Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Una interrogazione è per sempre

Giusto per non far cadere nel dimenticatoio l’ennesimo atto probabilmente dubbio, rilasciato dai solerti funzionari del nostro comune, ho presentato giusta interrogazione con lo scopo di provare a fare chiarezza. Voglio sperare che l’amministrazione comunale abbia la solerzia di rispondermi nei dovuti modi e nei dovuti luoghi, augurandomi che le risposte non siano evasive, come spesso, anzi, spessissimo capita quando c’è da difendere interessi superiori alla comprensione dell’ingenuo cittadino. Non so come andrà a finire la vicenda, certo, anche questo è un modo per far risaltare sempre più il problema labicano che si trascina da parecchi lustri: l’urbanistica. L’amministrazione, con il testa il sindaco e l’assessore, non possono fare finta di non saperlo. Così fosse sarebbe opportuno “farli” dimettere in tronco, perché l’assetto del territorio è superiore alle loro ambizioni.

Costruire è un diritto, di chi ce l’ha! Costruire su lotti vincolati non credo sia un diritto, soprattutto se questi lotti sono parte integrante di standard urbanistici vincolanti. Mi auguro che in questa battaglia i cittadini di Colle Spina siano parte integrante e che rivendichino con forza i loro diritti.

INTERROGAZIONE

Al Sindaco di Labico – e per quanto di loro competenza, all’assessore all’urbanistica e al responsabile dell’ufficio tecnico – con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • il sottoscritto, dopo aver effettuato un accesso agli atti, ha constatato che il comune di Labico ha rilasciato un permesso a costruire – n. 5/2016 – che presenta anomalie sostanziali;
  • tralasciando le altre problematiche, oggetto di valutazioni approfondite da parte dello scrivente e che saranno oggetto di eventuali ulteriori interventi nelle sedi opportune, tale permesso consente di costruire su lotti vincolati a servizi comuni nel quartiere di Colle Spina;
  • tali lotti sono stati identificati, sia dal Piano Particolareggiato che dal Piano Regolatore Generale, approvato dal consiglio comunale nel 2007, come standard urbanistici, per i quali i consorziati già stanno pagando le quote per riscattarli;
  • a rafforzare ancora di più la convinzione che qualche anormalità negli atti e nella procedura è avvenuta, è intervenuto un atto di sequestro da parte del comandante della polizia municipale;
  • con tempismo inopportuno, pochi giorni dopo l’atto di sequestro, la Giunta Municipale ha approvato un atto finalizzato ad individuare una nuova figura apicale attinta dalla pianta organica del comune di Artena, che avrà le stesse mansioni dirigenziali dell’attuale comandante della polizia municipale; dalla lettura dell’atto non è chiaro se l’amministrazione comunale intenda affiancare l’attuale comandante o revocarne la funzione;
  • riservandomi, fin d’ora, di attivare tutti i passi necessari al fine di fare chiarezza sulla regolarità e legittimità degli atti e delle procedure avviate dall’amministrazione;

 SI CHIEDE DI SAPERE

  •  se il sindaco, l’assessore, il responsabile dell’ufficio tecnico e gli uffici preposti fossero a conoscenza dell’episodio esposto in premessa relativo al permesso di costruire in apparente violazione degli strumenti urbanistici e i passi compiuti, per quanto di loro specifica competenza, in merito a tale vicenda;
  • se non sia il caso di revocare immediatamente tale permesso a costruire o sospenderlo, non essendoci, probabilmente, le condizioni per concederlo;
  • se non sia il caso di valutare attentamente l’operato degli uffici e, conseguentemente, assumere i provvedimenti del caso;
  • se non sia il caso di riferire in consiglio comunale sulle varie fasi della vicenda e chiarire i passaggi che risultano essere poco comprensibili allo scrivente;
  • se non sia invece il caso di iniziare una vera politica urbanistica che salvaguardi i diritti reali dei cittadini, iniziando dalle lottizzazioni mai sanate;
  • se non sia il caso di rivocare la delibera di giunta n° 46 che sovrappone a un nostro capo dipartimento un altro che andrà a rivestire le stesse mansioni, moltiplicando le spese che il comune di Labico non può assolutamente permettersi;
  • se non sia il caso di iniziare una vera politica di occupazione per il nostro comune, rafforzando in modo particolare il ruolo della vigilanza e della tutela del territorio, non dirottando dirigenti da altri comuni, ma attingendo a figure idonee a salvaguardia della sicurezza dei cittadini.

