Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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CHE STA SUCCEDENDO A LABICO?

Succedono strane cose a Labico, alcune apparentemente incomprensibili, altre comprensibilissime e nascondono la fame di interessi che circonda il nostro paese.

Succede, ad esempio, che le elezioni si avvicinano e la nostra amministrazione inizia la politica del recupero consensi. Qual è lo strumento migliore per confondere le carte se non utilizzare i soldi del comune per fare campagna elettorale? Sembra il gioco delle tre carte: ti illudono con una vincita pianificata e poi ti svuotano il portafogli. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma lo fanno tutti”! Vero, anzi verissimo. A Labico, ad esempio, lo abbiamo visto fare nel 2007 e nel 2012 e ci accingiamo a vederlo anche nel 2017, anzi, in questo caso non solo sono partiti in grandissimo anticipo, addirittura un anno prima del canonico inizio, ma in modo massiccio! Nei dieci mesi restanti, da qui alle elezioni, hanno la necessità di recuperare tutte le chiacchiere e distintivo previste dal programma elettorale del 2012 e tutte le corbellerie fatti in questi quattro anni. Chiacchiere madornali, programmi mai attuati, anzi in molti contesti addirittura peggiorati: lottizzazioni, servizi, tasse, rapporti con i cittadini, depuratori, debiti, scuola, trasporti, Colle Spina. C’è da aggiungere altro? Gli unici che vivono altrove senza accorgersene sono loro. O meglio, se ne sono accorti benissimo e sono partiti al contrattacco!

Labico, credo, sia l’unico caso al mondo in cui la maggioranza attacca in modo sfrontato e arrogante chiunque provi a contestare l’agire amministrativo e politico di questa maggioranza, scambiando la LEGITTIMA CRITICA in attacco personale, confondendo, come è loro abitudine, il pubblico con il privato o viceversa e il ruolo, maggioranza con opposizione. Mi viene in mente il gran proliferare di comunicati di contrattacco dell’ultimo periodo, in cui mostrano di aver cambiato strategia, mettendo in atto una sorta di difesa cautelativa, uno stillicidio di attacchi a chiunque azzardi a dire la propria, dimenticandosi del gioco democratico delle parti, in cui chi amministra la cosa pubblica è soggetto e oggetto, per legge democratica, di critica.

Ciò che stupisce è la indelicatezza e il linguaggio aggressivo e offensivo non consoni a chi esercita funzioni pubbliche. Ancor più grave, come a ragione faceva notare Tullio Berlenghi, che si usano strumenti non adatti a tali sfoghi da crocicchio: il sito istituzionale del nostro comune. Anzi, si è pensato, addirittura, di spendere soldi pubblici, nostri, per stampare manifesti di parte (si guardi alla velina sul bilancio).

Sul linguaggio indecoroso e minaccioso mi vengono in mente due esempi. Il primo in piena crisi da bolletta verde e mi vede coinvolto in prima persona: avendo smarrito la bussola del raziocinio, si è pensato di attaccarmi in modo rude e velenoso, non sull’aspetto politico – cosa più che legittima – ma su quello personale, definendomi “frustrato”, mettendo in dubbio le mie qualità di docente, arrivando addirittura a offendere la mia regione di appartenenza e il mio comune di provenienza, invitandomi a cambiare paese. Tradotto si potrebbe interpretare così: levati dai coglioni e tornatene in Calabria, sempre se ti vogliano (chiedo scusa per la volgarità, rischio di mettermi a loro pari!). Il secondo esempio è di qualche giorno fa, in cui, rispondendo a una critica legittima di Paris, si arriva alla minaccia bella e buona. Cito testuale “… il signor Paris si scava da solo la fossa …”. Si scava da solo la fossa! E che linguaggio è questo? Chi è questo pirata della penna che usa tal smodata forma di usare la lingua per tentare di ridurre al silenzio chi mette in risalto strafalcioni amministrativi a danno dei cittadini? Quale ratio spinge il sindaco a far pubblicare il comunicato di un anonimo estensore di sproloqui sul sito istituzionale del comune? Si sarà posto l’amletico dubbio del “chi ha scritto?” il signore del castello di Lugnano? Neanche il coraggio di firmarsi! O, probabilmente, il mandante di tale minaccia è proprio lui, visto che non ne ha preso le distanze. Ciò che colpisce è l’aggressività di bassa lega che si scorge in ogni parola, maiuscole incluse, una rabbia livorosa che non trova giustificazione in chi dovrebbe interpretare il proprio ruolo in ben altro modo. Che dovremmo dire noi cittadini, che parole dovremmo usare nei loro confronti dopo il colossale danno dei depuratori? E dopo gli esagerati accertamenti fiscali? E sugli esosi costi dei servizi sempre più carenti ma sempre più gravosi? E sulle inconcluse lottizzazioni che gridano vendetta e che lasciano i cittadini in quelle perenni condizioni di precarietà? E gli abitanti di Colle Spina sempre illusi da promesse elettorali e poi sistematicamente abbandonati al loro destino?

