Maurizio Spezzano

Dalla parte del torto in mancanza di un altro posto in cui mettersi

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La fine dell’impero

Consiglio Comunale frizzante ma educato. C’era da deliberare il DUP, Documento Unico di Programmazione, e il bilancio di previsione. C’erano poi altri atti collegati alla manovra di bilancio, e, infine, tre punti controversi e in parte lacunosi. Totale nove proposte di deliberazione.

Per ordine. I primi quattro punti erano propedeutici al bilancio stesso; il primo, riguardava i servizi a domanda individuale, le cui tariffe sono rimaste invariate rispetto il 2016; secondo e terzo non incisivi per il nostro comune e ininfluenti ma ugualmente da deliberare; il quarto, riguardava il programma triennale delle opere pubbliche. In questo caso, sia io che il consigliere Tulli abbiamo mosso delle osservazioni e chiesto delucidazioni su due opere: il campo di calcio e la scuola. Risposte tecniche e siamo andati avanti. Risultato delle votazioni uguale per tutti: favorevoli 5, astenuti 2 (io e Nello).

Siamo entrati nel vivo del consiglio con il punto 5, “Esame ed approvazione DUP aggiornato e bilancio pluriennale triennio 2017/2019”. E’ l’atto più importante dell’amministrazione perché pianifica l’andamento economico per ogni anno. Punto molto dibattuto e risposte non sempre esaustive. Premetto che speravamo nella convocazione della commissione, sia per esaminare il bilancio nelle varie voci, sia, eventualmente, presentare qualche emendamento migliorativo. Purtroppo ciò non è avvenuto. Che cosa emerge dai dati del bilancio? Un dato incontrovertibile, ammesso dagli stessi esponenti di maggioranza: incapacità e ritardi nella riscossione e conseguente incapacità e ritardi nella spesa. Di chi la colpa? Non certo dell’opposizione, va da sé che la risposta è automatica. Ciò che è successo con gli accertamenti dell’anno scorso ha strascichi importanti che ci porteremo ancora dietro per un po’. Comporteranno problemi di quadratura dei conti. Per fare un esempio, l’amministrazione è in gravissimo ritardo con le riscossioni, tanto da determinare seri problemi nei pagamenti dei cittadini. C’è una massa enorme di mancati introiti da tassazione, più di 4.000.000 di euro, a fronte di altrettanti milioni di spese che non riusciamo ad onorare. Quest’anno, ad esempio, TARI doppia, 2016 e 2017, e conseguente pagamento rateizzato che occuperà le famiglie per ben otto rate: maggio, luglio, settembre, ottobre, novembre e dicembre del 2017, febbraio e aprile del 2018. Un vero salasso. Noi abbiamo chiesto l’individuazione delle responsabilità. Intanto, abbiamo puntato il dito contro la società AeG che a nostro giudizio ha responsabilità gravi: mancata armonizzazione dei software AeG/comune (almeno questo è emerso!), dati non corrispondenti con i subalterni delle particelle catastali, ritardo nella correzione degli errori, ritardo nell’aggiornamento del database delle riscossioni. Poi, contro il  RUP (Responsabile Unico del Procedimento) per mancata vigilanza e carenza di determinazione contro la AeG. Infine, ma non ultima, contro la maggioranza che non ha fatto valere i diritti dei cittadini che sono sovrani rispetto a quelli della società che ha gestito la partita.. Queste lacune, ma soprattutto la mancata determinazione ad affrontare il problema con serietà, hanno innescato un meccanismo che ha fatto tilt: da novembre 2015 a maggio 2017 siamo nel panico, a svantaggio dei cittadini che si vedono costretti a pagare colpe che non hanno: tutti noi vittime della leggerezza di alcuni. Non sarà facile per molte, moltissime famiglie. fare fronte a tutte queste rate. Se aggiungiamo il servizio idrico integrato, la rateizzazione del debito derivato dal depuratore e i debiti non riconosciuti, ecco la miscela esplosiva. Nessun allarmismo, per carità, ma questa è la situazione. Inoltre, le difficoltà economiche di alcune famiglie potrebbero creare ulteriori problemi di esigibilità. Credo che questo lo abbiano capito anche gli esponenti di maggioranza.

