Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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La fine dell’impero

Consiglio Comunale frizzante ma educato. C’era da deliberare il DUP, Documento Unico di Programmazione, e il bilancio di previsione. C’erano poi altri atti collegati alla manovra di bilancio, e, infine, tre punti controversi e in parte lacunosi. Totale nove proposte di deliberazione.

Per ordine. I primi quattro punti erano propedeutici al bilancio stesso; il primo, riguardava i servizi a domanda individuale, le cui tariffe sono rimaste invariate rispetto il 2016; secondo e terzo non incisivi per il nostro comune e ininfluenti ma ugualmente da deliberare; il quarto, riguardava il programma triennale delle opere pubbliche. In questo caso, sia io che il consigliere Tulli abbiamo mosso delle osservazioni e chiesto delucidazioni su due opere: il campo di calcio e la scuola. Risposte tecniche e siamo andati avanti. Risultato delle votazioni uguale per tutti: favorevoli 5, astenuti 2 (io e Nello).

Siamo entrati nel vivo del consiglio con il punto 5, “Esame ed approvazione DUP aggiornato e bilancio pluriennale triennio 2017/2019”. E’ l’atto più importante dell’amministrazione perché pianifica l’andamento economico per ogni anno. Punto molto dibattuto e risposte non sempre esaustive. Premetto che speravamo nella convocazione della commissione, sia per esaminare il bilancio nelle varie voci, sia, eventualmente, presentare qualche emendamento migliorativo. Purtroppo ciò non è avvenuto. Che cosa emerge dai dati del bilancio? Un dato incontrovertibile, ammesso dagli stessi esponenti di maggioranza: incapacità e ritardi nella riscossione e conseguente incapacità e ritardi nella spesa. Di chi la colpa? Non certo dell’opposizione, va da sé che la risposta è automatica. Ciò che è successo con gli accertamenti dell’anno scorso ha strascichi importanti che ci porteremo ancora dietro per un po’. Comporteranno problemi di quadratura dei conti. Per fare un esempio, l’amministrazione è in gravissimo ritardo con le riscossioni, tanto da determinare seri problemi nei pagamenti dei cittadini. C’è una massa enorme di mancati introiti da tassazione, più di 4.000.000 di euro, a fronte di altrettanti milioni di spese che non riusciamo ad onorare. Quest’anno, ad esempio, TARI doppia, 2016 e 2017, e conseguente pagamento rateizzato che occuperà le famiglie per ben otto rate: maggio, luglio, settembre, ottobre, novembre e dicembre del 2017, febbraio e aprile del 2018. Un vero salasso. Noi abbiamo chiesto l’individuazione delle responsabilità. Intanto, abbiamo puntato il dito contro la società AeG che a nostro giudizio ha responsabilità gravi: mancata armonizzazione dei software AeG/comune (almeno questo è emerso!), dati non corrispondenti con i subalterni delle particelle catastali, ritardo nella correzione degli errori, ritardo nell’aggiornamento del database delle riscossioni. Poi, contro il  RUP (Responsabile Unico del Procedimento) per mancata vigilanza e carenza di determinazione contro la AeG. Infine, ma non ultima, contro la maggioranza che non ha fatto valere i diritti dei cittadini che sono sovrani rispetto a quelli della società che ha gestito la partita.. Queste lacune, ma soprattutto la mancata determinazione ad affrontare il problema con serietà, hanno innescato un meccanismo che ha fatto tilt: da novembre 2015 a maggio 2017 siamo nel panico, a svantaggio dei cittadini che si vedono costretti a pagare colpe che non hanno: tutti noi vittime della leggerezza di alcuni. Non sarà facile per molte, moltissime famiglie. fare fronte a tutte queste rate. Se aggiungiamo il servizio idrico integrato, la rateizzazione del debito derivato dal depuratore e i debiti non riconosciuti, ecco la miscela esplosiva. Nessun allarmismo, per carità, ma questa è la situazione. Inoltre, le difficoltà economiche di alcune famiglie potrebbero creare ulteriori problemi di esigibilità. Credo che questo lo abbiano capito anche gli esponenti di maggioranza.