E’ frustrante avere a che fare con gente così. Ora sì frustrante, atteggiamento nobile di chi si vergogna per loro non avendo il coraggio di farlo da sé. Non getto la spugna per rispetto di chi ha aspettato anni per vedere finalmente un po’ di luce. L’uscita da questo incubo è imminente, i cittadini, finalmente si sono accorti di tutto ciò che è successo in questi anni. Sono venuti al pettine tutti i nodi irrisolti e ingarbugliati che questa maggioranza ha creato.

Come si può giudicare l’atteggiamento di non curanza che si ha verso i cittadini che lamentano disagi e che né il sindaco, né l’assessore all’urbanistica, né l’ufficio tecnico risolvono di loro sponte se non sollecitati dall’opposizione? Come si classificano i lavori di riparazione di un collettore fognario a Santa Maria eseguiti solo perché il sottoscritto è stato costretto ad allegare in consiglio comunale ben 12 foto, a pubblicare un video sui social network e a minacciare una denuncia presso le autorità competenti per veder risolto un problema che pendeva sui residenti di quel quartiere da anni, oggetto di denuncia nelle sedi proprie da parte dell’opposizione dal 2007, quando si segnalava in continuazione lo stato di precarietà dei servizi di quella lottizzazione non rispondente ai criteri deliberati dal consiglio comunale? Domanda lunga ma necessaria! Infatti, sta ancora lì, inconclusa, non presa in carico dal comune, senza l’asfalto e con le fogne in perenne stato di precarietà. Tutto questo non sarebbe successo se le fidejussioni fossero state svincolate solo alla conclusione delle opere di lottizzazione. Non hanno mai fatto autocritica e assunto le responsabilità su questa situazione che interessa più della metà del paese! Ebbene, sulle fogne segnalate sono intervenuti, dopo anni di segnalazioni, ma, probabilmente, solo perché la perdita dei consensi è così catastrofica che pensano di portarsi a casa qualche sorriso di circostanza prima della mazzata finale che pioverà sul loro capo a maggio prossimo. Non si chiama forse “campagna elettorale” questo intervento tardivo?

Termina qui la prima puntata di riflessione sullo stato di agitazione della maggioranza, che indigna, fa rabbia, perché obbliga anche gli spiriti tolleranti, che non sono io, a prendere parte alla contesa e augurarsi che maggio arrivi il prima possibile e faccia tabula rasa di questo modo di amministrare e di concepire il ruolo politico di indirizzo.

Invito i cittadini, tutti i cittadini, a cominciare a fare le dovute analisi sulla situazione labicana, a non dare credito e ascolto a coloro che già cominciano ad entrare nelle case provando a ritrovare una verginità politica che non possono avere, a proporre candidature per una lista, espressione di questa maggioranza, già agonizzante. Le responsabilità di tutto ciò che è successo a Labico hanno nome e cognome, in molti casi hanno anche una parentela e tanti interessi. Attenti al falso, comincia a circolarne parecchio, soprattutto ad opera dei soliti servitori che pensano di sfamarsi con le briciole.

Interrogazione cimitero

Come promesso, ho protocollato subito un’interrogazione su quanto è successo ieri al cimitero. Sarebbe opportuno prestare maggiore attenzione, ma soprattutto sarebbe opportuno dotare il cimitero di un segnale acustico da azionarsi almeno 15 minuti prima della chiusura, evitando di chiudere dentro le persone, come appunto è successo ieri. Da quel che mi hanno riferito, non è la prima volta che succede. Per cui, l’adozione del segnalatore acustico potrebbe essere uno strumento utile, soprattutto per gli anziani. 