Dal punto di visto tecnico, è stato molto difficile leggere il bilancio perché non sono state riportate in dettaglio le cifre del 2016. Diciamo che è stato un bilancio determinato al buio, senza confronti con l’anno precedente, dato indispensabile per capire l’andamento reale dei conti. Nell’analisi dei dati ci siamo trovati una massa enorme di residui di cui ignoriamo gli anni. Tra questi, più di 800.000 euro di dubbia esigibilità, cioè non si sa se l’amministrazione riuscirà mai a recuperarli. Poi, capitoli non chiari, cifre non corrispondenti, dati non riportati; un esempio su tutti, il mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione, non riportati, che appesantiscono ulteriormente l’analisi del bilancio. Una gran confusione che con toni decisi abbiamo messo in risalto.

Noi crediamo che bisogna assolutamente fare chiarezza sui conti perché è difficile procedere al buio. I prossimi amministratori dovranno armarsi di santa pazienza e riportare tutto nell’alveo della normalità, della trasparenza e della legalità. Ricordo che il compito di chi amministra è la fermezza nell’alleggerire i problemi dei cittadini non peggiorarli. Messo ai voti il punto, cinque a favore (la maggioranza) e due voti contrari (io e Nello Tulli).

Punto 6, Approvazione scadenza TARI 2016. Bel pasticcio! La data, 2016, ci fa capire che è in arrivo quello che avremmo dovuto pagare lo scorso anno. Ricordo che nel precedente consiglio abbiamo approvato lo scadenzario del 2017, quattro rate, due nel 2017 (ottobre e dicembre) e due nel 2018 (febbraio e aprile). Invece quelle del 2016 tutte in questo anno: maggio, luglio, settembre e novembre. E non è detto che maggio si rispetti. Proprio per questo motivo c’è stato un forte diverbio tra me e il responsabile d’aria, che è anche il RUP dell’accertamento del 2015. Le bollette sono ancora in stampa e non c’è la certezza che la consegna delle 2400 lettere avverrà in tempo utile per fare fronte al pagamento della prima rata (31 maggio). Restano fuori ancora 700 utenze che necessitano correzioni e non ancora mandate a ruolo. Un vero problema! Questo ritardo e la faciloneria nella gestione della questione sottoporrà i cittadini a un vero tour de foce di pagamenti. Conclusione: gli altri sbagliano e i cittadini pagano. Mi auguro che la responsabilità non ricada sui nuovi amministratori.

Io e il consigliere Tulli ci siamo molto irritati per il mancato rispetto della promessa del sindaco di chiedere i danni alla società AeG per inadempienza contrattuale. Così come ci siamo irritati verso il responsabile del procedimento che a nostro giudizio ha cincischiato, penalizzando i cittadini. Messo ai voti, io ho preferito non partecipare, mentre la maggioranza ha votato a favore e Nello si è astenuto.

Punto 7, Riapprovazione progetto preliminare campo sportivo, apposizione vincolo espropriativo. Anche questo un mezzo disastro. Punto ritirato perché gli atti erano carenti e non presi in visione dai consiglieri. Solo per informazione, io e Nello abbiamo avuto modo di “sbirciare” la cartografia. Secondo noi se resta così si prospetta una situazione peggiore della volta precedente! In più i costi passano da poco più di un 1.900.000 a 2.650.000. Questo incremento trova solo parzialmente giustificazione. Torneremo sull’argomento perché la maggioranza intende convocare un altro consiglio comunale il 18 maggio proprio per l’analisi di questo punto. Una sola nota polemica: quei manifesti affissi in gran quantità in paese non rappresentano nulla, non rispecchiano la verità dei fatti, non sono opera dei nostri uffici, né del progettista. ! Recavano l’intestazione del comune ma non sono roba nostra. Oltretutto, non corrispondono a nessun progetto visionato dai consiglieri. Servivano solo a creare confusione per buttare discredito su di noi che avevamo condotto una battaglia giusta. Molte delle nostre osservazioni (ricordate i miei 11 punti critici?) sono state accolte a dimostrazione della bontà della nostra posizione. Chiederci scusa non guasterebbe, senza voler fare polemica.

Punto 8. Modifica al Piano di Emergenza Comunale. Lacunoso e improvvisato. Abbiamo chiesto il ritiro del punto perché non rispecchia la situazione reale del nostro comune. Richiesta respinta pur concordando in toto con le nostre osservazioni. Questo punto lo avevamo già deliberato, ma avendo la Regione mosso alcuni rilievi, puta caso coincidenti con i nostri, è tornato là dove era partito, in tutti i sensi! Inascoltati allora, inascoltati oggi. Restano le stesse identiche lacune di novembre. Però noi pagheremo ugualmente il tecnico: 10.000 euro. Per farvi capire la paradossale situazione che abbiamo riscontrato, basta un solo dato: nell’atto di oggi, così come in quello di novembre, abbiamo fatto rilevare, tra i tanti errori, uno macroscopico: in caso di calamita naturale, chiunque chiami il COC (Centro Operativo Comunale) – prefettura, questura, protezione civile, ministero dell’Interno – comporrà il numero fornito, ma, dall’altra parte, risponderà “una voce” a noi cara, quella del nostro amico Massimo Ciocci. Mi fermo qui, giudicate voi. 5 a favore (la maggioranza), 2 astenuti (io e Nello).

