Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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Oggi parliamo di urbanistica

urbanisticaCome sapete il consigliere Ulsi si è dimesso, per cui a una settimana di distanza dal consiglio del 22 maggio, ne è stato convocato un altro per procedere alla surroga di Giordani, primo dei non eletti, ma lo stesso è stato “surrogato” a sua insaputa, come la casa di Scajola al Colosseo.

Il ritorno in Consiglio dell’ex mai troppo amato sindaco mi spinge a riprendere il tema dell’urbanistica, trattando tre argomenti: PUA, PRG e abusi edilizi veri e presunti.

PUA: acronimo di Piano Utilizzazione Aziendale, è un atto che permette, a chi ne ha titolo, di ampliare la propria azienda a patto che il progetto risponda a determinati criteri. Considerato che tale piano interviene in deroga al Piano Regolatore, il Consiglio è l’unico organo che può deliberare. Invece, a Labico succede, sindaco Giordani, che tale atto, mai portato in Consiglio, sia diventato realizzabile. Non solo, su un atto di per sé già dubbio, interviene addirittura il tentativo di modificare il piano originario, chiedendo una variante in corso d’opera. Dopo aver constatato la discutibile legittimità dell’atto, in sede di Commissione ho sollevato dubbi sulla opportunità di deliberare su questa PUA, mancante dei requisiti previsti per l’approvazione, perché viziato già all’origine. Ciò che mi ha decisamente colpito è la faciloneria con cui si tratta la materia urbanistica: trovandosi in difficoltà davanti le mie osservazioni, sia i tecnici del comune che la stessa maggioranza, lavandosene le mani, hanno attribuito la responsabilità al già sindaco non rimpianto e al già tecnico ancor meno rimpianto. Fatto sta che l’atto, una volta giunto in Consiglio, è stato ritirato, in attesa di non so cosa. Io ho voluto comunque dire la mia, mettendo il risalto ciò che avevo sostenuto in Commissione: secondo me, sarebbe opportuno investire della questione le autorità preposte, anche perché di urbanistica si finisce in galera e non so se il gioco vale la candela. Di certo, noi faremo i passi necessari per fare chiarezza su tutta questa vicenda. Credo che la devastazione del territorio perpetrata negli anni passati possa bastare, per cui è il tempo della riflessione e dell’analisi di ciò che è successo. Ho chiesto, e ribadisco, che venga istituita una commissione comunale di controllo per valutare l’impatto che questa colata di cemento ha avuto sul nostro territorio. Credo che sia una richiesta di buon senso e se la maggioranza non ha paura istituisca la commissione da subito.

PRG, la grande illusione, la torre su cui si è costruita la fortuna di questa maggioranza. Dalla data di approvazione, 31 gennaio 2007, ad oggi, giugno 2015, dopo la presentazione di 161 osservazioni, 12 sedute di consiglio e non so quante di commissione urbanistica, sono passati esattamente sette anni e mezzo e la Regione continua a sollecitare l’amministrazione ad inviare per intero la cartografia! Fa quasi rabbia pensare che dall’opposizione noi abbiamo sempre messo in risalto i limiti di quel PRG, perché puntava solo sul cemento in modo disarmonico, disordinato e senza logica. Abbiamo sempre criticato le scelte della maggioranza che non ha mai contrastato con proposte serie la nostra ostilità verso un piano che distruggeva il paese invece di arricchirlo. Abbiamo proposto più di una correzione, ma ostinatamente hanno seguito la logica degli affari sugli interessi dei cittadini. Basta solo uno sguardo alla cartografia per rendersi conto che non era fattibile un disegno urbanistico come quello. Oggi, la Regione ha comunicato il diniego all’approvazione senza le dovute correzioni. Il sindaco e la Giunta attribuiscono la responsabilità al tecnico che ha redatto il piano, lo stesso che ha incassato fior di migliaia di euro, nostri, delle nostre tasse. Io invece penso che le responsabilità siano politiche perché non hanno mai voluto confrontarsi con noi che avevamo in mente un’idea diversa di comunità, la cui urbanistica è parte integrante. Ora stanno rimettendo mano al PRG, quasi a nostra insaputa, non avendoci comunicato neanche il nome del tecnico individuato per redigere le dovute correzioni. Infatti, la determina dirigenziale che individuava il tecnico non è stata mai pubblicata sull’albo pretorio del comune, almeno per loro stessa ammissione. La trasparenza impone determinati riti, anche quello di informare chi pensa al territorio in modo difforme dalla maggioranza. C’era una sorta di tacito accordo basato sul rispetto istituzionale, che prevedeva, un confronto sul futuro del PRG, cosa abbastanza normale in un paese “normale”. Invece, al di là delle parole di circostanza nulla. Si sa solo che il nuovo tecnico costa alle casse del comune, cioè a noi, ben 40.000 Euro, che sommate all’onorario del precedente tecnico fanno qualcosa come 100.000 Euro. Se una parte di quei soldi sono di coloro che rappresento, mi piacerebbe poter dire la mia e indicare esattamente ciò che intendo per urbanistica. Lo faccio per Labico e per il rispetto che si deve a un paese così ricco di storia.

