e a quale scopo? Alle legittime domande delle opposizioni, nessuno è stato in grado di darci una risposta. Non il sindaco Galli, che aveva già votato questo bilancio in sede di assemblea dei sindaci qualche giorno prima; non il Direttore Generale dell’Azienda partecipata, presente per l’occasione, che ha parlato per un quarto d’ora senza dire nulla; non l’assessore al bilancio, giustificato per l’occasione perché non aveva potuto leggere l’atto per i noti motivi famigliari; né i consiglieri di maggioranza presenti, che si guardavano tra di loro, anzi guardavano senza vedere il nulla. Ci è voluto “l’innocente” uscita dell’assessore Scaccia a svelarne l’arcano: “Ci sono due persone che stanno lavorando gratis!!” Ciò significava che bisognava fare presto perché c’erano da pagare due persone già identificate?. Chi per la precisione? Nessuna risposta. All’indignazione delle opposizioni per la frase dell’assessore Scaccia, lo stesso di preoccupava di smentire, ritirando la dichiarazione. Ma la cosa più grave era il sospetto che si potessero aggirare le norme in materia di assunzione nella pubblica amministrazione. Quindi non un concorso ad evidenza pubblica, ma una selezione discrezionale già effettuata. Effettuata da chi? In base a quali criteri? In base a quali titoli? Domande cadute nel vuoto. L’arroganza del sindaco dei minuti iniziali del Consiglio Comunale è scemata di colpo. Noi, le opposizioni, a chiedere il ritiro e loro che provavano ad invocare una via di fuga per uscire dall’impasse. Hanno capito che facevamo sul serio e che non ci sarebbe stato altro da discutere. Tutto questo senza entrare nel merito del punto all’ordine del giorno, cosa che mi riservo di fare nella sede opportuna e a tempo debito. La nostra fermezza ha indotto il sindaco, evidentemente conscio della gravità della situazione, dalle nostre giuste argomentazione e delle conseguenze penali eventuali, a ritirare il punto. E gli altri consiglieri di maggioranza? Muti come pesci, buoni ad alzare la mano alla bisogna e pronti a fare la guardia ai giochi già decisi da altri, anzi, dall’altro, il tutto, naturalmente, guardando senza vedere il nulla.

La dura opposizione marca ancora un altro punto a favore dei cittadini e contro le cricche di potere e di palazzo. Sono in gioco i diritti dei giovani, a cui dobbiamo garantire pari opportunità di accesso nei posti di lavoro. Da parte nostra sarà sempre così, non c’è nessuna intenzione di abbassare la guardia: nostro compito è agire nel nome della Trasparenza e della Legalità.

Naturalmente, tutto questo è sfuggito al solerte giornalista presente, che ha scarabocchiato un foglio online che nessuno legge, per fortuna, scrivendo cose indecenti, ignobili e scandalose. Non una sola parola sui contenuti e sulla determinazione delle opposizioni, forse perché era distratto, intento anche lui a guardare il nulla senza vederla. Si è invece distinto nel livore personale, oramai consueto, contro le opposizioni al solo scopo di compiacere il sindaco; si è lanciato lancia in resta – senza pensare a quanto si possa essere ridicoli senza accorgersene, tanto da inventarsi di sana pianta aggressioni contro il sindaco che non ci sono mai state – in una filippica contro il giovane deputato On. Luca Frusone che stava riprendendo con la telecamera i lavori del Consiglio Comunale. Giudizi degni di imbrattacarte di bassa lega. Non sarà di certo un così immeritevole personaggio a farci retrocedere dalla nostra incessante azione di oppositori al regime galliano. Una nostra affermazione porterà all’istantanea eclissi di così indegni personaggi dalle stanze del comune e i 3.000 euro all’anno a lui immeritatamente destinati, verranno utilizzati in favore dei giovani in modo trasparente.

Terzo punto all’ordine del giorno: Nomina del Revisore dei conti. Punto tecnico, a cui c’era poco da aggiungere. La legge ha cambiato i criteri di individuazione, per cui ne abbiamo preso atto. Voto all’unanimità.