Ultimo punto, 9, Magazzino comunale, approvazione progetto definitivo per l’apposizione del vincolo espropriativo e dichiarazione di pubblica utilità. Altra questione ingarbugliata. Punto aggiunto il giorno prima del consiglio, consegnato in mattinata. Fino alle ore 18 circa gli atti non erano disponibili. Alla nostra richiesta di illegittimità la segretaria ha confermato la nostra osservazione. La maggioranza ha fatto quadrato e, forzando regolamento e legge, lo ha approvato ugualmente. Premetto che questo punto era stato ritirato dal consiglio precedente, su nostra sollecitazione, perché non conforme ai requisiti di legge, almeno questo è stato quello che noi abbiamo affermato. Il sindaco lo ha riproposto ma senza rimuovere le criticità emerse precedentemente. Sta di fatto che ci accingiamo a comprare un immobile, a parziale pagamento di oneri di urbanizzazione mai versati, che presenta elementi che dovrebbero ostacolarne l’acquisto. Votazione: 5 favorevoli (la maggioranza), mentre noi non abbiamo partecipato al voto.

In sintesi, non è facile riassumere quattro ore di consiglio comunale! Pensavamo che questo sarebbe stato l’ultimo, invece ce ne sarà sicuramente un altro il 18 maggio, a consiglio comunale in teoria sciolto e non in grado di deliberare se non atti improcrastinabili. Vedremo cosa succederà.

Dal resoconto emerge con chiarezza che siamo arrivati alla fine dell’impero, e come tutte le dinastie in disfacimento emerge la debolezza dell’azione politica. Il bilancio, le scadenze delle rate, il piano di emergenza comunale, il campo sportivo, l’acquisizione dell’immobile sono tutti punti di debolezza. Mai come questa volta tanti abbagli e tutti insieme.

Sono convinto che io e Nello siamo stati all’altezza della situazione, abbiamo dimostrato capacità di analisi e di proposta. Se avessero seguito le nostre indicazioni forse non ci saremo trovati in queste condizioni. Chiedere ai cittadini di pagare in un solo anno, anche se a rate, l’importo di due anni di TARI risulta essere un balzello non indifferente. Hanno sempre sbandierato ai quattro venti la loro attenzione verso i ceti deboli, ma nei fatti si sono smentiti. Ricordo ancora l’incontro avuto con i dirigenti della società AeG, eravamo determinati a mettere a nudo la loro protervia. Se il sindaco e i suoi consiglieri ci avessero dato ascolto, piuttosto che mostrarsi “timidi” nei loro confronti e arroganti nei nostri e in quelli dei cittadini, avremmo trattato la questione in un altro modo e di sicuro sarebbe finita a vantaggio di tutti noi. Invece, siamo stati accusati di seminare bugie ed oggi i nodi vengono al pettine. Ci era stato assicurato che il comune avrebbe intrapreso azioni legali contro la società, invece ci troviamo a dover pagare sei rate di imposte in sette mesi. Inutile infierire, il ciclo è finito e i cittadini sapranno valutare. L’undici giugno c’è la possibilità di ripristinare politiche di buonsenso e vicinanza ai cittadini.

Buona campagna elettorale a tutti, anche ai nostri avversari, affinché tutto si svolga serenamente mettendo i cittadini nella condizione di scegliere in libertà e in base a uomini e idee.

Piccola nota a margine: Si chiude un’era. Molti consiglieri non si presenteranno più, praticamente tutti, tranne qualche piccola eccezione. I saluti li farò subito dopo la presentazione delle liste. Mi limito qui a ringraziare tutti il sindaco e consiglieri di maggioranza, chiedendo scusa loro se in qualche occasione ho alzato i toni. Ma io sono un passionale e il carattere fa il resto. Penso di non aver serbato rancore per nessuno, anche nei momenti di rabbia. Al di là della politica restano i rapporti umani, siamo tutti della stessa comunità e tutti insieme dobbiamo concorrere a migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini. Grazie a tutti, sindaco, assessori, consiglieri.