Labico 25 ottobre 2016

Il consigliere comunale

Maurizio Spezzano

Il sogno di Copenaghen

Qualche giorno fa ho fatto un sogno strano. Di solito dormo tranquillo e i miei sogni sono romantici. Al risveglio, il più delle volte, ricordo poco o nulla. Invece questa volta è stato tutto molto chiaro. Non si è trattato propriamente di un sogno, in certi momenti somigliava a un incubo. Ero dubbioso se raccontarlo o meno, ma sono convinto che comunque vada è sempre bene condividere qualcosa, fosse anche un sogno/incubo.

Ho sognato di essere consigliere comunale di Copenaghen, manco a farlo apposta ero all’opposizione anche lì. C’era un sindaco alquanto bizzarro, nel senso buono: all’apparenza una gran brava persona, rideva e dava pacche sulle spalle a tutti, una promessa non la negava mai a nessuno. Si chiamava Jacob Andersen, faceva il sindaco da sempre. Addirittura, qualche maligno sosteneva che il giorno della nascita la mammana, anziché tirarlo dalle spalle, lo aveva tirato per la fascia rosso crociata, che di solito indossano i sindaci danesi. Ma si sa come sono i sogni, mischiano elementi reali ad altri di pura fantasia!

Questa Copenaghen, mi raccontavano i danesi, negli anni era stata una cittadina tranquilla, la classica cittadina danese, poche case, servizi tali da coprire i bisogni di tutti. Non aveva grandi ambizioni. Questo fino a quando un parente stretto del sindaco e alcuni suoi amici non si misero in testa di voler trasformare i terreni agricoli intorno a Copenaghen per costruirci ville e villette, bi/tri/quadri/penta/esafamigliari, anche qualcosa di più. All’inizio tutto filò liscio, le case venivano costruite e poi vendute a prezzi convenienti. La corona danese – la moneta locale – era diventata l’unico scopo di queste persone: sempre di più, di più, di più. Non si accontentavano mai!

Questa fase di distruzione durò parecchio tempo, forse una ventina d’anni, qualcuno sostiene di più. Gli abitanti crescevano a dismisura, ogni giorno venivano scaricati da camion decine di persone provenienti dai luoghi più lontani. Era stata costruita addirittura una stazione apposta. Gente di ogni tipo arrivava a Copenaghen: scendeva dal camion e veniva destinata a queste case.

Con il tempo le cose cominciarono a peggiorare: molte case, quasi tutte, erano prive del titolo di casa. Sembra una contraddizione, ma i sogni sono fatti così. Mi spiego: erano case, ma fino a quando non veniva rilasciato questo titolo erano trasparenti, come se non esistessero. Si entrava dentro ma non c’erano sedie per sedersi, né tavoli per mangiare, neanche armadi e letti. Anche i servizi mancavano: tutti i bambini venivano collocati nei vari edifici scolastici, che anziché ingrandirsi rimpicciolivano. Ogni bambino in più che entrava a scuola le classi si restringevano, come i pantaloni al primo lavaggio.

