Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Ho finito le parole

Ieri abbiamo protocollato le 1506 firme raccolte in piazza a sostegno della richiesta di annullamento del procedimento e per la convocazione del consiglio comunale. Oggi il sindaco – dando l’impressione di interessarsi solo a quello che fa l’opposizione anziché lavorare per la collettività, come dovrebbe in un momento così delicato – ha già risposto. Conoscendo il mio essere sanguigno, più di qualcuno si aspetterebbe da me una risposta altrettanto irreale, possibilmente offensiva e pregna di improperi motivati a supporto delle ragioni dei cittadini e dell’opposizione. Invece, mi limito a mettere online sia la lettera di accompagno dei due consiglieri di opposizione (io e Nello), sia la risposta esagerata e dispregiante (termine arcaico, come la durata della sua permanenza in comune!!) del firmatario della missiva, disprezzo nei confronti di chi a ragione reclama equità e giustizia, non disagi e spese aggiuntive. Noterete il tono da perfetto leguleio dell’estensore della missiva di risposta a firma del sindaco, che in un sol colpo fa carta straccia di ogni diritto, decidendo lui il come e il quando, il perché e il percome, il giusto e l’ingiusto di quanto si è messo in campo fino ad ora. Non una norma o un articolo di legge citati a supporto di questa insulsa risposta.

Il sindaco, la giunta, i consiglieri di maggioranza anziché essere indotti a cercare il dialogo con i cittadini e con le opposizioni – dopo il disastro di questa surreale vicenda – si arroccano nel loro castello, mentre il popolo stremato dalle richieste esose reclama diritti e chiarezza. Tutti devono pagare le imposte in misura dei loro averi, tutti devono essere perseguiti se evadono, ma da qui a seminare il terrore ce ne vuole!

Mi fermo qui, il resto tocca ai cittadini. Come opposizioni abbiamo messo in campo il meglio di noi stessi, mai come in questa vicenda le opposizioni hanno saputo essere di supporto ai cittadini, infondendo chiarezza e avvalendosi di professionisti in modo da dare il sostegno giusto a tutti. Combattere contro un gruppo così chiuso e ostinato nei loro errori è difficile per tutti. Non si può discutere con chi all’indicazione della luna guarda al dito e non la luna. Loro sono così. Siate voi giudici e corte, ci rimettiamo alla vostra sentenza. Di certo, però, noi non ci arrenderemo così facilmente. Avevo già avuto modo di scriverlo, lo ripeto perché repetita iuvant: “à la guerre comme à la guerre”.

 

Al Sindaco Comune di Labico

Alfredo Galli

e p/c

Segretaria Comune di Labico

Dott.ssa Paola Nicoletti

Oggetto:         Consegna firme petizione popolare per richiesta annullamento in autotutela del procedimento riscossione tributi e richiesta Consiglio Comunale Straordinario

Egregio signor sindaco,

a seguito della petizione popolare, come largamente annunciato, stiamo a consegnarLe 1506 firme di cittadini che, in supporto all’azione dei due consiglieri di opposizioni, chiedono l’annullamento dei 9583 “avvisi di accertamento e/o “avvisi di accertamento in rettifica e/o di ufficio” notificati e in via di notificazione ai contribuenti in materia di ICI; IMU; TARI; TARSU e TASI per gli anni 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e per la convocazione del Consiglio Comunale straordinario.

Le avevamo già rappresentato tale richiesta, in quanto crediamo che sia l’unico strumento che l’amministrazione ha di addivenire a una soluzione equilibrata e nel rispetto della legge. Questo atto ridarebbe tranquillità a tutti i cittadini che si sono visti recapitare tali cartelle pur avendo pagato puntualmente. Ciò non significa non sanzionare gli evasori, anzi, permetterebbe alla pubblica amministrazione di stanarli con maggiore puntualità, inoltre, sarebbero gli unici destinatari delle sanzioni previste dall’accertamento.

Questo gesto “riparatore” non è tardivo, ma una presa d’atto della molteplicità di errori causati da incroci non sempre corretti. Inoltre, confermerebbe con forza il mancato rispetto dell’articolo 7 del capitolato di appalto, da parte della società, là dove si sostiene che propedeutico all’invio degli accertamenti c’era la necessità di creare una banca dati efficiente e puntuale.

Noi come opposizione ci impegniamo a fare la nostra parte nell’interesse dei cittadini, perché coscienti della necessità di ridare fiducia a chi si è visto colpito da un atto di accertamento ingiusto e costoso. Doversi rivolgere a professionisti del settore per provare la propria “innocenza”, quando gli uffici della pubblica amministrazione hanno tutti gli atti che in teoria scagionano i cittadini virtuosi, è una forzatura impositiva che va oltre la legge.