Resto in attesa di un riscontro da parte dell’amministrazione, ma soprattutto resto in attesa per conoscere i tempi della definizione delle procedure di appalto tante volte sbandierata dal sindaco. La gestione attuale presenta tutti i problemi da noi denunciati e che necessitano di procedure più chiare. Il tempo ci darà ragione anche su questo.

INTERROGAZIONE

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • il sottoscritto è venuto a conoscenza di un increscioso episodio avvenuto in data 10 marzo 2016 presso il cimitero di Labico;
  • Sembrerebbe che delle persone siano rimaste chiuse dentro il cimitero dopo la chiusura e che ciò sia avvenuto in modo del tutto casuale;
  • Per liberare i malcapitati, mi è stato comunicato, che siano intervenuti i carabinieri chiamati dai cittadini che avevano sentito invocare aiuto da chi era rimasto all’interno;
  • Risulta allo scrivente che il nostro cimitero sia sprovvisto di un segnalatore acustico che avvisi coloro che si recano a fare visita ai propri cari dell’imminente chiusura e che si proceda seguendo gli orari;

SI CHIEDE DI SAPERE

  • Se il sindaco e gli uffici preposti siano a conoscenza di questo episodio;
  • Se non sia il caso di valutare l’eventule installazione di un segnalatore acustico che avvisi della chiusura del cancello, cosa che già avviene in tutti i cimiteri;
  • Se non valuti positivamente questa eventualità, anche per evitare che tale episodio si ripeta e veda protagoniste le persone anziane;
  • Se l’amministrazione ha in serbo di espletare finalmente l’appalto per la gestione del cimitero o se si ha intenzione di continuare con la parziale gestione odierna e prorogare all’infinito questo modo di gestire il servizio.

Labico 11 marzo 2016

Il consigliere comunale

Maurizio Spezzano

Risposta alla risposta

Mai successo prima! Neanche il tempo di protocollare l’interrogazione, et voilà, è arrivata la risposta. Non vi nascondo la meraviglia, ma leggendola non sapevo se arrabbiarmi o riderci sopra. Di sicuro è una risposta collerica, più di pancia che di testa, infarcite anche di disprezzo verso ciò che i consiglieri di minoranza stanno facendo per i cittadini, e sottolineo, per i cittadini. Siamo stati gli unici che hanno provato a tranquillizzarli e non a fomentarli; la lotta politica si fa anche nelle piazze, e questo al sindaco Galli non piace, così come non piace ai suoi assessori, così come non piace ai suoi consiglieri. Forse il sindaco pretendeva che l’opposizione – che ha denunciato immediatamente dopo il sequestro del depuratore ciò che sarebbe avvenuto – si chinasse alla sua volontà. Non solo non è successo, ma insieme abbiamo trovato il modo di lavorare per i cittadini, abbiamo concordato ogni azione. E continueremo a farlo, seriamente e scrupolosamente, così come è stato fino ad ora, e lo sarà fino alla conclusione di questa vicenda.

Per cui mi indignano le dichiarazioni del sindaco in risposta alla nostra interrogazione, mi indignano prima di tutto come cittadino, mi indignano come tartassato, mi indignano come destinatario di cartelle errate – ferendomi nell’ onestà – mi indignano come consigliere comunale scrupoloso. Abbiamo mantenuto toni bassi, abbiamo chiesto la collaborazione degli uffici per capire qual era il corto circuito generatore di tale caos. Raccolte le informazioni, le abbiamo confrontate con quelle dei tecnici che si sono messi a disposizione per darci una mano. Da qui è nata l’unica proposta serie che si potesse mettere in campo, cioè la richiesta di annullamento del procedimento e la convocazione di un consiglio comunale straordinario. Ad oggi, continua a sfuggirci il motivo per cui il sindaco si ostina a non attuare l’annullamento in autotutela. Eppure, la casistica parla chiara: la pubblica amministrazione quando deve tutelare i cittadini, prende atto dell’accaduto, e in virtù delle norme che lo regolano, attua l’annullamento in esercizio del potere in autotutela del procedimento e prosegue ad esperire le correzioni del caso.