Qualcuno cominciò a protestare, altri ad urlare. Una gran moltitudine fu costretta a lasciare casa ai nuovi arrivati. Jacob Andersen non sembrava preoccuparsene, anche perché ogni volta che bisognava scegliere il suo successore sceglievano sempre lui, successore di se stesso. Era furbo, qualche settimana prima della scelta lui scendeva in piazza e rideva e dava pacche sulle spalle a tutti e prometteva questo e quello e poi era simpatico, come facevi a dirgli di no? Avevi bisogno di aprire una finestra sul cortile di casa del vicino? Nessun problema, arrivava la squadra di pronta urgenza – una specie di pronto soccorso urbanistico – e lo faceva lei. Ti serviva un lavoretto di favore? Nessun problema, arrivava la squadra sociale – era una specie di mutua – e ti metteva al lavoro. Ai più poveri veniva regalato denaro in base al numero di componenti: i suoi amici, soprattutto quelli legati da vincolo di parentela, facevano le collette che poi si riprendevano con le case. Era così, tutto tranquillo. Chi non era d’accordo niente pacche sulle spalle e niente sorrisi. Gli abitanti delle città vicine chiamavano Copenaghen La citta del nullo problema, perché era la risposta che si sentivano dare dai caporioni che sostenevano Jacob Andersen.

Ma che c’entra tutto questo con il sogno/incubo? C’entra, perché un giorno nel sogno passavo per un quartiere di Copenaghen, Col de la Rosa, e ho visto la squadra di pronta urgenza – quella che si occupava di urbanistica, per intenderci – che armeggiava in un terreno. Strano, in quel posto ricordavo che non bisognava scavare per farci case. Lì si poteva edificare solo per farci un parco giochi, una piazza, insomma un luogo che servisse per i giovani o meno giovani. Gli abitanti di Col de la Rosa stavano pagando per comprare quel terreno perché avevano l’intenzione di utilizzarlo per il bene del quartiere. Insomma, lì non era possibile costruire case. Quasi non ci volevo credere e, mentre pensavo cosi, mi sono trovato catapultato fra le carte. Nei sogni si sa, è così, tutto strano e confuso.

Ho cominciato a leggere, leggere, leggere. Tante carte. Alcune erano chiare, scritte in danese, altre in danese antico. Le lettere di queste carte si spostavano da una pagina all’altra, formando parole chiare, anzi, chiarissime, facendo venir fuori tutto il marcio di quel lavoro che si voleva fare in quel terreno vietato. Poi, le stesse parole hanno cominciato a mettersi in colonna indicandomi una strada. Io ho seguito le loro indicazioni e mi sono trovato in una stanza collocata dentro un’altra pagina, dove c’era un uomo che urlava. Mi diceva che io non capivo niente. Aveva un lungo bastone che agitava nervosamente e provava a colpirmi. Io mi difendevo con le parole, ma lui urlava con voce iraconda e senza sosta. Le lettere non potendone più e venute in mio soccorso gli hanno sgranocchiato il bastone in men che non si dica.

Non ricordo come, ma all’improvviso mi sono trovato in un’altra stanza. Le parole si erano rimesse in ordine dentro le pagine, fino a ricomporre la scritta Col de la Rosa. In questa stanza c’era una signora che, con toni gentili, ha voluto sapere cosa fosse successo. Per quanto mi sforzassi di parlare non mi uscivano le parole. Muovevo le labbra ma non c’era suono. Per me parlavano le pagine: hanno cominciato a sfogliarsi davanti a lei che annuiva. Prendeva appunti senza parlare, mentre le pagine continuavano a sfogliarsi da sole, fino al disegno dell’ultima pagina. Qui è successa una cosa strana: le pagine si sono staccate e hanno assunto la forma di una schiera di case, non ricordo bene se due file da tre o tre file da due. In totale, comunque, faceva sei.

Ricordo bene, senza sapere come – si sa, i sogni non hanno tempo e non hanno ordine – di essermi trovato davanti a un cartello che recitava più o meno così : MANUFATTO POSTO SOTTO SEQUESTRO. ANNO DANESE 6102, COPENAGHEN. Sotto, in bella mostra, la firma della signora.

Io ero veramente contento, finalmente ero riuscito a cacciare dal terreno la squadra di pronta urgenza, quella che si occupava di urbanistica, per intenderci. Abbiamo dato una grande festa popolare. La gente del quartiere Col de la Rosa era felice, adesso si poteva costruire l’angolo dei bambini!