Pertanto, chiediamo ancora una volta l’annullamento del procedimento e la convocazione di un consiglio comunale straordinario, come già richiesto, per rispondere all’invito di chiarezza che viene dai cittadini.

La salutiamo cordialmente e restiamo a disposizione per ogni ulteriore precisazione.

Labico, 9 febbraio 2016

I consiglieri

Maurizio Spezzano ______________________________

Nello Tulli _____________________________________

 

Allegati:

Fogli firma dei cittadini sottoscritti all’atto della petizione per un totale di 1506 firme

LA CAMPAGNA ELETTORALE E’ GIA’ INIZIATA

equilibristaNe ho viste tante nella mia militanza politica, ma un comitato festeggiamenti che si comporta da partito politico e se la prende con i cittadini non mi era mai capitato prima. Poteva capitare solo a Labico, il luogo deputato alla confusione dei ruoli: sindaco oppositore e comitato festeggiamenti san Rocco partito politico. Alla lettura del comunicato del sindaco e dell’assessora e poi alla contestuale apparizione del manifesto del comitato san Rocco lo stupore è stato alto: passi il ruolo di oppositore del sindaco che risponde con comunicati stampa alla pur minima critica di chicchessia; passi l’assessore che pretende le scuse da un gruppo di giovani volenterosi; passi la menzogna che diventa verità e la verità menzogna; ma un comitato che gestisce soldi pubblici, che si comporta da privato partito politico e se la prende con i cittadini – gli stessi che con le tasse gli permettono di fare la festa – questa è veramente assurda e poco credibile. Una volta letto, pensavo di stare su scherzi a parte! Tutto vero. Non solo lo sproloquio del comunicato, hanno fatto le cose in grande, addirittura un manifesto affisso per le strade di Labico.

Da una prima lettura è emerso chiaramente che l’autore del manifesto è lo stesso che ha vergato il comunicato del sindaco e dell’assessora. C’erano scritte le stesse identiche cose, soprattutto avevano in serbo parole per lo stesso bersaglio: il consigliere Spezzano è latitante e non può parlare perché non ha partecipato. Questo il succo del delirio parolaio del comunicato e del manifesto.

Non una parola sulle critiche da me espresse in merito ai festeggiamenti laici per la festa di san Rocco. Io, per dire, non ho criticato il toupet del sindaco o l’abbigliamento dei membri del comitato san Rocco, non l’avrei mai fatto, non mi appartiene per cultura; ho voluto mettere l’accento, invece, sul danno arrecato ai commercianti e ai labicani dallo spostamento della festa dalla piazza al parco Tulli. Ho ribadito che compito della festa padronale è quella di ridare vita al paese, di attrarre persone del circondario, riaprire le cantine, aiutare i commercianti del posto, ma soprattutto di riscoprire il paese nella sua anima valorizzando le sue tradizioni. Tutto ruota intorno a questi concetti. Invece da noi si è voluto dare una impronta del tutto diversa: svuotare il centro e far chiudere i negozi che intorno alla piazza orbitano, spostando il tutto lontano dal cuore pulsante di ogni comunità. La cosa più grave è che questo venga fatto con i soldi dei cittadini, infatti il comitato riceverà un contributo di 7.500 euro, che sono soldi della comunità, non del comitato o del sindaco.

Per tutta risposta, il sindaco, l’assessore e i membri del comitato san Rocco, invece di rispondere con giuste motivazioni alle mie sollecitazioni – sì, perché quando le ho espresso, a luglio, non erano critiche , ma sollecitazioni a rivedere una decisione ancora da prendere – hanno sindacato sulla mia vita privata, mettendo in piazza ciò che faccio durante le mie ferie e dove le faccio e per quanto tempo, giocando sul termine “latitanza” che di solito viene attribuita ai malfattori. Ho poco da aggiungere! Per me parla l’impegno che metto a disposizione di Labico per 365 giorni all’anno, feste comprese, quelle del manipolo facente capo al comitato qualche giorno, neanche con grandi risultati, se è vero quanto mi è stato riportato sui livelli di partecipazione nei giorni di sabato e domenica di San Rocco, gli unici due giorni di festa veri dedicate al patrono; infatti, la festa della pizza per i miei canoni di festività patronale corrispondono a una festa tra privati cittadini.