Ho approfittato di questo punto per presentare altri due ordini del giorno. Il primo, riguardava l’attraversamento ferroviario per i portatori di handicap o per coloro che hanno difficoltà motorie. Impegnava il sindaco a farsi promotore presso gli enti preposti per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per l’agevolazione del transito verso il binario due, direzione Roma,a cui oggi si accede attraverso l’improponibile passaggio su scala. Messo ai voti è passato all’unanimità

Il secondo, riguardava il rilancio del mercato contadino. Impegnava il sindaco a farsi promotore presso i cittadini, con un opuscolo o del materiale informativo più dettagliato, della possibilità di acquisto dei prodotti agricoli a chilometri zero e a produzione controllata. Purtroppo, premurosi come pochi, hanno contestato le velate critiche all’amministrazione, accusate dal sottoscritto di aver abbandonato il mercato dopo averlo inaugurato in pompa magna. Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato respinto con due soli voti a favore, il mio e quello di Tulli.

Finiva così questa giornata frenetica. La maggioranza ancora una volta è uscita sconfitta malgrado il bulgaro consenso dei suoi consiglieri, soprattutto sul punto n° 2, ragione della convocazione frettolosa del Consiglio Comunale. Nessuno di essi è o sarà in grado di lasciare traccia del proprio passaggio; nessuno che trovi il coraggio di assumere una posizione diversa. Eppure sono convinto che cominciano a trapelare i mugugni, insofferenti dell’arroganza dell’unico uomo al comando, di colui che pone e dispone a piacimento delle loro “non” capacità. Il cammino è lungo, ma la fine di questa esperienza amministrativa è quasi alle porte: il bilancio si avvicina e la luce del tunnel per i cittadini onesti è sempre più prossima. Il depuratore farà il resto.

Buone vacanze a tutti.

 

PS: Ringrazio di cuore i quattro deputati del Movimento 5 Stelle che hanno presentato una interrogazione al Ministro degli Interni sulla comunicazione che il sindaco ha fatto recapitare ai commercianti, con l’intenzione di bloccare il nostro bollettino di informazione, l’Agora’. L’interrogazione è stato depositata il 24 luglio 2013 ed è consultabile sul sito della camera dei Deputati. Ancora una volta il nostro paese emerge per la contrazione dei diritti e non per il loro ampliamento.

PS2: a fondo pagina i vari link riguardanti il Consiglio Comunale di lunedì. Un abbraccio a tutti e grazie per il sostegno e la stima.

Quod erat demonstrandum

interrogazione parlamentare

130729 ordine del giorno stazione ferroviaria

130729 ordine del giorno mercato contadino

130729 ordine del giorno comunicazione del sindaco

RESOCONTO CONSIGLIO COMUNALE 17 maggio 2013

Il Consiglio comunale di venerdì 17 maggio non è stato di routine, c’era da approvare il rendiconto del bilancio 2012, indispensabile per la preparazione del bilancio di previsione 2013.

Come sempre avviene, c’è stato un misto di approssimazione e di impreparazione da parte dei consiglieri di maggioranza, che come abitudine ignorano le delibere da approvare, ma che come sempre alla richiesta di voto non obiettano e non trovano parole. Eppure, l’opposizione non si limita ad “opporsi”, ma in virtù del bene collettivo, fa anche proposte che meriterebbero maggiore attenzione e valorizzazione. Peccato che gli interlocutori abbiano altri obiettivi.

Meglio andare per ordine

Punto 1: Approvazione verbali

Sul verbale del 27 dicembre, equilibri di bilancio, ho votato contro, ed è la prima volta che lo faccio, non per il contenuto, ma perché trovo assurdo votare delibere conclusive di atti amministrativi prima di mettere ai voti le delibere passate, la cui scadenza temporale era precedente di due mesi. Significa che abbiamo votato, anzi hanno votato, prima gli equilibri, che in ordine temporale è il penultimo atto delle delibere di bilancio, senza aver votato prima le delibere di previsione del bilancio, che è il primo atto. Il voto aveva anche valore di protesta perché succede spesso che la pubblicazione sul sito del comune di atti importanti non segue l’ordine cronologico ma la discrezionalità del momento. Votazione: 6 a favore, la maggioranza; un voto di astensione, Tulli; uno contrario, il mio. Le altre delibere sono state votate all’unanimità.

