Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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CHE STA SUCCEDENDO A LABICO?

Succedono strane cose a Labico, alcune apparentemente incomprensibili, altre comprensibilissime e nascondono la fame di interessi che circonda il nostro paese.

Succede, ad esempio, che le elezioni si avvicinano e la nostra amministrazione inizia la politica del recupero consensi. Qual è lo strumento migliore per confondere le carte se non utilizzare i soldi del comune per fare campagna elettorale? Sembra il gioco delle tre carte: ti illudono con una vincita pianificata e poi ti svuotano il portafogli. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma lo fanno tutti”! Vero, anzi verissimo. A Labico, ad esempio, lo abbiamo visto fare nel 2007 e nel 2012 e ci accingiamo a vederlo anche nel 2017, anzi, in questo caso non solo sono partiti in grandissimo anticipo, addirittura un anno prima del canonico inizio, ma in modo massiccio! Nei dieci mesi restanti, da qui alle elezioni, hanno la necessità di recuperare tutte le chiacchiere e distintivo previste dal programma elettorale del 2012 e tutte le corbellerie fatti in questi quattro anni. Chiacchiere madornali, programmi mai attuati, anzi in molti contesti addirittura peggiorati: lottizzazioni, servizi, tasse, rapporti con i cittadini, depuratori, debiti, scuola, trasporti, Colle Spina. C’è da aggiungere altro? Gli unici che vivono altrove senza accorgersene sono loro. O meglio, se ne sono accorti benissimo e sono partiti al contrattacco!

Labico, credo, sia l’unico caso al mondo in cui la maggioranza attacca in modo sfrontato e arrogante chiunque provi a contestare l’agire amministrativo e politico di questa maggioranza, scambiando la LEGITTIMA CRITICA in attacco personale, confondendo, come è loro abitudine, il pubblico con il privato o viceversa e il ruolo, maggioranza con opposizione. Mi viene in mente il gran proliferare di comunicati di contrattacco dell’ultimo periodo, in cui mostrano di aver cambiato strategia, mettendo in atto una sorta di difesa cautelativa, uno stillicidio di attacchi a chiunque azzardi a dire la propria, dimenticandosi del gioco democratico delle parti, in cui chi amministra la cosa pubblica è soggetto e oggetto, per legge democratica, di critica.

Ciò che stupisce è la indelicatezza e il linguaggio aggressivo e offensivo non consoni a chi esercita funzioni pubbliche. Ancor più grave, come a ragione faceva notare Tullio Berlenghi, che si usano strumenti non adatti a tali sfoghi da crocicchio: il sito istituzionale del nostro comune. Anzi, si è pensato, addirittura, di spendere soldi pubblici, nostri, per stampare manifesti di parte (si guardi alla velina sul bilancio).

Sul linguaggio indecoroso e minaccioso mi vengono in mente due esempi. Il primo in piena crisi da bolletta verde e mi vede coinvolto in prima persona: avendo smarrito la bussola del raziocinio, si è pensato di attaccarmi in modo rude e velenoso, non sull’aspetto politico – cosa più che legittima – ma su quello personale, definendomi “frustrato”, mettendo in dubbio le mie qualità di docente, arrivando addirittura a offendere la mia regione di appartenenza e il mio comune di provenienza, invitandomi a cambiare paese. Tradotto si potrebbe interpretare così: levati dai coglioni e tornatene in Calabria, sempre se ti vogliano (chiedo scusa per la volgarità, rischio di mettermi a loro pari!). Il secondo esempio è di qualche giorno fa, in cui, rispondendo a una critica legittima di Paris, si arriva alla minaccia bella e buona. Cito testuale “… il signor Paris si scava da solo la fossa …”. Si scava da solo la fossa! E che linguaggio è questo? Chi è questo pirata della penna che usa tal smodata forma di usare la lingua per tentare di ridurre al silenzio chi mette in risalto strafalcioni amministrativi a danno dei cittadini? Quale ratio spinge il sindaco a far pubblicare il comunicato di un anonimo estensore di sproloqui sul sito istituzionale del comune? Si sarà posto l’amletico dubbio del “chi ha scritto?” il signore del castello di Lugnano? Neanche il coraggio di firmarsi! O, probabilmente, il mandante di tale minaccia è proprio lui, visto che non ne ha preso le distanze. Ciò che colpisce è l’aggressività di bassa lega che si scorge in ogni parola, maiuscole incluse, una rabbia livorosa che non trova giustificazione in chi dovrebbe interpretare il proprio ruolo in ben altro modo. Che dovremmo dire noi cittadini, che parole dovremmo usare nei loro confronti dopo il colossale danno dei depuratori? E dopo gli esagerati accertamenti fiscali? E sugli esosi costi dei servizi sempre più carenti ma sempre più gravosi? E sulle inconcluse lottizzazioni che gridano vendetta e che lasciano i cittadini in quelle perenni condizioni di precarietà? E gli abitanti di Colle Spina sempre illusi da promesse elettorali e poi sistematicamente abbandonati al loro destino?

