Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Caos e confusione

Ci risiamo, comune allo sbando!!! Non si capisce più nulla. Avrei potuto scrivere “Siete su scherzi a parte”, ma la partita è troppo importante. Le bollette sono diventate il tormentone dei cittadini: prima le scadenze delle rate, otto in pochi mesi; poi, l’invio con calcoli errati; ora, il sindaco che emette un comunicato in cui “annulla” le bollette, senza nessun supporto da parte degli uffici che hanno questa responsabilità. Al sindaco sfugge un piccolo particolare: lui ha competenze politiche non amministrative. L’unico che può sospendere, non annullare, è il responsabile del procedimento, cioè il dirigente che formalizza la decisione con un atto proprio.

Invece nel nostro paese un sindaco abituato a fare il bello e il cattivo tempo si arroga diritti che non ha. Quando avrebbe dovuto farlo non lo ha fatto, ora che non può farlo, emette un comunicato che genera ulteriore confusione e sconforto tra i cittadini, creando il caos.

Sono giorni che i consiglieri di opposizione fanno il diavolo a quattro per queste bollette. Io e Nello ci siamo recati presso gli uffici per capire cosa stava succedendo e metterli sull’avviso che le bollette, molte bollette, erano errate. Abbiamo messo in risalto che prima di inviarle avrebbero dovuto verificare la congruità del totale: bisognava verificare che le metrature fossero state corrette, che le somme fossero in linea con la metratura. Invece no. Dopo quasi due anni siamo nel panico, e non si vede via di uscita. La vicenda, naturalmente non termina qua, anche perché ci sono ancora circa 500 posizioni totalmente errate e non inviate. Questo “scherzo”, non di poco conto, manda definitivamente all’aria i conti del comune perché per il secondo anno non potrà onorare gli impegni contrattuali con Lazio Ambiente e gli altri fornitori. Molti cittadini virtuosi,  hanno già pagato perché i conteggi erano esatti, mentre altri non sanno come muoversi. Questo sta generando ulteriore confusione perché non si sa bene come bisogna comportarsi. Si sarebbe potuto evitare tutto questo caos verificando prima dell’invio la correttezza dei dati e delle somme. Il comunicato genera ulteriore confusione, forse loro non se ne sono accorti, ma i cittadini sì

Ora, chiedo per l’ennesima volta e lo faccio urlando, DI CHI E’ LA COLPA DI TUTTO QUESTO? Di chi è la responsabilità? Perché si continua a tollerare questa confusione di ruoli e di servizio? Ripeto, siamo in pieno caos ed è difficile vedere la luce se non si fa finalmente tabula rasa di questa mediocrità

L’eredità di chi andrà ad amministrare sarà veramente gravosa. Al di là delle bollette, c’è il bilancio da gestire, ci sono i conti da far quadrare, c’è da onorare impegni e spese, c’è da fare chiarezza nei comportamenti, c’è la certezza che qualcosa deve cambiare, ma cambiare sul serio. Basta palliativi, basta compromessi. Se c’è da recidere rami lo si faccia, qui è in gioco l’onore di tutti i cittadini, di una parte e dell’altra. Siamo diventati lo zimbello del circondario, ci ridono dietro per l’incapacità di questi amministratori che sono nel pallone più totale.

Sapete cosa trovo gravissimo? Il fatto che non abbiano mai voluto ascoltare la voce dell’opposizione che ha mostrato senso delle istituzioni e capacità di elaborazione. Quello che è successo negli ultimi anni, con noi non sarebbe mai avvenuto. Sapete perché? Perché c’è una distanza abissale tra il loro modo di amministrare e il nostro: NOI STAIMO CON I CITTADINI, LORO CONTRO.

Ecco, questo è un altro ottimo motivo per cambiare. L’undici giugno c’è la grande possibilità. Noi abbiamo messo in campo una vera formazione qualificata, generosa e preparata per fare fronte ad ogni problematica. Abbiate fiducia in noi, aiutateci a governare questo paese e simili scempiaggini non avverranno più. Promesso.

Maurizio Spezzano

Metti l’asfalto … togli l’asfalto, … metti l’asfalto … togli l’asfalto …

Prendo a prestito un commento ironico di un mio amico per parlare di scuola e fare un po’ di chiarezza. Si rende necessario farlo, visto che abbiamo portato allo scoperto l’amministrazione a rispondere, almeno in questa fase, seppure con le mezze verità.