Punto 2: Rendiconto Bilancio 2012

Inutile giraci intorno, l’intero dibattito è stato incentrato sulla vicenda del depuratore. E’ chiaro che dalle parti della maggioranza c’è stata la difesa d’ufficio, da parte nostra pressioni per saperne di più. Su questo non ci può essere confronto, la maggioranza lo sa e deve assumersene le responsabilità, politiche ed amministrative, senza scaricare interamente sul solito Giordani la responsabilità per l’intera vicenda. Non può essere lui la foglia di fico di ogni inadempienza. Intanto perché ad amministrare c’erano sempre loro e poi perché c’è stata una dormita generale, con parti mantenute oscure per troppo tempo, che hanno fatto circolare le peggiori amenità. Ancora oggi non è chiaro come ne usciremo da questa vicenda e la maggioranza anziché scoprire le carte continua a tenerle segrete. Eravamo tutti convinti, dopo l’euforia per il dissequestro, che sarebbero venuti in Consiglio a darci la soluzione. Invece, oltre le solite nebulose parole, niente, ma un generico mea culpa da parte dell’assessore Scaccia.

Nel merito, ho ribadito ancora una volta che l’intera vicenda non mi piace per le ragioni note: malgrado il segreto di pulcinella e degli atti che ribadivano i debiti accumulati, non c’è mai stato il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Un fatto secondo me gravissimo. Già da mesi veniva indicata la condizione debitoria del nostro comune. Addirittura i capi area, pur dichiarando che nel 2012 non c’era condizione debitoria, affermano, a margine, che ci sono debiti per circa 4 milioni. Non è anomalia questa? Lo stesso ha fatto il revisore dei conti in ben tre occasioni, lo stesso ha fatto la giunta approvando una delibera a dicembre. Lo stesso ha fatto il dott. Galluccio con una lettera al sindaco. Perché allora non mettere in cantiere il riconoscimento? Potrebbe essere che, al di là delle generiche parole, brancolano ancora nel buio pesto. Ho reso pubblica l’intenzione di presentare un esposto alla Corte dei Conti in linea con le posizioni fin qui assunte da me e dal gruppo, già dal primo giorno dell’accaduto. Mi auguro che serva a diradare la nebbia che circonda l’intera vicenda e che i danni eventuali non ricadano sulle spalle dei cittadini. Ricordo al sindaco che nel consiglio comunale del 24 ottobre 2012, sollecitato da una mia domanda, dichiarò, testuale, I cittadini non pagheranno un bel niente. Mi fermo qui e mi aspetto che alle parole seguano i fatti. Esito della votazione: Favorevoli 6 (la maggioranza), contrari 1 (io), non partecipazione al voto Tulli.

Punto 3: Convenzione segreteria comunale

Punto tecnico, poca discussione, più che altro una sorta di benvenuto al nuovo segretario comunale, dott.ssa Paola Nicoletti. La convenzione interesserà Labico, comune capo convenzione, e i comuni di Cerreto Laziale e Agosta. Sarà presso i nostri uffici per quattro volte la settimana da concordare con gli altri comuni. Auguriamo alla dott.ssa un Nicoletti buon lavoro. Votazione all’unanimità.

Punto 4: Approvazione delle modalità di pagamento della TARES e rate di versamento

Anche questo un punto tecnico: compito dell’amministrazione è la deliberazione dello scadenziario. La maggioranza proponeva tre rate, con scadenza 31 luglio e 30 settembre, d’importo pari al 35% del tributo, e terza rata più conguaglio il 31 dicembre. Ho fatto notare che il peso dell’imposizione fiscale rischia di affossare le famiglie per cui nell’ambito della discussione ho proposto che l’imposta fosse dilazionata su quattro rate del 25%, in modo da avere un carico minore alla scadenza e dare una boccata d’ossigeno alle famiglie sempre più spremute sia dagli enti locali che dal governo. Per fortuna, a differenza delle altre volte, non si sono chiusi a ricci e hanno accolto la mia proposta, fatta poi propria dall’intero consiglio comunale. La modifica è passata ll’unanimità.