Ma non avevamo fatto i conti con il sindaco Jacob Andersen. Appena saputo del cartello scritto senza suo ordine andò su tutte le furie. Come si era permessa quella sconsiderata di mettere un cartello senza la sua pacca sulle spalle e il suo sorriso? E che dire, poi, addirittura averlo firmato il cartello con inchiostro indelebile. E poi, quel consigliere!! un vero delinquente, si era reso responsabile di delitto di lesa maestà, si era permesso di leggere carte che non doveva leggere. Io spiegavo ai residenti del quartiere di aver fatto il mio dovere e che non ero delinquente, semmai delinquenti erano coloro che commettevano i reati! Poi, le carte le leggevo, mi piaceva leggere.

Per tutta risposta Jacob Andersen fece chiamare la signora e le disse chiaro chiaro che l’avrebbe messa nella prigione della vergogna, per lei niente più pacche e sorrisi, ma punizioni esemplari. La sostituì subito, chiamò un signore che veniva dalla montagna con l’ordine di riportare l’ordine. Per lui solo pacche sulle spalle e sorrisi generosi. Poi avrebbe pensato come punire tutti gli altri che avevano contribuito a smascherare l’imbroglio. Intanto ordinò all’ufficio cancellature e correzioni di punire le parole. Queste vennero catturate e cancellate, anche quelle che provavano a scappare e a nascondersi.

Io mi sentivo smarrito, cominciavo a sudare. Alcune lettere fecero in tempo a scappare e a rifugiarsi dentro le mie tasche. Erano le lettere più importanti, che formavano le parole più vere, quelle dove c’erano le dichiarazioni di quell’uomo cattivo che cercava di picchiarmi con il bastone. Erano quelle che potevano bloccare ogni cosa.

Dovevo difendere le lettere coraggiose, le parole segrete. Allora ho cominciato a correre, a correre sempre più forte. Le parole aggrappate a me mi incitavano a correre sempre più forte. Sudavo e correvo, sempre di più, di più, di più …….

Mi sono svegliato tutto sudato. Ero nel mio letto. Ho controllato l’ora: erano le tre di notte. Ero scosso, ma per fortuna era solo un sogno. Meno male che era Copenaghen. Io abito a Labico e a Labico queste cose non succedono mai…… Mai?

Il sindaco scappa

Non è mai successo che un sindaco rifiuti di confrontarsi nelle sedi deputate, nel nostro caso parliamo del Consiglio Comunale. Eppure è così: il sindaco di Labico, Alfredo Galli, ha paura del confronto e con artificiosi contorcimenti linguistici, senza il supporto di nessuna norma, non convoca il Consiglio Comunale come legittimamente chiesto dai consiglieri di opposizione il 25 gennaio 2016. Non solo, a dare forza alla richiesta ci avevano pensato i cittadini con ben 1506 firme, depositate il 9 febbraio 2016, che chiedevano l’annullamento del procedimento e l’avvio della discussione in Consiglio Comunale.

Il sindaco – con il suo comportamento e contraddicendo il dettato legislativo che regolamenta la vita politica dei comuni – fa venire meno il suo ruolo di garante della legalità e dei diritti dei cittadini. Secondo noi, la fuga dal confronto non annulla il problema, semmai lo aggrava sempre di più; infatti, in altri comuni e davanti a problemi ancor più gravi i sindaci si sono comportati in ben altro modo. Evidentemente, Alfredo Galli ignora la prassi che vuole sempre il Consiglio Comunale al centro della vita politica di un comune. Nessun sindaco è mai sfuggito alla sue responsabilità di fronte ai cittadini, indubbiamente quello di Labico ha una visione distorta del significato di democrazia. Fuggire e non sostenere il confronto la dice lunga sulla sua capacità politica.