I lavori al plesso delle scuole del primo ciclo sono durate una eternità, lamentando noi, e con noi i genitori, la dilatazione dei lavori di adeguamento. Quest’anno, a settembre, in fretta e furia hanno fatto entrare i ragazzi nelle nuove aule. Felici noi e con noi i genitori, anche se qualche riserva l’abbiamo mostrata subito, ad esempio sul collaudo del soppalco: ci hanno risposto che era tutto a posto, invece non lo era per niente, perché hanno dovuto adeguare la struttura ancorandola meglio. Quindi piccola bugia, perdonabile! Conseguentemente, hanno asfaltato il cortile interno, fuori ogni logica e ogni buonsenso! Gli uffici, allora c’era ancora l’arch. Lupi, ci hanno risposto in modo sibilino: nessuno sapeva di chi fosse la responsabilità. L’architetto per uscire dall’impasse si è assunto la responsabilità, cosa a cui non ha creduto nessuno, forse neppure il buon Lupi. Le scuse furono le più assurde: ce lo ha chiesto il dirigente; è più economico perché non è prevista manutenzione; è meno pericoloso; ecc. ecc. Noi abbiamo rilevato che l’asfalto non si addice ad una scuola, soprattutto abbiamo trovato assurda la sostituzione del prato con il catrame, anche solo per una questione estetica, oltre che ambientale. La maggioranza e l’assessore hanno mantenuto il punto, accusandoci di fare sciacallaggio e di prendere a pretesto ogni cosa pur di fare consenso (neanche fossimo loro!!!!). Addirittura, con il solito post anonimo di Rinnovare per Labico – che nel 90% dei casi non firma mai e quindi non si sa chi sia l’interlocutore – accusarono la cittadina che per prima pubblicò la foto sui social di essersi trasformata in “direttore del cantiere”. Da lì a qualche giorno la natura fece il suo corso e cominciò a “fiorire” l’asfalto: l’erba più forte della testa dura di chi aveva deciso per l’asfalto, cominciò a fare capolino, aumentando sempre più. Ricordo bene che Danilo Giovannoli, in un post sul suo profilo, promise che in caso di vittoria alle elezioni amministrative l’asfalto lo avremmo tolto noi il giorno dopo l’insediamento, proprio come segno di discontinuità rispetto a questa amministrazione. Da allora più nulla.

All’improvviso, venerdì, ecco i mezzi meccanici che iniziano i lavori di rimozione. Naturalmente come è mio costume mi sono prima informato, ho scattato qualche foto e le ho pubblicato sul mio profilo facebook. Ho rintracciato una determina dirigenziale di novembre che elencava dei lavori a scuola e ho citato anche quella. E’ stata una piccola bugia che mi serviva per stanare l’amministrazione! Ci sono caduti dentro con tutte le scarpe! Era ciò che volevo, facendo immediatamente centro: Nadia, persona perbene, ma assessore un po’ lacunosa, pur di assaporare il gusto di darmi del bugiardo, mi ha rimproverato, con espressioni abbastanza educate, ma molto colorite, di non aver detto le verità! E’ vero, non è esattamente la verità, la verità è molto più grave. E ora elenco tutte le mancate verità:

  • Questi lavori sono frutto di una determina dirigenziale, in fase di approvazione, di 40.000 euro circa, che con la scusa dei miglioramenti da apportare ai lavori già fatti inserisce anche la rimozione dell’asfalto, non previsto nell’appalto originario. O meglio, si preferisce far credere che i lavori non costino nulla, ma in realtà costano eccome. Nessuno lavora per la gloria, soprattutto se utilizza mezzi meccanici importanti.
  • I lavori interessano anche il tetto della scuola. Domanda: ma se la scuola è stata appena consegnata – in realtà il cantiere non è ancora chiuso – perché c’è già la necessità di migliorare ciò che in teoria dovrebbe già “essere migliore”?
  • Ancora, se il cantiere ufficialmente, così come mi è stato riferito, non è stato ancora consegnato, come mai gli alunni sono stati già collocati nelle varie aule? Dovesse essere questa una bugia, con quale determina sono stati autorizzati ad entrare all’interno del cortile della scuola con mezzi meccanici?
  • Mi è stato detto che i lavori verranno fatti i giorni in cui la scuola è chiusa, si presume venerdì pomeriggio, sabato e domenica, per non disturbare le lezioni. Domanda: Ma se c’era la necessità di portare a termine questi lavori, non potevano concluderli e poi consegnare la scuola?
  • Se l’asfalto era la migliore soluzione – sbandierato anche in modo piuttosto arrogante nei giorni di polemica – perché si sta ripristinando il prato?
  • Se, come dicono loro, è la società ad avere la responsabilità della rimozione del prato sostituito dal catrame – lavori eseguiti, a loro dire, spontaneamente, senza che l’amministrazione ne fosse informata – perché si è atteso così tanto per ripristinare ciò che era previsto nel computo metrico originario? Da allora sono passati sei mesi e nel frattempo la natura ha fatto il suo corso facendo saltare lo strato di catrame, lo avevamo detto noi, i genitori e il personale scolastico.
  • Se una società non esegue i lavori a regola d’arte previsti dall’appalto, l’amministrazione ha il dovere di intervenire immediatamente, chiamando a giudizio la società. Non aspettare sei mesi! C’è la documentazione di contestazione dei lavori fatti senza l’autorizzazione dell’amministrazione? A me è stato riferito di no. Spero, naturalmente, che si siano sbagliati e che la contestazione alla società ci sia. Ma un dubbio mi sorge: nessuna società modifica di sua sponte i lavori previsti da un appalto senza che ci sia l’assenso di chi deve controllare, si rischia di non prendersi a carico gli interventi fatti! Chi è che mente?

Mi fermo qui. Questa è la dimostrazione che qualcosa non va. Io credo che sarebbe stato molto più semplice scusarsi con i cittadini per quell’asfalto bituminoso, ne avremmo preso atto e tutto sarebbe finito lì: la società avrebbe rifatto subito i lavori di ripristino del prato e avremmo risparmiato qualcosa, magari destinandolo alle attività didattiche. Invece, il loro modo di fare urta la sensibilità dei cittadini, ancor di più dei genitori dei bambini che frequentano la scuola. Voler per forza trovare sempre un altro responsabile è veramente insopportabile, anche perché sia l’educazione che il rispetto implicano in qualche caso l’umiltà di dire: HO SBAGLIATO. ABBIAMO SBAGLIATO. Niente di più umano.

Termino, non voglio giudicare e non voglio emanare sentenze, a me interessa che i cittadini vengano rispettati, sempre, in ogni circostanza. E’ a loro che noi dobbiamo la deferenza. Fare l’amministratore è un incarico rivolto al bene comune, alla collettività, alla gestione parsimoniosa delle risorse collettive. Per cui, dire scusa davanti all’errore – magari in buona fede – è una gran bella cosa. Io mi scuso per questo post che non avrei mai voluto scrivere, ma le circostanze e la cocciutaggine mi hanno assecondato a farlo. Chiedo umilmente scusa a tutti.

Movimenti dinamici

Ancora una volta tocca occuparmi di urbanistica o materia affine. Ho verificato che da un po’ di tempo c’è un certo dinamismo intorno all’urbanistica, potrebbero essere gli ultimi colpi di coda di chi sa che la cuccagna sta per terminare o un progetto ben definito di chi si crede invincibile e imbattibile. Sta di fatto che tutto questo è sospetto, che non significa illegale, di sicuro è il termometro di quello che succederà da qui al mese di maggio, quando, finalmente, saremo chiamati ad esprimerci e scegliere gli amministratori futuri del nostro paese. Come abbiamo affermato da almeno dieci anni, l’urbanistica è il nervo scoperto di questo comune, girano intorno ad essa troppi interessi, non sempre chiari e non sempre a norma. Il nostro compito sarà quello di ripristinare le regole della legalità, di rimettere in moto le giuste procedure e riconoscere i diritti di chi li ha in virtù di legge e non di favore.