Abusi edili reali e presunti. E’ successo che la nostra amministrazione ha portato in giudizio un privato per un presunto abuso mai sanato. Questa è la motivazione ufficiale, in realtà la situazione è ben diversa. Infatti, è vero che il privato ha commesso l’abuso, un po’ come tutti quelli che vivono ai lotti, trasformando un terrazzo in cucina, tuttavia, lo stesso ha presentato domanda di sanatoria nei tempi dovuti, come molti altri, e versato il dovuto. Avendo sollecitato l’accoglimento della pratica, si è sentito rispondere in più occasioni che si era in dirittura d’arrivo. In realtà, con somma sorpresa, al posto della sanatoria è arrivato un decreto di demolizione e, alle proteste del medesimo, gli è stato riferito che della pratica c’erano poche tracce! Tra corsi e ricorsi, testimonianze, perizie giurate, avvocati, tecnici e quant’altro sembrava non dovesse mai arrivare la parola fine. La nostra attenta amministrazione ha allora intimato l’abbattimento, non della terrazza diventata cucina, ma di un gazebo coperto da una tenda, una legnaia e un manufatto di metallo che serviva per il deposito degli attrezzi. Evitando di incorrere nella durezza della legge, il nostro ha ben pensato di demolire i manufatti, come da richiesta del comune. Neanche il tempo di finire l’opera di demolizione ed ecco arrivare la sentenza definitiva: secondo il giudice aveva ragione il privato, imputando all’amministrazione la responsabilità dell’accaduto, in quanto la richiesta di condono era stata presentata nei tempi dovuti e gli uffici avrebbero dovuto sanare l’abuso come da richiesta. Non solo, il giudice ha messo in risalto l’inadeguatezza degli uffici nell’espletamento dei propri doveri. Questa vicenda è emblematica di come vanno le cose a Labico: tecnici pagati fior di migliaia di euro che approvano PUA omettendo l’iter corretto della pratica, sanatorie in base ad articoli di legge che permettono speculazioni da parte di alcuni costruttori, varianti in corso d’opera che modificano di gran lunga il progetto originario, torri di avvistamento in pieno centro storico che fanno a pugni con il progetto di recupero e le prescrizioni che riguardano il cuore del paese, lottizzazioni mai terminate, strade non asfaltate e buche tappate ad minchiam, ecc. ecc. Ora, se questo privato volesse chiedere i danni alla nostra amministrazione, chi paga? Chi lo risarcirà di tutti i soldi spesi in tecnici ed avvocati?

Morale della storia: per amministrare ci vuole anche il buon senso, compito della politica non è l’arroganza del potere, ma la corretta amministrazione che parte già dalla scelta dei collaboratori: se un tecnico viene pagato migliaia di euro deve rendere qualcosa alla cittadinanza, deve svolgere il proprio compito con dignità e moralità, non invece rispondere a logiche di parte o a ordini impartiti da qualche ufficio.

Ecco quindi la conclusione: PUA, PRG, abusi edilizi veri o presunti sono figli di scelte sbagliate, di tecnici inadeguati, di complicità politiche. I temi trattati sono piccoli esempi dello scempio nel nostro territorio, del consumo del suolo in modo indiscriminato, della malapolitica e del cattivo amministratore. Noi, su queste tematiche, abbiamo idee opposte a quelle della maggioranza, quindi, un Giordani in più o in meno non fa differenza, la differenza la fa la qualità politica di chi rappresenta le istituzioni. Fatevi due conti e poi decidete con chi stare.

Al momento opportuno ricordatevi che ……..

labicoStrana la politica labicana: comune oramai allo stremo, cittadini vessati in tutti i modi con le imposte locali, servizi a ranghi ridotti, piano di rientro dal debito del depuratore che paralizzerà Labico per i prossimi dieci anni – un debito non causato dai cittadini ma dall’incapacità amministrativa e politica di questa maggioranza. Eppure, malgrado ciò, c’è chi trova il coraggio e il tempo di dire che non è vero. Allora, trovo normale sgomberare un po’ di false verità invitandovi a ricordarvene al momento opportuno. Il bilancio all’amministrazione lo facciamo noi, raccontandovi la verità e non le loro favole frutto di parole misere e ingannevoli.

Al momento opportuno ricordatevi che, il bugiardino, ovvero la voce del padrone denominato Labico News, distribuito recentemente come regalo natalizio, non è a costo zero, bensì è stato pagato con i soldi dei cittadini, e in un momento di grave prelievo fiscale anche questa somma pesa, e anche tanto, soprattutto se rapportata al fatto, ad esempio, che la scuola media da molto tempo non riesce a fornire neanche le fotocopie agli alunni perché non ci sono soldi per cambiare il toner. Così come nelle altre scuole. Ma ciò non toglie che per loro i soldi ci sono sempre!

gALLI DENUNCIACIAl momento opportuno ricordatevi che, questa amministrazione non ha mai cercato il dialogo con le opposizioni, anzi, ha sempre cercato di frenare l’azione dirompente del nostro gruppo, arrivando a querelare me – come nel passato Tullio Berlenghi – perché troppo avvezzo a dire e scrivere la verità, pensando di mettere paura alla voce contro, a chi non ha intenzione di indietreggiare neanche di un millimetro, anzi, pronto a rilanciare e a far emergere la verità in ogni occasione. Un’amministrazione che impiega più di due anni per eleggere le commissioni comunali previste dallo Statuto come la giudicate voi? E come giudicate se le stesse commissioni una volta elette non vengono convocate? E come la mettete se gli ordini del giorno da me presentati vengono votati e mai tradotti in atti deliberativi? E come la mettete se della mia proposta di realizzare una cooperativa di giovani che si occupi della raccolta differenziata – togliendola a Lazio Ambiente, facendo risparmiare ai cittadini un bel gruzzoletto – non se ne sa più nulla? E della proposta del PiediBus con l’obiettivo di suscitare nei bambini l’amore per il proprio paese e infondere coraggio nell’affrontare la realtà che li circonda?

Al momento opportuno ricordatevi che, a distanza di due anni Labico è paralizzato, non c’è un atto di questa amministrazione che abbia prodotto un solo effetto benefico sulla popolazione. A mo’ di esempio, ricordo che il sindaco aveva giurato, ancor prima dell’insediamento, che mai e poi mai avrebbe aumentato le imposte comunali. Credo che siano sotto gli occhi di tutti gli aumenti vertiginosi delle tariffe comunali, i cui effetti devastanti si produrranno anche per gli anni a venire.