Come cittadino e consigliere comunale, le domande al comitato semmai le faccio io: dove sono costoro nei restanti 363 di non festa? Cosa hanno prodotto per Labico? Cosa hanno rischiato di proprio per far crescere la comunità? Quali sono le innovazioni di idee e di sprono che mettono in campo per salvaguardare i diritti dei cittadini? La verità è una: questo più che un comitato festeggiamenti è un comitato politico, di nomina politica di questa maggioranza, la stessa che sta affossando il paese e che aumenta a dismisura ogni anno di più le imposte comunali; questa amministrazione è la stessa che sta affossando il paese per l’incapacità di gestire un danno causato dall’incuria e dal poco amore per il paese; questa è la maggioranza che ha consumato il suolo labicano a furia di costruire a dismisura; questa è la maggioranza che ha ridotto i servizi al minimo; questa è la maggioranza che non porta a conclusione i lavori intrapresi (vedi la piazza, la scuola, i marciapiedi, il comune, ecc.); questa è la stessa maggioranza che non convoca consigli comunali o li convoca quando è sicura che io non possa esserci; questa è la maggioranza che ha fatto della mediocrità gestionale la propria virtù; questa è la maggioranza che tartassa i cittadini con le imposte più alte del circondario; questa è l’amministrazione che affossa le associazioni; questa è l’amministrazione che penalizza i commercianti avvallando scelte di un comitato di nomina politica.

Il sindaco e i suoi assessori, invece di perdere tempo per rispondere ai giusti rilievi che vengono mossi dai cittadini e dall’opposizione, rispondessero piuttosto alle decine di interrogazioni che ancora giacciono insolute presso gli uffici comunali, ad iniziare dalle problematiche urbanistiche; rispondessero al grido di allarme sociale che viene dalle famiglie che non ce la fanno più a pagare tasse e imposte gravose per chiunque. Un sindaco che sia un sindaco risponde con gli atti e non con i comunicati a volte volgari e a doppio senso, come quello del mese di luglio emesso in risposta ai rilievi, giusti, giustissimi di Benedetto Paris, roba che rasenta la volgarità mascherata da falso umorismo. Mentre il comitato, invece di attaccare i cittadini e i rappresentanti dei cittadini, seppur mai citati ma chiaramente identificabili, accettino le critiche e i rilievi mossi, perché i bruscolini (soldi) che gestiscono sono dei cittadini, per cui chi critica ha sempre ragione. Chi accetta incarichi metta nel conto le critiche, o qualcuno pensa che la critica corrisponda al delitto di lesa maestà? o costoro pensano di essere immuni da errori e sviste?

Potrei continuare a iosa, gli esempi non mancano. Mi conforta l’idea che i cittadini abbiano finalmente capito, si sono resi conto da soli che questa maggioranza è perniciosa per la crescita della comunità. Mandare avanti questo comitato come se fosse un partito politico, provocando la reazione di chi quotidianamente fa il proprio dovere, è l’ennesimo errore fatale fatto da chi non ha più nulla da dire, che ha fatto il suo tempo e il suo percorso. Lo abbiamo capito tutti, con questa uscita hanno voluto dare una accelerata alla campagna elettorale oramai alle porte. Ci sarà da divertirsi, i cittadini non vedono l’ora di potersi esprimere e il verdetto sarà duro, molto duro e chi subentrerà farà tabula rasa di questi comportamenti ostili, non verso i singoli, ma verso tutta la comunità. Labico è un paese che va reinventato, mettendo in discussione gruppi di potere che osteggiano la crescita e lo sviluppo dell’economia e della partecipazione. Per cui, preparate le valigie, lo sfratto esecutivo sta per essere inviato.

Acqua non potabile e sindaco inadeguato

Ora sono impegnato e non posso rispondere a dovere, cosa che mi riservo di fare appena posso. Dico solo che questo sindaco è vergognoso: ha mantenuto nel cassetto della scrivania una comunicazione dell’ASL per un mese, nascondendo ai cittadini la non potabilità dell’acqua. La striminziata ordinanza non dice niente sulla natura dell’inquinamento e non dà informazioni esaurienti a nessuno, presumo neanche a se stesso.

Credo che si sia raggiunto il limite della sopportazione: tra milioni di debito fuori bilancio, vicenda del depuratore, imposte ai massimi storici, disservizi continui nella scuola, aumenti indiscriminati e faziosi, interessi dubbi nelle deliberazioni, dinieghi allo svolgimento di sagre, visione proprietaria nella gestione dell’ovvio, ecc. ecc., non se ne può più. E’ veramente il momento di cacciarlo via, lui e la sua corte dei miracoli, per salvare Labico, ma soprattutto per salvare la nostra faccia di cittadini onesti offesi in continuazione da questo signore.