Questo è ciò che abbiamo chiesto di fare al sindaco di Labico. Questo è ciò che ha fatto il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto nel mese di gennaio 2016, attraverso il responsabile del procedimento. Invece, da noi, prima ha minacciato querele, poi una serie di avvisi senza capo né coda, poi le scuse e l’ammissione di colpa, poi dichiarazioni che entravano in contrasto con ciò che effettivamente succedeva negli uffici, altri avvisi che invitavano alla calma e l’accusa all’opposizione di strumentalizzare la vicenda “a fini politici ed elettorali”, mentre le case dei labicani continuavano ad essere invase da altre cartelle ancora.

Che fa l’opposizione? Invitata, partecipa alla commissione tributi con l’obiettivo di capire ciò che è successo. Invece, trovandosi davanti un muro, – e addirittura all’ingresso in sala essere definiti “consiglieri mal consigliati” – reagisce come può e affronta a muso duro la riunione, da cui emergono pochissime cose, ma il dato più importante è che i due terzi delle cartelle ICI/IMU vengono annullate perché “inesatte”, mentre le TARSU/TARI vengono rettificate in parte. Dati forniti dalla stessa società. E si scopre anche, dopo mia domanda formulata al Direttore Tecnico della società, che la stessa aveva informato gli uffici sul numero di cartelle generate dal sistema. Poi più nulla. Siamo usciti dalla riunione senza aver compreso di chi fossero le responsabilità, perché né la società, né il comune hanno ammesso di aver sbagliato, se di errore si tratta.

Da qui in poi è storia di questi giorni, prima Striscia la notizia, poi la raccolta firme (a proposito, siamo a circa 1200), la distribuzione del modulo per l’autotutela, la presentazione dell’interrogazione. E ancora una volta, il sindaco cosa fa? Infarcisce la risposta all’interrogazione scaricando su di noi la colpa, sostenendo che “l’interrogazione […] presentata sia strumentale e inopportuna, confermando […] la mancanza assoluta di collaborazione, […] che ha lasciato il posto ad una vera e propria campagna denigratoria del tutto infondata, strumentale a fini chiaramente politici ed elettorali”. Che il sindaco accusi l’opposizione, che fa il proprio lavoro, ci può stare, ma sostenere con disinvoltura che il tutto ha il sapore della strumentalizzazione elettorale mi indigna moltissimo. Possibile che non si sia accorto di nulla? Ma le voci indignate e di preoccupazione che arrivano dai cittadini, li sente o da dentro la macchina certi “fastidiosi rumori” non sono percettibili? Lo invito ad entrare nelle case, come stiamo facendo noi in questi giorni di forte preoccupazione, e percepire lo stato di tensione continua che hanno i cittadini. Ma si sarà chiesto perché in sette ore abbiamo raccolto quasi 1200 firme? Tutti strumentalizzati da noi? Tutti plagiati dall’opposizione brutta e cattiva o tutti vittime della malapolitica perpetrata negli ultimi vent’anni? Indignati perché abbiamo distribuito il modulo per l’autotutela o perché sono accusati ingiustamente di aver evaso le imposte? Arrabbiati perché abbiamo chiamato Striscia o perché dovrebbero ri-pagare ciò che hanno già pagato? Sono convinto che i cittadini siano arrabbiati, e molto, con chi amministra e dichiara che tutto questo è necessario “per ridurre le tasse”. E’ un ossimoro, la figura retorica della contraddizione

Abbiamo mantenuto una calma olimpica fino ad oggi, non abbiamo alzato i toni e sfido il sindaco a trovare un solo atto dell’opposizione in cui possa emergere questo sospetto. Ma è chiaro, non possiamo passare per fessi, no, quello no. Continueremo in questa azione, ce lo chiedono i cittadini. Il nostro impegno è per evitare “l’andando fallendo … “ del nostro comune. Il problema nasce con il sequestro del depuratore, lo ha ammesso lo stesso sindaco a Striscia, forse involontariamente o forse inconsciamente, e l’inconscio, si sa, a volte gioca brutti scherzi.

Amministrazione virtuosa

ARCOBALENO5Oggi ho protocollato due importanti proposte di delibere, che spero il consiglio approvi nella prossima seduta che si svolgerà, presumibilmente, il 30 novembre.