Dal punto di visto tecnico, è stato molto difficile leggere il bilancio perché non sono state riportate in dettaglio le cifre del 2016. Diciamo che è stato un bilancio determinato al buio, senza confronti con l’anno precedente, dato indispensabile per capire l’andamento reale dei conti. Nell’analisi dei dati ci siamo trovati una massa enorme di residui di cui ignoriamo gli anni. Tra questi, più di 800.000 euro di dubbia esigibilità, cioè non si sa se l’amministrazione riuscirà mai a recuperarli. Poi, capitoli non chiari, cifre non corrispondenti, dati non riportati; un esempio su tutti, il mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione, non riportati, che appesantiscono ulteriormente l’analisi del bilancio. Una gran confusione che con toni decisi abbiamo messo in risalto.

Noi crediamo che bisogna assolutamente fare chiarezza sui conti perché è difficile procedere al buio. I prossimi amministratori dovranno armarsi di santa pazienza e riportare tutto nell’alveo della normalità, della trasparenza e della legalità. Ricordo che il compito di chi amministra è la fermezza nell’alleggerire i problemi dei cittadini non peggiorarli. Messo ai voti il punto, cinque a favore (la maggioranza) e due voti contrari (io e Nello Tulli).

Punto 6, Approvazione scadenza TARI 2016. Bel pasticcio! La data, 2016, ci fa capire che è in arrivo quello che avremmo dovuto pagare lo scorso anno. Ricordo che nel precedente consiglio abbiamo approvato lo scadenzario del 2017, quattro rate, due nel 2017 (ottobre e dicembre) e due nel 2018 (febbraio e aprile). Invece quelle del 2016 tutte in questo anno: maggio, luglio, settembre e novembre. E non è detto che maggio si rispetti. Proprio per questo motivo c’è stato un forte diverbio tra me e il responsabile d’aria, che è anche il RUP dell’accertamento del 2015. Le bollette sono ancora in stampa e non c’è la certezza che la consegna delle 2400 lettere avverrà in tempo utile per fare fronte al pagamento della prima rata (31 maggio). Restano fuori ancora 700 utenze che necessitano correzioni e non ancora mandate a ruolo. Un vero problema! Questo ritardo e la faciloneria nella gestione della questione sottoporrà i cittadini a un vero tour de foce di pagamenti. Conclusione: gli altri sbagliano e i cittadini pagano. Mi auguro che la responsabilità non ricada sui nuovi amministratori.

Io e il consigliere Tulli ci siamo molto irritati per il mancato rispetto della promessa del sindaco di chiedere i danni alla società AeG per inadempienza contrattuale. Così come ci siamo irritati verso il responsabile del procedimento che a nostro giudizio ha cincischiato, penalizzando i cittadini. Messo ai voti, io ho preferito non partecipare, mentre la maggioranza ha votato a favore e Nello si è astenuto.

Punto 7, Riapprovazione progetto preliminare campo sportivo, apposizione vincolo espropriativo. Anche questo un mezzo disastro. Punto ritirato perché gli atti erano carenti e non presi in visione dai consiglieri. Solo per informazione, io e Nello abbiamo avuto modo di “sbirciare” la cartografia. Secondo noi se resta così si prospetta una situazione peggiore della volta precedente! In più i costi passano da poco più di un 1.900.000 a 2.650.000. Questo incremento trova solo parzialmente giustificazione. Torneremo sull’argomento perché la maggioranza intende convocare un altro consiglio comunale il 18 maggio proprio per l’analisi di questo punto. Una sola nota polemica: quei manifesti affissi in gran quantità in paese non rappresentano nulla, non rispecchiano la verità dei fatti, non sono opera dei nostri uffici, né del progettista. ! Recavano l’intestazione del comune ma non sono roba nostra. Oltretutto, non corrispondono a nessun progetto visionato dai consiglieri. Servivano solo a creare confusione per buttare discredito su di noi che avevamo condotto una battaglia giusta. Molte delle nostre osservazioni (ricordate i miei 11 punti critici?) sono state accolte a dimostrazione della bontà della nostra posizione. Chiederci scusa non guasterebbe, senza voler fare polemica.