Basta, siamo veramente stufi!!!!!!!!!!!!!!

ordinanza non potabilità

Come volevasi dimostrare

IMG_8220Tanto per fugare gli ultimi dubbi di qualche scettico, il nostro ineguagliabile sindaco, Alfredo Galli, ha dimostrato – con lo stile istituzionale e l’eleganza dell’agire che tutti gli riconoscono – le due patologie che lo affliggono e che – forse per il cinico incedere degli anni – sembrano essere vieppiù peggiorate negli ultimi tempi: la cronica intolleranza alle regole della convivenza democratica e l’acuta idiosincrasia alla vera opposizione politica. E’ stato sufficiente diffondere (in poche decine di copie) un volantino col quale abbiamo espresso il nostro rincrescimento per una sua presunta (adesso un po’ meno presunta) affermazione sulla presunta (questa sì, decisamente tale) illegalità delle pubblicazioni di “Legalità e Trasparenza”. Ricorda un po’ Sergej Nazarovič Bubka, lo straordinario atleta russo del salto con l’asta, nelle sue memorabili performance sportive, quando era capace di battere il suo primato mondiale anche due volte nella stessa gara. E tutti gli spettatori rimanevano lì, estasiati ed ammirati, a vedere quel portentoso fenomeno stracciare record in continuazione. In quel caso il record da battere era l’altezza dell’asticella. Si misurava col sistema metrico decimale ed era facile (anche per i non addetti ai lavori) coglierne la grandezza. Nel caso di Galli il record che riesce puntualmente a superare non è agevole da misurare: è quello del ridicolo. Ogni volta pensi che abbia raggiunto il massimo e che fare di più sarà veramente difficile. Come quando ci aveva intimato di fare poca cacca. Ci era sembrato davvero si fosse raggiunto l’apice. Eravamo persino usciti sul Vernacoliere, che ci aveva solennemente, quanto meritatamene, spernacchiato. Invece no. Anche il pezzo di cinema di pochi giorni fa con la sua requisitoria contro le pubblicazioni clandestine – a cui hanno potuto assistere solo pochi avventori (e quella la consideriamo la vera scorrettezza di Galli: certe performance dovrebbero essere patrimonio dell’umanità e andrebbero registrate e trasmesse in mondovisione) – non appariva facile da eguagliare. Invece, appena un paio di giorni dopo, ecco l’imponderabile. Affida agli uffici l’onere di scrivere nientepopòdimeno che un’ordinanza urgente – sono questioni gravi, certo – per intimare – badate bene – “ai titolari di tutti gli esercizi di Labico a non accettare ed esporre qualsiasi giornalino periodico o no stampato in modo non conforme alla attuale legge vigente” . A dare forza alla severità dell’atto, oltre alla minaccia di confisca del materiale e di applicazione delle sanzioni di legge (e qui il delirio di onnipotenza è assoluto) ecco pronti i riferimenti normativi del caso: la ben nota legge sulla stampa del 1948, in base alla quale aveva già sporto denuncia (vanamente, neanche a dirlo) un paio di anni fa. E ancora oggi il ricordo di quella denuncia scatena irrefrenabili moti di riso in chi – tra funzionari di pubblica sicurezza e organi giudiziari – aveva avuto la ventura di leggerne il farneticante contenuto.

A parte un po’ di sana ironia questo episodio non può e non deve essere declassato a folklore locale. Alfredo Galli – e qui bisognerebbe confrontarsi con la propria coscienza quando si ha una matita in mano – non è la macchietta del paese (anche se sta facendo di tutto per meritarsi il ruolo), ma è la massima autorità cittadina, amministra – omettiamo il “come” per carità di patria – il nostro territorio, le nostre risorse, le nostre strutture pubbliche e la legge gli attribuisce importanti “poteri”, sempre al fine di esercitare al meglio la sua funzione. Una gestione impropria di questi poteri rappresenta un danno per la collettività e un pericolo per i diritti dei cittadini. E l’ordinanza del 18 luglio 2013 (sempre che possa essere considerata tale, vista l’anomala forma dell’atto, ma riteniamo superfluo cavillare sui dettagli) rappresenta una violazione gravissima di un diritto costituzionale, quello sancito dall’articolo 21 sulla libertà di espressione. E a renderlo ancora più grave intervengono due elementi ulteriori: l’abuso di un suo potere per una finalità che nulla ha a che vedere con il proprio ruolo e la subdola forma di intimidazione posta in essere nei confronti dei terzi (ossia gli esercenti le attività commerciali) che non vanno confusi con gli autori del presunto illecito (ossia noi), mettendoli nell’odiosa condizione di diventare complici di un palese arbitrio, perché costretti a rispettare un’ingiusta disposizione della ben poco autorevole autorità locale. Non avendo il coraggio di affrontare i suoi interlocutori in alcuna sede, l’ardimentoso primo cittadino cerca di cavarsela con mezzucci arroganti quanto vigliacchi come un’ordinanza contra legem. Di fronte a questa aggressione alla democrazia non possiamo certo tacere e faremo tutto il possibile per difendere e riaffermare diritti conquistati poche decine di anni fa e costati un sacrificio enorme di un’intera generazione e che ha chiuso definitivamente le porte al fascismo. Qualcuno informi Galli: siamo un paese libero, nonostante lui.

Labico, 19 luglio 2013

Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano

ordinanza sindaco stampa clandestina

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