Al momento opportuno ricordatevi che, le associazioni, citate a sproposito dal sindaco nel suo editoriale, sono state ridimensionate nella loro attività, a vantaggio del comitato pro Labico, che per le sue manifestazioni attinge a piene mani alla disponibilità del bilancio comunale e delle attività commerciali e associative, le quali, malgrado l’ostilità del sindaco, continuano ad offrire la loro proposta culturale. Vi ricordate dell’associazione che voleva promuovere la nocciola labicana a cui fu impedito di svolgere la manifestazione dopo l’esposizione anche economica da parte dei soci con relative querele di parte? Vi ricordate di Asperu Sordo che ha sollevato più di una volta la questione dell’abbandono di spazi cari ai labicani e che si sono ritrovati soli e ripudiati? Vi ricordate il fiorire di associazioni labicane che oggi per l’abbandono dell’a mministrazione non espletano più nessuna attività ludica?

Al momento opportuno ricordatevi che, l’equità fiscale invocata e predicata dal sindaco e dal vice sindaco non esiste. In consiglio comunale, l’opposizione per venire incontro alle esigenze delle classi meno abbienti, ha presentato più di un emendamento e più di un ordine del giorno per prevedere sgravi a chi ne aveva diritto, cosa, per altro, che tutti i comuni hanno fatto. Ebbene, tutto ciò è stato annullato dai voti contrari e compatti di questa maggioranza, penalizzando più del dovuto i bisognosi che non hanno i mezzi per fare fronte alle imposte comunali. Loro sostengono che le tasse non sono aumentate e che i cittadini non pagano nulla! Vogliamo parlare dell’aumento dello scuolabus? e dei buoni pasto? e della spazzatura? e dell’acqua? e della chiusura della biblioteca? e dell’ICI sui terreni edificabili? e dove sono i 200.000 euro per il minor costo del servizio spazzamento delle strade? e i 100.000 euro in più del costo del servizio idrico integrato? e i 76.000 euro per il raggiungimento obiettivi? e i 10.000 euro della biblioteca? e la possibile svendita degli immobili comunali (Palazzo Giuliani e Palazzo ex Eca)? e i 2.000.000 di euro di mutuo contratto per l’anticipo di cassa? e i quasi 4.000.000 di euro di debito dei depuratori? Soldi, non bruscolini! E dei servizi sociali con relativa chiusura del consultorio e del centro vaccinale, generosamente regalato al centro anziani? e dell’incapacità di individuare un luogo idoneo per ubicare eventualmente un nuovo consultorio e centro vaccinale? Fatti, non chiacchiere!

Al momento opportuno ricordatevi che, la decantata lista delle opere pubbliche è stata deliberata dalla precedente amministrazione e non da questa. Vogliamo parlare della scuola che continua a cadere a pezzi o degli interminabili lavori al plesso delle elementari che rappresentano un autentico pericolo per i bambini che là studiano, come opportunamente hanno fatto notare le mamme, tanto da costringere il sindaco a una girandola di comunicati, atti e contro atti fino alla chiusura della scuola per due giorni? o della dislocazione ad minchiam delle classi nei vari plessi? o della continua elemosina che ripetutamente si chiede alla regione per sistemare alla carlona una classe formata da bambini che ogni anno restano fuori, senza programmare invece una realtà consolidata? o dell’incapacità di usare le due aule della scuola dell’infanzia? o del tanto decantato progetto Eiffel? o dell’adeguamento dei depuratori? O dei lavori infiniti al marciapiede di via Roma? O dell’irrealizzabile caserma dei carabinieri? o dell’abbandono dei parchi, ancor di più il parco Tulli? o dello scacazzato parco della moralità? o del cimitero abbandonato? o dei dossi sempre promessi e mai realizzati? o della sicurezza di via Casilina? o del continuo blocco dei lavori del Palazzo ex Eca? O dell’abbandono del centro storico? o del ghetto in cui si vorrebbe relegare l’idea della nuova scuola? o del mercato contadino che è durato lo spazio di un mattino, mai sostenuto e incoraggiato dall’amministrazione malgrado le sollecitazioni del gestore de I Cerchi e mie? o dell’incompiuta via Leonardo da Vinci? E chi più ne ha più ne metta!

Al momento opportuno ricordatevi che, il tanto decantato piano regolatore è svanito nel nulla, sparito, disperso, scomparso, defunto, morto, estinto! Ci hanno costruito intorno una fortuna di consenso! Ora i cittadini si trovano ad essere cornuti e gabbati. Era stato promesso benessere e ricchezza dai terreni edificabili e ora si trovano anche con il portafoglio vuoto, perché oltre al danno la beffa: hanno pagato l’ICI su terreni che non saranno edificabili. Sconvolto tutto il loro assetto urbanistico! E non finisce qui! Ancora più poveri: il vecchio piano defunto ci è costato fior di quattrini, intanto si accingono a dare l’incarico ad altro tecnico che dovrà essere nuovamente pagato. Chi pagherà il danno alla collettività? Chi risarcirà le tasche dei labicani? O vogliamo parlare delle lottizzazioni? o delle opere di urbanizzazione? o del recupero del centro storico, che vede sorgere dal nulla garitte neanche fossimo in tempo di guerra? o delle fidejussioni che non ci sono? o delle società che hanno costruito a piacimento e poi si sono sciolte come neve al sole? o dei certificati di abitabilità?