La comunicazione/interrogazione che ho inviato al comune in data odierna mette il dito sulla piaga: si stanno eseguendo lavori, ma è difficile risalire a chi e perché e come li fa. Ciò non significa che non si possano fare, ma essa vanno eseguiti nel solco delle norme che regolano l’assetto urbanistico. Si muove terra? Bene, bisogna che ci siano le autorizzazioni. Ci sono? Bene, perché allora non c’è un cartello che lo affermi così come dice la legge? Non ci sono? Male, bisogna provvedere. Ecco, questo è lo spirito che intendiamo ripristinare: diritto a chi ce l’ha, perseguire chi ne abusa. Non è difficile capirlo. Noi aspettiamo fiduciosi, di certo anticipo che sarà compito della nuova amministrazione ripristinare le regola del gioco. Noi vogliamo giocare pulito, ma per farlo abbiamo bisogno del sostegno di chi rispetta la legalità, non di opportunisti o ricollocazioni da ultima spiaggia. Abbiamo bisogno del sostegno di chi come noi vuole mettere al centro di tutto l’armonia con le istituzioni senza prevaricazioni o favoritismi. I cittadini dovranno valutare il lavoro fatto e giudicare l’operato di chi ha amministrato e di chi si mette in gioco perché vuole amministrare con lo spirito giusto, nel solco della legalità e della trasparenza. Il resto verrà da sé.

Questa è la comunicazione di oggi. Buona lettura. Chi vuole lo condivida sul proprio profilo. Grazie e ricordate che solo uniti si vince.

Al Sindaco

All’Ass.Urbanistica

Al Comandante Polizia Municipale

Al Resp. Dipartimento Urbanistica

OGGETTO: Segnalazione lavori di sbancamento

Con la presente, il sottoscritto consigliere comunale, Maurizio Spezzano, segnala che in via della Stradella, fianco supermercato CTS, da circa una ventina di giorni/un mese, è in corso movimentazione terra senza che all’esterno, come da normativa, ci sia nessun cartello che indichi i termini dei lavori, né fornisca informazioni sui lavori che si stanno effettuando per poter risalire al titolare o al responsabile di tale attività.

Inoltre, la terra mossa viene depositata sul lotto frontale, stessa strada e stessa altezza, attualmente recintato con dei faldoni in lamiera, dove in passato, come si ricorderà, era presente un avvallamento. Anche in questo caso, allo scrivente non risulta che tale attività possa essere messa in atto dovessero mancare le dovute autorizzazioni.

Lo scrivente dichiara, inoltre, che in data odierna, 12/12/2016, alle ore 13:00, si è recato presso gli uffici comunali competenti per reperire informazioni circa i lavori segnalati, facendo presente le problematiche connesse. Gli impiegati presenti, hanno dichiarato che loro sono all’oscuro di tutto e che ignorano se anche il Responsabile del Dipartimento, ing. Marco Callori, non in servizio in data odierna, sia a conoscenza dell’attività segnalata; fanno presente, inoltre, che sono impossibilitati ad accedere alle pratiche per verificare se ci sono le autorizzazioni richieste.

In virtù della premessa, lo scrivente chiede di:

  1. verificare se ad oggi sosta state rilasciate le autorizzazioni del caso;
  2. effettuare sopralluoghi nei siti indicati;
  3. verificare se sono state alterate le linee di livello sia dello sbancamento del primo sito che di riempimento nel secondo;
  4. rilasciare copia delle dichiarazioni eventualmente redatte dai dipartimenti interessati dalla presente comunicazione, quelle dell’Assessore all’Urbanistica e quelle del Sindaco, ricostruendo fatti e circostanze che hanno determinato tali lavori;
  5. individuare eventuali responsabili, qualora ci fossero responsabilità, e perseguirli in forza delle norme previste;
  6. convocare una commissione ad hoc che discuta di urbanistica;
  7. riferire in Consiglio Comunale prevedendo un apposito punto all’ordine del giorno.

In virtù di quanto in premessa, si chiede di verificare nel più breve tempo possibile – attraverso apposito sopralluogo – se quanto segnalato corrisponda al vero e in caso di accertata violazioni ripristinare le regole della legalità. Nel caso in cui, invece, ci siano tutte le dichiarazioni e autorizzazioni previste, si chiede di verificare i motivi della mancata pubblicità dell’eventuale autorizzazione, così come prevede la norma.

Si resta in attesa di un riscontro alla presente nel tempo necessario per le verifiche e si inviano distinti saluti.

Labico, 12 dicembre 2016.

Il consigliere comunale

Maurizio Spezzano

Permesso senza permesso?