Grazie al mio compagno di viaggio: Nello Tulli, ha saputo sostenermi e consigliarmi. Ho apprezzato la sua generosità politica e ne sono contento. A presto.

Osservazioni ragionate al progetto del campo di calcio

Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di ieri, martedì 15 marzo 2017, c’era anche quello relativo all’Apposizione dei vincoli espropriativi dei lotti individuati nella variante al PRG come zona sportiva. Io e il consigliere Nello Tulli abbiamo ribadito con forza che il nuovo campo sportivo è necessario e va, senza ombra di dubbio, realizzato. Ciò non significa che questi debba essere realizzato in modo approssimativo, ma deve avere la giusta collocazione, i giusti equilibri all’interno della zona prescelta, facilmente raggiungibile, ma soprattutto, guardando al futuro, efficiente e modificabile. Elementi questi che nella cartografia allegata all’atto sono lacunosi o mancanti. Noi, con elementi inconfutabili alla mano, abbiamo fatto notare le criticità presenti nell’atto. Le nostre ragioni, seppure all’atto del voto sono non siano state accolte, hanno trovato in alcuni consiglieri di maggioranza e nel sindaco  un parziale accoglimento, segno che non era pretestuosa la nostra posizione, ma abbiamo dimostrato capacità amministrativa e politica. Peccato che ancora una volta si sia persa una occasione per lavorare insieme al bene di Labico. Se avrete l’accortezza di leggere il documento che segue, non potrete che condividere le nostre ragioni. Certo, alcuni punti sono un po’ tecnici, ma il linguaggio adoperato è il più semplice possibile e serve a mettere in risalto le criticità. Ci auguriamo che all’atto pratico se ne tengo conto, così come ci è stato assicurato, in modo che Labico possa dotarsi di un campo di calcio il più moderno e usufruibile possibile da parte di tutte le realtà sportive del nostro comune. Per completezza di informazione, all’atto del voto, per marcare la nostra posizione non abbiamo votato contro né ci siamo astenuti, abbiamo preferito uscire dall’aula per lanciare un messaggio. Alla maggioranza la capacità di cogliere il significato.

I consiglieri comunale, Maurizio Spezzano e Nello Tulli, ribadiscono con forza e determinazione la volontà di addivenire a una soluzione condivisa del problema legato agli impianti sportivi di nuova realizzazione, collaborando, nel rispetto delle posizioni, con chiunque manifesta la volontà di dotare il nostro comune di impianti nuovi e funzionanti al servizio delle collettività, primo fra tutti un nuovo campo di calcio, la cui attività sportiva agonistica e non agonistica riveste una importanza fondamentale per lo sviluppo psicofisico dei ragazzi.

Tale opera, più volte invocata dai gruppi di minoranza e dalle società che agiscono nel territorio, è necessaria per il normale svolgersi delle attività sportive nel nostro comune. La nostra cittadina risulta essere carente in strutture sportive all’avanguardia, soprattutto se si guarda al settore calcio. Infatti, l’attuale e unico campo a disposizione delle società non risponde del tutto ai criteri previsti dalla normativa sportiva vigente, così come più volte manifestato sia da chi svolge attività agonistica, sia dagli organi federali, che hanno indicato in più occasioni le criticità da sanare.

E’ necessario, quindi, provvedere affinché questo gap sia colmato nel più breve tempo possibile per permettere ai vari soggetti che si occupano di sport di tentare un salto di qualità sia nell’utilizzo che nella gestione.

Dallo studio degli atti allegati al dispositivo di deliberazione e del progetto preliminare emergono elementi che rendono tale opera lacunosa nella sostanza e nella forma, come si cercherà di sintetizzare nei punti elencati, figlia più di necessità elettorale legata al consenso che non piuttosto al bisogno di fornire realmente la nostra comunità di un impianto all’avanguardia. Se il progetto preliminare dovesse essere votato nella veste che si propone in Consiglio, si rischierebbe di fare un danno non solo allo sport, ma alle stesse casse comunali, già deficitarie, e ai cittadini che contribuiscono con le imposte al corretto funzionamento dell’Ente pubblico. Il progetto preliminare proposto in questa sede presenta criticità serie per una molteplicità di fattori che risaltano immediatamente all’occhio anche dei non esperti di urbanistica o edilizia sportiva. Molte di queste si sarebbero potute risolvere se si fosse ottemperato al principio basilare di tutte le democrazie: la partecipazione degli attori sportivi e dei soggetti interessati, primo fra tutti la società sportiva di calcio che milita con onore in seconda categoria. Di sicuro i consigli tecnici avrebbero fornito gli strumenti di conoscenza adeguati per la realizzazione di un impianto ottimale, al passo con le realtà che circondano il nostro paese.