Al momento opportuno ricordatevi che, la tanto decantata raccolta differenziata funziona solo per senso di responsabilità dei cittadini. Il ribrezzo invece lo si prova nei confronti di chi continua a seminare lungo il territorio labicano rifiuti vari e speciali, come l’eternit, a cui l’amministrazione non riesce a fare fronte anche per incapacità. Da tempo propongo un sistema di videosorveglianza dei punti strategici del paese in modo da avere l’intero territorio sotto controllo. Ma la maggioranza si dimostra sorda anche in questo. Così come si è dimostrata miope nell’aver ceduto a Lazio Ambiente quella che un tempo è stata l’isola ecologica di Labico, al Pantano. Ancor più miope “regalare” 24.000 euro a un privato per lo smaltimento delle falciature quando si sarebbe potuto farlo a costo zero con un accordo di servizio con Lazio Ambiente stesso, a scomputo del

regalo dell’isola ecologica. L’efficacia della raccolta differenziata si misura anche con le pesate della differenziata (carta, cartone, vetro, plastica, alluminio), questa sì vera trasparenza. Dove sono quelle degli anni precedenti? Dove sono i conti chiesti e mai avuti degli anni passati? A quanto ammonta lo sconto per il nostro comune? Quanto verrà scomputato ai cittadini?

Al momento opportuno ricordatevi che, la povertà culturale del nostro comune si misura anche con ciò che “culturalmente” propongono al nostro paese. Al di là della festa di San Rocco, mi dite una manifestazione degna di nota organizzata dal comune? Niente, il baratro più totale. Panorama culturale pari a zero. E’ l’unico paese del circondario che non ha una visione d’insieme di “bene culturale”. Il paese è talmente spoglio che già alle otto di sera sembra calato il coprifuoco: piazza inesorabilmente vuota. E per i nuovi labicani? Il nulla, non un solo progetto di inserimento effettivo. Certo, questa situazione è loro congeniale: meno ci incontriamo e meglio è, per loro. I cittadini non si incontrano e non parlano, non si confrontano e questo rafforza il loro potere contrattuale in periodo elettorale. Un motivo in più per dargli il benservito.

Al momento opportuno ricordatevi che, malgrado le dichiarazioni del consigliere di Colle Spina, il quartiere vive una delle sue peggiori stagioni: invasa dal cemento, dal silenzio di questa maggioranza e dalle ville bi-tri-quater-penta-esa-eptafamigliari non ha altra prospettiva che quella del quartiere dormitorio. Non è stato compiuto un solo passo che porti alla cessione degli standard e sciogliere il consorzio che si dimostra sempre più un orpello decorativo di nessuna utilità. Amichevolmente, consiglio al presidente di rassegnare le dimissioni ed impegnarsi nella lotta per la piena emancipazione del quartiere e non invece limitarsi a gestire la normale amministrazione, non essendo riuscito neppure a far votare i bilancio degli ultimi anni. L’unico atto concreto del quartiere è frutto di un gruppo di residenti che ha lottato per avere il mercato settimanale e uscire dall’isolamento indotto dalla malapolitica. Senza voler assumermi paternità, ma mi piace ricordare che l’ordine del giorno che vincolava la maggioranza a istituire il mercato è stato mio a nome del gruppo e dei cittadini di Colle Spina. Poi più nulla. Ecco, questa è la realtà del quartiere, che invece di crescere, a causa della lacunosa gestione, diviene sempre più degradato.

Al momento opportuno ricordatevi di tutto questo. Guardate intorno a voi, fate un’analisi seria della situazione, confrontate con quello che avviene negli altri comuni, confrontate imposte, servizi e vivacità. Paragonate lo stato di abbandono del nostro comune. Guardate a cosa fanno gli altri, guardate ai lavori pubblici, alla vivacità culturale, alla rinascita dei centri storici, alla partecipazione dei cittadini, alla disponibilità umana degli altri amministratori, guardate alla capacità di condurre la macchina amministrativa. E poi chiedetevi: ma a Labico, c’è tutto questo? Gli altri comuni vivono una situazione deficitaria come la nostra? Pagano per gli errori commessi da altri? Crescono o arretrano? Compito di ogni buona amministrazione è la crescita generalizzata, cioè di tutti. In questo paese si sono arricchiti in pochi e sempre gli stessi, coloro che hanno abusato della pazienza di tutta la cittadinanza. E’ il momento di dire BASTA. Di porre un freno all’ingordigia dei pochi guardando a tutti. Per fare questo è necessario sbarazzarsi di modi antichi e barocchi di fare politica. Avere il coraggio di liberare il paese da chi da decenni ha abusato della nostra pazienza. Fa parte del gioco democratico allontanare miseramente chi ha ridotto il paese così, per guardare avanti con fiducia senza abbandonarsi alla sconforto. Ci sono fior di potenzialità nel nostro comune che attendono di fare la propria parte per la crescita collettiva. La stagnazione pluridecennale ha bisogno di una sana bonifica: mai più amministratori così, ma più un sindaco che si barrica nel comune ed esce solo per le feste comandate con la sua bella fascia tricolore. Apriamo simbolicamente le finestre del palazzo comunale e facciamo entrare aria nuova, prima che la muffa ci faccia ammalare definitivamente. Labico ha bisogno d’altro, ha bisogno dell’altra Labico.

La fiaba viabile

Oggi voglio raccontarvi una fiaba, che narra avvenimenti successi nel tempo dei tempi.

WP_20150120_004C’era una volta, anzi, successe una volta, tanto ma tanto tempo fa, che le tratte della Calisina Labiquà/Valpianura e Valpianura/Colleacciaio, vennero regolate da semafori a causa del restringimento della carreggiata per i danni della pioggia intensa di quel tempo. Tutto questo in attesa del finanziamento e del ripristino della carreggiata stessa. Tutti gli abitanti della zona aspettavano l’inizio dei lavori da lì a pochi giorni. La Calisina era una strada importante per quei tempi, quando tutti viaggiavano in macchina e non come ora che viaggiano in eliputtero. Era così importante che solo gli sciocchi potevano trascurarla. I mesi passavano ma nessuno si muoveva per fare qualcosa.