Piccola nota a margine: alla luce dell’approvazione all’unanimità è facile capire che l’opposizione fa proposte sensate e non ha paura di assumersi le responsabilità di miglioramento degli atti. Mi auguro che questo precedente serva alla maggioranza ad avere una posizione meno arroccata e guardare all’opposizione non come nemico da abbattere, ma come portatori degli interessi dell’intera cittadinanza. Come gruppi di minoranza rivendichiamo la dignità del nostro ruolo e il rispetto che si deve al restante 60% e più di popolazione che ha deciso di fare una scelta diversa da quella di votare la maggioranza.

Punto 5: Commissione albi giudici popolari presso la Corte d’Assise

Altro punto tecnico previsto dalla legge. Questa commissione è un atto dovuto su cui non c’è stata discussione. Per completezza dell’informazione, la commissione è composta da tre membri, due di maggioranza, Galli e Ricci, uno di opposizione, Spezzano. Votato all’unanimità.

Punto 6: Istituzione mercato contadino

Una buona notizia per i labicani: su sollecitazione del presidente del mercato contadino di Zagarolo e del titolare dei I Cerchi abbiamo istituito il mercato contadino anche a Labico. L’iter è stato un po’ lungo, anche per qualche dimenticanza della maggioranza e del consigliere che avrebbe dovuto curarne gli aspetti legali e amministrativi. Infatti, gli atti erano stati depositati in comune già da qualche mese, ma nessuno si era preso la briga di metterli a disposizione dei consiglieri o di affrontarli. Dopo un mio contatto privato con i proponenti ho avuto copia degli atti depositati. In ambito di discussione ho avuto conferma che quasi nessuno dei consiglieri di maggioranza era informato, se non su generiche indicazioni di routine. Al di là della polemica, informo che c’è stato un ulteriore miglioramento del disciplinare, prevedendo una linea preferenziale per i coltivatori labicani, in modo da usufruire del mercato non solo come acquirenti ma anche come venditori stagionali, dando la possibilità, a chi ha titolo, di avere un banco per mettere in vendita i propri prodotti, come ad esempio le nocciole, le castagne, i piselli labicani, ecc. E’ un modo per dare dignità all’agricoltura, favorire i prodotti a chilometri zero ed eventualmente prevedere un piccolo incremento delle entrate per le famiglie. Sicuramente è un’iniziativa positiva a cui l’opposizione ha dato un contributo determinante e di qualità e tutela dei produttori locali. Finalmente si potranno avere prodotti agricoli non provenienti dalle industrie o dalla grande distribuzione, effettuando il trasferimento dal produttore al consumatore. L’atto è stato votato all’unanimità.

Piccola nota integrativa: approfittando del mercato contadino, ho presentato un ordine del giorno per istituire il mercato rionale anche a Colle Spina, desiderio espresso già da tempo da un gruppo di cittadini, che si era impegnato a sollecitare il sindaco, accompagnando la richiesta con una raccolta firme. Qualcuno, come sempre avviene quando l’opposizione propone, ha insinuato il dubbio che c’era un intento speculativo della mia proposta. Chi mi conosce sa bene che il mio agire politico è alla luce del sole e se la maggioranza dorme di certo non è colpa mia, ma di chi avrebbe dovuto dare seguito alla richiesta e non l’ha fatto. Si vede che noi ci battiamo per tutti i labicani, inclusi gli abitanti di Colle Spina e non solo in periodo elettorale, moda consueta dalle parti della maggioranza. Noi lo facciamo con i fatti, altri con le parole, e non sempre sono quelle giuste. Mi aspetto che il sindaco e la giunta facciano il resto, per quanto mi riguarda controllerò affinché tutto venga fatto per il bene di Colle Spina e senza “padri putativi”. L’ordine del giorno è stato fatto poi proprio dall’intero consiglio comunale. Votato all’unanimità.