Tra le criticità maggiormente incisive, sia dal punto di vista politico/sociale sia da quello tecnico, che i consiglieri di minoranza hanno riscontrato, si possono elencare i seguenti:

  • Mancato coinvolgimento delle associazioni sportive. Tale lacuna si sarebbe potuta risolvere con una conferenza dei servizi – prevista nei casi in cui le deliberazioni incidono pesantemente sul bilancio dell’Ente o sulla trasformazione del territorio – elemento indispensabile per addivenire a una soluzione condivisa e responsabile. Fare in fretta non sempre è la migliore soluzione per risolvere i problemi.
  • Mancato coinvolgimento delle opposizioni. Mai i consiglieri di minoranza sono stati invitati a partecipare ad incontri con le parti interessate (progettisti e tecnici), né mai il sindaco e l’assessore competente hanno mostrato la sia pur minima apertura verso i rappresentanti della maggioranza dei cittadini. Ancora una volta, lo Statuto Comunale risulta essere calpestato e gli spazi di democrazia e confronto retrocessi a orpelli decorativi; infatti, ancora una volta e nei momenti decisivi, le Commissioni competenti non vengono convocate come invece è prassi e norma.
  • Progetto tenuto quasi segreto e fatto in fretta e furia in vista della scadenza naturale del mandato amministrativo. Dopo quattro anni di inerzia totale, paralizzante per le sorti della nostra comunità, si prevede di stravolgere l’assetto urbanistico al solo fine di approvare un atto che non avrà ricadute immediate sul territorio se non il consenso elettorale che potrebbe scaturire da tale decisione, né darà frutti nell’immediato essendo l’iter abbastanza lungo e i lavori previsti non presumono nel breve periodo nessun inizio.
  • Lascito pesante in eredità della probabile futura amministrazione di un’opera che incide profondamente sul bilancio dell’Ente. La prassi amministrativa corrente non prevede che le amministrazioni in scadenza di mandato, due mesi e mezzo, decidano in solitaria l’assetto urbanistico e di bilancio in modo così invasivo, compromettendo il rapporto fiduciario con la cittadinanza chiamata ad esprimersi con le elezioni amministrative. I quasi due milioni di euro con accensione di mutuo presso il Credito Sportivo risultano deleteri per le casse del comune, già pesantemente provato per i debiti accertati derivanti dalla vicenda dei depuratori. I nuovi amministratori si troveranno a gestire scelte urbanistiche e finanziarie non concordate, che rischiano, se fatte in tal modo, di realizzare un’opera sicuramente migliorabile nei suoi aspetti determinanti, ma difficilmente modificabili a lavori avviati.
  • Apposizione del vincolo espropriativo solo su una parte dei lotti destinati ad accogliere la zona sportiva. Tale scelta risulta essere penalizzante sia per i proprietari dei lotti rimasti esclusi sia per la validità del progetto stesso che nasce monco, inficiando gli standard previsti dalla stessa variante al PRG adottato dieci anni orsono e non ancora approvato. La Regione, infatti, potrebbe anche revocare questi standard non trovandoli confacenti al PRG stesso, arrecando danno ai proprietari delle particelle interessate.
  • Progetto preliminare lacunoso in più parti. Soprattutto nella parte realizzativa non vi è certezza che dei due campi di calcetto possano essere costruiti, così come la club house, la copertura delle tribune, ecc. Scorporando una parte dei lavori a data da destinarsi rafforza l’ipotesi che sia stato solo un valido pretesto elettorale e nulla più.
  • La totale mancanza di viabilità. Dal progetto presentato la viabilità non è segnata oppure risulta lacunosa. Ad oggi viene indicato un percorso veicolare impossibile da realizzare. Infatti, la particella che da progetto dovrebbe assolvere a tale funzione non è indicata tra quelle oggetto di apposizione del vincolo espropriativo. In più, l’ulteriore viabilità indicata è collocata all’interno di due lotti attigui destinati ad espansione urbanistica.
  • Viabilità “riferita” incompatibile con il Piano di Emergenza Comunale. Tale incompatibilità è data dal fatto che il percorso indicato attraversa la zona prospicente l’ingresso del palazzetto dello sport, indicato nel PEC come centro operativo in caso di calamità naturali. La realizzazione di un impianto sportivo comunale deve essere necessariamente coordinata con la strategia di prevenzione per la riduzione dei danni derivanti da eventi antropici o da calamità naturali. Il combinato disposto dell’art. 108 del D.Lgs. n. 112 del 1998, recante “Funzioni conferite alle Regioni ed agli Enti locali” che affida all’amministrazione comunale la predisposizione di piani comunali e/o intercomunali di emergenza, e della legge n. 225 del 1992, “Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”, come modificata dal decreto-legge n. 59 del 2012, che, al comma 3- bis dell’articolo 15, stabilisce che ciascun Comune deve dotarsi di un “Piano di emergenza comunale”, impone agli enti locali di pianificare con molta attenzione i nuovi interventi sul territorio, per i quali si ritiene opportuno predisporre il tempestivo e pressoché contestuale adeguamento del citato piano piano di emergenza comunale;
  • Direzione del campo da gioco nel lato corto del perimetro previsto per la realizzazione. Tale soluzione risulta essere incongruente rispetto alla massa di lotti prevista dall’apposizione del vincolo espropriativo. Infanti, tali lotti sono collocati in senso verticale rispetto la Casilina, mentre la collocazione del campo da gioco è collocato in senso orizzontale, senza possibilità di ulteriore ampliamento anche in funzione degli altri servizi da realizzare. Inoltre, dalle misure effettuate, la lunghezza del campo di calcio, copre per intero la larghezze dell’area oggetto all’apposizione prevista, con un residuo di cinque metri circa per lato dell’area eventualmente espropriata.
  • Inserimento della zona sportiva all’interno di aree previste di espansione urbanistica. Tale scelta condiziona due ordini di fattore: a) riperpetuare l’errore del vecchio campo sportivo, inserito in un contesto fortemente antropizzato, privo di servizi e di viabilità; b) zona di espansione urbanistica a ridosso della zona sportiva, con tutte le penalizzazioni del caso che potrebbero venire ai futuri residenti. In tal modo, pur essendo oggi all’apparenza campagna, nei fatti il campo sportivo viene inglobato in una zona che funziona da tappo verso l’esterno e circondato da zone di futura antropizzazione.
  • Incongruenze cartografiche. Dal confronto delle planimetrie allegate, risulta chiara l’incongruenza della viabilità: in un primo caso viene indicata, successivamente il percorso sparisce dalla planimetria, senza che se ne colga la ratio di tale scelta.