WP_20150120_003Poco prima delle elezioni, un antico e barbaro modo per scegliere i governanti di allora, un “ciofin signore” segretario del DP, uno che la sapeva lunga, nonché assessore in pectore ai lavori pubblici del territorio – bada bene, in pectore, non assessore – annunciò in pompa magna che – con tanto di manifesto – grazie al suo disinteressato e per niente strumentale interessamento il dipartimento aveva stanziato non so quanti “leuri” per ripristinare la viabilità regolare. Era periodo elettorale, si dovevano scegliere non ricordo quali consoli di sua maestà Renzietto ‘a vuccalarga, e si solea promettere favori per avere suffragi: un favore un suffragio.

WP_20150120_002Passate le elezioni e poi l’estate, un provocatore del posto, rompendo la ferrea censura del tempo, tal Bullio Terlenghi, mise il dito nella piaga, facendo intendere – cosa tra l’altro che tutti avevano capito – che il “ciofin signore” segretario, avesse astutamente “furbeggiato” sulla vicenda. In pratica, il provocatore Terlenghi aveva sostenuto che il “ciofin signore”, senza mai citarlo, aveva approfittato delle elezioni per strappare qualche voto in più agli ignari elettori, gli stessi che si fanno incantare dall’aria fritta. Cosa non si fa per un voto in più!!! pensarono in molti. In verità lo pensai anche io, che pur essendo il narratore dovrei astenermi di esprimere giudizi!

WP_20150120_001Apriti cielo!! Il “ciofin signore” segretario, nonché assessore in pectore del territorio e dei suoi confini, si armò di comunicato stampa e diede del provocatore di professione al provocatore dilettante Terlenghi. Insomma, lo fece salire di grado, ignobilissima cosa per un dilettante allo sbaraglio! Di sicuro il comunicato lo vergò di suo pugno, tanta era l’enfasi e la rabbia! Non solo, per dare maggiore vigore alla sua indignazione contro il povero Terlenghi, fece sottoscrivere il piccato comunicato anche al non più “ciofine” burgermeister locale, che incredulo e basito colse al volo la prima mela, come diceva Branduardi, elogiando l’armonia ritrovata e i comuni interessi a vantaggio della comunità, il lavoro di squadra e altre enfatiche dichiarazioni. Me cojomberi, pensarono tutti! Me cojomberi, pensai anche io. Anche perché, era risaputo che in quel tempo tra il “ciofin signore” segretario e il burgermeister sembrava non corresse buon sangue, almeno così sembrava. Ma si sa, la politica va e viene, oggi una cosa la dico io con te e domani tu con me! Il provocatore Terlenghi, ed io con lui, – pur non dovendo io prendere parte alle vicende della fiaba – restammo un po’ interdetti da questa ritrovata unità di intenti, risultava almeno almeno non confacente alla logica un simile agglomerato di amore. Ma tanto sta!

I mesi passano e dei lavori neanche l’ombra.. Il “ciofine signore”, pressato dall’impazienza degli utenti che – allucinati dalle belle parole del manifesto ipnotico di qualche mese prima – gli rinfacciavano di tanto in tanto la promessa, dopo aver sguinzagliato nei meandri burocratici i suoi segugi, di affrettò a riconoscere che c’erano stati dei contrattempi non dipendenti dalla sua volontà. Evidentemente, ma questa è letteratura fantasy dello scrivente, i cattivoni burocrati dipartimentali lo avevano buggerato! (Si dice così quando uno prende per i fondelli l’altro?) Sta di fatto che, trovato l’intoppo, prometteva che in men che non si dica i lavori, finalmente, sarebbero iniziati.

Passa l’autunno e si inoltra l’inverno; passa Natale, Santo Stefano, Capodanno e la Befana. Si era in prossimità del Carnevale ma dei lavori neanche l’ombra.

Non è che qualcuno boicotta il “ciofin signore” e noi ne facciamo le spese? – pensarono tutti!

Non sarebbe bello! Intanto perché tranquillamente continuavano a pagare il bollo auto; intanto perché l’arteria in questione era importante; intanto perché qualcuno, anche se in silenzio, cominciava a buttare lì qualche bestemmia, all’insaputa del nerboruto Bentivoglio, un santone dell’epoca, pronto a mollare una papagna se qualcuno gli citava impropriamente mamma; intanto perché molti – dopo mesi, mesi e mesi, promesse, promesse e promesse – cominciavano ad essere allergici al rosso e al verde, colori desueti e fuori moda, soprattutto il rosso.

La fiaba finisce qua, non c’è il finale solito: “E tutti vissero felici e contenti”! Mica è obbligatorio, ci sono fiabe che non finiscono, continuano e ognuno è libero di attaccarci un pezzo. Il prossimo pezzo sarà che di sicuro, prima o poi, qualcuno metterà mano alla strada, concluderà i lavori, come è nella logica, ma ci sarà qualcuno pronto a dire: “E’ merito mio”, senza rendersi conto che, a questo punto della fiaba, tale dichiarazione sarà ridicola, tanto che anche gli allocchi non ci crederanno.

Quindi, non c’è finale, almeno per ora, c’è però la morale, seppur la fiaba resta aperta. Sapete qual è? Diffidare di chi promette solo per credersi indispensabile. Ma allora è una favola, non una fiaba, potreste dire voi! No, sbagliate, è una fiaba perché queste cose succedono in ogni tempo, quindi non hanno tempo, in ogni luogo, quindi non hanno spazio, non hanno nome. Questa fiaba è frutto della fantasia malata di chi, inebriato dagli effluvi etilici, ha tempo da perdere e racconta fiabe e favole insieme, confondendo le uni nelle altre. Per cui fatti, personaggi, luoghi e circostanze sono frutto della fantasia e nulla è reale. O no?