Punto 8. Modifica al Piano di Emergenza Comunale. Lacunoso e improvvisato. Abbiamo chiesto il ritiro del punto perché non rispecchia la situazione reale del nostro comune. Richiesta respinta pur concordando in toto con le nostre osservazioni. Questo punto lo avevamo già deliberato, ma avendo la Regione mosso alcuni rilievi, puta caso coincidenti con i nostri, è tornato là dove era partito, in tutti i sensi! Inascoltati allora, inascoltati oggi. Restano le stesse identiche lacune di novembre. Però noi pagheremo ugualmente il tecnico: 10.000 euro. Per farvi capire la paradossale situazione che abbiamo riscontrato, basta un solo dato: nell’atto di oggi, così come in quello di novembre, abbiamo fatto rilevare, tra i tanti errori, uno macroscopico: in caso di calamita naturale, chiunque chiami il COC (Centro Operativo Comunale) – prefettura, questura, protezione civile, ministero dell’Interno – comporrà il numero fornito, ma, dall’altra parte, risponderà “una voce” a noi cara, quella del nostro amico Massimo Ciocci. Mi fermo qui, giudicate voi. 5 a favore (la maggioranza), 2 astenuti (io e Nello).

Ultimo punto, 9, Magazzino comunale, approvazione progetto definitivo per l’apposizione del vincolo espropriativo e dichiarazione di pubblica utilità. Altra questione ingarbugliata. Punto aggiunto il giorno prima del consiglio, consegnato in mattinata. Fino alle ore 18 circa gli atti non erano disponibili. Alla nostra richiesta di illegittimità la segretaria ha confermato la nostra osservazione. La maggioranza ha fatto quadrato e, forzando regolamento e legge, lo ha approvato ugualmente. Premetto che questo punto era stato ritirato dal consiglio precedente, su nostra sollecitazione, perché non conforme ai requisiti di legge, almeno questo è stato quello che noi abbiamo affermato. Il sindaco lo ha riproposto ma senza rimuovere le criticità emerse precedentemente. Sta di fatto che ci accingiamo a comprare un immobile, a parziale pagamento di oneri di urbanizzazione mai versati, che presenta elementi che dovrebbero ostacolarne l’acquisto. Votazione: 5 favorevoli (la maggioranza), mentre noi non abbiamo partecipato al voto.

In sintesi, non è facile riassumere quattro ore di consiglio comunale! Pensavamo che questo sarebbe stato l’ultimo, invece ce ne sarà sicuramente un altro il 18 maggio, a consiglio comunale in teoria sciolto e non in grado di deliberare se non atti improcrastinabili. Vedremo cosa succederà.

Dal resoconto emerge con chiarezza che siamo arrivati alla fine dell’impero, e come tutte le dinastie in disfacimento emerge la debolezza dell’azione politica. Il bilancio, le scadenze delle rate, il piano di emergenza comunale, il campo sportivo, l’acquisizione dell’immobile sono tutti punti di debolezza. Mai come questa volta tanti abbagli e tutti insieme.

Sono convinto che io e Nello siamo stati all’altezza della situazione, abbiamo dimostrato capacità di analisi e di proposta. Se avessero seguito le nostre indicazioni forse non ci saremo trovati in queste condizioni. Chiedere ai cittadini di pagare in un solo anno, anche se a rate, l’importo di due anni di TARI risulta essere un balzello non indifferente. Hanno sempre sbandierato ai quattro venti la loro attenzione verso i ceti deboli, ma nei fatti si sono smentiti. Ricordo ancora l’incontro avuto con i dirigenti della società AeG, eravamo determinati a mettere a nudo la loro protervia. Se il sindaco e i suoi consiglieri ci avessero dato ascolto, piuttosto che mostrarsi “timidi” nei loro confronti e arroganti nei nostri e in quelli dei cittadini, avremmo trattato la questione in un altro modo e di sicuro sarebbe finita a vantaggio di tutti noi. Invece, siamo stati accusati di seminare bugie ed oggi i nodi vengono al pettine. Ci era stato assicurato che il comune avrebbe intrapreso azioni legali contro la società, invece ci troviamo a dover pagare sei rate di imposte in sette mesi. Inutile infierire, il ciclo è finito e i cittadini sapranno valutare. L’undici giugno c’è la possibilità di ripristinare politiche di buonsenso e vicinanza ai cittadini.