Queste in sintesi le criticità che emergono dallo studio degli atti. In virtù di tali osservazioni, i consiglieri di minoranza auspicano che il sindaco, la giunta e i consiglieri di maggioranza, riflettano senza preconcetti e avviino uno studio serio sulla fattibilità di tale opera. Si rischia di commettere lo stesso errore già decisivo per le sorti del vecchio campo sportivo. Noi crediamo che il campo di calcio vada fatto ma nel rispetto delle previsioni future e non solo per dare sfogo ad attese di natura elettorale e di consenso. Costruire un impianto sportivo importante necessita di analisi seria e rigorosa, sia dal pinto di vista della fattibilità che della fruibilità. A noi sembra che manchino entrambe, per cui auspichiamo un ripensamento e un approfondimento degli atti con l’aiuto degli attori attivi presso le associazioni sportive di Labico. La conferenza dei servizi invocata dai consiglieri di minoranza è la soluzione migliore per addivenire alla realizzazione di un impianto che i cittadini aspettano da anni. Condividere un’opera così importante è il segnale che si va nella giusta direzione, allontanando il sospetto che ancora una volta la decisione piova dall’alto senza possibilità di migliorie che invece dovrebbero essere doverose.

I Consiglieri Comunali

Maurizio Spezzano e Nello Tulli

Resoconto del Consiglio Comunale del 6 agosto 2013

Noi che volevamo edificare la gentilezza …

foto 2Niente di nuovo sotto il cielo labicano. La maggioranza fa valere la logica dei numeri, incurante delle pregiudiziali e della carenze rivelate dall’opposizione, approvando l’atto che tanto a cuore al sindaco sta!