Il menestrello triste

Via Casilina: che fare?

ridis-incidente-stradaleEnnesimo brutto incidente sulla Casilina, nel tratto urbano. Giovedì si è rischiato l’ennesimo lutto in un paese già pesantemente colpito nel passato. Malgrado i trascorsi l’amministrazione comunale continua a dormire sonni tranquilli; malgrado ancora, come avrete possibilità di leggere dall’interrogazione, noi avessimo per ben tre volte segnalato il propblema e presentato mozioni che impegnavano l’amministrazione a porre rimedio in qualche modo a questa situazione di continua pericolosità rappresentata dalla Casilina.

Sono passati mesi ed anni, ma della tanto sbandierata messa in sicurezza non si è visto nulla, se non autovelox con l’unico compito di fare cassa continua ai danni degli automobilisti, magari per eccesso di velocità misurabili in un paio di chilometri, vittime del tranello di porre lo strumento in zone dove, gioco forza, si superano i cinquanta chilometri orari a causa della natura stessa della strada. Ciò può capitare anche agli automobilisti virtuosi, a padri di famiglia che tutto fanno tranne che giocare con la velocità.

Ebbe, mai e ripeto mai, l’amministrazione ha trovato il tempo di rispondere o di portare la mozione in consiglio comunale; mai, e dico mai, si è affrontato il problema viabilità nel nostro paese; mai, e ripeto nuovamente mai, si è pensato di utilizzare strumenti di dissuasione, come in uso in altri comuni del territorio nazionale.

Eppure, c’è una legge dello stato che OBBLIGA i comuni ad utilizzare parte delle entrate provenienti dalle sanzioni per la messa in sicurezza stradale. Il nostro comune brilla per parsimonia virtuosa nel non spendere nulla o quasi nulla per la messa in sicurezza stradale. I proventi previsti per tale voce il comune li utilizza per pagare l’affitto dell’autovelox. Cifre da capogiro contestate sistematicamente in occasione dell’approvazione del bilancio. Trova però i fondi necessari a istituire un senso unico INUTILE E DANNOSO in via Santa Maria, strada di nessuna pericolosità, con l’unico scopo di porre rimedio alla mancanza di parcheggi – chissà per colpa di chi!!!! – che penalizza in modo duro gran parte dei suoi residenti.

Non ‘c’è altro da aggiungere, se non che i cittadini prendano atto di questa situazione e nel caso in cui dovesse per malaugurata sorte – speriamo mai – succedere qualcosa sanno a chi attribuire le responsabilità per mancata vigilanza e messa in sicurezza della viabilità.

Io intanto, venerdì, il giorno dopo l’incidente, ho presentato l’ennesima interrogazione e ho riproposto pari pari la mozione già presentata nelle altre occasioni. Giudicate voi e siate portavoce di questo malessere.

Maurizio Spezzano

1) INTERROGAZIONE

Al sindaco di Labico con richiesta di risposta al primo Consiglio Comunale utile e contestuale iscrizione del punto all’odg.

Il sottoscritto consigliere comunale interroga il sindaco, premesso che:

–              in data 21 giugno 2012 lo scrivente ha presentato una interrogazione al sindaco inerente la pericolosità di via Casilina e degli incidenti ivi avvenuti;

–              in data 25 giugno 2012, sempre dallo scrivente, è stata depositata una mozione consiliare sulla già citata pericolosità di via Casilina, mai discussa in Consiglio Comunale né mai il sindaco si è sentito in obbligo di rispondere motivando una seppur timoda difesa del perché del diniego;

–              in data 2 ottobre 2012, lo scrivente ha presentato analoga interrogazione al sindaco dopo l’avvenuto incidente in orario scolastico, che ha visto coinvolto altri mezzi in prossimità delle strisce pedonali;

–              ieri sera, 12 giugno 2014, si è verificato l’ennesimo e gravissimo incidente sulla via Casilina, e fortuna ha voluto che in quel momento non ci fossero pedoni o altri mezzi circolanti, il che avrebbe causato ben altri danni;

–              la dinamica dell’incidente conferma, purtroppo, l’esigenza, più volte segnalata dal sottoscritto e dal gruppo Legalità e Trasparenza, di mettere in sicurezza la principale – e più pericolosa – arteria viaria del paese;

–              inutile menzionare che nella scorsa consiliatura il gruppo di opposizione aveva presentato una mozione per chiedere una serie di interventi in materia di mobilità e di sicurezza stradale, su cui – come troppo spesso avviene – la maggioranza non ha ritenuto di dover intervenire, limitandosi a collocare l’autovelox al solo scopo di fare cassa e in posizione tale da garantire entrate certe per l’amministrazione comunale;

–              è stata segnalata più volte l’incongruenza dell’uso disinvolto dell’autovelox, che non garantisce nulla se non entrate certe;

–              si ricorda per l’ennesima volta che le strisce pedonali sono quasi completamente cancellate (come, del resto, lungo tutto il tratto urbano della via Casilina), come già messo in risalto dal sottoscritto in più consigli comunali senza ricevere risposta da parte di nessuno;

–              la pericolosità della Casilina è cosa accertata, ma l’amministrazione, invece, preferisce istituire i sensi unici “parziali” nelle zone interne del paese, vedi ad esempio via di Santa Maria, piuttosto che affrontare seriamente la pericolosità dell’arteria principale che spacca in due il paese e che è stata foriera di lutti per i suoi abitanti;

Si chiede di sapere:

quali misure intenda prendere per garantire la massima sicurezza sulle strade del paese, con particolare attenzione alla via Casilina, al di là delle solite e mielose frasi di circostanza che non risolvono nulla, neanche a mettere a posto la coscienza;

se il tanto sbandierato piano di messa in sicurezza dei dossi possa trovare applicazione in qualche modo, magari eliminando anche l’inutile, costoso e parziale senso unico istituito in via di Santa Maria;

se non sia il caso di prevedere dei dissuasori della velocità ed eventualmente delle postazioni fisse di autovelox, che elimini il deterrente di pronta cassa rappresentato dall’autovelox bisettimanale (quando ciò avviene!), che non mette in sicurezza un bel nulla e costa alle casse del comune parecchie migliaia di euro per l’affitto della macchina rilevatrice di velocità;

se non sia il caso, inoltre, di verniciare le strisce pedonali oramai invisibili in molte parti, potrattitto con il buoi;

se non ritenga opportuno riunire una seduta ad hoc del consiglio comunale per discutere e individuare misure che consentano di liberare il centro urbano dal traffico di passaggio e di aumentare il livello di sicurezza.