Sono due regolamenti che interessano aspetti importanti:

il primo, Regolamento per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari sul territorio comunale di Labico e le distanze da mantenere da strade, edifici ed attività, cerca di disciplinare nel nostro territorio l’uso dei fitofarmaci per l’agricoltura, la cui limitazione è consigliata dall’Unione Europea e che il nostro Paese ha fatto propria. Ciò determinerebbe la regolamentazione dell’uso anche presso il territorio comunale, a favore dell’agricoltura biologica, alla salvaguardia dell’ambiente, ma, soprattutto, alla salvaguardia della salute. Infatti, questo diserbante, il glifosate (principio attivo principale della maggioranza dei diserbanti chimici) è fortemente cancerogeno e responsabile dell’insorgenza di numerosi tipi di tumori. E’ stato bandito già da qualche anno in molti Paesi europei, mentre altri sono in procinto di farlo. Viene considerato responsabile dell’inquinamento delle falde acquifere ed è molto pericoloso per gli stessi operatori che lo usano; è responsabile di un gran numero di tumori che interessano anche i bambini.

il secondo, Regolamento di aiuto alle fasce deboli per il pagamento di tributi comunali con la forma del baratto amministrativo ai sensi dell’art. 24 della L. 164 del 2014, è rivolto ai morosi virtuosi, cioè a coloro che, attraversando un momento di difficoltà economica, possono avere la possibilità di avere uno sconto sulle imposte comunale in cambio di piccoli lavori per la comunità. E’ una norma prevista dalla legge di stabilità ed è stata recentemente introdotto in molti comuni che vogliono tutelare le fasce deboli della popolazione attraverso il baratto amministrativo. Trovo questa possibilità, anche se non risolutiva dei problemi del reddito, molto utile per le famiglie in momentanea difficoltà economica dovuta alla perdita del lavoro o a una limitazione delle entrate, ma che, da buoni cittadini, intendono ugualmente assolvere al dovere di pagare le imposte. Baratto, appunto, perché l’equivalente del debito viene convertito in lavoro sociale da svolgere d’accordo con il comune. Il vantaggio non riguarderebbe solo l’amministrazione e il cittadino che fa uso di questo strumento, ma l’intera comunità che ha la possibilità di avere parchi ordinati, strade curate, fontane funzionanti, erba tagliata, cunette pulite, servizi che molte volte lo stesso comune non è in grado di svolgere, sia per la carenza di personale che per carenza di fondi che il governo centrale non eroga più ai comuni.

Spero di essermi fatto interprete della volontà generale, indipendentemente dall’appartenenza di schieramento. In tal modo pensiamo, come gruppo di Legalità e Trasparenza e come singoli, di dare un contributo migliorativo alla vita sociale del nostro paese. Secondo la nostra visione, l’amministrazione ha il compito di migliorare la qualità della vita e di aiutare i bisognosi, queste proposte di regolamento vanno in questa direzione, puntando a far crescere tutti e a dimostrare che la buona politica esiste ancora e fa il proprio lavoro, non per scopi personali ma guardando alla collettività. Noi continueremo a spingerci oltre, augurandoci che la maggioranza e le opposizioni sappiano cogliere le novità che queste proposte mettono in campo. Il banco di prova per dare una svolta sarà il prossimo consiglio comunale: attendiamo di misurare la volontà della maggioranza di venire incontro ai cittadini tartassati dalle imposte locali che continuano a crescere e a pesare sulle famiglie. Noi continueremo comunque a fare la nostra parte, così come è stato in questi tre anni e mezzo. Nel nostro piccolo, proviamo a fare fatti e non parole, ciò che i cittadini chiedono alla politica.

Un grazie di cuore mio personale a chi, messo al corrente di questa iniziativa, si è prodigato a condividere obiettivi e finalità, ben conscio che i benefici sarebbero stati di tutta la popolazione. Grazie ancora.

Di seguito, il testo di accompagno della proposta di delibera indirizzata al sindaco e ai consiglieri; il regolamento sull’uso dei fitosanitari e il regolamento del baratto amministrativo.

lettera accompagno delibere

regolamento comunale prodotti fitosanitari

regolamento baratto amministrativo comune di labico

Oggi parliamo di urbanistica

urbanisticaCome sapete il consigliere Ulsi si è dimesso, per cui a una settimana di distanza dal consiglio del 22 maggio, ne è stato convocato un altro per procedere alla surroga di Giordani, primo dei non eletti, ma lo stesso è stato “surrogato” a sua insaputa, come la casa di Scajola al Colosseo.