Ha ragione Tullio Berlenghi: questo sindaco ha perso la serenità, per cui, non essendo più nelle condizioni di poter garantire la governabilità e il libero confronto delle idee, sarebbe opportuno che rassegnasse le dimissioni, ne va del bene del nostro paese. Sarebbe il modo giusto per riportare serenità e dare una guida autorevole al nostro comune.

manifesto sindaco

Una toppa è per sempre

foto strada fioramontiSiamo alle solite, ma una considerazione la faccio: vale la pena pagare tutti questi funzionari se non sono in grado neppure di applicare le regole minime di rispetto per i cittadini? Di chi sono le responsabilità, della politica o degli amministrativi che non controllano? Perché se un consigliere rappresenta una questione questa passa nel dimenticatoio? Io ho fatto presente questo problema più di una volta, per cui, NESSUNO PUO’ DIRE DI NON SAPERE, CHI LO AFFERMA E’ COMPLICE.

Sindaco Comune di Labico

Assessore all’Urbanistica

Responsabile Urbanistica

Responsabile LL.PP

Comando Polizia Municipale

Sede

Labico, 10 giugno 2015

Oggetto: Ripristino manto stradale via Fioramonti

Ancora una volta mi trovo costretto a segnalare aspetti della vita collettiva che vanno in direzione opposta a quella del diritto e del buonsenso. Avevo sollecitato l’intervento in via Fioramonti per riparare l’ennesima perdita delle condotte idriche nel tratto finale della strada, oggetto di numerosi altri interventi. Avevo avuto modo di segnalare, ai destinatari della presente, che i lavori di asfaltatura precedenti erano stati eseguiti in modo difforme al diritto e al regolamento, a tal guisa, basti recarsi sul posto per rendersi conto di persona che ciò che affermo nella presente missiva corrisponde al vero e che non è frutto della fantasia dello scrivente.

Al di là del ritardo nell’intervento, con sommo rammarico, constato che le mie sollecitazioni non sono servite a nulla, anzi risultano totalmente ignorate. Non hanno sortito gli effetti sperati, malgrado avessi messo a conoscenza gli uffici e lo stesso consiglio comunale. Anzi appuro che nulla è cambiato e che a seguito dell’intervento dei giorni scorsi, nel tratto di strada indicato, si è provveduto a rattoppare il manto stradale alla buona, aggiungendo un’ulteriore “macchia di catrame” alle altre macchie, già deformate.

Tale constatazione vale anche per altri lavori avvenuti nel territorio comunale: imprese che intervengono per qualche riparazione o qualche allaccio e poi eseguono i lavori di ripristino del manto stradale senza nessun criterio e logica, facendo diventare le strade, anche quelle di più recente asfaltatura, delle piste ad ostacoli che necessitano nel breve tempo di interventi aggiuntivi.

Voglio augurarmi che il lavoro in oggetto sia provvisorio e che gli uffici, dopo aver verificato la veridicità di quanto asserito alla presente, si preoccuperanno quanto prima di invitare la società che ha eseguito la riparazione a ripristinare il manto stradale a regola d’arte, come prevede la legge, il regolamento edilizio e il buonsenso.

Come ho più volte asserito negli incontri istituzionali, noi amministriamo per conto dei cittadini il bilancio comunale, cioè i loro/nostri soldi, e se ciò che abbiamo in custodia non lo rendiamo remunerativo abbiamo fallito tutti. Se i lavori vengono eseguiti male si dovrà nuovamente procedere a un ulteriore intervento, sprecando il doppio di quanto è il costo effettivo.

Alla luce di queste considerazioni, chiedo con fermezza che si applichino le leggi dello Stato, atte alla salvaguardia della legalità e del diritto dei cittadini, invocando un intervento deciso presso gli uffici competenti affinché si rispettino le regole basilari del vivere civile, applicando tale principio basilare ad ogni aspetto della vita politica e amministrativa. Ciò vale per tutti, perché non si possono chiedere doveri ai cittadini e poi calpestare con estrema facilità i diritti riconosciuti. Credo che vada invertita la tendenza in atto, quella di permettere una certa faciloneria negli interventi potendo contare nelle complicità di chi deve controllare e si gira dalla parte opposta e nella impunità a causa del medesimo comportamento. Il principio del controllo deve valere per tutti, per i cittadini, gli amministratori, gli amministrativi, ma soprattutto per le imprese che svolgono lavori per conto della pubblica amministrazione e per questo vengono lautamente remunerati con i soldi della collettività.