Labico, 13 giugno 2014

 

2) MOZIONE CONSILIARE

Il Consiglio comunale di Labico,

–              considerato che appare opportuno incentivare forme di mobilità sostenibile che consentano di spostarsi in sicurezza riducendo l’impatto ambientale e la congestione della rete viaria;

–              tenuto conto che alcune delle ragioni che scoraggiano il ricorso a mezzi di trasporto alternativi sono la totale assenza di strutture adeguate e la percezione di pericolo nelle nostre strade;

–              considerato che in particolare questa sensazione di insicurezza rappresenta una delle principali motivazioni che spinge i genitori ad accompagnare i figli a scuola in automobile, causando enormi problemi di traffico e aumentando, paradossalmente, il livello di pericolo;

–              preso atto che la situazione sulla via Casilina è talmente preoccupante da aver indotto l’amministrazione comunale a far presidiare due attraversamenti pedonali durante l’orario di ingresso nelle scuole e affidando la regolamentazione del traffico lungo l’arteria di collegamento dei singoli plessi scolastici a personale volontario;

–              valutato che la diffusa mancanza di marciapiedi e la loro inadeguatezza dimensionale là dove esistenti rende poco agevole la percorrenza anche di brevi tratti a piedi dando vita ad una perversa spirale che porta gran parte dei cittadini a ricorrere all’uso dell’automobile anche quando non necessario;

–              appare non più rinviabile la redazione di un piano per la sicurezza stradale all’interno del comune di Labico, che tenga conto in particolar modo del gigantesco impatto della strada statale Casilina come asse viario di attraversamento, ma senza dimenticare l’ormai estesa, ma del tutto irrazionale ed inadeguata, rete viaria comunale;

impegna l’amministrazione comunale:

  • a redigere un piano della sicurezza stradale che preveda un intervento complessivo ed organico, basato sia su opere di carattere infrastrutturale finalizzate ad aumentare il livello di sicurezza (dissuasori, dossi, impianti semaforici, rilevatori di velocità, ecc.) sia su azioni di regolamentazione del traffico e campagne di sensibilizzazione e di informazione miranti a garantire il rispetto del Codice della Strada;
  • ad avviare, nelle more della predisposizione del piano di cui al capoverso precedente, una serie di piccoli ma significativi interventi che possano rappresentare un primo passo verso una mobilità più sostenibile;
  • a realizzare in particolare ed in tempi brevi i seguenti interventi:
  • collocazione di dossi lungo vicolo del cipresso e in ogni altra strada di collegamento con zone residenziali che, in base alla valutazione degli uffici competenti, richieda questo tipo di intervento;
  • collocazione di rastrelliere in prossimità dei plessi scolastici delle scuole medie ed elementari;
  • collocazione di dissuasori di sosta nei punti dove la presenza di automobili può costituire un intralcio al traffico e/o un pericolo per l’utenza debole;
  • a porre in essere un accurato studio su una più razionale organizzazione del traffico veicolare nel sistema viario di collegamento con le scuole, non escludendo il ricorso a limitazioni temporanee dell’accesso alle automobili, così come avviene in moltissimi comuni d’Italia e d’Europa in attuazione di progetti che vanno ben al di là di interventi miranti alla riduzione della congestione;
  • a prendere in considerazione l’ipotesi di pedonalizzare una parte del centro abitato sulla base di valutazioni di utilità ed opportunità, in particolar modo la zona di piazza Mazzini, ritrovo abituale di famiglie e bambini, individuando eventualmente fasce orarie adeguate a contemperare le diverse esigenze di fruizione della strada.

Labico, 13 giugno 2014

Quattro interrogazioni, tanti problemi

Ieri ho depositato quattro interrogazioni che mettono in risalto problemi veri che l’amministrazione non affronta, ma conserva nel dimenticatoio dell’indifferenza. Senso unico in via Santa Maria, parco delle Vignole, illuminazione via San Benedetto, abbandono del cimitero: questi problemi irrisolti da soli dovrebbero spingere ogni seria amministrazione a dover fare i conti con la proprio coscienza e dimettersi in blocco in men che non si dica. Loro, invece, vanno avanti come se nulla fosse, incuranti di tutto e di tutti.

Intanto dal Ministero degli Interni giungono notizie non proprio confortanti sul piano di rientro dei debiti del depuratore. Gli uffici hanno mosso seri rilievi al piano presentato. A breve metterò online le mie considerazioni e il documento stesso, i cui rilievi ricalcano pari pari ciò che ho sostenuto in consiglio comunale e in piazza in occasione del comizio informativo sullo stato delle finanze locali. Il Ministero, quindi, costringe il Comune a ripresentare nuovamente il piano con criteri diversi da quelli adottati. C’è qualche testa pensante in Comune che vuole chiedermi scusa? Anzi, chi chiede scusa ai cittadini per il danno che il piano arreca loro? Quanto ci vuole ancora affinché i cittadini si indignino sul serio fino a spingerli alle dimissioni? Quanto dobbiamo subire ancora prima di fare tabula rasa di questa classe politica inconcludente e dormiente?