Come statuine imberbi, i consiglieri di maggioranza, all’ordine supremo del capobanda alzano la manima rendendosi complici dello spartito stonato. Eppure a ben vedere, le ragioni palesate dall’opposizione erano valide e forti. Sarebbe bastato un po’ di sale in zucca, non molta per la verità, affinché l’atto voluto, sempre voluto, fortissimamente voluto dal sindaco fosse rimesso in discussione. Si sarebbe riparato a un torto a danno dei tanti giovani alla ricerca di lavoro, dando la possibilità a tutti di partire dalla stessa linea, con il vantaggio aggiuntivo di lanciare un segnale di cambiamento e di rinnovamento a comportamenti politici criticati a ragione dai cittadini, spinti a generalizzare sui vizi della politica. Invece, l’approvazione di questo atto allontana i criteri di trasparenza nella selezione delle due figure che saranno assunte dalla pubblica amministrazione – tre nel prossimo anno, a patto che il bilancio lo consenta – con somma rassegnazione per chi ha titoli e merito, piuttosto che lingua lunga e tanta arroganza da legarsi al potente di turno. Atto rafforzativo di fedeltà al signore, hanno respinto un ordine del giorno presentato dalle opposizioni affinché le assunzioni avessero una evidenza pubblica, o meglio, affinché la pubblica amministrazione si facesse garante presso l’ASSC, ex ASPER, del rispetto delle regole. Comunico da subito, che noi, come già anticipato in Consiglio, impugneremo l’atto in tutte le sedi, perché siamo convinti che ci siano vizi di forma e di sostanza.

Un unico punto all’ordine del giorno, lo stesso già fatto ritirato in fretta e furia una settimana fa: approvazione del bilancio di previsione 2013 dell’Azienda Speciale Servizi Comuni, ex ASPER; approvazione del bilancio pluriennale 2013-2015; approvazione Piano Programma.

Le opposizioni presentano ben due pregiudiziali, contestando la prassi e la carenza documentale, la poca chiarezza e le contraddizioni, entrambe respinte dalla maggioranza, a favore solo io e Tulli.

Nel merito, molte sono le cose che abbiamo contestato: atti richiesti, menzionati e non forniti; protocolli non corrispondenti, altri scritti a mano, venendo meno al protocollo elettronico – autentica anomalia labicana; carenza documentale e in qualche caso fuori limite consentito; ad esempio, alcuni atti ci sono stati consegnati alle ore 19,30 del giorno precedente il Consiglio, fuori anche dagli orari d’ufficio, meno di 14 ore prima del Consiglio stesso; dispositivi di deliberazione in conflitto con la relazione stessa e pareri tecnico-contabili espressi su fotocopia malgrado l’atto presentasse modifiche sostanziali; assunzioni che alla lettura sono dichiarati part time, mentre lo stesso Direttore Generale dell’ASSC nell’atto ultimo parli di tempo pieno; rischio concreto che si possano aggirare le norme previste per le assunzioni nella pubblica amministrazione; non chiarezza dei costi del servizio, le cui varie voci a vista risultano non corrispondenti. Tante, ma tante ancora le incongruenze e gli errori messi a nudo dall’opposizione. Soprattutto tanta improvvisazione, figlia della fretta, da sempre cattiva consigliera!

I consiglieri di maggioranza di solito non intervengono mai, fanno le belle statuine. Le poche volte in cui lo fanno cadono in contraddizione. E’ strano come ogni volta che qualcuno di loro dica una cosa commette un errore: la volta precedente è stato il turno dell’assessore Scaccia, che in un impeto di onestà comunicò al Consiglio che bisognava fare in fretta perché … ci sono due persone che lavoravano gratis!!!! Questa volta è stato il turno dell’assessore Ricci e del capogruppo Luciano Galli. La prima, astuta come una volpe, ci ha comunicato che “… non è detto che il servizio biblioteca lo affidiamo all’ASSC”, mentre risulta l’esatto opposto, essendo stata questa la giustificazione dei 10.000 euro aggiuntivi, messo nero su bianco in delibera e affermato nella relazione previsionale! Il secondo, in modo più improvvido, ha accusato le opposizioni di aver sollevato un polverone per l’assunzione della segretaria del sindaco, mentre per il concorso dei vigili non è stata detta una parola. In questo caso due sono le questioni: o è stato falsato il concorso per i vigili, e non si è saputo nulla – almeno le opposizioni non ne hanno avuto sentore – oppure, lo stesso capogruppo ha avuto sentore che qualche cosa non andava e ha taciuto, rendendosi, eventualmente, complice. Qual è la cosa più grave? Non saprei dire, di certo sono affermazioni che andrebbero indagate meglio. In questo caso i migliori giudici sono i cittadini elettori che dovranno ricordarsi di tutto questo a tempo debito.