Resto in attesa di un riscontro alla presente, augurandomi che gli intestatari provvedano nel più breve tempo possibile a fare i dovuti accertamenti e provvedere a ristabilire le regole del buon vivere civile, chiedendo fin d’ora gli atti che accertino gli avvenuti controlli da parte degli uffici interessati.

Distinti saluti

Il consigliere comunale

Maurizio Spezzano

Interrogazioni: Colle Spina e urbanistica

Ho protocollato nei giorni scorsi queste due interrogazioni che mettono ulteriormente in risalto la pochetta di questa amministrazione. La prima riguarda Colle Spina e il disordine che qui regna. Qualcuno approfitta della “distrazione” per fare come meglio crede. Eppure sulla questione c’era già stata una dura polemica che aveva interessato il sottoscritto, il comune e l’associazione Pro Colle Spina. A quanto pare qualcuno se ne fotte di ciò che l’opposizione dice e fa. Vuol dire che ancora una volta mi tocca informare gli organi superiori.

La seconda interessa l’ormai cancrenoso problema urbanistico. Cambiano i dirigenti, cambiano le situazioni ma i vizietti restano sempre gli stessi. Evidentemente non è colpa solo dei dirigenti ma della politica e delle eventuali protezioni che questi interessi hanno. Anche in questo caso c’è la necessità di non tacere e informare gli organi superiori sulla dormita dell’amministrazione. E’ intollerabile lo scarica barilli dell’amministrazione, che non vede, non provvede e tace, lasciando alla pura anarchia comportamentale di chi si sente invincibile e potente.

L’oramai agonizzante amministrazione verrà messa di fronte alle proprie responsabilità in modo che i cittadini possano ritrovare la fiducia persa verso gli organi comunali. Da parte nostra si va avanti a tambur battente non facendo sconti e fronteggiando l’arroganza di chi ha condotto il nostro paese in questo burrone di prepotenza e menefreghismo.

Per rendere al meglio le interrogazioni ho allegato le foto relative alle due segnalazioni.

Maurizio Spezzano

1) COLLE SPINA

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta scritta e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile.

Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, premesso che:

–       in tantissime altre occasioni ho messo al corrente il sindaco e il consiglio comunale sui molteplici problemi che assillano Colle Spina, chiedendo ogni volta che tale situazione di precarietà urbanistica, ambientale e sociale fosse affrontata in un pubblico incontro con i residenti e i rappresentanti del consorzio;

–       ho rappresentato in più occasioni, anche con interrogazioni, la situazione del trasporto pubblico in quartiere e come, malgrado le promesse del sindaco, nulla sia stato fatto per ripristinare la navetta di collegamento con la stazione di Zagarolo, estendendo magari il servizio per collegare la frazione al centro capoluogo;

–       da una recente ricognizione ho avuto modo di constatare che la situazione è peggiorata oltremodo, soprattutto nella parte di competenza pubblica;

–       via Fontana chiusa, dalla Casilina fino all’ingresso in quartiere, presenta una serie di criticità da risolvere nel più breve tempo possibile, onde evitare di intervenire nelle emergenze come è oramai costume di questa amministrazione;

–       sulla strada summenzionata molti rami pendono pericolosamente sulla carreggiata con il rischio che un piovasco di una certa entità o un forte vento possano causarne il distacco con pregiudizio per eventuali ignari abitanti che dovessero transitare al momento;

–       su un tratto della strada, in direzione Colle Spina, ogni volta che piove continua a formarsi un torrente di acqua e fango che invade il manto stradale, malgrado lo stesso “fenomeno” sia stato segnalato anche dai residenti;

–       le ordinanze sindacali che impongono il taglio dell’erba, sembrano non sortire gli effetti previsti, infatti, ad occhio, molti non ne rispettano il dettato, tanto che la carreggiata in alcuni punti si è notevolmente ristretta, fenomeno in espansione anche a causa del gran quantitativo di terra che scivola dai confini delimitati con palizzate perimetrali;