Maurizio Spezzano

 

1) Senso unico Santa Maria

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, premesso che:

  • Nel mese di marzo alcuni cittadini di via Santa Maria hanno depositato una lettera al sindaco, alla giunta e a tutti i consiglieri, lamentando i disagi dovuti all’istituzione del senso unico in “quasi” tutta la strada;
  • Accantonata la polemica sul mancato recapito ai consiglieri, almeno a quelli di opposizione, così come già dichiarato in consiglio Comunale il 17 marzo u.s., sembra che ad oggi l’amministrazione nulla abbia fatto per venire incontro ai cittadini che proponevano percorsi e soluzioni alternative e verosimilmente risolutive del problema viabilità;
  • Sembrerebbe che il sindaco avesse preso l’impegno di risolvere la questione, ma a distanza di due mesi nulla è stato fatto

Si chiede di sapere:

  1. Se il sindaco tra le tante incombenze abbia trovato il tempo per occuparsi della questione dando mandato agli uffici di provvedere ad adeguare la viabilità secondo le indicazioni avute dai cittadini residenti o almeno prevedendo soluzioni analoghe;
  2. Se non sia il caso di incontrare i cittadini per rassicurarli sulle soluzioni eventuali adottate o da adottare da parte dell’amministrazione;
  3. Se trova normale che un problema posto all’amministrazione non abbia risposte;
  4. Se non sia il caso di trarne le dovute conclusioni sull’incapacità di provvedere al minimo sindacale del proprio dovere.

 

2) Parco Vignole

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, premesso che:

  • Il parco della Moralità, vero fiore all’occhiello di questa amministrazione, lascito generoso di un noto costruttore locale, versa in una condizione a dir poco pietosa, con erba alto e siepe che ha invaso il manto stradale;
  • L’altezza dell’erba, non falciata oramai da mesi, è tale che si corre il rischio che qualche bambino possa smarrire la via di casa se non dotato di bussola;
  • Le condizioni vergognose in cui versa il parco della Moralità sono state già messe in evidenza dallo scrivente in più occasioni, ma a quanto pare l’amministrazione ha continuato a non preoccuparsi più del dovuto, continuando a non vedere e a non agire;

Si chiede di sapere:

1)      Se trova normale tutto questo;

2)      Quanto tempo ancora bisogna aspettare prima della falciatura dell’erba e della siepe che comincia veramente ad assumere le sembianze di foresta tropicale;

3)      Se non sia il caso di dare dignità anche visiva al parco stesso, non abbandonandolo al proprio destino, magari rivolgendosi allo stesso magnanimo donatore forse interessato a preservare dall’incuria la propria creatura;

4)      Se non sia il caso di provvedere a falciare l’erba un po’ ovunque in paese ridando decoro alle vie labicane, sempre più abbandonate al proprio destino di decadenza.

 

3) Illuminazione San Benedetto

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, premesso che:

  • oramai da mesi è stato impiantato una linea di illuminazione in via San Benedetto, la cui fruibilità è ancora preclusa ai residenti;
  • dalle prove effettuate con un gruppo elettrogeno sembra che la linea sia funzionante e tutto sembra essere a norma;
  • dalle informazioni ricevute, sembrerebbe che le responsabilità del mancato allaccio siano riconducibili all’amministrazione comunale che non ha ancora sottoscritto il contratto con l’Enel;
  • poco prima di Pasqua, pare, e le foto ne sono la testimonianza, che l’illuminazione fosse in servizio, peccato che sia durata lo spazio di una notte;
  • i residenti continuano a non avere informazioni su tale vicenda che assume caratteri sempre più grotteschi

Si chiede di sapere:

1)      Se corrisponde al vero la notizia che non sia stato stipulato il contratto con l’Enel, oscurando l’intera procedura;

2)      Quale il motivo ostativo di tale ritardo che continua ad essere poco chiaro

3)      Se non trova grottesca l’intera vicenda, continuando a mantenere all’oscuro i residenti sia di informazioni che di illuminazione;

4)      Se l’amministrazione intende in qualche modo fare luce su questi aspetti poco luminosi

5)      Se trova normale che per avere luce bisogna prima fare luce sulla vicenda con il rischio di restare all’oscuro in questa zona buia del paese

6)      Se l’amministrazione vuole essere così brillante da illuminare lo scrivente su tutti i lati poco chiari e ancora torbidi del procedimento non limpido.

 

4) Cimitero

Al Sindaco di Labico, con richiesta di risposta urgente e contestuale iscrizione del punto all’odg del prossimo Consiglio Comunale utile (Statuto Comunale, art. 32, commi 1 e 2)

Il sottoscritto consigliere interroga il sindaco, premesso che:

  • Le condizioni del cimitero sono veramente infelici, con erba altissima e disordine ovunque;
  • I cittadini continuano a lagnarsi di questa mancanza di rispetto per un luogo sacro alla memoria labicana;
  • Lo scrivente aveva già messo in risalto il problema allegando addirittura delle foto per allarmare l’amministrazione comunale;
  • Il contratto di appalto non si sa che fine abbia fatto e che la custodia del cimitero stesso era assegnata un po’ a casaccio e in modo molto discrezionale;

Si chiede di sapere:

1)      Come intende l’amministrazione risolvere la questione

2)      Cosa ne è stato dell’appalto di affidamento del cimitero stesso;

3)      Chi custodisce le chiavi e rende fruibile gli ingressi;

4)      Se non sia il caso di renderlo fruibile, almeno falciando l’erba e provvedendo a metterlo in ordine, fino all’aggiudicazione dell’appalto, preservando in parte il rispetto che si deve ai defunti;

5)      Se il sindaco, e con lui giunta e maggioranza, non si sente ferito nel profondo per lo stato di abbandono in cui versa il cimitero, luogo di raccolta della memoria e della comunità, luogo in cui ognuno si riconosce per gli affetti ivi posti.

Labico 29 aprile 2014

SPEZZANO

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