E’ frustrante avere a che fare con gente così. Ora sì frustrante, atteggiamento nobile di chi si vergogna per loro non avendo il coraggio di farlo da sé. Non getto la spugna per rispetto di chi ha aspettato anni per vedere finalmente un po’ di luce. L’uscita da questo incubo è imminente, i cittadini, finalmente si sono accorti di tutto ciò che è successo in questi anni. Sono venuti al pettine tutti i nodi irrisolti e ingarbugliati che questa maggioranza ha creato.

Come si può giudicare l’atteggiamento di non curanza che si ha verso i cittadini che lamentano disagi e che né il sindaco, né l’assessore all’urbanistica, né l’ufficio tecnico risolvono di loro sponte se non sollecitati dall’opposizione? Come si classificano i lavori di riparazione di un collettore fognario a Santa Maria eseguiti solo perché il sottoscritto è stato costretto ad allegare in consiglio comunale ben 12 foto, a pubblicare un video sui social network e a minacciare una denuncia presso le autorità competenti per veder risolto un problema che pendeva sui residenti di quel quartiere da anni, oggetto di denuncia nelle sedi proprie da parte dell’opposizione dal 2007, quando si segnalava in continuazione lo stato di precarietà dei servizi di quella lottizzazione non rispondente ai criteri deliberati dal consiglio comunale? Domanda lunga ma necessaria! Infatti, sta ancora lì, inconclusa, non presa in carico dal comune, senza l’asfalto e con le fogne in perenne stato di precarietà. Tutto questo non sarebbe successo se le fidejussioni fossero state svincolate solo alla conclusione delle opere di lottizzazione. Non hanno mai fatto autocritica e assunto le responsabilità su questa situazione che interessa più della metà del paese! Ebbene, sulle fogne segnalate sono intervenuti, dopo anni di segnalazioni, ma, probabilmente, solo perché la perdita dei consensi è così catastrofica che pensano di portarsi a casa qualche sorriso di circostanza prima della mazzata finale che pioverà sul loro capo a maggio prossimo. Non si chiama forse “campagna elettorale” questo intervento tardivo?

Termina qui la prima puntata di riflessione sullo stato di agitazione della maggioranza, che indigna, fa rabbia, perché obbliga anche gli spiriti tolleranti, che non sono io, a prendere parte alla contesa e augurarsi che maggio arrivi il prima possibile e faccia tabula rasa di questo modo di amministrare e di concepire il ruolo politico di indirizzo.

Invito i cittadini, tutti i cittadini, a cominciare a fare le dovute analisi sulla situazione labicana, a non dare credito e ascolto a coloro che già cominciano ad entrare nelle case provando a ritrovare una verginità politica che non possono avere, a proporre candidature per una lista, espressione di questa maggioranza, già agonizzante. Le responsabilità di tutto ciò che è successo a Labico hanno nome e cognome, in molti casi hanno anche una parentela e tanti interessi. Attenti al falso, comincia a circolarne parecchio, soprattutto ad opera dei soliti servitori che pensano di sfamarsi con le briciole.

Il sindaco scappa

Non è mai successo che un sindaco rifiuti di confrontarsi nelle sedi deputate, nel nostro caso parliamo del Consiglio Comunale. Eppure è così: il sindaco di Labico, Alfredo Galli, ha paura del confronto e con artificiosi contorcimenti linguistici, senza il supporto di nessuna norma, non convoca il Consiglio Comunale come legittimamente chiesto dai consiglieri di opposizione il 25 gennaio 2016. Non solo, a dare forza alla richiesta ci avevano pensato i cittadini con ben 1506 firme, depositate il 9 febbraio 2016, che chiedevano l’annullamento del procedimento e l’avvio della discussione in Consiglio Comunale.