–       gli scoli di drenaggio della vicina autostrada in alcuni punti, soprattutto all’altezza dei ponti, sono completamente ostruiti con conseguente invasione di rifiuti e acqua mista a fango che invadono il manto stradale e la stessa XXI strada;

–       l’impianto di illuminazione con cellule fotovoltaiche presenta criticità in alcuni punti, con pali che non hanno mai funzionato e il rischio concreto che se non si interviene tempestivamente la ditta potrà scaricare le spese di riparazione allo stesso comune;

–       lungo via Fontana chiusa, nel lato non asfaltato, oltre alle consuete discariche abusive, si notano due pali della luce divelti, presumibilmente dall’usura del tempo, pericolosamente inclinati, che si mantengono perché retti dal cavo della corrente. Si aggiunge che nello stesso tratto transita il pulmino dello scuolabus e che l’invasione degli sterpi ha notevolmente ristretto la carreggiata, che versa in pessime condizione, con buche e pozzanghere da un capo all’altro;

–       all’interno del perimetro consortile sono dislocate cassette di centraline elettriche divelte o demoliti in alcune parti, che oltre a deturpare il decoro urbano, rappresentano un pericolo per i più piccoli;

–       in prossimità dell’imbocco della XXI strada, in via Fontana chiusa, su particelle già segnalate con lettera alle autorità competenti, da cui lo scrivente ha ricevuto una piccata lettera da parte del sindaco prima e del presidente dell’associazione Pro Colle Spina poi, è “germogliato” una sorta di campeggio con baracca e tavolini stanziali da circa tre mesi, oggetto di volantino da parte di anonimi cittadini, allegato alla presente, che ne chiedono la rimozione;

–       su quelle particelle è sorto un contenzioso politico tra lo scrivente, il sindaco e il presidente dell’associazione Pro Colle Spina, le cui ripercussioni non sono ancora terminate, per cui lo scrivente si riserva di presentare ulteriore segnalazione alle autorità competenti in considerazione della “latitanza” dell’amministrazione nel controllo del territorio;

Si chiede di sapere,

  • se il sindaco sia a conoscenza delle problematiche segnalate;
  • se non sia il caso di far rispettare le ordinanze sindacali facendo provvedere, nel più breve tempo possibile, al taglio dei rami pericolanti, delle erbacce e della pulizia del manto stradale nella parte interessante i privati proprietari;
  • se non sia il caso di diffidare la Società Autostrade dal perpetuare rimandi continui nella pulizia dei canali di scolo e conseguente sblocco dei canali ostruiti, del taglio dell’erba e dall’impianto delle barriere acustiche, da sempre promesse e mai installate;
  • se non sia il caso di impiantare sull’intero territorio il servizio di videosorveglianza, estendendolo anche alle strade periferiche del comune, come ad esempio via Fontana chiusa e via Fontana marchetta, tale da dissuadere i vandali che abbandonano rifiuti ovunque.

Relativamente alla costruzione con tavolini segnalata in precedenza, si chiede di conoscere:

  • chi ha impiantato quella baracca e steso i tavolini, come da volantino allegato;
  • se sia mai stata prodotta richiesta e per quanto tempo;
  • quale ufficio ha provveduto a rilasciare le autorizzazioni e a che condizioni;
  • se non sia il caso di far smontare nell’immediato baracca e tavoli, considerato che la destinazione d’uso, come ben sanno gli uffici comunali e il custode delle particelle che ha un contratto di comodato d’uso, è di natura diversa, la stessa che con lettera protocollata ha tenuto a chiarire allo scrivente il comodante;
  • in quale linea elettrica è attaccata la corrente che serve per illuminare la baracca e i tavolini;
  • se non sia il caso, come più volte richiesto e come lo stesso attuale sindaco ha promesso, di affrontare con una apposita convocazione del Consiglio Comunale, le già tante problematiche del quartiere Colle Spina e addivenire alla soluzione definitiva dei tanti problemi che interessano il quartiere, con conseguente scioglimento del consorzio che assume ogni giorno di più le sembianze di un ulteriore balzello sulle spalle dei tanti cittadini ignari.