Lo avevo detto e ho insistito. Il 25 ottobre ho presentato  una interrogazione su un permesso a costruire a Colle Spina che, secondo me, presentava più di un dubbio; il 28 sindaco e assessore mi rispondono sostenendo che tutto era regolare, ma la loro risposta non mi è parsa per nulla convincente; il 2 dicembre in Consiglio Comunale ripropongo la questione e sindaco e assessore scaricano le responsabilità sul tecnico, sostenendo che non è loro compito controllare. Per nulla soddisfatto, mercoledì 7 dicembre ripresento un’altra interrogazione, aggiungendo nuovi elementi che potrete trovare nell’interrogazione stessa. Ribadisco il nocciolo della questione: a mio giudizio, e da quel che ho capito anche della norma, quel permesso a costruire non poteva essere concesso perché interessa dei lotti vincolati a standard urbanistici previsti dal Piano Particolareggiato di Colle Spina e confermati nel PRG adottato. Non sono previste deroghe e a tal proposito la stessa Regione Lazio ha chiarito meglio ogni aspetto della vicenda. Che fare? Io insisto nel mantenere fermo il punto chiedendo all’amministrazione di fare chiarezza e verificare che tutto sia a norma, che anche il Consorzio Colle Spina, territorio interessato dal permesso a costruire, faccia la sua parte per evitare che anche altri standard possano fare la stessa fine. Trovo singolare che gli uffici non abbiano fatto con rigore le verifiche del caso, così come invece ho fatto io, e che il sindaco e l’assessore si limitino a rispondere evasivamente alla prima interrogazione e ancor più evasivamente in Consiglio Comunale. Ripeto, che fare? Non ho intenzione di subire ragioni che non comprendo, per cui insisterò fino a che l’intera vicenda non sarà chiarita. Per evitare incomprensioni o equivoci, l’interrogazione è stata inviata per giusta conoscenza anche al comandante della polizia municipale e al responsabile del Dipartimento Urbanistica.

Qui trovate allegata sia la prima interrogazione che la risposta del sindaco e dell’assessore.

Al sindaco di Labico con richiesta di risposta scritta e iscrizione del punto all’odg. del prossimo Consiglio Comunale.

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

  • in data 25/10/2016 prot. 8443 lo scrivente ha presentato interrogazione inerente il permesso a costruire n° 5/2016, che a detta dell’interrogante presentava anomalie di sostanza e di merito, mancando, presumibilmente, dei presupposti per il rilascio
  • in data 28/10/2016 prot. 8566 il sindaco in persona e l’assessore all’urbanistica rispondevano all’interrogazione in cui, oltre a minimizzare il tutto, rivendicavano come lecito il premesso a costruire, sostenendo che esso “è conforme alla normativa vigente, sia con riguardo alla legislazione statale e regionale che rispetto agli strumenti urbanistici vigenti, generali, particolari e attuativi”, accusando il sottoscritto, tra le altre cose, di “una certa superficialità e arroganza alle quali tuttavia siamo ormai abituati e di cui pertanto non possiamo meravigliarci in alcun modo”.
  • in data 2/12/2016, in occasione del Consiglio Comunale, il sottoscritto, ha sollevato nuovamente la questione, come da registrazione audio del consiglio comunale, in quanto le risposte avute all’interrogazione non erano state reputate esaustive dallo scrivente;
  • in tale occasione, sia il sindaco che l’assessore interrogati, al di là del timido tentativo di difendersi dalle argomentazioni del sottoscritto, pur ribadendo “la non competenza” sul caso, hanno ribadito la legittimità del permesso a costruire in questione, cercando però di sviare l’attenzione su altro argomento oggetto dell’interrogazione, senza entrare nel merito dei quesiti posti dall’interrogante;
  • nella medesima occasione, il sindaco ha scaricato la responsabilità del rilascio del permesso a costruire sul responsabile del dipartimento, non più operativo presso il comune e non più interpellabile dal sottoscritto;
  • il sottoscritto ha ricordato che è compito della politica, nella fattispecie il sindaco e l’assessore, verificare che l’operatività degli uffici preposti rispondano a criteri di legalità e trasparenza, inclusi i controlli previsti e necessari in tutti i settori, a maggior ragione in urbanistica, oggetto a Labico di interessamento nel tempo da parte degli organi politici che hanno rivendicato e rivendicano con forza maggiore chiarezza e maggiori controlli;
  • dagli atti sembra emergere che il richiedente del permesso a costruire, presumibilmente, non aveva titolo a presentare a proprio nome la richiesta in quanto tecnico e non proprietario o impresa di costruzione;
  • il Piano Casa, utilizzato come pretesto per la richiesta del permesso a costruire, non è applicabile per i lotti in questione, indicati nel P.P (e successivamente nel PRG adottato dal Comune ma non approvato dalla Regione Lazio), “Attrezzature collettive pubbliche” (Capo III), più specificatamente come aree destinate ad “Attrezzature di interesse comune” (art. 43), classificando dette aree come AC (attrezzature civiche);
  • Con la deliberazione della Giunta Regionale del Lazio n° 50 del 15 marzo 2013, si integra il punto 4.6 della DGR n° 20/2012, a seguire al comma 5, aggiungendo il seguente periodo: “Resta pertanto stabilito che in presenza di vincoli conformativi relativi a strumenti urbanistici vigenti o adottati trova applicazione, a tempo indeterminato, l’art. 2, co. 2, lett. F, della L.R. 21/2009 e ss.mm.ii, cosicché tali previsioni urbanistiche sono da ritenersi ostative al rilascio di titoli edilizi in applicazione del Piano Casa”.
  • da una verifica da me effettuata nulla risulta al Consorzio Colle Spina del rilascio del permesso in questione, malgrado all’art. 19 della Convenzione stipulata tra il Consorzio e il Comune stesso si conviene quanto segue: “Il Comune in accordo con il Consorzio stabilisce di dover subordinare il rilascio delle concessioni edilizie ai singoli consorziati solo laddove i medesimi abbiano ottemperato a tutti gli oneri consortili derivanti dalla presente convenzione”.