Il ritorno in Consiglio dell’ex mai troppo amato sindaco mi spinge a riprendere il tema dell’urbanistica, trattando tre argomenti: PUA, PRG e abusi edilizi veri e presunti.

PUA: acronimo di Piano Utilizzazione Aziendale, è un atto che permette, a chi ne ha titolo, di ampliare la propria azienda a patto che il progetto risponda a determinati criteri. Considerato che tale piano interviene in deroga al Piano Regolatore, il Consiglio è l’unico organo che può deliberare. Invece, a Labico succede, sindaco Giordani, che tale atto, mai portato in Consiglio, sia diventato realizzabile. Non solo, su un atto di per sé già dubbio, interviene addirittura il tentativo di modificare il piano originario, chiedendo una variante in corso d’opera. Dopo aver constatato la discutibile legittimità dell’atto, in sede di Commissione ho sollevato dubbi sulla opportunità di deliberare su questa PUA, mancante dei requisiti previsti per l’approvazione, perché viziato già all’origine. Ciò che mi ha decisamente colpito è la faciloneria con cui si tratta la materia urbanistica: trovandosi in difficoltà davanti le mie osservazioni, sia i tecnici del comune che la stessa maggioranza, lavandosene le mani, hanno attribuito la responsabilità al già sindaco non rimpianto e al già tecnico ancor meno rimpianto. Fatto sta che l’atto, una volta giunto in Consiglio, è stato ritirato, in attesa di non so cosa. Io ho voluto comunque dire la mia, mettendo il risalto ciò che avevo sostenuto in Commissione: secondo me, sarebbe opportuno investire della questione le autorità preposte, anche perché di urbanistica si finisce in galera e non so se il gioco vale la candela. Di certo, noi faremo i passi necessari per fare chiarezza su tutta questa vicenda. Credo che la devastazione del territorio perpetrata negli anni passati possa bastare, per cui è il tempo della riflessione e dell’analisi di ciò che è successo. Ho chiesto, e ribadisco, che venga istituita una commissione comunale di controllo per valutare l’impatto che questa colata di cemento ha avuto sul nostro territorio. Credo che sia una richiesta di buon senso e se la maggioranza non ha paura istituisca la commissione da subito.

PRG, la grande illusione, la torre su cui si è costruita la fortuna di questa maggioranza. Dalla data di approvazione, 31 gennaio 2007, ad oggi, giugno 2015, dopo la presentazione di 161 osservazioni, 12 sedute di consiglio e non so quante di commissione urbanistica, sono passati esattamente sette anni e mezzo e la Regione continua a sollecitare l’amministrazione ad inviare per intero la cartografia! Fa quasi rabbia pensare che dall’opposizione noi abbiamo sempre messo in risalto i limiti di quel PRG, perché puntava solo sul cemento in modo disarmonico, disordinato e senza logica. Abbiamo sempre criticato le scelte della maggioranza che non ha mai contrastato con proposte serie la nostra ostilità verso un piano che distruggeva il paese invece di arricchirlo. Abbiamo proposto più di una correzione, ma ostinatamente hanno seguito la logica degli affari sugli interessi dei cittadini. Basta solo uno sguardo alla cartografia per rendersi conto che non era fattibile un disegno urbanistico come quello. Oggi, la Regione ha comunicato il diniego all’approvazione senza le dovute correzioni. Il sindaco e la Giunta attribuiscono la responsabilità al tecnico che ha redatto il piano, lo stesso che ha incassato fior di migliaia di euro, nostri, delle nostre tasse. Io invece penso che le responsabilità siano politiche perché non hanno mai voluto confrontarsi con noi che avevamo in mente un’idea diversa di comunità, la cui urbanistica è parte integrante. Ora stanno rimettendo mano al PRG, quasi a nostra insaputa, non avendoci comunicato neanche il nome del tecnico individuato per redigere le dovute correzioni. Infatti, la determina dirigenziale che individuava il tecnico non è stata mai pubblicata sull’albo pretorio del comune, almeno per loro stessa ammissione. La trasparenza impone determinati riti, anche quello di informare chi pensa al territorio in modo difforme dalla maggioranza. C’era una sorta di tacito accordo basato sul rispetto istituzionale, che prevedeva, un confronto sul futuro del PRG, cosa abbastanza normale in un paese “normale”. Invece, al di là delle parole di circostanza nulla. Si sa solo che il nuovo tecnico costa alle casse del comune, cioè a noi, ben 40.000 Euro, che sommate all’onorario del precedente tecnico fanno qualcosa come 100.000 Euro. Se una parte di quei soldi sono di coloro che rappresento, mi piacerebbe poter dire la mia e indicare esattamente ciò che intendo per urbanistica. Lo faccio per Labico e per il rispetto che si deve a un paese così ricco di storia.