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2) URBANISTICA A SANTA MARIA

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta scritta e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile.

Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, premesso che:

–       essendomi occupato di urbanistica per il mio gruppo, ho avuto modo, già dalla passata consiliatura, di lamentarmi in più occasioni dello stato dell’urbanistica locale, dolendomi dei quasi nulli controlli da parte dell’ufficio tecnico che si è quasi sempre astenuto dal diritto/dovere di eseguire controlli sullo stato di avanzamento dei lavori, sia nei confronti l’edilizia privata che quella convenzionata, tanto che i problemi accumulati nel tempo appaiono irrisolvibili, almeno dalla maggioranza attuale, essendo stanziale in comune da decenni, facendo ereditare ai cittadini prima e a chi verrà dopo ad amministrare anni e anni di politiche urbanistiche disinvolte, riferendomi soprattutto all’edilizia convenzionata, terreno di scontro e di indagine da parte della commissione speciale istituita nella consiliatura trascorsa, tanto da invitare il sindaco ad allontanare il precedente responsabile dell’ufficio tecnico;

–       in via Puccini, fronte incrocio via Bellini, qualcuno ha pensato bene di segare un palo della luce, presumibilmente ricadente all’interno del cortile o al centro di un muro perimetrale di una lottizzazione in corso di completamento, ed attaccarlo volante, quindi non a norma di legge, con dei ganci al muro perimetrale stesso;

–       i fili elettrici di collegamento del palo stesso spuntano da una fessura scavata nel muro perimetrale, facendo presupporre che la cassetta elettrica di collegamento sia all’interno del cortile perimetrato dal muro stesso;

–       la presunta cassetta elettrica di collegamento del lampione, di certo pubblica, è seppellita da circa due metri di terra da riporto, per cui in caso di emergenza o di probabile guasto, bisognerebbe entrare all’interno di una proprietà privata e scavare fino al raggiungimento della cassetta, che di norma dovrebbe essere posta a fianco del lampione e su strada pubblica, accessibile in qualsiasi momento e condizione;

–       i lampioni in questione furono posti anni orsono da un altro lottizzante, presumibilmente rispettando le distanze previste dalla lottizzazione, mentre il muro perimetrale di cui parlasi è stato recentemente cantierizzato;

–       di tutto quanto si è dichiarato allego alla presente interrogazione una serie di foto a colori scattate dall’interrogante dopo la segnalazione dei residenti del quartiere;

Si chiede di sapere,

  • se mai l’ufficio tecnico ha effettuato controlli di routine in questa lottizzazione, in caso di risposta affermativa si chiede copia delle relazioni;
  • se non sia il caso, qualora i controlli pur previsti dal nostro regolamento urbanistico, non siano stati effettuati, provvedere immediatamente a verificare se quanto dallo scrivente dichiarato corrisponde al vero, avendo cura di inviare allo scrivente copia della relazione dell’avvenuto controllo;
  • quali provvedimenti intende adottare il sindaco verso i responsabili qualora le dichiarazioni rese risultino accertate dalla verifica sul posto;
  • se non sia il caso di verificare che l’intera lottizzazione sia corrispondente alla convenzione sottoscritta, che le distanze previste e che i disegni cartografici siano stati rispettati;
  • se non sia il caso, come già suggerito e deliberato dalla Commissione, di verificare lo stato di tutte le lottizzazioni scadute e non portate a termine;
  • quali provvedimenti intende prendere il sindaco nei confronti dei lottizzanti che non hanno terminato le opere di urbanizzazione, avendo venduto, magari, tutte le abitazioni costruite;
  • se non sia il caso di dare corso alle dichiarazioni del sindaco che ha promesso da sempre di istituire nuovamente una commissione di speciale urbanistica con il compito di verificare lo stato di avanzamento delle lottizzazioni e di supporto all’attività dell’ufficio urbanistica, tale da non permettere oltre tutte le anomalie riscontrate nel corso dei lavori della precedente commissione.

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