Il sindaco – con il suo comportamento e contraddicendo il dettato legislativo che regolamenta la vita politica dei comuni – fa venire meno il suo ruolo di garante della legalità e dei diritti dei cittadini. Secondo noi, la fuga dal confronto non annulla il problema, semmai lo aggrava sempre di più; infatti, in altri comuni e davanti a problemi ancor più gravi i sindaci si sono comportati in ben altro modo. Evidentemente, Alfredo Galli ignora la prassi che vuole sempre il Consiglio Comunale al centro della vita politica di un comune. Nessun sindaco è mai sfuggito alla sue responsabilità di fronte ai cittadini, indubbiamente quello di Labico ha una visione distorta del significato di democrazia. Fuggire e non sostenere il confronto la dice lunga sulla sua capacità politica.

Ha ragione Tullio Berlenghi: questo sindaco ha perso la serenità, per cui, non essendo più nelle condizioni di poter garantire la governabilità e il libero confronto delle idee, sarebbe opportuno che rassegnasse le dimissioni, ne va del bene del nostro paese. Sarebbe il modo giusto per riportare serenità e dare una guida autorevole al nostro comune.

manifesto sindaco

Intervista a Il Giornale dei Monti Prenestini

Pubblico l’intervista che ho rilasciato a Il Giornale dei Monti Prenestini qualche giorno fa. Ho provato a sintetizzare quanto è successo in questo mese, inclusa la volontà dei consiglieri di opposizione di collaborare con il Sindaco conseguentemente all’annullamento del procedimento così come avevamo chiesto. Davanti alla chiusura del Sindaco e della maggioranza, abbiamo continuato per la nostra strada, cioè anteponendo gli interessi dei cittadini su ogni altra cosa. Questo è l’unico motivo che ci ha spinti ad essere in prima linea, non come, in modo quasi subdolo, continua i ripetere il Sindaco e la sua Giunta, secondo cui a muoverci è l’interesse politico e le ambizioni personali, confermando ancora una volta che Egli non vive a Labico, non sente ciò che i cittadini lamentano, non vede il disagio creato dalla sua insensata scelta di colpire nel mucchio, facendo fare le spese soprattutto agli onesti che, oltre ad aver sempre pagato, si trovano a dover pagare onerose consulenze professionali per “confermare” la propria innocenza. Le risposte date ai consiglieri di opposizione, la fermezza nel non voler rivedere il suo operato con l’annullamento del procedimento, la figuraccia davanti ogni telecamera, la volontà di non convocare legittimamente un consiglio comunale straordinario – così come richiesto dai consiglieri nel rispetto delle norme che regolano la vita degli Enti Locali, rafforzata in un secondo momento da ben 1506 cittadini – dimostra la mancata serenità nel guidare il comune e la visione proprietario della vita politico-amministrativa. Per tale ragione, risulta impossibile ogni possibilità di dialogo con chi viaggia a fari spenti nella notte. L’opposizione c’è e farà la sua parte, seguiremo la vicenda passo passo e faremo emergere ogni contraddizione.

 Abbiamo incontrato il consigliere del Comune di Labico Maurizio Spezzano, capogruppo della Lista Civica – Legalità e Trasparenza, per ricostruire la vicenda delle c.d. “cartelle pazze” balzata all’attenzione mediatica nazionale sia tramite il servizio di “Striscia la Notizia” sia di “Mi manda Rai 3”.

Consigliere potrebbe ricostruire di cosa si tratta?

Il comune di Labico ha affidato il servizio per l’accertamento e la riscossione delle imposte a una società esterna che dopo aver effettuato i controlli necessari, e incrociato tutti i dati è emerso che i cittadini di Labico sono tutti possibili evasori. Naturalmente tutto questo non può essere vero ma, affinché si accerti la verità, devono essere i cittadini a dimostrarlo, quegli stessi cittadini che negli anni in questione, dal 2009 al 2015, hanno sempre pagato regolarmente. Questo entra in contrasto con quanto stabilito con il capitolato di appalto.

Qual è l’entità dei soggetti coinvolti?

Praticamente tutti, bambini inclusi: 6.400 abitanti, circa 2.500/2.600 famiglie, destinatari di ben 9.583 cartelle di accertamento. L’equivalente di una cartella e mezzo per abitante. E’ facilmente comprensibile che questo non può essere possibile. Ci troviamo sicuramente di fronte a errori madornali che la pubblica amministrazione avrebbe dovuto sanare d’ufficio impedendo di umiliare in questo modo tutta la popolazione.