Punto 7: Convenzione asilo nido Fantasylandia

Punto molto controverso e, per quanto mi riguarda, mai con il mio consenso, almeno così come è concepito. Premessa doverosa. Ogni volta che è stata presentata questa delibera abbiamo sempre avuto forti divergenze, non per la finalità, quanto per il modo e i termini della questione. Il punto come sempre non era a conoscenza dei consiglieri di maggioranza e credo neanche dell’assessore all’istruzione, visto che brancolava nel buio. Ho avuto l’impressione che fossi l’unico ad aver letto e studiato gli atti. 1) Da subito mi è parso strano che il titolare dell’asilo nido chiedesse una convenzione annuale e l’amministrazione magnanimamente concedesse un biennale. A domanda sul perché di tale generosità nessuna risposta. 2) Il contributo non viene versato alle famiglie bisognose ma alla struttura, così come recita l’art. 4 della convenzione. 3) Non si tratta di una proroga, come hanno cercato di sostenere, ma di un rinnovo. 4) Vengono riservati 15 posti al comune su un totale di 27. Qual è l’anomalia? Che l’asilo nido lo finanziamo noi, visto che la maggioranza dei bambini li facciamo scrivere noi. Non sarebbe più semplice da parte dell’amministrazione realizzare un asilo nido e poi darlo in gestione? Così tuteliamo tutti e non solo alcuni? 5) Il comune in questi anni non ha mai partecipato ai bandi regionali per il finanziamento degli asili nido. In soldoni significa che l’amministrazione comunale alza bandiera bianca a favore di un privato, facendo venire meno la funzione sociale del comune stesso che deve garantire il servizio, favorendo le giovani coppie e le mamme lavoratrici, oltre all’inserimento in una struttura pubblica dei bambini in età di prescolarizzazione. 6) Il gioco ci costa ben 25.300 Euro in due anni e vi giuro che sono tantissimi, a maggior ragione in questa fase di disastro economico in cui si trova il nostro comune. 7) Fatte le dovute proporzione: se 15 bambini avranno un contributo di 25.300 euro per due anni, per pareggiare i conti, quanto dovranno avere gli altri 700 e passa bambini che frequentano le scuole dell’obbligo? Questo calcolo lo lascio fare a voi. A me si è rotta la calcolatrice.

Ho provato ad argomentare il mio voto contrario alla delibera, ma la maggioranza era allineata e coperta, pur non avendo nessuno di loro letto la proposta di deliberazione, forse perché percepiscono lo studio degli atti un’operazione superflua e inutile, oltre che una perdita di tempo. Mi dispiace, ma non posso dare il mio assenso a tale iniziativa per le ragioni espresse in precedenza. Nulla contro la struttura e la proprietà, ma trovo giusto che chi ne ha diritto riceva il contributo indipendentemente dal luogo di iscrizione. In questo modo vengono eliminati coloro che a qualsiasi titolo ne hanno diritto ma vengono esclusi. Perché, ad esempio, si escludono coloro che svolgono attività lavorativa fuori dal nostro comune e che magari trovano più conveniente iscrivere i figli vicino al posto di lavoro invece che presso questa struttura convenzionata? Questo è veramente grave. Ho avuto modo di dirlo nel passato e non cambio opinione: non ci possono essere figli e figliastri, io sono per l’estensione dei diritti e non per l’esclusione, non si può favorire solo una minoranza. Perché escluderli? Votazione: maggioranza favorevole, io contrario, Tulli astenuto.

Finisce così il consiglio comunale, cinque ore e un quarto di discussione, in alcuni casi positiva, in altri molto negativa. Capisco fare parte della maggioranza, ma cadere sempre dalle nuvole perché non si conoscono gli atti è grave. Lo è ancora di più quando l’opposizione porta le sue argomentazioni e dalla parte della maggioranza, alternativamente, i consiglieri annuiscono per poi votare supini le decisioni prese da pochi. E’ una brutta cosa. Ho l’impressione che ci sia un uomo solo al comando e che gli altri vengano usati alla bisogna, ma senza lasciare traccia del loro passaggio. Peccato, il paese ha tanti problemi e qualche voce critica non guasterebbe, ma sembra che vada tutto molto bene. Evidentemente non conoscono il paese e le problematiche che l’assillano.

PS: Ho provato a sintetizzare un Consiglio Comunale abbastanza lungo, cinque ore e un quarto. Chiedo scusa se non ci sono riuscito in un paio di paginette, ma è difficile ridurre una così lunga discussione in poche battute. Vuol dire che la prossima volta verrete a sentire con le vostre orecchie. Un abbraccio a tutte/i.

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