Buona campagna elettorale a tutti, anche ai nostri avversari, affinché tutto si svolga serenamente mettendo i cittadini nella condizione di scegliere in libertà e in base a uomini e idee.

Piccola nota a margine: Si chiude un’era. Molti consiglieri non si presenteranno più, praticamente tutti, tranne qualche piccola eccezione. I saluti li farò subito dopo la presentazione delle liste. Mi limito qui a ringraziare tutti il sindaco e consiglieri di maggioranza, chiedendo scusa loro se in qualche occasione ho alzato i toni. Ma io sono un passionale e il carattere fa il resto. Penso di non aver serbato rancore per nessuno, anche nei momenti di rabbia. Al di là della politica restano i rapporti umani, siamo tutti della stessa comunità e tutti insieme dobbiamo concorrere a migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini. Grazie a tutti, sindaco, assessori, consiglieri.

Grazie al mio compagno di viaggio: Nello Tulli, ha saputo sostenermi e consigliarmi. Ho apprezzato la sua generosità politica e ne sono contento. A presto.

Permesso senza permesso?

Lo avevo detto e ho insistito. Il 25 ottobre ho presentato  una interrogazione su un permesso a costruire a Colle Spina che, secondo me, presentava più di un dubbio; il 28 sindaco e assessore mi rispondono sostenendo che tutto era regolare, ma la loro risposta non mi è parsa per nulla convincente; il 2 dicembre in Consiglio Comunale ripropongo la questione e sindaco e assessore scaricano le responsabilità sul tecnico, sostenendo che non è loro compito controllare. Per nulla soddisfatto, mercoledì 7 dicembre ripresento un’altra interrogazione, aggiungendo nuovi elementi che potrete trovare nell’interrogazione stessa. Ribadisco il nocciolo della questione: a mio giudizio, e da quel che ho capito anche della norma, quel permesso a costruire non poteva essere concesso perché interessa dei lotti vincolati a standard urbanistici previsti dal Piano Particolareggiato di Colle Spina e confermati nel PRG adottato. Non sono previste deroghe e a tal proposito la stessa Regione Lazio ha chiarito meglio ogni aspetto della vicenda. Che fare? Io insisto nel mantenere fermo il punto chiedendo all’amministrazione di fare chiarezza e verificare che tutto sia a norma, che anche il Consorzio Colle Spina, territorio interessato dal permesso a costruire, faccia la sua parte per evitare che anche altri standard possano fare la stessa fine. Trovo singolare che gli uffici non abbiano fatto con rigore le verifiche del caso, così come invece ho fatto io, e che il sindaco e l’assessore si limitino a rispondere evasivamente alla prima interrogazione e ancor più evasivamente in Consiglio Comunale. Ripeto, che fare? Non ho intenzione di subire ragioni che non comprendo, per cui insisterò fino a che l’intera vicenda non sarà chiarita. Per evitare incomprensioni o equivoci, l’interrogazione è stata inviata per giusta conoscenza anche al comandante della polizia municipale e al responsabile del Dipartimento Urbanistica.

Qui trovate allegata sia la prima interrogazione che la risposta del sindaco e dell’assessore.

Al sindaco di Labico con richiesta di risposta scritta e iscrizione del punto all’odg. del prossimo Consiglio Comunale.