Qual è la sua opinione in merito a questa vicenda?

Premetto con forza che pagare le tasse e combattere l’evasione è giustissimo. Ogni buon cittadino dovrebbe essere virtuoso nei confronti della pubblica amministrazione mostrando in tal modo rispetto verso i propri concittadini, consapevole che pagando le tasse si garantiscono i servizi a tutti. Relativamente a questa vicenda grottesca, e in quanto rappresentante del popolo, nutro grossa preoccupazione per l’accaduto. Questa vicenda ha segnato tutti, in modo particolare i virtuosi che si sentono beffati e preoccupati di dimostrare la propria “innocenza”. Ancora oggi mi sembra incredibile ciò che è successo e di come, al di là dei proclami, chi doveva intervenire non lo ha fatto con celerità e decisione. Mi riferisco in modo particolare al Sindaco e alla sua Giunta.

A suo parere come dovrebbe intervenite l’amministrazione ed in particolare il Sindaco di Labico?

Sono convinto che la situazione sia stata gestita malissimo. La politica, che imprime linee di indirizzo alla propria amministrazione, avrebbe dovuto intervenire immediatamente al primo sospetto. Mi spiego: quando la società ha scaricato il report con i dati, il Sindaco e la Giunta avrebbero dovuto accorgersi immediatamente del singolare risultato e imporre immediatamente al responsabile del procedimento la sospensione dell’operato e la verifica della correttezza dei dati. Voglio dire che il Sindaco avrebbe dovuto annullare il procedimento e procedere alla correzione d’ufficio dei dati. Ciò avrebbe dato serenità a tutti e presumo alla stessa amministrazione che ne sarebbe uscita fuori a testa alta dimostrando rispetto per i cittadini destinatari delle cartelle.

Anche dal weekend scorso lei si è impegnato in prima persona per la raccolta firme: quali sono gli obiettivi? Fino ad ora che risultati si sono raggiunti?

Veramente siamo in molti in prima linea, io come consigliere comunale, ma con me anche l’altro consigliere di opposizione, Nello Tulli e più di tutti, i cittadini “feriti”. Da subito ci siamo coordinati e abbiamo mosso i passi nel rispetto delle istituzioni e dei contribuenti. Nell’ordine: abbiamo subito chiesto l’annullamento del procedimento, un consiglio comunale straordinario, abbiamo partecipato a un incontro con la società appaltatrice del servizio per l’accertamento e la riscossione delle imposte, abbiamo contattato gli organi di stampa, presentato una interrogazione alla Camera dei Deputati e un’altra al Sindaco, abbiamo prodotto un modello per l’autotutela che abbiamo distribuito in piazza durante la raccolta delle firme. In due fine settimana, per un totale di poco più di dieci ore, abbiamo raccolto 1.500 firme. Un risultato strepitoso, del quale noi stessi siamo rimasti colpiti per la grande affluenza di cittadini che ha fatto la fila per firmare. Queste firme consegnate nelle mani del Sindaco sono il simbolo del disagio ma anche della speranza che venga fatta giustizia. Un buon sindaco ascolta la voce del popolo e agisce in suo nome. Tornare indietro e annullare il procedimento non è un atto di vigliaccheria, ma un atto di coraggio come già il Sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia ha fatto per una vicenda analoga. Solo il sindaco può farlo con l’ausilio del responsabile del procedimento.

Quali sono le motivazioni che hanno indotto lei ad intervenire?

Dovere nei confronti dei cittadini. L’eletto ha il dovere morale di facilitare il compito della politica che appare sempre più distante dai bisogni reali dei cittadini. Io sono un eletto dal popolo e mi rapporto con la gente. Io stesso sono destinatario di bollette pazze e mi sono sentito spaesato davanti a questa vicenda. Tutto questo ha un costo per la collettività: avvocati, tecnici e tributaristi, non svolgono il loro lavoro di certo gratis. Mi sono e ci siamo chiesti: perché il cittadino onesto deve sobbarcarsi queste spese aggiuntive se negli archivi del Comune ci sono tutte le carte per fare piena luce su questa vicenda? Perché ognuno di noi deve perdere giornate lavorative per chiarire posizioni già di per sé chiare? Ecco l’importanza dell’annullamento del procedimento: evitare gravosi oneri finanziari ai cittadini e notevoli fastidi. Senza voler essere eccessivo, ho avvertito che il malessere da ansia è aumentato vertiginosamente, soprattutto nei contribuenti anziani.