Abusi edili reali e presunti. E’ successo che la nostra amministrazione ha portato in giudizio un privato per un presunto abuso mai sanato. Questa è la motivazione ufficiale, in realtà la situazione è ben diversa. Infatti, è vero che il privato ha commesso l’abuso, un po’ come tutti quelli che vivono ai lotti, trasformando un terrazzo in cucina, tuttavia, lo stesso ha presentato domanda di sanatoria nei tempi dovuti, come molti altri, e versato il dovuto. Avendo sollecitato l’accoglimento della pratica, si è sentito rispondere in più occasioni che si era in dirittura d’arrivo. In realtà, con somma sorpresa, al posto della sanatoria è arrivato un decreto di demolizione e, alle proteste del medesimo, gli è stato riferito che della pratica c’erano poche tracce! Tra corsi e ricorsi, testimonianze, perizie giurate, avvocati, tecnici e quant’altro sembrava non dovesse mai arrivare la parola fine. La nostra attenta amministrazione ha allora intimato l’abbattimento, non della terrazza diventata cucina, ma di un gazebo coperto da una tenda, una legnaia e un manufatto di metallo che serviva per il deposito degli attrezzi. Evitando di incorrere nella durezza della legge, il nostro ha ben pensato di demolire i manufatti, come da richiesta del comune. Neanche il tempo di finire l’opera di demolizione ed ecco arrivare la sentenza definitiva: secondo il giudice aveva ragione il privato, imputando all’amministrazione la responsabilità dell’accaduto, in quanto la richiesta di condono era stata presentata nei tempi dovuti e gli uffici avrebbero dovuto sanare l’abuso come da richiesta. Non solo, il giudice ha messo in risalto l’inadeguatezza degli uffici nell’espletamento dei propri doveri. Questa vicenda è emblematica di come vanno le cose a Labico: tecnici pagati fior di migliaia di euro che approvano PUA omettendo l’iter corretto della pratica, sanatorie in base ad articoli di legge che permettono speculazioni da parte di alcuni costruttori, varianti in corso d’opera che modificano di gran lunga il progetto originario, torri di avvistamento in pieno centro storico che fanno a pugni con il progetto di recupero e le prescrizioni che riguardano il cuore del paese, lottizzazioni mai terminate, strade non asfaltate e buche tappate ad minchiam, ecc. ecc. Ora, se questo privato volesse chiedere i danni alla nostra amministrazione, chi paga? Chi lo risarcirà di tutti i soldi spesi in tecnici ed avvocati?

Morale della storia: per amministrare ci vuole anche il buon senso, compito della politica non è l’arroganza del potere, ma la corretta amministrazione che parte già dalla scelta dei collaboratori: se un tecnico viene pagato migliaia di euro deve rendere qualcosa alla cittadinanza, deve svolgere il proprio compito con dignità e moralità, non invece rispondere a logiche di parte o a ordini impartiti da qualche ufficio.

Ecco quindi la conclusione: PUA, PRG, abusi edilizi veri o presunti sono figli di scelte sbagliate, di tecnici inadeguati, di complicità politiche. I temi trattati sono piccoli esempi dello scempio nel nostro territorio, del consumo del suolo in modo indiscriminato, della malapolitica e del cattivo amministratore. Noi, su queste tematiche, abbiamo idee opposte a quelle della maggioranza, quindi, un Giordani in più o in meno non fa differenza, la differenza la fa la qualità politica di chi rappresenta le istituzioni. Fatevi due conti e poi decidete con chi stare.

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