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • in data 25/10/2016 prot. 8443 lo scrivente ha presentato interrogazione inerente il permesso a costruire n° 5/2016, che a detta dell’interrogante presentava anomalie di sostanza e di merito, mancando, presumibilmente, dei presupposti per il rilascio
  • in data 28/10/2016 prot. 8566 il sindaco in persona e l’assessore all’urbanistica rispondevano all’interrogazione in cui, oltre a minimizzare il tutto, rivendicavano come lecito il premesso a costruire, sostenendo che esso “è conforme alla normativa vigente, sia con riguardo alla legislazione statale e regionale che rispetto agli strumenti urbanistici vigenti, generali, particolari e attuativi”, accusando il sottoscritto, tra le altre cose, di “una certa superficialità e arroganza alle quali tuttavia siamo ormai abituati e di cui pertanto non possiamo meravigliarci in alcun modo”.
  • in data 2/12/2016, in occasione del Consiglio Comunale, il sottoscritto, ha sollevato nuovamente la questione, come da registrazione audio del consiglio comunale, in quanto le risposte avute all’interrogazione non erano state reputate esaustive dallo scrivente;
  • in tale occasione, sia il sindaco che l’assessore interrogati, al di là del timido tentativo di difendersi dalle argomentazioni del sottoscritto, pur ribadendo “la non competenza” sul caso, hanno ribadito la legittimità del permesso a costruire in questione, cercando però di sviare l’attenzione su altro argomento oggetto dell’interrogazione, senza entrare nel merito dei quesiti posti dall’interrogante;
  • nella medesima occasione, il sindaco ha scaricato la responsabilità del rilascio del permesso a costruire sul responsabile del dipartimento, non più operativo presso il comune e non più interpellabile dal sottoscritto;
  • il sottoscritto ha ricordato che è compito della politica, nella fattispecie il sindaco e l’assessore, verificare che l’operatività degli uffici preposti rispondano a criteri di legalità e trasparenza, inclusi i controlli previsti e necessari in tutti i settori, a maggior ragione in urbanistica, oggetto a Labico di interessamento nel tempo da parte degli organi politici che hanno rivendicato e rivendicano con forza maggiore chiarezza e maggiori controlli;
  • dagli atti sembra emergere che il richiedente del permesso a costruire, presumibilmente, non aveva titolo a presentare a proprio nome la richiesta in quanto tecnico e non proprietario o impresa di costruzione;
  • il Piano Casa, utilizzato come pretesto per la richiesta del permesso a costruire, non è applicabile per i lotti in questione, indicati nel P.P (e successivamente nel PRG adottato dal Comune ma non approvato dalla Regione Lazio), “Attrezzature collettive pubbliche” (Capo III), più specificatamente come aree destinate ad “Attrezzature di interesse comune” (art. 43), classificando dette aree come AC (attrezzature civiche);
  • Con la deliberazione della Giunta Regionale del Lazio n° 50 del 15 marzo 2013, si integra il punto 4.6 della DGR n° 20/2012, a seguire al comma 5, aggiungendo il seguente periodo: “Resta pertanto stabilito che in presenza di vincoli conformativi relativi a strumenti urbanistici vigenti o adottati trova applicazione, a tempo indeterminato, l’art. 2, co. 2, lett. F, della L.R. 21/2009 e ss.mm.ii, cosicché tali previsioni urbanistiche sono da ritenersi ostative al rilascio di titoli edilizi in applicazione del Piano Casa”.
  • da una verifica da me effettuata nulla risulta al Consorzio Colle Spina del rilascio del permesso in questione, malgrado all’art. 19 della Convenzione stipulata tra il Consorzio e il Comune stesso si conviene quanto segue: “Il Comune in accordo con il Consorzio stabilisce di dover subordinare il rilascio delle concessioni edilizie ai singoli consorziati solo laddove i medesimi abbiano ottemperato a tutti gli oneri consortili derivanti dalla presente convenzione”.