Casi analoghi purtroppo non sono rari, qual è la sua opinione?

La faciloneria. In molti casi la fretta di fare cassa gioca brutti scherzi. Credo che questi motivi hanno causato quanto è successo a Labico. Dovendo mandare a ruolo il 2009, non sono stati effettuati gli appropriati controlli del caso; magari, incrociando correttamente i dati si sarebbe evitato questo disastro. In presenza di 9583 cartelle si doveva comprendere che c’era qualcosa che non andava e disporre per una verifica dei risultati. L’amministrazione di Labico non lo ha fatto, felice di poter incassare tutti quei milioni “ipotetici” che venivano fuori dalla somma degli importi di tutte le cartelle. All’origine di tutto c’è il piano di rientro dai debiti presentato alla Corte del Conti e, prima ancora, c’è la vicenda del sequestro del depuratore. Questi tre avvenimenti viaggiano a braccetto. Senza il sequestro del depuratore con ci sarebbe stato il piano di rientro e, di conseguenza, non ci sarebbe stato questo accertamento disastroso. La lotta all’evasione non parte dalla volontà “sincera” dell’amministrazione di perseguire i furbi, ma dai propositi di fare cassa per sanare i debiti. Questa è la verità.

Desidera aggiungere altro?

Faccio un appello al sindaco, chiedendogli per l’ennesima volta l’annullamento del procedimento, di disporre per le dovute correzioni e poi colpire gli evasori, quelli veri, coloro che eludono le imposte. Chiediamo di abbandonare questa strada falsamente “egualitaria” che umilia gli onesti e premia i disonesti. Le opposizioni, qualora il sindaco si mostri possibilista verso l’ipotesi dell’annullamento del procedimento, sapranno fare la loro parte, collaborando nell’interesse generale. Poi mi appello ai cittadini onesti, chiedendo loro di tenere duro, perché insieme faremo tutti i passi per arrivare alla corretta soluzione del problema.

Ringrazio anche voi de Il Giornale dei Monti Prenestini che vi siete interessati a questo caso, contrariamente ad alcuni pennivendoli di nostra conoscenza che si sono disinteressati della situazione perché servili e pavidi, legati più agli interessi personali e di parte che ai diritti dei cittadini.

Nel ringraziare il Consigliere del Comune di Labico Maurizio Spezzano, capogruppo della Lista Civica – Legalità e trasparenza, rammento inoltre ai cittadini che in caso di mancata definizione bonaria, hanno solo 60 giorni di tempo dalla notifica della cartella esattoriale per impugnarla davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.

 

 

Buongiorno Regione

Ecco il link per vedere la trasmissione andata in onda questa mattina, Buongiorno Regione. La signora Livolsi ha montato veramente un bel servizio.

Come sempre, appena il sindaco di Labico ha un microfono sotto mano attribuisce responsabilità agli altri. Naturalmente lui non sa nulla, mai nulla, peccato che invece sappia chi ha firmato e chi tra questi ha debiti con la P.A.

Per fortuna si sta smascherando da solo e i cittadini si stanno facendo l’idea giusta di chi ci amministra.

Cliccando in basso è possibile collegarsi al sito della Rai e vedere la trasmissione di questa mattina.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ff2a6083-e1d6-4b3f-9a6a-830f185e09e6.html

Ho finito le parole

Ieri abbiamo protocollato le 1506 firme raccolte in piazza a sostegno della richiesta di annullamento del procedimento e per la convocazione del consiglio comunale. Oggi il sindaco – dando l’impressione di interessarsi solo a quello che fa l’opposizione anziché lavorare per la collettività, come dovrebbe in un momento così delicato – ha già risposto. Conoscendo il mio essere sanguigno, più di qualcuno si aspetterebbe da me una risposta altrettanto irreale, possibilmente offensiva e pregna di improperi motivati a supporto delle ragioni dei cittadini e dell’opposizione. Invece, mi limito a mettere online sia la lettera di accompagno dei due consiglieri di opposizione (io e Nello), sia la risposta esagerata e dispregiante (termine arcaico, come la durata della sua permanenza in comune!!) del firmatario della missiva, disprezzo nei confronti di chi a ragione reclama equità e giustizia, non disagi e spese aggiuntive. Noterete il tono da perfetto leguleio dell’estensore della missiva di risposta a firma del sindaco, che in un sol colpo fa carta straccia di ogni diritto, decidendo lui il come e il quando, il perché e il percome, il giusto e l’ingiusto di quanto si è messo in campo fino ad ora. Non una norma o un articolo di legge citati a supporto di questa insulsa risposta.