PER TUTTI QUESTI MOTIVI SI CHIEDE DI SAPERE

  1. se le argomentazioni istruite dallo scrivente sono sufficienti per intraprendere azioni di verifica degli atti e delle procedure previste in questi casi, cosa che si sarebbe già dovuta effettuare d’ufficio una volta presentata la prima interrogazione
  2. se non sia il caso di sospendere il permesso a costruire in questione in atto di autotutela, rimarcando ancora una volta che gli standard urbanistici sono parte integrante del P.P e del PRG adottato, pertanto non modificabili con atto amministrativo;
  3. come intende proseguire nell’applicazione della corretta interpretazione del cosiddetto Piano Casa più volte rivisto dagli stessi legislatori;
  4. se non sia il caso di convocare la commissione urbanistica per discutere di questa tematica e delle problematiche ad essa connesse.

Labico, 7 dicembre 2016

Si prega voler inviare copia della presente interrogazione anche

Al comandante della polizia municipale

Sede

Al responsabile del Dipartimento urbanistica

Sede

Consigliere comunale

MAURIZIO SPEZZANO

La vittoria dell’onestà

Chi la dura la vince. Così recita un adagio popolare molto efficace. Siamo stati pazienti e abbiamo fatto i passi necessari. Abbiamo denunciato le irregolarità dell’appalto della scuola media e il giudice ci ha dato ragione. Ci siamo costituiti parte civile, perché né l’amministrazione di allora (Giordani) né quella di oggi (Galli) hanno fatto nulla per tutelare i cittadini e i nostri diritti. Lo abbiamo fatto noi e avevamo ragione. Questo dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la buona politica c’è ed è viva, fa la sua parte e sta con il popolo. Grazie a chi ha creduto in noi e continua a manifestarci fiducia e consenso.

Di seguito troverete delle dichiarazioni che abbiamo rilasciato agli organi di stampa e il video, in una sorta di intervista doppia, in cui spieghiamo esattamente ciò che è successo. Questa è veramente la vittoria dell’onesta sulla faciloneria, le furbate e il disprezzo dei cittadini. Grazie.

Legalità e trasparenza vince la battaglia sull’appalto sospetto. Per il tribunale di Velletri l’affidamento dei lavori della scuola media è stato ottenuto grazie alla commissione di un reato.