PER TUTTI QUESTI MOTIVI SI CHIEDE DI SAPERE

  1. se le argomentazioni istruite dallo scrivente sono sufficienti per intraprendere azioni di verifica degli atti e delle procedure previste in questi casi, cosa che si sarebbe già dovuta effettuare d’ufficio una volta presentata la prima interrogazione
  2. se non sia il caso di sospendere il permesso a costruire in questione in atto di autotutela, rimarcando ancora una volta che gli standard urbanistici sono parte integrante del P.P e del PRG adottato, pertanto non modificabili con atto amministrativo;
  3. come intende proseguire nell’applicazione della corretta interpretazione del cosiddetto Piano Casa più volte rivisto dagli stessi legislatori;
  4. se non sia il caso di convocare la commissione urbanistica per discutere di questa tematica e delle problematiche ad essa connesse.

Labico, 7 dicembre 2016

Si prega voler inviare copia della presente interrogazione anche

Al comandante della polizia municipale

Sede

Al responsabile del Dipartimento urbanistica

Sede

Consigliere comunale

MAURIZIO SPEZZANO

Il sindaco scappa

Non è mai successo che un sindaco rifiuti di confrontarsi nelle sedi deputate, nel nostro caso parliamo del Consiglio Comunale. Eppure è così: il sindaco di Labico, Alfredo Galli, ha paura del confronto e con artificiosi contorcimenti linguistici, senza il supporto di nessuna norma, non convoca il Consiglio Comunale come legittimamente chiesto dai consiglieri di opposizione il 25 gennaio 2016. Non solo, a dare forza alla richiesta ci avevano pensato i cittadini con ben 1506 firme, depositate il 9 febbraio 2016, che chiedevano l’annullamento del procedimento e l’avvio della discussione in Consiglio Comunale.

Il sindaco – con il suo comportamento e contraddicendo il dettato legislativo che regolamenta la vita politica dei comuni – fa venire meno il suo ruolo di garante della legalità e dei diritti dei cittadini. Secondo noi, la fuga dal confronto non annulla il problema, semmai lo aggrava sempre di più; infatti, in altri comuni e davanti a problemi ancor più gravi i sindaci si sono comportati in ben altro modo. Evidentemente, Alfredo Galli ignora la prassi che vuole sempre il Consiglio Comunale al centro della vita politica di un comune. Nessun sindaco è mai sfuggito alla sue responsabilità di fronte ai cittadini, indubbiamente quello di Labico ha una visione distorta del significato di democrazia. Fuggire e non sostenere il confronto la dice lunga sulla sua capacità politica.

Ha ragione Tullio Berlenghi: questo sindaco ha perso la serenità, per cui, non essendo più nelle condizioni di poter garantire la governabilità e il libero confronto delle idee, sarebbe opportuno che rassegnasse le dimissioni, ne va del bene del nostro paese. Sarebbe il modo giusto per riportare serenità e dare una guida autorevole al nostro comune.

manifesto sindaco

Ho finito le parole

Ieri abbiamo protocollato le 1506 firme raccolte in piazza a sostegno della richiesta di annullamento del procedimento e per la convocazione del consiglio comunale. Oggi il sindaco – dando l’impressione di interessarsi solo a quello che fa l’opposizione anziché lavorare per la collettività, come dovrebbe in un momento così delicato – ha già risposto. Conoscendo il mio essere sanguigno, più di qualcuno si aspetterebbe da me una risposta altrettanto irreale, possibilmente offensiva e pregna di improperi motivati a supporto delle ragioni dei cittadini e dell’opposizione. Invece, mi limito a mettere online sia la lettera di accompagno dei due consiglieri di opposizione (io e Nello), sia la risposta esagerata e dispregiante (termine arcaico, come la durata della sua permanenza in comune!!) del firmatario della missiva, disprezzo nei confronti di chi a ragione reclama equità e giustizia, non disagi e spese aggiuntive. Noterete il tono da perfetto leguleio dell’estensore della missiva di risposta a firma del sindaco, che in un sol colpo fa carta straccia di ogni diritto, decidendo lui il come e il quando, il perché e il percome, il giusto e l’ingiusto di quanto si è messo in campo fino ad ora. Non una norma o un articolo di legge citati a supporto di questa insulsa risposta.