La discussione è continuata a fasi alterne, con un sindaco particolarmente nervoso e tenacemente vigile sulle norme regolamentari (sic!!!!) anche in modo spropositato, mentre le opposizioni mettevano a nudo la realtà dei fatti, ma anche dei conti. Ad esempio, è pacifico che la fretta sia stata dettata dai conti. Chiarisco: considerato che fra le molteplici soluzioni al problema depuratore, paventate dal sindaco in questi mesi, non ne sia stata messa in campo neppure una, succede che qualsiasi prospettata soluzione del problema passi per il dissesto finanziario del nostro comune o per il predissesto. Questa soluzione implicherà la non possibilità per il nostro comune di preventivare assunzioni per il futuro. Ecco quindi il motivo della fretta: preparare le assunzioni attraverso l’ASSC oggi, possibilmente giocando abilmente sui criteri di selezione del personale, magari o forse aggirando qualche norma, sempre nella legalità, non sia mai!! e dichiarare il dissesto finanziario verso settembre, quando saremo chiamati ad approvare il bilancio e riconoscere i debiti causati dai depuratori, ammontanti a circa 4.000.000 di euro, mica bruscolini!

Tanto, ma tanto ancora abbiamo aggiunto alle ragioni del nostro rifiuto all’approvazione dell’atto. Risultato finale? Sei a due, come nel tennis: loro, Galli Alfredo, Giorgio Scaccia, Nadia Ricci, Luciano Galli, Mirco Ulsi, Adriano Paoletti allineati e coperti a favore, malgrado le osservazioni puntuali dell’opposizione, senza nessuno che muovesse una pur minima critica, anche velata; noi, io e Nello Tulli, contro, marcando ancora una volta la differenza sostanziale dal modo astruso di fare politica di questa maggioranza.

Per quanto di mia competenza, la vicenda non può finire qui. Il sindaco si è lamentato del fatto che le opposizioni usino spesso la magistratura. Certo, se gli interlocutori restano loro, arroccati e supini alla volontà unica, senza la possibilità di far valere le nostre ragioni, è il minimo. Ho ricordato al sindaco che le opposizioni da sole rappresentano più del 60% dei cittadini e devono essere tenute a conto, rispettate e coinvolte; la maggioranza rappresenta poco più del 30%, questa sì la vera minoranza numerica in paese! Il silenzio ci renderebbe complici di questa prassi amministrativa, ci obbligherebbe ad abbassare la testa davanti al potente che usa i carrozzoni –  in questo caso l’Azienda Speciale Servizi Comuni – piegandone le finalità istituzionali alla volontà e alla mercé del politico di turno, che non tollera ostacoli sul suo cammino. Aziende partecipate come questa, che perpetuano i vizi di sempre, rischiano di fare la fine del Gaia, con sommo pregiudizio per le casse comunali. Se la funzione di queste Aziende è l’essere la stampella funzionale per puntellare politici cadenti, nulla mi è più lontano, meglio liquidarle, dando la possibilità ai comuni di trovare vie alternative ai bisogni amministrativi. Sono convinto che il pubblico debba tornare a fare il pubblico, la cui politica è gentilmente pregata di mettersi alla porta.

Nella circostanza, noi non contestiamo la possibilità delle assunzioni, ma queste devono essere trasparenti, regolari, economiche, a norma di legge e senza ingerenze politiche. Invece, ancora una volta il Consiglio del 6 agosto ha rappresentato l’Italia peggiore, uno spaccato di realtà politica lontana dalla Politica, fatta di faccendieri, di azzeccagarbugli, di piccoli uomini, di pavidi, tutti i vizi della classe politica, il modo peggiore di dimostrare la forza di chi comanda.

Perché allora la citazione iniziale? Noi che volevamo edificare la gentilezza non potemmo essere gentili(Bertolt Brecht) serve a chiarire al meglio la nostra posizione politica: avremmo voluto con grazia e deferenza fare la nostra parte, confrontandoci fra uguali, perché l’indole, il rispetto e la morale ce lo impongono, ma davanti a tanta arroganza, protervia e disprezzo per l’azione politica da noi incarnata da parte di questa maggioranza, non possiamo essere gentili, optando invece per l’unica voce, per quanto stonata, che l’avversario rispetti, cioè la durezza dei modi e delle soluzioni.

PS: Al danno la beffa. La fretta di approvare l’atto ha purtroppo anche un costo nell’immediato: aver chiesto un segretario a scavalco, essendo la nostra meritatamente in ferie, implica un costo aggiuntivo, anche questo alla spalle dei cittadini. Indovinate un po’ chi paga?

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