E’ con una comprensibile soddisfazione che Tullio Berlenghi e Maurizio Spezzano commentano l’epilogo di una lunga vicenda iniziata ben 7 anni fa e che li ha visti combattere una battaglia solitaria alla ricerca della verità. “Finalmente il tribunale di Velletri ha riconosciuto quello che noi sostenevamo da tempo, ossia che i lavori per la scuola media siano stati affidati con una procedura viziata da alcune gravissime irregolarità. Purtroppo nessuno, a cominciare dal sindaco, all’epoca ci aveva ascoltati ed è stata necessaria una lunga lotta giudiziaria per ottenere finalmente il riconoscimento delle nostre ragioni”.

Tullio Berlenghi ripercorre la vicenda dall’inizio: “Il 6 novembre 2009 io e Maurizio Spezzano, dopo aver letto su un giornale locale la notizia dell’affidamento dei lavori per la ristrutturazione della scuola media, ci siamo recati al Comune per avere informazioni sull’appalto e abbiamo subito capito che c’era qualcosa di strano: la scelta del tipo di procedura, alcune irregolarità riscontrate nella pubblicazione del bando, l’assenza – all’epoca – di un elenco dei fornitori, le modalità e la curiosa sostanziale simultaneità di consegna delle buste, alterazioni nella compilazione dell’albo pretorio, l’evidente somiglianza della grafia di chi aveva compilato le domande (come confermato dalla perizia disposta dal tribunale). Insomma c’erano ragioni a sufficienza per far nascere non poche perplessità sull’ineccepibile regolarità dell’iter. Abbiamo immediatamente segnalato la questione sia al responsabile del procedimento sia al sindaco, al quale abbiamo chiesto di verificare la correttezza della procedura. Ovviamente non abbiamo avuto risposta e ci è stato fatto capire che non avevano alcuna intenzione di fare alcun tipo di verifica: l’iter sarebbe proseguito senza indugio. Io ho provato ad assistere all’apertura delle buste, ma, guarda caso, il responsabile del procedimento ha deciso di rinviare la stessa. Alla fine la procedura si è conclusa. Di cinque ditte partecipanti, due non avevano presentato la domanda,  due avevano la documentazione incompleta e l’aggiudicataria ha potuto ottenere l’appalto con un ribasso irrisorio: 4,78%, a fronte di una media di oltre il 20% delle gare ‘regolari’.

Abbiamo usato tutti gli strumenti per chiedere all’amministrazione di effettuare dei controlli, ma non c’è stato verso. Abbiamo fatto notare che l’irregolarità della procedura, oltre ad essere inaccettabile sotto il profilo amministrativo, comporta un danno per la collettività (nel caso in questione intorno ai centomila euro). Di fronte all’assordante silenzio di Giordani e Galli non abbiamo avuto altra scelta che rivolgerci alla magistratura. A seguito della nostra segnalazione sono partite le indagini e si è avviato un processo. Neanche questo è servito a smuovere i nostri amministratori. Pur essendo, infatti, il comune parte lesa, si sono guardati bene dal costituirsi parte civile. L’abbiamo dovuto fare noi, quando, chiamati a testimoniare in udienza, siamo venuti a conoscenza del processo in corso, durante il quale si è scoperto addirittura che una delle ditte “partecipanti” non aveva mai compilato il modulo (ma che, in caso di partecipazione, avrebbe offerto un ribasso del 20/25 per cento). Sarebbe bastata una telefonata per scoprirlo e nessuno al comune di Labico aveva ritenuto di farlo. Sciatteria o cosa?”

Conclude Maurizio Spezzano: “Il Tribunale di Velletri ci ha dato pienamente ragione. Con la sentenza del 7 ottobre scorso, il Giudice monocratico ha confermato che l’appalto per i lavori di ristrutturazione della scuola media è stato viziato dalla commissione di un reato molto grave, turbativa d’asta. E’ gravissimo che si speculi sull’intervento ad un edificio che ospita i nostri figli. Ed è ancora più grave l’assoluta indifferenza con cui il sindaco e il vicesindaco di allora hanno gestito la vicenda. Tra l’altro stiamo parlando dello stesso edificio del quale denunciamo da tempo l’inadeguatezza strutturale in caso di eventi sismici. Al di là delle responsabilità penali accertate, ci sono delle responsabilità politiche e amministrative di gran lunga più preoccupanti. Forse è davvero il caso che Labico decida di voltare pagina”.

Questo è il link per il video:

http://www.ibarbari.it/video/labico-la-sentenza-sullappalto-sospetto-cera-reato/

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