Il sindaco, la giunta, i consiglieri di maggioranza anziché essere indotti a cercare il dialogo con i cittadini e con le opposizioni – dopo il disastro di questa surreale vicenda – si arroccano nel loro castello, mentre il popolo stremato dalle richieste esose reclama diritti e chiarezza. Tutti devono pagare le imposte in misura dei loro averi, tutti devono essere perseguiti se evadono, ma da qui a seminare il terrore ce ne vuole!

Mi fermo qui, il resto tocca ai cittadini. Come opposizioni abbiamo messo in campo il meglio di noi stessi, mai come in questa vicenda le opposizioni hanno saputo essere di supporto ai cittadini, infondendo chiarezza e avvalendosi di professionisti in modo da dare il sostegno giusto a tutti. Combattere contro un gruppo così chiuso e ostinato nei loro errori è difficile per tutti. Non si può discutere con chi all’indicazione della luna guarda al dito e non la luna. Loro sono così. Siate voi giudici e corte, ci rimettiamo alla vostra sentenza. Di certo, però, noi non ci arrenderemo così facilmente. Avevo già avuto modo di scriverlo, lo ripeto perché repetita iuvant: “à la guerre comme à la guerre”.

 

Al Sindaco Comune di Labico

Alfredo Galli

e p/c

Segretaria Comune di Labico

Dott.ssa Paola Nicoletti

Oggetto:         Consegna firme petizione popolare per richiesta annullamento in autotutela del procedimento riscossione tributi e richiesta Consiglio Comunale Straordinario

Egregio signor sindaco,

a seguito della petizione popolare, come largamente annunciato, stiamo a consegnarLe 1506 firme di cittadini che, in supporto all’azione dei due consiglieri di opposizioni, chiedono l’annullamento dei 9583 “avvisi di accertamento e/o “avvisi di accertamento in rettifica e/o di ufficio” notificati e in via di notificazione ai contribuenti in materia di ICI; IMU; TARI; TARSU e TASI per gli anni 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e per la convocazione del Consiglio Comunale straordinario.

Le avevamo già rappresentato tale richiesta, in quanto crediamo che sia l’unico strumento che l’amministrazione ha di addivenire a una soluzione equilibrata e nel rispetto della legge. Questo atto ridarebbe tranquillità a tutti i cittadini che si sono visti recapitare tali cartelle pur avendo pagato puntualmente. Ciò non significa non sanzionare gli evasori, anzi, permetterebbe alla pubblica amministrazione di stanarli con maggiore puntualità, inoltre, sarebbero gli unici destinatari delle sanzioni previste dall’accertamento.

Questo gesto “riparatore” non è tardivo, ma una presa d’atto della molteplicità di errori causati da incroci non sempre corretti. Inoltre, confermerebbe con forza il mancato rispetto dell’articolo 7 del capitolato di appalto, da parte della società, là dove si sostiene che propedeutico all’invio degli accertamenti c’era la necessità di creare una banca dati efficiente e puntuale.

Noi come opposizione ci impegniamo a fare la nostra parte nell’interesse dei cittadini, perché coscienti della necessità di ridare fiducia a chi si è visto colpito da un atto di accertamento ingiusto e costoso. Doversi rivolgere a professionisti del settore per provare la propria “innocenza”, quando gli uffici della pubblica amministrazione hanno tutti gli atti che in teoria scagionano i cittadini virtuosi, è una forzatura impositiva che va oltre la legge.

Pertanto, chiediamo ancora una volta l’annullamento del procedimento e la convocazione di un consiglio comunale straordinario, come già richiesto, per rispondere all’invito di chiarezza che viene dai cittadini.

La salutiamo cordialmente e restiamo a disposizione per ogni ulteriore precisazione.

Labico, 9 febbraio 2016

I consiglieri

Maurizio Spezzano ______________________________

Nello Tulli _____________________________________

 

Allegati:

Fogli firma dei cittadini sottoscritti all’atto della petizione per un totale di 1506 firme

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