Il sindaco, la giunta, i consiglieri di maggioranza anziché essere indotti a cercare il dialogo con i cittadini e con le opposizioni – dopo il disastro di questa surreale vicenda – si arroccano nel loro castello, mentre il popolo stremato dalle richieste esose reclama diritti e chiarezza. Tutti devono pagare le imposte in misura dei loro averi, tutti devono essere perseguiti se evadono, ma da qui a seminare il terrore ce ne vuole!

Mi fermo qui, il resto tocca ai cittadini. Come opposizioni abbiamo messo in campo il meglio di noi stessi, mai come in questa vicenda le opposizioni hanno saputo essere di supporto ai cittadini, infondendo chiarezza e avvalendosi di professionisti in modo da dare il sostegno giusto a tutti. Combattere contro un gruppo così chiuso e ostinato nei loro errori è difficile per tutti. Non si può discutere con chi all’indicazione della luna guarda al dito e non la luna. Loro sono così. Siate voi giudici e corte, ci rimettiamo alla vostra sentenza. Di certo, però, noi non ci arrenderemo così facilmente. Avevo già avuto modo di scriverlo, lo ripeto perché repetita iuvant: “à la guerre comme à la guerre”.

 

Al Sindaco Comune di Labico

Alfredo Galli

e p/c

Segretaria Comune di Labico

Dott.ssa Paola Nicoletti

Oggetto:         Consegna firme petizione popolare per richiesta annullamento in autotutela del procedimento riscossione tributi e richiesta Consiglio Comunale Straordinario

Egregio signor sindaco,

a seguito della petizione popolare, come largamente annunciato, stiamo a consegnarLe 1506 firme di cittadini che, in supporto all’azione dei due consiglieri di opposizioni, chiedono l’annullamento dei 9583 “avvisi di accertamento e/o “avvisi di accertamento in rettifica e/o di ufficio” notificati e in via di notificazione ai contribuenti in materia di ICI; IMU; TARI; TARSU e TASI per gli anni 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e per la convocazione del Consiglio Comunale straordinario.

Le avevamo già rappresentato tale richiesta, in quanto crediamo che sia l’unico strumento che l’amministrazione ha di addivenire a una soluzione equilibrata e nel rispetto della legge. Questo atto ridarebbe tranquillità a tutti i cittadini che si sono visti recapitare tali cartelle pur avendo pagato puntualmente. Ciò non significa non sanzionare gli evasori, anzi, permetterebbe alla pubblica amministrazione di stanarli con maggiore puntualità, inoltre, sarebbero gli unici destinatari delle sanzioni previste dall’accertamento.

Questo gesto “riparatore” non è tardivo, ma una presa d’atto della molteplicità di errori causati da incroci non sempre corretti. Inoltre, confermerebbe con forza il mancato rispetto dell’articolo 7 del capitolato di appalto, da parte della società, là dove si sostiene che propedeutico all’invio degli accertamenti c’era la necessità di creare una banca dati efficiente e puntuale.

Noi come opposizione ci impegniamo a fare la nostra parte nell’interesse dei cittadini, perché coscienti della necessità di ridare fiducia a chi si è visto colpito da un atto di accertamento ingiusto e costoso. Doversi rivolgere a professionisti del settore per provare la propria “innocenza”, quando gli uffici della pubblica amministrazione hanno tutti gli atti che in teoria scagionano i cittadini virtuosi, è una forzatura impositiva che va oltre la legge.

Pertanto, chiediamo ancora una volta l’annullamento del procedimento e la convocazione di un consiglio comunale straordinario, come già richiesto, per rispondere all’invito di chiarezza che viene dai cittadini.

La salutiamo cordialmente e restiamo a disposizione per ogni ulteriore precisazione.

Labico, 9 febbraio 2016

I consiglieri

Maurizio Spezzano ______________________________

Nello Tulli _____________________________________

 

Allegati:

Fogli firma dei cittadini sottoscritti all’atto della petizione per un totale di 1506 firme

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